Giovedi 28 Febbraio 2013
Invio
una email.
Buongiorno Sig.a Cristina Cangi,
con riferimento
alla nostra telefonata di martedì
relativi ai DIARI dello scrittore Aldo Zelli, la informo che ho trovato
un accordo con la Sig.a Intini ved. Zelli di poter
prendere in visione le copie che si trovano attualmente presso
la Biblioteca Comunale di Piombino.
Visto che è più vicino per me arrivare a Piombino che non a Pieve di Santo Stefano,
preferisco consultare tali DIARI a Piombino. Pertanto la ringrazio
tanto per la sua cortese collaborazione e le invio i miei più Cordiali
Saluti. Domenico Ernandes
Nei
giorni successivi comunico alla Redazione de l’Oasi
che mercoledì 6 marzo andrò a Piombino per incontrare la
Sig.a Intini Ved. Zelli e poi alla Biblioteca
Civica Falesiana di Piombino , portando con me la
mia stampante per fotocopiare il libro di Aldo Zelli, mentre
per l'incontro con la Sig.a Intini avrò con me un
registratore per ricordare l'intervista.
|
Un'immagine della
Biblioteca Civica Falesiana di Piombino |
°°°°°
L'intervista con la signora
Angelamaria Intini Zelli
Mercoledi
6 Marzo 2013 raggiungo
al telefono un’intesa con la Sig.a Angelamaria Intini Zelli di andarla
a trovare nella sua casa di Piombino, in via XXV
Aprile 93 - 57025 Piombino (LI) il giorno
dopo alle 15,30
Giovedi
7
Marzo 2013 , ore 15,30
Mi
trovo nella casa della Sig.a Angelamaria
Intini Zelli. Un appartamento al secondo piano di un edificio degli
anni ’80. La signora Angelamaria è gioviale, mi fa accomodare nel
salotto e mi offre un caffè, che viene preparato da una signora polacca
che le fa da dama di compagnia.
La conversazione si svolge in un’atmosfera di cordialità. Le dico di aver letto
l’inizio del libro scritto da Gordiano Lupi , Per
conoscere Aldo Zelli – Vita ed opere di un grande scrittore per
ragazzi, e di aver trovato interessante la parte che
descrive l’infanzia del piccolo Aldo con notizie raccolte dal suo
diario inedito, Quando i camaleonti…, nel
suo peregrinare tra Tripoli, Zuara
e Zavia. Anch’io conoscevo molto bene il paese Zuara perchè da piccolo,
nei primi anni ’50, ci
andavo a spesso a trovare mio nonno materno Giuseppe, che vi abitava e
che di professione faceva l’armatore di un grosso bastimento, I due fratelli,
attrezzato per la pesca delle spugne. I
fondali della zona di Zuara erano ricchi di pesce , ma soprattutto
erano ricchi di spugne, allora ricercatissime sul mercato. La signora
Mariangela prende una busta dove sono racchiuse alcune foto. Me ne
mostra una , un po’ sbiadita, del 1925 in cui si vede il piccolo Aldo
in una barca attraccata al molo di legno del porto di Zuara Marina insieme a dei pescatori.
E’ una piccola foto, Aldo è in piedi in bilico sulla barchetta, mentre
gli altri quattro pescatori, probabilmente libici, sorridono rilassati
all’obbiettivo della macchina fotografica, probabilmente ripresi del
padre Giovanni. Alle loro spalle si intravede il molo di legno di Zuara
dove attraccavano solo i pescherecci o comunque le piccole barche. Al molo grande quello,
quello in cemento, ci attraccavano invece le barche di stazza
superiore, come a esempio I due fratelli di
mio nonno Giuseppe.
|
|
Il
bastimento "I due fratelli" |
Mio
nonno Giuseppe Salmeri |
Ricordo
che Zuara era divisa in due
parti , Zuara Marina dove c’era il Porto e Zuara Città. A Zuara
Marina, vicino alla spiaggia,
c’era una casa di legno sul mare, costruita su
palafitte alte poco più di un metro, dove forse un tempo ci aveva
abitato la famiglia Zelli, composta dal padre Giovanni, direttore della
Cassa di Risparmio locale, la
madre Anita che faceva la casalinga e suonava bene il violino, il
giovane Aldo e la sorellina Jolanda, di circa cinque anni più piccola
di Aldo. Era la casa che il governo riservava ai funzionari e agli
impiegati, una volta sede della Capitaneria di Porto.
A Zuara Marina c’erano anche tre o
quattro negozietti: un bar tabacchi, un generi alimentari, un forno ed
un’agenzia marittima.
|
Zuara 1925 - Aldo Zelli con alcuni pescatori
nel molo del porticciolo di Zuara |
Zuara Città distava meno di un chilometro da Zuara marina ed era molto
più grande. C’erano la chiesa, la scuola, l’asilo delle suore
francescane, diversi negozi, un paio di ristoranti, la banca, gli
uffici governativi, la caserma dei carabinieri, tutti edifici dipinti
di bianco ad un piano, o al massimo a due. C’erano un paio di piazze ed un piccolo giardino
pubblico nella più vasta delle due piazze e una piccola stazione
ferroviaria, ma anche se era piccola aveva tutto quello che le altre
stazioni più grandi avevano: una biglietteria, una sala d’attesa con
delle panche , la tabella degli orari ed un WC, che ricordo era alla
turca. All’esterno al lato del marciapiede dei binari (ce n'erano solo
due) erano sistemate delle aiuole colorate, delle piante di oleandri
rossi e bianchi ed una lunga siepe di tamerici, la cui vista si perdeva
alla distanza, proprio dove iniziava la sabbia delle terre incolte.
A
questo punto la signora Mariangela mi mostra una
foto, sempre del 1925, della stazione
ferroviaria di
Zuara che vede
l’allora Governatore della Tripolitania Emilio De
Bono in visita a Zuara, mentre incontra personalità locali,
tra cui Giovanni Zelli, babbo di Aldo e direttore della Cassa di
Risparmio locale. Insieme
a loro, in prima fila, ci sono dei bambini, tra cui si presume ci sia
anche Aldo anche se non si riesce a distinguerlo dagli altri, visto che
tutto il paese si era
fermato per festeggiare e dare il benvenuto al Governatore.
|
Zuara
1925 - Il Governatore Emilio De Bono in visita alla stazione di
Zuara |
-
Scusi
signora Angelamaria quando ha conosciuto suo marito?
