Venerdì 10 Marzo 2006 Con la macchina di Luciano andiamo tutti e quattro a Pozzallo. Ci fermiamo ad un "internet point" dove, tramite computer, prenoto il biglietto del traghetto che ci porterà da Palermo a Civitavecchia. Mentre sono lì mi giunge una telefonata della figlia di Gennaro Giglio, che mi dice , che il padre è andato a Messina con la madre per il week-end. Sono rammaricato. Ammetto che la colpa di questo contrattempo è mia. Rimasto bloccato a Favignana, per le avverse condizioni atmosferiche, non gli avevo telefonato in tempo. Pertanto non poteva sapere quando sarei arrivato. Mi dispiace. Prima foto: Gennaro Giglio, mio compagno di scuola e di sport. Seconda foto: secondo da sinistra, prima della partita La Salle - S.Francesco, giocata nel cortile dei Fratelli Cristiani, da noi vinta col risultato di 4-3 Con la macchina andiamo a Modica Marina a visitare Rosario Giunta, un parente di Enza Toppi, una nostra cara amica di Punta Ala. Rosario Giunta, è un persona minuta ma dinamica e piena di brio. Gestiscedal 1964, proprio a Modica Marina, un bar- tabacchi- generi alimentari , dove praticamente si vende di tutto. Scattiamo alcune foto e poi torniamo a casa. MODICA MARINA : Rosario Giunta mentre telefona alla nostra amica Enza Toppi - Fuori dal suo bar-tabacchi Quando siamo a casa , Luciano, a velocità supersonica, prepara un pranzetto con tenerissimi filetti di braciole impanate e fritte con contorno di patatine croccanti. Dopo pranzo mi intrattengo a parlare piacevolmente con lui. Anzi, più che parlare, lo ascolto. Ascoltare Luciano è piacevole e divertente, perchè, oltre ad una buona proprietà di linguaggio, unisce una pregevole mimica facciale, intercalata con imitazioni dialettali esilaranti. Sa parodiare bene il dialetto toscano, quello napoletano e quello romano. Quando vuole parla anche in siciliano "strittu", come dice lui. Ora con me sta conversando in un italiano puro, senza la pur minima inflessione dialettale. E' buffo quando, bonariamente, rifà il verso a sua moglie Carole, che parla l'italiano con un accento inglese.
E' divertente quando, sempre bonariamente, imita la parlata e mima le movenze di alcuni nostri comuni amici tripolini come Gennaro Giglio, Angelo Furgeri, Gianni De Nardo e Pino Scuola. Mi parla di suo nonno Oreste, di suo padre Oreste (padre e figlio portavano lo stesso nome) e dei loro burrascosi trascorsi in Libia. Nonno Oreste, toscano, nato a Massa, era un ingegnere edile, arrivato in Libia proprio negli anni in cui la la Libia diventava una colonia Italiana. Era cugino del celebre chirurgo Cesare Frugoni, famoso per essere stato negli anni cinquanta il medico personale del papa Pio XII (Papa Pacelli). Nonno Oreste a Tripoli si costruisce una famiglia. Progetta ed esegue i lavori per la costruzione dell'edificio e del famoso cortile dei Fratelli Cristiani di Tripoli, proprio quel cortile dove noi tutti exlali abbiamo fatto le nostre ricreazioni mattutine ed abbiamo giocato a calcio, a pallacanestro, a bocce. Quei lavori vennero eseguiti a titolo gratuito, dopo un accordo verbale con l'allora direttore Fratel Edoardo Milanese. Nonno Oreste ha un figlio , Oreste junior, cioè il padre di Luciano. Oreste junior , come il padre, ha un carattere volitivo e pugnace, ma non è assolutamente interessato a seguirne le orme. Frequenta le scuole presso l'Istituto dei Fratelli Cristiani, in Sciara Espagnol. Oreste junior è insofferente ad ogni tipo di disciplina scolastica, tanto che ha l'ardire, in un momento d'ira, di lanciare un calamaio pieno di inchiostro contro il suo insegnante. Da quel momento decide che non vuole più andare a scuola. E' un ribelle. Padre e figlio hanno entrambi un carattere forte e tra loro si crea un’insanabile frattura. Il nostro Oreste junior, dopo una gioventù con trascorsi da "Casanova", si