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La pianta di Tripoli degli anni '30 |
Salvo Rapisarda
è
un mio amico tripolino ed anche
un pensionato con la passione del computer.
Ora vive con la sua famiglia a Brescia e, nel suo tempo libero
agevolato dalla sua conoscenza dell'arte grafica, ha costruito un
sito,
http://www.tripolibia.it/,
dedicato al ricordo dei suoi amici e agli anni trascorsi da noi
italiani in Libia. Questo sito è corredato da tante foto ricordo,
da commenti sonori e da una varietà di racconti interessanti,
scritti dai suoi amici tripolini. La parte grafica e sviluppata con
il sistema flash, che è tecnologicamente molto più avanzato
rispetto al più comune linguaggio html.
Qualche tempo fa mi ha
inviato, per posta elettronica, una
pianta di
Tripoli. Questa
pianta disegnata durante il periodo coloniale italiano, quando
ancora le strade erano denominate con i vecchi nomi italiani è stata
stampata dall'Istituto Geografico De Agostini di Novara, trasformata
con lo scanner in una foto in formato Jpeg.
La foto ha anche una discreta
dimensione di memoria, che la rende sufficientemente chiara e
leggibile al computer anche zoomandola, tanto che per un certo
periodo l’ho inserita come foto principale nel mio sito
http://www.ernandes.net/. Se si clicca sopra sopra con il
mouse la pianta si ingrandisce. Guardandola nei minimi dettagli si
può notare sul bordo in basso, probabilmente sgualcito dagli anni,
la scritta in inglese di un timbro che tradotto in italiano dice
così: "Collezione di mappe della biblioteca dell'Università di
California - USA - 31 Luglio 1978 - Alfred H. de Vries". Sulla
parte in alto a sinistra della cartina c'è un'altra pianta più
piccola, denominata "Tripoli
e dintorni" su scala 1 a 200.000, cioè ogni centimetro
misurato sulla pianta equivale a due chilometri reali. Così, oltre
a quello di Tripoli, si possono leggere i nomi di Gargàresh, Gurgi,
Ain Zara, Suk el Giuma e Tagiura e vedere i simboli delle
Carovaniere, dei Cimiteri, dei Punti d'acqua, delle Moschee e dei
Marabutti. Sul resto della carta c'è stampata la pianta di Tripoli
su scala più dettagliata, 1 a 20.000, cioè che ogni centimetro
misurato sulla pianta equivale a duecento metri reali. Sul lato
sinistro della carta c'è una leggenda dei posti d'interesse come il
Monumento dei Caduti italiani, l'Arco
di Marco Aurelio, la
Moschea di
Gurgi, quella dei
Caramanli
e di Sidi Hamuda,
la Cattedrale,
la
Sinagoga,
il
Teatro Miramare,
la Banca d'Italia, il
Palazzo delle
Poste, di Giustizia e quello del Governatore, il
Municipio, il
Grand Hotel,
la
Fiera
Campionaria Permanente e l'Idroscalo.
Nel dopoguerra, esattamente il 24
Dicembre 1951,
la Libia,
come altri Paesi africani, diventava indipendente con un governo di
tipo monarchico ed aveva nel
re Idris I
Senussi
il suo Capo Supremo. Da allora una buona parte
dei nomi delle strade sono stati giustamente cambiati: da quelli
dedicati alla storia italiana a quelli nuovi, che erano intitolati
al giovane ed indipendente Paese. Nel rione del Lido, così come in
altri rioni di Tripoli, alcuni nomi delle vie non sono stati
rimossi, tanto che, anche dopo il 1951, si potevano ancora leggere
sulle targhe delle strade ancora quelli di alcuni famosi esploratori
del periodo coloniale italiano, come Manfredo Camperio,
Vittorio
Bottego, Gustavo Bianchi, Arnaldo Fraccaroli, Gaetano Casati, Guido
Cora e Romolo Gessi. L’unica variazione apportata rispetto al
periodo coloniale era che davanti al nome della via c’era scritto
il nome arabo “sciara”
anziché via, o "zenghet"
se la strada era stretta come un vicolo. Così subito incuriosito di
rileggere quei nomi, che mi riportavano indietro nel tempo con la
memoria, ho fatto una zoomata sulla zona del Lido. Proprio la mia
zona, quella in cui sono nato, il 26 agosto 1948, e dove ho
vissuto, sempre nella stessa casa, per ben ventidue anni, fino a
quando nel 1970, noi, come tutte le famiglie italiane, siamo stati
costretti ad abbandonare Tripoli. Il rione del
Lido Vecchio,
venendo da
Piazza
Italia,
Corso Sicilia,
poi Giaddat
Omar el
Muktar, si trovava oltre la
Fiera
Internazionale e veniva così chiamato perché ad ovest
costeggiava proprio lo stabilimento balneare del
Lido Vecchio. Ad
est era delimitato da Corso Sicilia, a nord dallo Stadio Municipale
di calcio e a sud dallo stabilimento balneare del
Lido Nuovo.>>>