-
Beh,
a dir la verità noi due ci siamo conosciuti da sempre. Suo padre
Giovanni dovette trasferirsi per
lavoro a
Zavia con tutta la sua famiglia. Lui e mio padre, che era il capo della
stazione ferroviaria di Zavia, divennero subito amici. Aldo mi conobbe
quando io avevo appena sei mesi. Poi crescendo abbiamo sempre giocato
insieme. Aldo sin da piccolo amava ascoltare le storie che raccontavano
i grandi. Lui era affascinato da mia madre ed aveva un debole per lei,
proprio perchè sapeva
raccontare bene le storie. Mia
madre, che aveva una certa cultura, aveva
studiato in collegio per tanti anni, sapeva
suonare anche il pianoforte. Quando ci raccontava
le storie , con noi, che eravamo tre sorelle, c’erano anche Jolanda ed
Aldo ad ascoltarle. Sembrava che appartenessimo tutti alla stessa
famiglia. Poi dopo la guerra noi ci trasferimmo in città, a
Tripoli, perché mio padre fu nominato Capostazione a Tripoli. Noi dovevamo
continuare i nostri studi e Zavia non era attrezzata con le scuole come
lo era invece Tripoli. Il povero Aldo, stando a Zavia,
ha dovuto fare la terza elementare per quattro
anni di seguito. Lui a Tripoli fece solo la prima e la seconda
elementare dai Fratelli Cristiani di Sciara Espagnol. Infatti su uno
dei numeri del notiziario l’Oasi
del 1987 o del 1988, non ricordo esattamente
quando, c’erano delle foto di classe in cui c'era anche il mio Aldo,
all'età di sei anni, ed un elenco di alunni, i migliori, che
erano stati premiati con
delle medaglie. Aldo prendeva sempre la medaglia d'oro. E'
stato sempre bravo a scuola sin da piccolo. Quel
numero de l'Oasi
l'avevo messo da parte e poi l'ho
aggiunto a tutte le altre sue cose che ho affidato alla Biblioteca
Comunale di Piombino.
Lei
mi ha detto al telefono che una copia del diario inedito di Aldo, Quando i camaleonti…, si trova
qui nella Biblioteca Comunale di Piombino
Certamente
ci sono varie cose scritte da Aldo, alcune edite ed altre inedite, che
ho dato in custodia alla Biblioteca Civica Falesiana di
Piombino, fra cui anche una copia del romanzo-diario di Aldo, Quando i camaleonti…
Allora
mi autorizza a consultarlo qui a Piombino, che molto è più vicino per
me come distanza alla mia casa di Punta Ala rispetto Pieve di Santo Stefano?
-
Assolutamente
si. Telefonerò io stessa alla signora Gabriella Vanni, che lavora lì ed
è anche una mia cara amica, per
avvisarla che più tardi lei andrà in Biblioteca, in qualità di
ricercatore, e che le metterà a disposizione il plico con gli scritti
di Aldo.
|
Gabriella
Vanni |
Vede questo foglio, qui c’è un elenco di tutti lavori scritti da Aldo,
che sono stati consegnati alla Biblioteca Comunale di Piombino, quelli
editi e quelli inediti, guardi quanti sono …e su questo altro foglio ci sono tutti i premi
ricevuti da Aldo. Lui è stato molto prolifico nello scrivere, ha
iniziato a scrivere i primi racconti all’età di quattordici anni. Su di
lui ebbe una grande influenza l’allora Commissario di Zuara, Guelfo
Civinini, scrittore-poeta-giornalista, che regalò ad Aldo un
suo libro con dedica, che
Aldo lesse avidamente e con grande piacere. Guelfo Civinini aveva un
modo di scrivere che avvinceva il lettore grazie alla sua capacità di
cogliere gli aspetti essenziali di ogni fatto e alla leggerezza della
sua scrittura, che era di alto livello stilistico, ma allo stesso tempo
accessibile. Tra i suoi allievi c’è stato anche il grande Indro
Montanelli che conservò sempre un ricordo devoto per il
maestro.
|
|
Guelfo
Civinini |
Indro
Montanelli |
-
A
me piacerebbe che anche lei potesse scrivere qualcosa su suo marito che
magari potremmo pubblicare sul’Oasi e sul mio sito
www.ernandes.net
-
No,
no, non me la sento. Lei lo sa che io sono stata in coma due anni fa?
Un coma dovuto ad un attacco di meningite bruttissima, colpita così
all’improvviso. Un minuto prima stavo benissimo, ero rientrata con la
macchina a casa dopo essere stata a pranzo da mia sorella. Tornando a
casa ho voluto scrivere subito una lettera, una raccomandata, con la
ricevuta di ritorno, mi occorreva farla, così, pensavo domattina appena
alzata vado alla posta e la spedisco. Io mi ricordo questo… di aver
scritto la lettera e dopo un po’ mi faceva tutto male qui, al collo e
alla nuca. Siccome era agosto ho detto - …Oddio,
ho sudato, ho preso fresco … -, così ho telefonato alla mia
dottoressa, che mi disse di prendere un medicinale, che non mi ricordo
quale. Da quel momento io sono svenuta… penso… sono andata in coma… non
lo so… io non mi ricordo più niente di quei momenti. Mi dicono che sono
stata quasi cinque giorni e mezzo in coma e secondo i medici, che
diedero istruzioni di mandarmi urgentemente all’Ospedale di
Livorno, la mia era un forma di meningite acuta… e così, ma
ora sono qua.
-
Maktub,
forse non era scritto che lei dovesse morire in quel momento.
-
Si
proprio, maktub,
perché sono ancora qua. Comunque lasciamo perdere questa mia storia e
continuiamo a parlare dei libri di Aldo.
Va
bene, allora dicevamo che lei era figlia del capostazione di Zavia…
Nata
in treno…
Come
nata in treno?
Si,
io sono nata a in treno, l’unico treno che c’era ci sono nata io.
E’
proprio nata in treno?
Si
sono nata proprio in treno. La mia mamma era al primo parto ed il
medico locale diceva che non se la sentiva di intervenir consigliava di
mettere mia madre in treno e di portarla subito all’ospedale di Tripoli
per partorire. Appena in treno, a circo mezzo chilometro dalla stazione
di Zavia, all’incrocio della strada che portava al mare a mia madre gli
si ruppero le acque.
|
La
stazione di Zavia |
-
C’era
qualcuno che aiutò sua madre?
-
Si,
sul treno c’era una signora ebrea.
-
Sa
come si chiamava?
-
No.
Una volta il nome
di questa gentilissima signora ebrea lo sapevo, ma ora non lo ricordo
più. Però ricordo che mi dicevano che quella signora era un’ebrea della
Hara, che camminava scalza. Comunque sia lei fu molto brava, riuscì a rinforzare un filo
di seta, non mi chieda come… non lo so… Siccome il filo di seta era
sottile, lo fece doppio, aiutandosi con l'alluce del piede.... insomma
fece sul treno tutto quello che avrebbe dovuto fare il nostro medico di
Zavia.
|
Una
tipica coppia di ebrei della Hara |
Era
Agosto e c’era un vento caldissimo, il ghibli,
poi la sabbia e la temperatura era sui
cinquanta gradi. Mia madre era sudata e non sapevano cosa fare, così
gli misero addosso una coperta nera, nerissima ed affumicata dal
carbone, quella che usava il macchinista per la sua locomotiva a
vapore, come c’erano a quei tempi. Il treno si fermò e tutti i
passeggeri erano lì a guardare che nascevo io. Così portarono me e mia
madre a casa. E come vede io sono ancora qua, grazie alla signora
ebrea.