sposa con Elena Pavone, un'attraente giovane siciliana di Catania e le giura amore eterno. Mettono al mondo quattro figli: Sergio, Luciano, Chiara e Maurizio. Oreste Frugoni junior fa mille mestieri ma, in particolare, impara a conoscere bene i motori delle macchine, insomma è un bravo meccanico. Ha molta manualità ma anche un buon cervello. Acquista un camion per trasportare merce da Tripoli verso alcune zone desertiche interne libiche. In uno di questi viaggi gli capita di trasportare macchinari per la ripresa di un film, in cui è protagonista John Wayne. Il film è intitolato "Timbuctu". Oltre a John Wayne nel cast degli attori ci sono Sophia Loren e Rossano Brazzi. Le scene del film si svolgono a Gadames, definita l'oasi più bella dell'Africa. Una sera, in un momento di pausa della lavorazione del film, John Wayne ha voglia di giocare a scacchi ma non trova nessuno del suo gruppo che sa giocare. Oreste junior, non lontano dal set, è tutto indaffarato nella messa a punto del suo camion. Uno organizzatore della troupe cinematografica gli si avvicina e gli chiede se conosce il gioco degli scacchi. Alla sua risposta affermativa viene subito presentato a John Wayne. L'attore americano gli stringe la mano. Poi, vedendolo un po' esitante, gli da una amichevole pacca sulle spalle, invitandolo a sedersi al suo tavolo per giocare a scacchi. Così Oreste Frugoni , senza volerlo, ha il suo momento di gloria, per aver bevuto, fumato e giocato a scacchi con il mitico John Wayne
La sua genialità meccanica lo porta a brevettare uno “raccordo” particolare, che serve ad unire il camion al rimorchio. Questo raccordo facilita la curvatura del rimorchio e ne agevola la manovra. Quando anche la concorrenza lo viene a sapere, la sua idea viene adottata da molti. Oreste comincia ad offrire agli altri la sua preziosa consulenza ed inizia ad incrementare i suoi guadagni. Rapidamente ingrandisce la sua ditta di trasporti, fino ad avere alle sue dipendenze oltre una decina di operai, per lo più libici. A differenza di molti altri italiani vissuti per anni in Libia, parla e capisce bene l'arabo e questo lo aiuta molto a rapportarsi con la maggioranza dei suoi dipendenti. Luciano mi racconta poi, con raccapriccio, l'episodio dell'incidente che Oreste ha avuto nel suo cantiere di Tripoli, dove venivano parcheggiati i camion della ditta. Oreste, accanto alla gomma di un camion, sta collaudando un nuovo compressore per regolare la pressione di quella gomma. Improvvisamente ed inaspettatamente la gomma scoppia in tutta la sua bestiale e micidiale potenza. Luciano, che in quel periodo aiutava suo padre, in quel momento si trova poco lontano dal luogo dello scoppio. Sente un fragoroso boato, si volta e, con raccapriccio, vede suo padre coperto di sangue, con una parte della mascella , con i denti, quasi del tutto staccata dal viso. Oreste Frugoni è ormai in fin di vita, ma è ancora vivo. Non solo il viso ma anche le gambe hanno subito dei gravissimi danni. Con un'ambulanza viene trasportato d'urgenza in un ospedale, quello in via Ippolito Nievo, la via vicino a bordelli di Tripoli. In quell'ospedale ha la fortuna di trovare un'esperta equipe di chirurghi serbi che l'operano e lo ricuciono con maestria. Oreste riesce miracolosamente a sopravvivere e dopo vari anni riesce a recuperare tutte le sue funzioni corporali. Luciano mi dice che, anche lui, durante la sua adolescenza è entrato in conflitto con il padre e a commettere, come lui li definisce, le solite "frugonate". La causa è dovuta probabilmente allo stesso tipo di carattere ribelle. Come suo padre, anche Luciano è un exlali. Mi dice che per lui sia Fratel Amedeo che Fratel Arnaldo erano e rimangono dei miti. Mi fa scompisciare dalle risate nel raccontarmi l'episodio in cui fece arrabbiare a dismisura Fratel Amedeo.
