IL
TUO CAVALLO
Del tuo cavallo si parlava
spesso,
non molti giorni fa l'ultima
volta.
Scherzavamo. Scherzavamo sempre.
Si diceva che lì, al bar del
Patronato,
non c'erano gli anelli per
legarlo
come nei saloon dei cow-boy.
Ti chiedevo quanto beveva,
quanto correva, quanto...
Lo avevamo in simpatia, il tuo
cavallo;
tu molto più di me naturalmente.
Nessuno lo credeva una bestia,
tanto era docile e tranquillo.
Il tuo cavallo si chiamava
Aprilia.
L'altro giorno, di colpo, è
diventato
la bestia infida che non
pensavamo:
per un attimo, di cui si è già
pentito,
ha fatto le bizze e ti ha
disarcionato.
Ti ha buttato giù dalla Vita,
contro ogni ragione ed ogni
sentimento.
Ma tu, Alberto, che sei buono,
te lo sei portato anche in Cielo,
il tuo cavallo!
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UN
GRANDE EQUIVOCO
Oggi le ore
s'inceppano di equivoci.
E' un equivoco
palese questo cielo
che rimescola gelidi
piovaschi
a barbagli
imprevedibili di sole.
E ancora non è
niente rispetto
al fatto che io ti
venga ad incontrare
dentro a una casa
che chiamano obitorio
e ad un letto che ha
la forma di una bara.
Tu sei lì, bello e
sereno,
solo addormentato.
Ma adesso, Alberto,
non scherzare più!
Alzati e frantuma
questo equivoco
perchè si sta
facendo intollerabile.
Quello che ha detto
"Thalita, kum!"
è andato in cielo,
forse troppo presto.
Non si direbbe, del
resto,
che tu abbia bisogno
del suo aiuto,
perchè sei lì, bello
e sereno,
solo addormentato
dentro a questo
equivoco imprevisto. |
PROPRIO NON SI PUO'
C'è
gente intorno,
la divisa coi fregi
del Comune.
Parlano fitti di
sigilli
e che ormai è già
arrivata l'ora.
Sento forte il
disagio di presenze
accorse inopportune
da altri mondi.
Forse non hanno
percepito
che tra poco tu ti
muoverai
perchè a vent'anni
non si può star fermi!
E' del tutto casuale
che tu dorma
disteso dentro a
quella bara
nel cui spazio
vorrebbero blindarti.
Tra poco infatti tu
ti alzerai
perchè a vent'anni
non si può morire!
E poi, chi al mondo,
chi, potrà negarti
per sempre alla
vista di tua madre?
Vedete allora che
proprio non si può.
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LO
SGUARDO DEGLI AMICI
Hanno fatto tutto secondo la
legge,
vietando anche l'accesso alla
Speranza.
Tu te ne stai nel buio della
bara,
dentro a un sonno più insolito
che mai-
Percorsa da improvvisa
metamorfosi,
la tua anima, veicolo inconsueto,
trasvola ormai veloce ogni
barriera,
partecipe di mondi a noi ignoti.
Così, tra la folla innumerevole
che ricolma ogni angolo di
chiesa,
vai cercando lo sguardo degli
amici,
il consenso all'ultima battuta,
a un nuovo, a un ultimo
sorriso...
E' dura per te che ami gli
scherzi
impattare nel silenzio desolato,
nell'onda incontenibile di pianto
che investe violenta i tuoi
amici.
E' tanto più facile per me
fare il conto del bene che ti
vogliono.
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UNA SOLA STAGIONE
Non è giorno.
Davvero non è giorno,
se anche la
Scrittura
in quest'ora non
dà consolazione.
La voce mi si
spezza mentre leggo
parole di conforto
all'assemblea,
prescelte dai
testi sapienzali.
"In poco tempo - è
scritto -
hai maturato
misure di bontà
tali da essere
promosso
ai cieli altissimi
di Dio".
Mi aggrappo per
difesa
al suono di ogni
singola parola
per soffocare i
sintomi del pianto,
ma il loro senso
mi rintrona
nel cervello, nel
cuore e nella voce.
Perche mai questa
fretta dell'Eterno?
Perchè dopo una
breve Primavera
ti ha negato ogni
altra stagione?
Perche, Alberto,
ha scelto proprio Te?
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MISTERI DELLA
FEDE
Stazione amara anche all'omelia.
In un breve giro d'anni, la Morte
ha teso agguati con grande ostinazione
lungo le strade dei giovani paesani.
Il prete si abbandona con angoscia
a
una conta lunga e dolorosa...
Ogni nome richiama dal silenzio
i
volti che più non incontriamo
per i luoghi e le ore quotidiane.
Sono fragili, oggi, anche i pensieri.
Dai gorghi inesplorabili dell'anima
risale quasi astiosa una domanda:
"Per quanto ancora il divino Minotauro
ci graverà di simili tributi?"
Il dolore rasenta la bestemmia,
incrodati come ci troviamo
alla parete inospitale della Fede,
oggi più ricca che altro di misteri. |
NESSUNO SE NE
VUOLE ANDARE
La
costernazione intorno è infinita
perchè la terra ti sta per ingoiare.
Nessuno se ne vuole andare,
nessuno ha voglia di lasciarti solo!
Sta
lievitando prepotente
un'attesa di eventi inusitati.
Non
sanno più che cosa inventare,
i
tuoi amici, per divincolarsi
da
questa loro solida impotenza.
Ora
un volo di rose si solleva
e va
a posarsi sopra la tua bara,
seguito da invincibili singulti.
Poi
si muovono parole di canzoni,
il
vostro esilio prediletto,
in
fuga dai luoghi del disagio...
Provo
la sensazione di parole
rigonfie di poetiche tristezze,
dalle
quali faticano a levarsi
speranze e orizzonti luminosi...
Io mi
defilo esausto e i tuoi amici,
legati da struggente comunione,
resistono raccolti intorno a te.
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MA TU ADESSO
I
sogni degli amici questa sera
sembrano ambigue carte di tarocchi
che
velano di enigmi il tuo mistero.
Una
carta, rutilante di colori,
ti
raffigurain groppa ad un cavallo,
al
tuo cavallo che si chiama Aprilia,
e ti
impegni in acrobatiche gimcane
su
piste tracciate tra le nuvole.
Applausi intorno e cantici di gioia
attestano che questo è il Paradiso.
C'è
una carta affollata di ombre grigie,
inospitale limbo dentro al quale
vai
cercando, tra specchi inaffidabili,
il
volto irrepetibile che avevi.
Questo è luogo di deboli Pensieri
e
anche di fragili Emozioni.
C'è
ancora la proposta di una carta
con
effigi di terra, forse un orto.
Racconta, il sogno, che da queste zolle
si
attende, tra logore speranze,
che
il seme sotterrato rigermogli...
Questo è luogo di Terra e solo Terra.
Ma
tu, Alberto, adesso dove sei? |