-
Che
bella storia. Anch’io ho dei ricordi di quel treno sulla linea Zuara-
Tripoli e ritorno. Mio
nonno Giuseppe mi raccontava che molte volte il macchinista fermava il treno lungo il percorso della
ferrovia, in posti deserti dove non c’era niente, salvo qualche zeriba,
per raccogliere dei passeggeri, per lo più commercianti arabi che portavano la loro
merce al mercato. Portavano con sè datteri, dolci arabi coperti di
miele, grosse scatole di
tonno, barattoli di harissa, pane fatto in casa.
Il bigliettaio chiudeva un occhio (... forse
anche due) quando a volte portavano con sè anche delle galline,
racchiuse nella stia, e
qualche capra per mungere il latte.
-
Si
è vero lo ricordo anch’io che il treno si fermava spesso, anche se non
ricordo degli animali. Quando io sono nata durante la giornata c’erano
due treni soli: uno che da Tripoli andava a Zuara e solitamente era di
mattina e l’altro che partiva da Zuara nel pomeriggio e arrivava a
Tripoli dopo circa cinque ore. Questo treno passava da Zavia verso le
quattro del pomeriggio e fu proprio su quel treno che io sono nata. Sul treno
generalmente non
c’erano molti
italiani, ma era pieno di arabi che indossavano i loro
bianchi barracani di lana e camminavano scalzi.
-
Considerando
che tra Tripoli e Zuara la distanza era di circa 100 chilometri il
treno percorreva il tragitto ad una velocità media di 20 chilometri
orari. Questa lentezza probabilmente era dovuta al
fatto che il treno si
fermava spesso a raccogliere passeggeri che si presentavano lungo i
binari.
-
Si
è vero ma tanto a quei tempi non c’era la fretta che c’è oggi.
-
Con
la scoperta del petrolio libico molte cose cambiarono: la maggior parte
delle persone utilizzava la macchina per viaggiare, il costo del
carburante era irrisorio e viaggiare in treno non era più conveniente,
così i treni furono aboliti, i
binari divelti e furono chiuse tutte le stazione ferroviarie. Quella di
Tripoli fu smantellata ed utilizzata per qualche tempo come luogo per
fare gli esami orali di scuola guida, mentre la zona limitrofa era
un’area riservata per le prove pratiche. Personalmente ricordo che al
mio primo esame di guida fui bocciato. Superai brillantemente
l’esame orale. L'esame del parcheggio della macchina era un po'
particolare: venivano usate quttro lattine vuote di
pomodori pelati messe di lato al marciapiede , per delimitare così
l'area del parcheggio. Bisognava riuscire a parcheggiare la macchina,
aderente al marciapiede, nello spazio compreso tra le quattro lattine. Bastava schiacciarne con la ruota una per essere
bocciati. Quel giorno pochi superarono l'esame del parcheggio. Io,
non so come, però ci riuscii. L’ingegnere libico, piuttosto pignolo per
non dire altro, mi fregò per un
mio stop sbagliato. Mi
fece spegnere il motore della macchina, mi fece scendere per mostrarmi
che il parafango anteriore della macchina superava la linea bianca
dello stop di meno di 20 centimetri. Delirio dell'onnipotenza! Anche la
seconda volta non passai l'esame perché durante la manovra del
parcheggio schiacciai con la ruota posteriore una lattina vuota di
pelati. La terza volta per non incorrere in altre eventuali sorprese,
mi feci raccomandare da un amico di famiglia, che conosceva alcuni
funzionari dell'Ufficio Rilasci patenti auto. Naturalmente
dovetti sborsare 100 sterline. Questa volta, nonostante
qualche
errore (mi si fermò addirittura il motore della macchina), ottenni finalmente la
patente di guida. Signora
Mariangela mi scuso se sto divagando su alcuni miei ricordi, ma torno
subito al nostro argomento. Mi ha detto che lei ed Aldo giocavate
insieme quando eravate piccoli. Poi cosa è successo? Come vi siete
innamorati?
-
Le
famiglie degli italiani a Zavia erano quattro o cinque. C’era la
famiglia del comandante dei carabinieri, la famiglia del direttore
della banca locale, la nostra famiglia, cioè quella del
capostazione, c’erano
la Manifattura Tabacchi dove lavorava Giovanni Zelli,
il babbo di Aldo, c’era la famiglia del
Responsabile del Municipio di Zavia , ci conoscevamo tutti e ci
frequentavamo, eravamo una famiglia
allargata. Nel 1931, io
con la mia famiglia andammo
a Tripoli, perché mio padre era diventato il Capo della Stazione
Ferroviaria di Tripoli. Aldo lo avevo ormai perso di vista. So che era
andato in guerra e poi preso prigioniero. Tornò a Zavia solo nel 1948.
Nel 1934, quando aveva sedici anni gli morì il padre e lui, povero
piccolo, dovette mettersi a lavorare.
Le
precarie condizioni economiche della famiglia lo costrinsero a
interrompere la scuola con la sola licenza elementare. Fu assunto come
scrivano-interprete presso il municipio italiano di Zavia , visto che
lui sapeva scrivere e parlare bene l’arabo,
mentre la mamma
gestiva un piccolo negozio di merceria.
Riprese gli studi durante la leva militare e allo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale si trovò a combattere in prima linea, fino al 4 gennaio
1940 quando a Bardia, dopo la ritirata da Sidi el Barrani fu preso
prigioniero. Durante la prigionia in Egitto, Sudafrica e infine Gran
Bretagna imparò l'inglese e lo spagnolo e perfezionò il francese. Fu
rimpatriato dal campo di prigionia inglese nel 1946.
|
N.
54 P.O.W. Camp Gran Bretagna 23 gennaio 1944 - Gruppo prigionieri di
guerra italiani fra cui Aldo Zelli, seduto, al centro della foto.Foto
spedita dal campo di prigionia in G.B. |
All'inizio tornò in Italia,
lavorò per due anni con gli Americani a Camp Darby (Livorno),
come interprete, poi nel 1948 fece ritorno a Zavia. Qui venne assunto
come insegnante di inglese presso le scuole italiane e libiche e l'anno
dopo si diplomò maestro.
|
Zavia
anno 1950 - Corpo insegnate della scuola di Zavia - In prima fila da
destra Aldo Zelli e la sorella Iolanda, Mafalda Basso, Maria Balbi |
-
Durante
la prigionia lui le scriveva?
-
No,
non c’era motivo, allora non eravamo fidanzati, eravamo amici e basta. Fra
di noi in quel tempo non c’era nulla. Io
andavo spesso a Zavia con mio padre, perché lui era proprietario di una
grande concessione. Poi nel 1948 Aldo tornò dalla prigionia, così di tanto in tanto, in
quelle occasioni lo vedevo . Molte volte a casa sua trovavamo solo la
mamma e la sorella Jolanda, mentre lui non c’era, perché era al lavoro.
