IL TUO CAVALLO

a Rosanna con Franco e agli amici di Alberto

 

 

IL TUO CAVALLO

Del tuo cavallo si parlava spesso,

non molti giorni fa l'ultima volta.

Scherzavamo. Scherzavamo sempre.

Si diceva che lì, al bar del Patronato,

non c'erano gli anelli per legarlo

come nei saloon dei cow-boy.

Ti chiedevo quanto beveva,

quanto correva, quanto...

Lo avevamo in simpatia, il tuo cavallo;

tu molto più di me naturalmente.

Nessuno lo credeva una bestia,

tanto era docile e tranquillo.

Il tuo cavallo si chiamava Aprilia.

L'altro giorno, di colpo,  è diventato

la bestia infida che non pensavamo:

per un attimo, di cui si è già pentito,

ha fatto le bizze e ti ha disarcionato.

Ti ha buttato giù dalla Vita,

contro ogni ragione ed ogni sentimento.

Ma tu, Alberto, che sei buono,

te lo sei portato anche in Cielo,

il tuo cavallo!

 
 

UN GRANDE EQUIVOCO

Oggi le ore s'inceppano di equivoci.

E' un equivoco palese questo cielo

che rimescola gelidi piovaschi

a barbagli imprevedibili di sole.

E ancora non è niente rispetto

al fatto che io ti venga ad incontrare

dentro a una casa che chiamano obitorio

e ad un letto che ha la forma di una bara.

Tu sei lì, bello e sereno,

solo addormentato.

Ma adesso, Alberto, non scherzare più!

Alzati e frantuma questo equivoco

perchè si sta facendo intollerabile.

Quello che ha detto "Thalita, kum!"

è andato in cielo,  forse troppo presto.

Non si direbbe, del resto,

che tu abbia bisogno del suo aiuto,

perchè sei lì, bello e sereno,

solo addormentato

dentro a questo equivoco imprevisto.  

+k,i    

PROPRIO NON SI PUO'

C'è gente intorno,

la divisa coi fregi del Comune.

Parlano fitti di sigilli

e che ormai è già arrivata l'ora.

Sento forte il disagio di presenze

accorse inopportune da altri mondi.

Forse non hanno percepito

che tra poco tu ti muoverai

perchè a vent'anni non si può star fermi!

E' del tutto casuale che tu dorma

disteso dentro a quella bara

nel cui spazio vorrebbero blindarti.

Tra poco infatti tu ti alzerai

perchè a vent'anni non si può morire!

E poi, chi al mondo, chi, potrà negarti

per sempre alla vista di tua madre?

Vedete allora che proprio non si può.

 
 

LO SGUARDO DEGLI AMICI

Hanno fatto tutto secondo la legge,

vietando anche l'accesso alla Speranza.

Tu te ne stai nel buio della bara,

dentro a un sonno più insolito che mai-

Percorsa da improvvisa metamorfosi,

la tua anima, veicolo inconsueto,

trasvola ormai veloce ogni barriera,

partecipe di mondi a noi ignoti.

Così, tra la folla innumerevole

che ricolma ogni angolo di chiesa,

vai cercando lo sguardo degli amici,

il consenso all'ultima battuta,

a un nuovo, a un ultimo sorriso...

E' dura per te che ami gli scherzi

impattare nel silenzio desolato,

nell'onda incontenibile di pianto

che investe violenta i tuoi amici.

E' tanto più facile per me

fare il conto del bene che ti vogliono.

     

UNA SOLA STAGIONE

Non è giorno. Davvero non è giorno,

se anche la Scrittura

in quest'ora non dà consolazione.

La voce mi si spezza mentre leggo

parole di conforto all'assemblea,

prescelte dai testi sapienzali.

"In poco tempo - è scritto -

hai maturato misure di bontà

tali da essere promosso

ai cieli altissimi di Dio".

Mi aggrappo per difesa

al suono di ogni singola parola

per soffocare i sintomi del pianto,

ma il loro senso mi rintrona

nel cervello, nel cuore e nella voce.

Perche mai questa fretta dell'Eterno?

Perchè dopo una breve Primavera

ti ha negato ogni altra stagione?

Perche, Alberto, ha scelto proprio Te?

 
 

MISTERI DELLA FEDE

Stazione amara anche all'omelia.

In un breve giro d'anni, la Morte

ha teso agguati con grande ostinazione

lungo le strade dei giovani paesani.

Il prete si abbandona con angoscia

a una conta lunga e dolorosa...

Ogni nome richiama dal silenzio

i volti che più non incontriamo

per i luoghi e le ore quotidiane.

Sono fragili, oggi, anche i pensieri.

Dai gorghi inesplorabili dell'anima

risale quasi astiosa una domanda:

"Per quanto ancora il divino Minotauro

ci graverà di simili tributi?"

Il dolore rasenta la bestemmia,

incrodati come ci troviamo

alla parete inospitale della Fede,

oggi più ricca che altro di misteri. 

     

NESSUNO SE NE VUOLE ANDARE

La costernazione intorno è infinita

perchè la terra ti sta per ingoiare.

Nessuno se ne vuole andare,

nessuno ha voglia di lasciarti solo!

Sta lievitando prepotente

un'attesa di eventi inusitati.

Non sanno più che cosa inventare,

i tuoi amici, per divincolarsi

da questa loro solida impotenza.

Ora un volo di rose si solleva

e va a posarsi sopra la tua bara,

seguito da invincibili singulti.

Poi si muovono parole di canzoni,

il vostro esilio prediletto,

in fuga dai luoghi del disagio...

Provo la sensazione di parole

rigonfie di poetiche tristezze,

dalle quali faticano a levarsi

speranze e orizzonti luminosi...

Io mi defilo esausto e i tuoi amici,

legati da struggente comunione,

resistono raccolti intorno a te.

 
 

MA TU ADESSO

I sogni degli amici questa sera

sembrano ambigue carte di tarocchi

che velano di enigmi il tuo mistero.

Una carta, rutilante di colori,

ti raffigurain groppa ad un cavallo,

al tuo cavallo che si chiama Aprilia,

e ti impegni in acrobatiche gimcane

su piste tracciate tra le nuvole.

Applausi intorno e cantici di gioia

attestano che questo è il Paradiso.

C'è una carta affollata di ombre grigie,

inospitale limbo dentro al quale

vai cercando, tra specchi inaffidabili,

il volto irrepetibile che avevi.

Questo è luogo di deboli Pensieri

e anche di fragili Emozioni.

C'è ancora la proposta di una carta

con effigi di terra, forse un orto.

Racconta, il sogno, che da queste zolle

si attende, tra logore speranze,

che il seme sotterrato rigermogli...

Questo è luogo di Terra e solo Terra.

Ma tu, Alberto, adesso dove sei?