Domenica 21 agosto 2005 – da Ulva a Caol Ila Ore 08:00 Mi sveglio e vedo che Frank sta ascoltando il meteo alla radio di bordo. Lo vedo preoccupato. Le previsioni non sono buone. Pare che da lunedì notte sia in arrivo una forte burrasca (gale in inglese). La giornata è ventosa ma al momento le condizioni del meteo sembrano abbastanza buone.
Ore 09:00 Salpiamo. Direzione sud. Il vento viene da Sud-Ovest ed ha una velocità di 15 nodi. Issiamo le vele con una superficie ridotta, Frank, più che mai prudente , ci dice di dare non due bensì tre mani di terzaroli. Praticamente issiamo solo metà randa e svolgiamo metà fiocco. L’andatura è quella di bolina. E’ stato bene aver ridotto così tanto la superficie vele perché il vento sta rinforzando e comincia a piovere. Mentre Frank è al timone, noi scendiamo giù in coperta ad indossare la cerata e la cintura di sicurezza. Ore 09:30 Mentre Frank va in coperta ad indossare anche lui stivali e cerata Robin prende il timone. La forza del vento è aumentata, ora soffia dai 25 ai 28 nodi e malgrado tre mani di terzaroli la barca è abbastanza inclinata. Vedo che Robin mi guarda e mi sorride eccitato per la velocità della barca e per la forza del vento. Stiamo quasi planando!Allacciati alla life line ci spostiamo sul lato più alto della barca, per fare da contrappeso e cercare di ridurre l’inclinazione della barca. Con condizioni peggiori, per non perdere il controllo della barca, si deve ridurre l’inclinazione della stessa dirigendo la prua verso il vento per sventare le vele, cioè farle sbattere cosi da far perdere velocità. Poi se il vento dovesse aumentare ancora è prudente ammainare tutte le vele ed navigare solo a motore. Ore 11:30 alla nostra dritta vediamo, confusa tra la foschia, l’isola di Colonsay. Ore 12:00 La temperatura è scesa e fa freddo. Piove a dirotto. Ruth e Muriel ci preparano, oltre ai soliti sandwich, una bella tazza di brodo caldo chiamato scotch broth, fatto di montone tagliato a pezzettini, porri, cime di rapa, carote, cipolle, prezzemolo, sale e pepe.
Il vento è sempre forte, la pioggia è battente e, un po’ per volta, ci alterniamo tutti al timone. Passiamo accanto all’isola di Iona, ma la vediamo appena perche' è calata anche un po’ di foschia. Questa isola è famosa per la sua storica abbazia fondata da San Colomba, un missionario irlandese che aiutò a reintrodurre la Cristianità nell'Inghilterra settentrionale. Ore 14:00 Sentiamo la radio di bordo, con un suono gracchiante, comunicare le previsioni meteo iniziando la comunicazione con il tradizionale : "to all ships ,to all ships,to all ships" , che vuol dire "a tutte le navi" ripetuto tre volte L’operatore annuncia che nella nostra zona è in arrivo una bassa pressione e che il vento potrebbe girare in senso orario di circa 90 gradi da Sud-Ovest a Nord-Ovest. Le condizioni del tempo non migliorano e Frank ha fretta di arrivare prima possibile in qualche rada riparata dai venti provenienti sia da Sud-Ovest che da Nord-Ovest. Ore 17:00 Invece di arrivare a Port Askag come era nei piani ,
Frank decide di fermarsi a Caol Ila nell’isola di Islay, a 3
miglia più a nord . Caol Ila è dentro un canale e non ha
porto. Ci ormeggiamo ad un gavitello di ferro a forma di un barile di
whisky. La corrente è molto forte lungo il canale, ma noi siamo in un
posto riparato, a ridosso della costa, da dove s'intravedono alcune case
ed una distilleria. In questa distilleria é prodotto il whisky Caol
Ila, lo stesso whisky che avevamo bevuto qualche sera prima.