Non ci vedevamo spesso, anzi al contrario ci eravamo un po’ persi di
vista. Fu solo per caso che poi ci mettemmo insieme. Sia io che lui
eravamo studenti universitari lui. Quando tornò dalla prigionia aveva
migliorato molto il suo inglese, aveva letto tanto, poi lui era
veramente portato per le lingue. Lo assunsero subito come insegnante
della lingua inglese nella Scuola di Zavia, ma anche lavorando si era
iscritto alla facoltà di Scienze Orientali dell’Università di Napoli
mentre io mi ero iscritta alla facoltà di Lingue presso l’Università di
Bari. Anche io lavoravo in quel periodo. Dopo la guerra avevano molto
bisogno di insegnanti di inglese, così io lavorai per un paio di anni
presso la scuola dei Fratelli Cristiani di Via Mazzini. Se non ricordo
male credo che fossero gli anni scolastici 1947/1948,
1948/1949 e 1949/1950.
In quel periodo non ero ancora di ruolo, quindi
non credo che il mio nome risulti negli schedari dei Fratelli
Cristiani, però le assicuro che ci lavorai per tre anni. Entrambi non
frequentavamo l’università ma di tanto in tanto andavamo in Italia a
sostenere gli esami o con l’aereo o con la nave, allora c’era l’Argentina, lui a Napoli ed io Bari. Poi
anch’io mi iscrissi all’Istituto di Lingue Orientali a Napoli, come
lui, ma a Napoli non ci incontrammo mai. Un giorno una mia amica
tripolina, anche lei studentessa universitaria ed iscritta come me a
Lingue, mi chiese se volevo preparare alcuni esami con lei, visto che
le materie erano le stesse. E sa chi incontrai in quella casa? Proprio
Aldo. Anche lui era lì per prepararsi agli esami di Lingue, tanto i
programmi di studio erano gli stessi. Così avvenne che cominciai a
frequentare Aldo più assiduamente e poi nel 1956 ci fidanzammo. Lui poi
si laureò, mentre io non riuscii a finire, mi mancavano pochi esami. Io
fino al 1953 ho studiato, poi
ho smesso perché ero diventata un’insegnante di ruolo nelle scuole.
Infatti cominciai ad insegnare inglese e francese nelle scuole dei
Geometri a Tripoli. In quel periodo era ubicato vicino ai Mercati
Generali vicino al palazzo, che per la sua rotondità,
tutti chiamavano il Colosseo.
|
Tripoli
- Il Colosseo |
Per
un certo periodo di tempo la mattina insegnavo nelle complementari, la
sesta, la settimana e l’ottavo, e che poi furono chiamate scuole medie,
e poi alle Suore Francescane della Dahra. Siccome avevo i turni ho pure
insegnato alle elementari presso l’Istituto dei Fratelli Cristiani e tra i miei alunni avevo i
fratelli Sillano. Uno di questi è quel Sillano che da grande è
diventato un imprenditore edile e ho letto ne l’Oasi che si è
occupato di sistemare il nostro Cimitero di Hammangi a Tripoli.
|
Tripoli
- Il Cimitero di Hammangi |
-
Bene
signora Angelamaria, la nostra intervista finisce qui, ora la
devo lasciare per andare in biblioteca dalla Sig.a Gabriella Vanni, che
mi aspetta. A proposito ora sono le 17 a che ora chiude la
biblioteca?
-
Credo
chiuda alle 19 quindi le rimangono ancora circa di due ore di
tempo.
-
Tante
grazie per la sua cortese ospitalità e per il caffè, spero di
ritornare quanto prima per completare l’intervista?
-
L’aspetto
volentieri, anzi la prossima volta porti anche la sua moglie irlandese
a prendere un tè.
|
L'intervista
finisce qui. |
________________________________________________________________
Alla guida della mia macchina, una Citroen
Picasso nera e grazie al mio GPS non ho difficoltà a trovare la strada
per la Biblioteca Civica Falesiana, ubicata in via Cavour 52. La
signora Gabriella Vanni, avvisata del mio arrivo dalla signora
Mariangela, mi accoglie cortesemente. Mi
mostra un contenitore di cartone semiaperto
e mi mostra prima un elenco di tutto ciò che
vi è dentro il contenitore. Leggo alcuni titoli: Quando i camaleonti…, Le voci
lontane, L’enigma Bozzi, Storie dei dodici mesi, Un regno sulle dune. Ci sono altri
titoli di libri ma non riesco a memorizzarli. Sfoglio Quando i camaleonti…
e mi accorgo che sono 246 pagine, e tutte scritte
fitte fitte. Un bel fagotto di roba! Il testo è stato battuto con una
macchina da scrivere, forse un Olivetti lettera 32,
|
Una
macchina da scrivere Olivetti - lettera 32 |
e sui fogli ci sono delle leggere venature dovute senz’altro alla carta
carbone che serviva a produrre le copie. Il titolo completo è Quando
i camaleonti danzavano sulla sabbia rovente il mio tempo era felice.
Segue una dedica,
una premessa dell’autore di circa una pagina ed una piccola scritta che
mi è subito piaciuta:
I
ricordi di un bambino sono incisi sul granito, quelli di un adulto sono
scritti sulla sabbia delle dune: basta un soffio di vento per
disperderli ……
Sfoglio velocemente il testo, mi accorgo che c’è una Prima Parte con scritto Arezzo,
Zuara, Tripoli ne
deduco che ci sia una seconda parte dedicata a
Zavia. Il romanzo è formato da 18 capitoli. Ricordo che la
signora Mariangela mi ha detto che i capitoli dispari rappresentano
il diario della sua infanzia, visto con gli occhi di un adulto, mentre quelli pari sono
capitoli più romanzati. Utilizzo la mia stampante un HP da 100 euro per
scannerizzare alcune pagine del testo. Per le prime dieci
pagine impiego 30 minuti, per le seconde dieci impiego 25 minuti. Sono
già le 18 e 20 e tra mezz'ora la biblioteca chiude.
Riesco a scannerizzare altre 17 pagine in 35 minuti. Giusto
in tempo per risistemare il tutto. Da un calcolo veloce constatato che
per le restanti 209 pagine occorreranno circa 440 minuti, un
po' più di 6 ore. Non credo di poter finire il lavoro in una
sola giornata, forse mi toccherà fare ancora due viaggi. Rimetto tutti
fascicoli nel contenitore , lo consegno alla signora
Gabriella e la ringrazio. Insieme fissiamo un mio probabile ritorno
dopo il 18 Marzo.
Venerdi 8 Marzo 2013
Invio gli allegati aFratel Gip, che
così mi risponde:
Carissimo,
ho
ricevuto tutte le pagine e compilato un unico PDF, in totale,
oltre gli 82 Mega ... e spedirtelo non è possibile
perché supera i 28 Mega che mi consente Libero altrimenti, se tu fossi una
tipografia, avresti un FTP che accetta migliaia di Mega, ma ci
vorrebbero decine di ore a trasmettere e non si fa più ...
Ho
controllato il Dragon di cui ti ho parlato,
purtroppo è valido solo in presenza di un registratore SONY,
è
un'edizione dedicata al Sony non quella completa e fatta a sé stante.