La storia è questa. Un giorno, quando Luciano era appena decenne, uno suo zio materno, lo zio Turi Pavone, detto u' sciancato (lo zoppo), per via di una leggera deformazione alla gamba destra, lo chiama per insegnargli una poesia in dialetto siciliano. La poesia dice cosi: "U zo Monaco e a za Monaca se ne ghiero a cuogghiere i patacche nello filu ra a mezzanotti. Ci sparao u trikke e trakke. A za Monaca intruppacchiò e ù zu Monaco", il tutto seguito da un doppio fischio e da un gesto con la mano a stantuffo. Traduzione : La zia Monaca e lo zio Monaco se ne andavano a raccogliere le patate verso mezzanotte. Ci furono giochi d’artificio. La zia Monaca inciampo’ e lo zio Monaco . In quel periodo Luciano frequenta la classe quinta elementare ,1955, con Fratel Amedeo. Durante una delle sue lezioni, Fratel Amedeo chiede ad alcuni alunni di recitare una poesia a piacere. Luciano, senza pensarci due volte, si alza in piedi e comincia a recitare questa poesia appena imparata in dialetto siciliano. Fratel Amedeo, piemontese doc, un po' perplesso, sul momento capisce poco di quello che recita Luciano, ma dopo il doppio fischio ed il gesto a stantuffo della mano, seguito dai sollazzi e dalle risa della scolaresca, si insospettisce e capisce che sta perdendo il controllo della situazione, intervenendo con irruenza come il suo solito. Tuoni e fulmini e classica tiratina di orecchio. Fratel Amedeo, agitando nervosamente il suo piede destro, spara a raffica tanti dei suoi "maledettissimo inviduo", la sua preferita frase quando era in collera con la sua scolaresca. Naturalmente i genitori di Luciano vengono convocati d'urgenza. Luciano, alla presenza dell'allora direttore Fratel Avventore e di Fratel Amedeo, si mostra pentito, riceve ugualmente ulteriori rimbrotti, ma fortunatamente per quella volta evita la sospensione per cattiva condotta. CONTRADA RENELLE TRIPPATORE : Luciano Frugoni - Gipsy e Gemma Nel pomeriggio andiamo tutti insieme in macchina a Modica Sorda, a far visita al fratello di Luciano, Sergio e a sua moglie Vanessa. Sergio, ora in pensione, da quando è giunto in Sicilia nel 1970 ha lavorato sempre nel comune di Modica. Dapprima è stato vigile urbano, poi , dopo aver vinto un concorso, è diventato il responsabile dell'ufficio tecnico della sezione strade, fino a congedarsi col grado di funzionario. Sergio e Vanessa hanno tre figli: Marco, che lavora ad Hong Kong ed è un esperto progettista di plastici per palazzi; Luca, che opera nel settore scolastico ed ha un figlio di nome Thomas; infine Kim, che sta studiando a Roma per conseguire una laurea nel settore artistico-grafico. MODICA SORDA - Sergio e Vanessa Frugoni Lassù a Modica Sorda, a quasi 500 sul livello del mare, oggi il Il tempo è nuvoloso e freddo. In serata con Luciano e Carole andiamo a cenare in un ristorante in un posto ancora più in alto. Andiamo a Monterosso Elmo, a circa 800 metri sul livello del mare, al Clover Club, un ristorante, caratteristico per il suo soffitto a mattoni rossi, con delle alte volte ogivali, e rinomato per le sue gustose pietanze a base di funghi.
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