Frank mi dice che il nome deriva dal gaelico e indica lo stretto di
mare che separa l’isola Islay e la vicina isola di Jura. Ore 19:00 Ruth e Muriel cucinano un altro piatto tradizionale britannico. Il fish pie o pasticcio di pesce. Come il solito prendo nota degli ingredienti e della ricetta. Per sei persone : 1 kg di filetti di merluzzo, 2 strisce di scorza di limone, 1 gran porro tritato, un quarto di cucchiaino di noce moscata, 1 spicchio di aglio schiacciato,una bella cipolla tritata, 2 foglie di alloro, 8 grani di pepe, 3 tazzine di latte, 30 grammi di burro, prezzemolo, 2 cucchiai di farina, 1 chilo di patate lessate e schiacciate, paprika, sale e pepe . Preriscaldare il forno a 200°. Sistemare i filetti di pesce in una pentola, aggiungere la scorza del limone, il porro, la noce moscata, i grani di pepe e il prezzemolo.Versare il latte e lasciar bollire a fuoco lento per circa 15 minuti. Togliere il pesce facendo attenzione a non romperlo. Recuperare il sughetto che servirà per la salsa. Far sciogliere il burro in una pentola, aggiungere l’aglio, il porro e la cipolla. Cuocere a fuoco lento per 7 minuti. Togliere metà del composto di porro e cipolla e mettere da parte. Per la salsa: spolverare la farina sul restante composto di cipolla e porro, amalgamare bene. Aggiungere il sughetto, tenuto a parte, al composto di farina. Mescolare e sempre sul fuoco far addensare. Tagliare il pesce in pezzi grossi e insaporirli nella salsa. Amalgamare il restante composto di cipolla e porro alle patate schiacciate. Pepare e salare. Adagiare il pesce e la sua salsa in un tegame basso ben oleato. Ricoprire con le patate schiacciate e spolverare con la paprika. Cuocere in forno a 200° per 20 minuti o finché le patate in superficie non sono dorate.
Ore 21:00 Ci sediamo nel pozzetto per assaporare un bicchiere di Caol Ila. La distilleria, che vediamo dalla barca, è costruita con una struttura fatta di vetro, così è possibile vedere dentro tre grossi alambicchi color rame, chiamati pot stills in inglese, che servono a distillare il whisky di puro malto. Robin che è un buon conoscitore di whisky e della sua storia mi dice che il nome whisky proviene dal gaelico, che vuol dire acqua della vita (o aqua vitae). Il whisky viene prodotto in Scozia sin dal quindicesimo secolo, se non prima. Per un lungo periodo di tempo distillare whisky era considerato illegale, di conseguenza, mi dice con un sorriso furbo, conoscendo il carattere degli scozzesi, sono nate tante distillerie illegali. Soltanto nel 1823 la produzione e la vendita del whisky sono state legalizzate. La purezza e la buona qualità dell’acqua sono considerate gli elementi fondamentali per fare del buon whisky. Infatti, molte distillerie scozzesi sono ubicate vicino a delle sorgenti d’acqua non calcarea. La produzione scozzese si suddivide in whisky realizzati con puro malto o single malt, whisky di cereali o grain whisky e miscele di whisky o blended whisky. Il whisky realizzato con puro malto è sicuramente il più tradizionale, ed è considerato da molti estimatori il whisky scozzese per eccellenza. Il whisky di cereali è ottenuto da una miscela d'orzo maltato e cereali non maltati il cui invecchiamento è solitamente più breve rispetto a quello del single malt. Infine il whisky blended è quello più conosciuto perché circa il 95% del whisky venduto nel mondo è costituito da blended, ossia miscele di diversi tipi di whisky. Ore 22:30 prima di andare a dormire faccio una considerazione: e’ circa una settimanache non leggo i giornali e che non guardo la televisione, ma quello che più conta è che non ne sento il bisogno.
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