Ma per
te sarebbe una gran cosa se ne sei interessato perché
... tu registri .... porti a casa ... colleghi al computer dove è
installato DRAGON e
tutto è fatto! Il computer ti dà la conversazione trascritta in Word.
Oppure:
leggi un testo al registratore ... colleghi ... e tutto passa!
meraviglia
delle meraviglie - costo: a partire da 40 a 100 Euro mi pare, poi
scarichi Dragon gratis meglio che comperare solo il
programma Dragone prendi due piccioni con una fava.
Cerca voice
recorder Sony http://www.sony.it/hub/dragon
oppure voice
recorder olympus
P.S. Oh,l'amico
Duilio Disco mi ha sempre detto che è disponibile a qualsiasi
lavoro di trascrizione al computer (pensavo quasi a tutti i registri
con gli iscritti al La Salle di Tripoli!)
poi
mi sono vergognato di scaricare lavoro ad altri.
Per chi non avesse dimestichezza con questi termini chiarisco che si
riferiscono a programmi per leggere e scrivere con la sintesi vocale.
Facile a dirsi, ma difficile a farsi. Infatti questi programmi, anche i
migliori e quelli più costosi, prima di farli funzionare bene ci vuole
del tempo. Bisogna che il programma vocale riconosca bene le
inflessioni, la cadenza, la modulazione della voce, altrimenti scrive
solo dei grossi strafalcioni e così si perde solo tempo. Ci sono dei
programmi molto buoni che trasformano le pagine da pdf
a doc, ma funzionano solo
con testi scritti con un computer. Nel nostro caso il testo è stato
scritto dallo Zelli alla vecchia maniera con una macchina da scrivere,
con l'aggiunta di alcune correzioni fatte a penna, tanto che le cose si
complicano maggiormente ed il programma non funziona. La soluzione
alternativa è la digitalizzazione del testo, anche
se penso sia un lavoro massacrante se lo dovesse fare una sola
persona. Duilio Disco è sempre stato molto disponibile nel
digitalizzare, tanto che ad ogni raduno si accolla l'onere di
registrare i vari discorsi fatti dal Presidente e dagli ospiti d'onore
e li digitalizza fedelmente con word
per essere poi pubblicati su
l'Oasi, però non me la sento di affidargli un compito così
gravoso. Devo trovare una soluzione alternativa!
Purtroppo
però le cose non vanno sempre per il verso giusto...
L'incidente
automobilistico
Punta Ala mercoledi 13 marzo 2013, ore 5,45 a.m.
Mi
alzo presto come al solito. Stamane alle 7 e trenta devo essere nel
cantiere in località Rigoloccio, vicino a Gavorrano, dove si stanno
ultimando i lavori esterni della mia nuova casa. Questo è stato un
inverno piovoso, ed anche se fra pochi giorni entrerà l’equinozio di
primavera le previsioni meteo non promettono niente di buono e la
temperatura si mantiene su livelli invernali.
Ore
8 incontro
l’idraulico, Leonardo Signorini, per
la messa in opera nel locale tecnico dell’allacciamento della pompa di
calore. Questa pompa
avrà il compito di
scaldarmi la casa d’inverno e raffreddarla d’estate con una tubatura
che passa sotto il pavimento sia al piano
terra che al primo piano. Comincia a piovere.
Alle
10 sono a Bagno di Gavorrano nell’ufficio
del responsabile
del cantiere, il geometra Poli, per firmare una documentazione da
portare in Comune.
Alle
12 sono ancora in cantiere. Il tempo passa velocemente. Sono le 13,30 e
Joanne mi chiama per sapere a che ora torno per pranzo. Tornerò quanto
prima. Al momento piove, ma non forte.
Ore13,20
- Con la mia Citroen Picasso nera col cambio automatico torno
a casa a Punta Ala, per il pranzo. Tra la mia nuova casa in costruzione
e la casa di Punta Ala c'è una distanza di circa 22
chilometri. Per arrivare in Via dello scoiattolo 35,
generalmente ci impiego 25 minuti.
Ore
13,30 - Piove ancora ma non forte. Sono sul rettilineo della strada
provinciale del Puntone nei pressi del Casone. Ho la radio accesa,
ascolto la trasmissione
Attenti a Pupo, che va in onda a
quell’ora. Ascolto rilassato la
bella voce del presentatore e cantante toscano Pupo, che ha una cadenza
fiorentina. Sta dicendo che il santo del giorno è S.Anna,
la madre della Vergine Maria e improvvisamente la pioggia
aumenta d’intensità, inserisco con la levetta la velocità
massima ai tergicristalli, ma la pioggia è cosi intensa che
non riescono a pulire il parabrezza. Non posso fermarmi, perchè su
questa strada non ci sono corsie d'emergenza. Non vedo
niente, solo acqua. Ora ho la sensazione che la macchina galleggi
sull’acqua. E' una sensazione irreale, sto forse sognando? Dove mi
trovo? Sono forse sul Dongiovanni, la
mia vecchia barca a vela? Istintivamente freno. La macchina fa uno
scarto e finisce con la ruota destra anteriore dentro un fosso
abbastanza profondo, che corre lungo la strada. La Citroen si
capovolge, scivola
col tetto sul fianco del fosso, mezzo colmo d’acqua. Io, sorretto dalla
cintura di sicurezza, rimango disperatamente aggrappato al volante, ma
a testa in giù. Ci sono due grossi botti, sono i due airbag anteriori
che sono scoppiati. La Citroen continua a scivolare capovolta nel
fosso. Non finisce mai di scivolare. Vedo avvicinarsi un
grosso tronco d'albero. Mamma, Papà sto morendo! La macchina si ferma a
solo un metro di distanza da un secolare albero di sughero.
Nell'abitacolo c’è un gran puzzo di zolfo e
fumo, sono gli airbag scoppiati. La radio è sempre accesa, Pupo
continua a parlare, ma non riesco a concentrami su cosa stia dicendo.
Spengo la radio. Cerco di ragionare. Non credo di essermi fatto niente
di male. Non sento nessun dolore. C'è ancora tanto fumo nell'abitacolo.
Ora il mio obiettivo è uscire al più presto dall’auto. Alla
mia
destra vedo un finestrino rotto. Mi slaccio la
cintura.
Sento delle voci lontane, vedo dei piedi e poi una persona che si
abbassa vicino al finestrino rotto, che mi dice di stare fermo, di non
muovermi. Capisco la ragione, so che in casi di eventuali
lesioni
interne è bene stare fermi. Ma io sto bene e voglio uscire dalla
macchina. Il fumo persiste e per un attimo vengo preso dal
panico,
ho paura che la macchina possa prendere fuoco. La
Citroen è inclinata su un fianco ed io sono ancora sdraiato sul fondo,
parzialmente immerso in pochi centimetri d'acqua. Sento il rumore
dell'acqua che affluisce all'interno della macchina.Provo a muovermi e
non sento dolore. Mi arrampico in su fino al finestrino
rotto. Un soccorritore mi porge la mano per tirami fuori. E'
forse un angelo? Chi lo sa? Esco fuori dalla macchina,
strisciando sul terreno. I pantaloni e la maglia, gia bagnati, ora sono
sporchi di fango. Il mio angelo-soccorritore mi dice di sedermi, ma io
non voglio. Sento ora il cellulare vibrare in
una delle tasche dei miei pantaloni. Devo chiamare subito Joanne. La
chiamo e gli dico che ho avuto un incidente con la macchina,
ma che sto bene. Gli indico brevemente dove è accaduto l'incidente.
