La Sicilia, alla ricerca delle mie origini di Domenico Ernandes
Prologo "Gnôthi Seautón" ossia “Conosci te stesso” è il motto scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, vicino al Monte Parnaso, nel Golfo di Corinto, che il filosofo greco Socrate fece suo. Ho cominciato a leggere i primi libri di storia della filosofia greca nei primi anni del liceo scientifico “Dante Alighieri” a Tripoli, quando, a spiegarci i testi di storia e filosofia, c’era la professoressa Guma. Tra tutte le diverse e complesse teorie della filosofia greca questo motto mi ha sempre affascinato per la sua semplicità ed immediatezza. Secondo Socrate, la verità che davvero interessa all’uomo è quella attorno alla sua vita e al senso che ha all’interno del mondo. In ogni uomo vi è la verità, occorre solo farla uscire allo scoperto. Il suo significato mi era sembrato allora facile da capire . Col tempo poi ho compreso che questo è un pensiero facile da capire ma assai difficile da applicare. Il traguardo che tuttora pongo alla mia vita è quello di riuscire a conoscere me stesso. E' un percorso lungo e difficile , almeno per quanto mi riguarda. Credo che per conoscere noi stessi occorre conoscere anche la storia della vita dei nostri genitori e progenitori. L’idea di visitare in camper la Sicilia, la terra dei miei antenati, è scaturita forse inconsciamente proprio da questo mio desiderio e anche dal fatto che mancavo dalla Sicilia dal 1962. Io sono nato a Tripoli, in Libia, ma entrambi i miei genitori ed i miei nonni sono nati in Sicilia. Mio padre, Giuseppe Ernandes, è nato l'8 Luglio 1909 a Favignana, una delle tre isole delle Egadi, in provincia di Trapani. E' morto il 22 Dicembre 1967 a Roma. All'età di 10 anni, rimasto orfano di padre, andò a vivere in Libia (allora già colonia italiana), per essere adottato dalla sorella Orsolina, di nove anni più grande di lui, sposata con Gabriele Ferrante, un esperto pescatore. Mia madre, Francesca Salmeri, è nata il 4 dicembre del 1919, (è morta nel 2005), a Marsala, vicino a Trapani. Ancora in fasce fu portata dai suoi genitori a Sfax, in Tunisia, dove vi viveva una discreta comunità di italiani, in special modo siciliani. Proprio in quel periodo, mio nonno materno Giuseppe Salmeri, anche lui nato a Favignana, assieme al fratello più giovane Vincenzino trasportavano vino dalla Sicilia alla Tunisia, a bordo del loro veliero l'Oriente. Secondo l'itinerario siciliano da me compilato , Favignana e Marsala erano le principali mete del mio viaggio in Sicilia. Un viaggio da percorrere, con mia moglie Joanne, in parte in camper ed in parte in navee.
*Cliccare sulla data per leggere il diario Conclusione E' troppo presto per trarre delle conclusioni da questo viaggio. Non importa se la ricerca sui miei antenati, malgrado gli sforzi generosi avuti da amici e parenti premurosi di aiutarmi, è ancora incompleta e frammentaria. So che, se voglio davvero arrivare al traguardo di conoscere bene me stesso, il mio compito è quello di continuare anche in futuro su questa strada, con tenacia e passione ma anche con serenità , senza demordere. Durante questa mia visita in Sicilia, con mia moglie Joanne, che mi ha sempre sostenuto nell'intraprendere questo viaggio, le emozioni, le sensazioni, le impressioni, i turbamenti, le commozioni che ho avvertito dentro di me sono state tante. Dentro di me, il processo di metabolizzazione e assimilazione di tutti questi sentimenti è attualmente in corso. Per me è ancora presto spiegare in maniera razionale quello che ho visto e sentito. E' certamente stato saggio da parte mia scrivere, giorno per giorno, queste annotazioni . Una cosa, però, posso dire subito con certezza. Da questo viaggio sento di aver tratto beneficio. Ho avvertito affluire dentro di me una carica continua di simpatia ed affetto da tutte le persone che ho incontrato. Sia da amici e parenti sia anche da gente incontrata da me per la prima volta. Molti di loro, durante e dopo il nostro viaggio, mi hanno telefonato per avere nostre notizie e per essere riassicurati che fossimo arrivati a casa sani e salvi. Tutti loro, generosamente, si sono sforzati per fare sentire Joanne e me a nostro agio. Tutti loro, forse inconsapevolmente, mi hanno fanno intuire che cosa è la "sicilianità" e che cosa vuol dire sentirsi siciliani dentro. Attraverso queste poche righe li ringrazio di cuore e simbolicamente li abbraccio tutti. |