Martedì 16 Agosto 2005 Da Port Ellen (Isola di Islay) ad Ardfern Ore 08:00 partenza. Il cielo è nuvoloso ma non piove e non c’è vento sufficiente per navigare a vela, cosi usiamo solo il motore. Sulla sinistra della barca, babordo in italiano e port in inglese, c’è l’Isola di Jura mentre alla dritta o alla destra della barca, tribordo in italiano e starboard in inglese, c’è la costa orientale della Scozia con i suoi Loch , che sono dei lunghi e stretti bracci di mare. Mentre procediamo osservo un fenomeno meteo per me insolito ma, che da queste parti, dicono sia abbastanza frequente: navighiamo in mezzo a due condizioni meteorologiche differenti. Alla nostra dritta ci sono nuvole e imperversa la pioggia , mentre alla nostra sinistra brilla il sole. In lontananza appare un bellissimo arcobaleno. Ore 16:00 arrivo ad Ardfern . E’ un piccolo villaggio molto pittoresco, circondato da alcune piccole isole, con il grosso vantaggio di essere riparato dai venti. C’è un'elegante marina con 60 posti barca ricavati con alcuni pontili galleggianti, costruiti recentemente. Inoltre ci sono circa trecento barche ormeggiate al gavitello , non lontano dai pontili. Mi dicono che questa marina è abbastanza conosciuta perché proprio lì la Principessa Anna, figlia della Regina d’Inghilterra, tiene la sua barca a vela la Silver Double, ormeggiata al gavitello. Scendiamo tutti a terra e andiamo nel centro del villaggio verso l’unico pub della zona. Naturalmente Frank e Robin, da grandi bevitori ed intenditori di birra esaltano l’ottima qualità della birra locale. Cosi prima gustiamo una pinta a testa di Arrols's Strong, una birra biondo oro doppio malto, di elevata gradazione alcolica e dal gusto forte. Per il secondo giro, si preferisce una Tennent's Scotch Ale, una birra, di colore intensamente ambrato, corposa ed aromatica. Ore 19:30 al ritorno in barca, dopo il pub, Muriel avverte un forte dolore all’anca sinistra tanto da non poter stare in piedi. Purtroppo dipendiamo tutti da lei per il pranzo e la cena. Dallo sgurdo accorato di mio cognato John, capisco che quella sera, da prodiere, mi devo trasformare in cambusiere. Da buon tripolino mi piacerebbe strabiliarli con un piatto tipicamente mediterraneo o nord-africano . In quel momento mi pento di non aver copiato alcune di quelle ricette che Roberto Longo ha proposto nell’ultima edizione dell’Oasi e cerco di frugare nei ricordi alla ricerca della ricetta del cuscus che preparava mia madre. Ma Muriel mi dice che la cambusa purtroppo non e’ provvista di nessun tipo di semola, nè di spezie o salse particolari. Così penso di ripiegare su qualcos'altro. Muriel però non mi da molta scelta. Mi dice che per la cena devo utilizzare il salmone bollito rimasto la sera prima. Mi ricorda mia madre Francesca , buonanima , che a detta di tanti era una brava cuoca e, come si usava una volta , non buttava via niente. Da piccolo, ero un po’ schizzinoso col cibo e se a pranzo lasciavo un po’ di pasta nel piatto mia madre non si preoccupava . La stessa pasta, conservata nella ghiacciaia, me la propinava per cena, con variante. Mescolata con un uovo sbattuto, un po’ di formaggio grattugiato, la faceva "saltare"in padella. Oh! come era saporita quella pasta!. Nei panni di capo-cuoco noto che nella dispensa di bordo c’è una buona provvista di fusilli e spaghetti e ciò è molto consolante. Mi viene in mente un "piatto",che mia moglie Joanne prepara spesso. Lo posso chiamare "fusilli al salmome all'irlandese". Dopo aver fatto soffriggere dell’aglio in una padella, aggiungo il salmone già bollito, sale e pepe, facendolo indorare a fiamma media. Verso nella padella un dito di bicchiere di buon whisky (ecco il tocco irlandese) fino a farlo evaporare, ma non completamente. A parte cuocio i fusilli al dente. Quando manca qualche minuto al termine della cottura, rimetto sul fuoco la padella col salmone, verso un bicchiere di panna , mescolo bene,poi aggiungo i fusilli ed amalgamo bene il tutto. Una spruzzatina di prezzemolo tritato ed un pò di peperoncino rosso aggiungono colore e gusto alla pietanza. La serata, come la solito, si conclude con il solito brindisi di whisky questa volta è un Caol Ila.
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