Guardo la mia macchina: è completamente distrutta. Chiamo anche il mio
carrozziere e gli chiedo di venire a ritirare la Citroen con un suo
mezzo di soccorso, la macchina è da rottamare. Ora i miei
soccorritori sono diventati due. Mentre telefono continuano a
sorreggermi e mi fanno cenno di sedermi. Cominciano a tremarmi le
gambe. Sento il suono di una sirena, anzi le sirene ora sono due.
Arriva prima una macchina dei pompieri e subito
dopo un’ambulanza. Gi infermieri dell'ambulanza sono molto cortesi, mi
fanno sdraiare su un lettino, e immediatamente mi bloccano il
collo con un collare e il medico a bordo mi fa un elettrocardiogramma.
E' arrivata Joanne. Gli dico di rivolgersi ai pompieri per
recuperare il mio
borsello dei documenti ancora dentro la macchina. Ci sono
anche i vigili. Mi chiedono come sto e poi mi chiedono la patente.
Joanne, che ha recuperato il borsello, da loro la mia
patente. Uno dei due infermieri chiude gli sportelloni
dell'ambulanza e l’ambulanza comincia a muoversi. Io sono sempre
sdraiato sul lettino e chiedo dove stiamo andando. Mi dicono che si
stiamo andando all’Ospedale di Massa Marittima per gli accertamenti di
rito. Ma io sto bene, non mi sono fatto niente, dico. Non
importa bisogna che lei venga controllato, mi rispondono. All’Ospedale
di Massa tra i tanti accertamenti
vengo sottoposto anche ad un test
tossicologico. Per fortuna i risultati sono nella
norma.L’unico danno fisico che
ho subito è una forte bruciatura al dorso della mano destra, dovuta
allo scoppio dell’airbag, vicino al volante. Niente altro!
Anche
in questo caso mi viene in mente la parola araba maktub,
non era scritto.
|
|
La
Citroen Picasso C4 incidentata |
Il
fosso sul bordo della strada e l'albero di sughero |
Lunedi
18 marzo 2013
Gent.ma
Sig.a Gabriella Vanni,
stamane
ho chiamato in biblioteca e mi ha risposto la Sig.a Rosselli, la quale
gentilmente mi ha dato il suo indirizzo di posta elettronica. La
informo che purtroppo questa settimana sarò impossibilitato a
venire a Piombino per l'incidente avuto con la mia macchina. Il danno è
stato così notevole che sarò costretto a rottamarla. Mi dispiace tanto
che lei debba tenere il faldone di Aldo Zelli aperto, Io spero
che nella prossima settimana riesca a trovare una soluzione
per essere presente. Nel frattempo le invio i miei ringraziamenti per
la sua cortese collaborazione e la saluto cordialmente.
Domenico Ernandes
Lunedi18
marzo 2013
Gent.mo
Sig. Domenico,
sono
dispiaciuta per la notizia dell'incidente. L'importante è che non sia
successo qualcosa di grave alle persone. Non si preoccupi per noi e
venga pure quando potrà. Le invio cordiali saluti e tanti auguri.
Gabriella Vanni
Mercoledi
27 Marzo 2013
Gent.ma
Sig.a Gabriella,
la
informo che è probabile che domani mi sarà consegnata una nuova
macchina. Pertanto a partire da martedì della prossima settimana sarei
disponibile a venire a Piombino. Mi dica se è possibile e se fosse si,
quando. Nel frattempo colgo l'occasione per augurare
a lei ed ai suoi cari una Serena Pasqua. Domenico Ernandes
Giovedi
28 Marzo 2013
Buongiorno,
ok
per la prossima settimana, sono di turno di pomeriggio, i
giorni migliori sarebbero martedì, giovedì, venerdì.
Cordiali
saluti e auguri anche da parte mia.
Gabriella
Vanni
Piombino
venerdì 5 Aprile 2013
ore 15,00
Sono nella Biblioteca Civica Falesiana di
Piombino.
Ci sono arrivato con la mia nuova macchina, una Kia Sportage
blu
(usata) con cambio manuale. L'ho potuta parcheggiare vicino
alla
biblioteca grazie ad uno
speciale pass, fattomi avere dalla gentilissima
signora Gabriella Vanni. Ho con me la mia stampante ed una cartella con
una risma di fogli su cui stampare le pagine da scannerizzare
dell’intero libro
in formato pdf. Mi viene consegnato lo stesso
plico con i lavori dello Zelli. Mi
sistemo opportunanmente in un posto d’angolo, vicino ad
una presa di corrente, nell'ampia sala di lettura. Ci sono alcuni
studenti che stanno sfogliando dei libri. Cerco di fare meno rumore
possibile. Il processo di scannerizzazione procede bene. Lavoro per
circa quattro ore e scannerizzo circa
150 pagine. 160 + 37 della volta precedente = 197. Se i conti tornano
mi rimangono ancora 49 pagine da scannerizzare per arrivare a 246. Alle
19 quando la biblioteca chiude riconsegno il plico
e ringrazio la signora Gabriella. Forse tornerò la prossima settimana
per terminare.
Martedi
16 Aprile ore 15,00
Sono nuovamente nella Biblioteca di Piombino.
Lavoro di buona lena. Finisco di scannerizzare tutto il testo dei Quando i camaleonti…
alle 16 e trenta.
Ho finito. Evviva, ce l’ho fatta!
Mi rimangono ancora due ore e mezzo a disposizione. Cosa fare? Sfoglio
un altro testo col titolo I dodici mesi.
E’ un breve testo. Mi sembra di ricordare che la signora Mariangela mi
abbia detto l'ultima volta che l'ho vista che le piacerebbe
rileggerlo. Penso, scannerizzandolo di farle un piacere. Potrebbe
essere pubblicato on line sil mio sito così la signora
Mariangela potrebbe rileggerselo. Senza indugio comincio a
scannerizzare I
dodici mesi. In un'ora ho finito. Dò
un'occhiata veloce ad altri testi ci sono L'enigma Bozzi, Le voci lontane e Un regno sulle
dune. Sono racconti brevi di non molte pagine.
Chiedo alla Gabriella di poter usare la loro grossa stampante, formato
ufficio, che è molto più veloce della mia. Mi dice che non ci
sono problemi a condizionedoi usare
i miei fogli. Di fogli bianchi me ne sono rimasti ancora, così
fotocopio i tre brevi testi. Li scannerizzerò più tranquillamente a
casa con la mia stampante. Alle 19 ho finito tutto. Ringrazio ancora
Gabriella e torno a Punta Ala.
Torino
Sabato 4 Maggio 2013
Sono
a Torino per l’annuale raduno
ex-lali di Libia, organizzato come sempre dall’efficiente Tesoriere
Felice Spagnuolo. Nella hall della Villa San Giuseppe incontro i
fratelli Trovato con le loro consorti ed alcune cugine che vengono
addirittura da Ragusa. Successivamente incontro altri
tripolini, quelli che ricordo sono Andrea e Nives Carcea, Duilio Disco,
Raffaele Brignone, Nuccio Graziani, Giampiero Bakovic, Antonio
Capodieci, Giancarmine Valeri, Bruno Aprile, Michele Mitrione, Claudio
Dal Passo, Mario Anan, Rosetta Martelli, Luciana Longo, Fratel Piero
Spagnolini, il Presidente Giancarlo Consolandi, Gaetano Salgaro Fratel
Felice Verbenesi, l’immancabile Gigi Badalucco con la moglie Lina, Nicola Hannis con la sorella Anna Maria,
Franco Battiato, Sergio Oddo, Giampiero Bakovic, Amilcare Angelucci,
Pasqualino Sepe, Mario Aiuti, Mario Vigneti ed altri, tutte
persone simpatiche che rivedo quasi ogni anno. Con alcuni di loro parlo
dell'idea di Fratel Gip e del progetto di pubblicare su l'Oasi
il diario inedito di un grande scrittore di libri per ragazzi Aldo
Zelli, che ha vissuto per tanti anni in Libia , anche lui ex-lali dei
Fratelli Cristiani di Libia. Alcuni di loro recepiscono bene l'idea e
ne rimangono affascinati, specialmente i coniugi Andrea e
Nives
Carcea. La mia idea è di raccogliere un nutrito gruppo di volenterosi
per distribuire in maniera equanime il lavoro di ritrascrizione del
testo. Il numero ideale sarebbe 10. Cioè 9 persone più me.
Venticinque paginette a testa non sono un fardello troppo
oneroso. Fratel Gip che vorrebbe pubblicare nel prossimo notiziario de l'Oasi di
Luglio/Agosto almeno il primo capitolo dei Quando i camaleonti ...mi
ha chiesto di avere un testo in doc battuto con
carattere new times roman 14, non oltre il 20 di
Giugno. Tutto questo per avere i tempi tecnici necessari per
poterci lavorare con calma, prima della pubblicazione.
Sabato
11 maggio 2013
Buongiorno
Sig. Ernandes,
abbiamo
ricevuto il CD contenente il racconto di Aldo Zelli "Quando i
camaleonti...".
Come d'accordo, lo inserirò nella cartella contenente il dattiloscritto
originale.
La
ringrazio e le invio cordiali saluti. Gabriella Vanni
Punta Ala Sabato 11 Maggio
Ho buttato giù una lista di nominativi a cui chiedere di digitalizzare
il testo dello Zelli. Telefono e riesco ad avere una buona
percentuale di risposte positive. Ecco in ordine alfabetico quelli che
hanno accettato di buon grado questa incombenza (almeno all'inizio...):
Amilcare Angelucci, Giampiero Bakovic, Raffaele Brignone, Andrea
Carcea, Duilio Disco, Nuccio Graziani, Felice Spagnuolo ed io. Siamo in
8 , beh invece di 26 pagine saranno invece 33 a testa. Divido il testo
in otto parti. A qualcuno capiterà qualche pagina in più di
trentatre a qualcun altro qualche pagina in meno, un capitolo non si
può troncare a metà, va finito. Mando sette
messaggi di posta elettronica ai sette volontari o...
volenterosi. Il messaggio è di questo tenore :
Caro
amico......,
come da
intercorse intese telefoniche ti invio in allegato n. .... pagine in
pdf ( da pag... a pag....) relative al diario
inedito Quando i
camaleonti ….. ,
scritto dal tripolino Aldo Zelli (morto a Piombino nel 1994 e di cui
potrai leggere notizie anche su internet su link http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Zelli),
che l'Oasi, con l’autorizzazione della vedova Sig. a Maria Angela
Intini Zelli, vorrebbe pubblicare a puntate nei
prossimi
numeri. Dopo aver scaricato sul tuo computer,
gli allegati in pdf , ti converrebbe stamparli per poi
ricopiarli
più facilmente su un unico testo su WORD possibilmente
salvandolo in doc. Carattere
TIMES NEW ROMAN 14.
Ti informo che oltre a te a collaborare a questa iniziativa si sono
resi disponibili anche gli amici comuni Duilio Disco, Raffaele
Brignone, Felice Spagnuolo, Amilcare Angelucci, Nuccio Graziani,
Giampiero Bakovic e me. Finito di ritrascrivere le tue pagine in un
testo unico (ripeto salvato in doc) dovrai inviarmele via email. Dal
canto mio, dopo aver ricevute le singole parti da tutti voi,
le
invierò in un testo unico all'Oasi. Per quanto possibile
bisognerebbe che questa tua trascrizione fosse finita prima possibile
ed arrivare all'Oasi non più tardi del 20 giugno (circa un mese da
oggi). Fratel Gip con un suo particolare programma, dovrà ricomporre il
testo in doc in un unico testo adattato a libro. Si spera di
pubblicare a puntate questo libro su l’Oasi già col prossimo numero di
Agosto.Un fraterno abbraccio Domenico
Sabato 18 Maggio
2013
Mi telefona
Raffaele Brignone: Caro Domenico, ho un
problema , il mio computer è guasto e lo portato a fare riparare. Ogni
tanto passo dal laboratorio e mi fanno guardare
la mia posta elettronica. Ho visto il tuo messaggio e ti volevo
avvisare che al momento non posso fare niente. Ma te non ti
preoccupare, recupererò, spero di avere indietro il computer entro la
prossima settimana.
Venerdi 24 Maggio 2013
Provo a
telefonare a Raffaele, ma non riesco a rintracciarlo. Chiamo
Franco Macauda, un amico tripolino di Facebook e
gli chiedo se mi può aiutare a trascrivere 10 pagine di un libro di uno
scrittore tripolino.
Mi dice di si, così gliele spedisco subito in allegato tramite email
con la lettera accompagnotoria standard. Sono dieci delle
pagine di Raffele Brignone. Su indicazione di Macauda chiamo Anna Maria
Viscuso, anche lei amica tripolina, gruppo Facebook.
Cortesemente anche lei accetta di trascrivere 10 pagine del testo di
Zelli, che spedisco con la solita lettera accompagnatoria standard.
Anna Maria mi accenna di un articolo scritto da lei che parla
dell'ultimo periodo della sua permanenza a Tripoli. Gli dico che vorrei
leggerlo e poi eventualmente pubblicarlo sul mio sito.
Mercoledi 29 maggio 2013
Caro
Domenico
entro domani termineremo la trascrizione, procederemo quindi
alla rilettura giusto per verificare eventuali errori ed omissioni. Mi
premeva dirti che troviamo il diario molto interessante e
coinvolgente tanto da appassionarci emotivamente. Terminato il
lavoro di controllo , ti invieremo il tutto come da accordi. Un caro
abbraccio da Andrea e Nives
Carcea
Mercoledi 29 maggio 2013
Carissimo
Domenico,
ti
invio in allegato la parte della
trascrizione a noi assegnata. Oggi stesso mi metterò in
contatto con Duilio per sentire a che punto si trova ed eventualmente
offrirgli il mio aiuto e quello della Nives. Ti ringrazio per averci
coinvolto in questa splendida avventura, le ultime pagine sono state
emozionanti e devo essere sincero, ne ho rallentato la battitura ,in
quanto, non volevo terminasse.Per mia abitudine ed educazione
non amo nascondere i miei sentimenti...mi è scappata una
piccola lacrimuccia quando ho riposto le mie copie nel cassetto della
scrivania, dove le conserverò gelosamente in attesa di
leggere l'intero diario. Con
simpatia ed affetto Andrea e Nives Carcea
Venerdi
31 maggio 2013
Ciao
Domenico,
ti
allego le 10 pagine rivedute e corrette e probabilmente
domani me ne arriveranno altre di un amico che ha difficoltà a
trascriverle velocemente per una serie di impegni che si sono
accavallati. Lo faccio volentieri, quando serve sono qua. Un abbraccio
e buonanotte, Anna Maria Viscuso
Venerdi
31 maggio 2013
Ottimo
lavoro Anna Maria,
da
come ti sei presentata ho capito subito che sei un persona
efficiente ed affidabile. Il
fatto poi di aiutare un amico in difficoltà (e credo di aver capito chi
è) ti fa molto onore. Tra l'altro, una persona come lui,
sempre disponibile per tutti e per ogni cosa se lo merita
veramente un aiuto. A breve ti invierò per posta un CD con
tutto il il libro Quando
i camaleonti .... in pdf. Magari la
prossima volta scrivimi il tuo indirizzo di casa. Per le foto non ti
preoccupare, abbiamo tempo. A risentirci Domenico
Sabato
1 giugno 201
Caro
Domenico,
spero
di aver eseguito correttamente il compito che mi hai affidato. Ti
allego le pagine che ho ridigitalizzato e sarebbe bene che un altro
occhio le riguardasse per correggere eventuali errori. Io ho cercato di
fare del mio meglio. Fammi sapere se il tutto ti sia giunto in buon
ordine. Ciao. Amilcare Angelucci
Domenica
2 giugno 2013
Ciao
Domenico
finalmente
la mia parte è finita. Ho ritrascritto tutte le pagine che mi hai
mandato come vedrai dagli allegati. Buonanotte. Duilio Disco
Martedi
4 giugno 2013
Caro
Amico,
tra
un po' riceverai le dieci pagine che avevi affidato a me. Oberato come
sono, in questo periodo, ho accettato l'offerta di aiuto pervenutami da
parte dell'amica Annamaria Viscuso e l'ho fatte scrivere a lei. Sta per
inviartele. Un abbraccio. Tuo
Franco Macauda
...Ecco
chi era l'amico in difficoltà ...
Martedi
4 giugno 2013
Ciao
Domenico,
ti
mando le pagine che avevi dato a Franco Macauda ma che ho scritto io
perchè Mac è veramente affogato in mille impegni.Spero che
non ci siano errori, ho cercato di leggere con molta attenzione e non
ne trovo. Volevo dirti che, a parte qualche virgola che ho tolto o
aggiunto, ho messo sempre l'iniziale maiuscola alla parola Direttore,
Principe, Altezza (all'inizio erano maiuscole, poi
minuscole..insomma ho cercato di uniformare il tutto) e poi perchè
spesso "Principe " viene usato come pronome.Troverai una
parola scritta in rosso, non l'ho mai sentita e quindi non sono sicura
di averla trascritta bene. Ci sentiamo eventualmente al telefono per
altre informazioni.Un abbraccio, Anna Maria Viscuso
PS
- Ho visto la mia
"stanza" sul
tuo bellissimo sito (che emozione!) e mi ripropongo di vedere
tutto con attenzione..bravo, è un lavoro che richiede tanto tempo e
passione! Io nel frattempo ho recuperato le foto di uno dei miei
fratelli ciclisti, sceglierai tu quale mettere...mentre l'altro ancora
non me ne ha mandate. Quando avrò tutto ti manderò tutto insieme ma
anche per le foto ricordami che debbo chiederti un paio di cose
:) Ciaoooooo
Martedi
4 giugno 2013
Ciao
Annamaria,
ultimamente
ho preso contatto con David Meghnagi, nato a Tripoli nel 1949. E' un
professore universitario alla Sapienza di Roma. E' una persona molto
interessante che ha scritto vari saggi, tra cui una sua testimonianza,
raccolta in un libro, intitolata Nascere ebreo in un
paese arabo, di cui io ho letto una parte. In questa
parte la sua storia comincia con il progrom del 1945.
Continua con il grande esodo degli ebrei di Libia nel 1948, l'anno in
cui venne creato lo stato di Israele. Poi nel giugno del 1967, con la
Guerra dei Sei Giorni, tutti gli ebrei furono costretti a lasciare la
Libia, in condizioni ancora più disperate delle nostre, tanto che in
quel periodo alcuni ebrei vennero uccisi. Sua sorella si chiama Miriam
Meghnagi ed è una nota cantante di musica religiosa ebraica
ed evangelica. Sarebbe interessante se proprio questa Miriam Meghnagi
fosse la tua compagna di classe. La ragazza ebrea che subì
quell'increscioso episodio che tu hai descritto così bene nel tuo
articolo (ora online) Briciole
di vita, fatti ed emozioni di un’italiana nata a Tripoli
. In allegato ti invio una sua breve biografia e la sua foto per
facilitarti un eventuale riconoscimento. A risentirci a più
tardi.Ciao Domenico
Martedi
4 giugno 2013
Caro
Domenico,
ti
invio in allegato le pagine che hai mandato in allegato con il nuovo
formato come hai indicato. Spero di aver fatto come richiesto e mi
scuso in anticipo se ho commesso gravi errori ma ti posso assicurare
che ho ricopiato fedelmente quello che spesso ho potuto
capire. Per qualsiasi altre cose
ci sentiamo telefonicamente. Un saluto affettuoso Sebastiano
Graziani
Giovedi
6 giugno 2013
Caro
Domenico ,
ti
invio
in allegato dal capitolo quarto (pag. 41) a capitolo quinto (pag. 47-
57). Una curiosità mia zia materna ha sposato uno Scalia. La famiglia
di mio padre, arrivata da Lampedusa, andò ad abitare vicino al
Monumento dei Caduti a Tripoli, proprio come Zelli. Ciao, spero di aver
fatto bene con l’aiuto di occhiali da vista e lente d’ingrandimento,
Raffaele Brignone. Per favore dammi conferma di ricezione.
Giovedi
13 Giugno 2013
Oggetto:
Nei momenti di tristezza
Carissimo
Domenico,
ti
invio le mie 17.601 parole. Ti prego controllare bene in quanto non
sono riuscito a rileggerlo, Dove troverai dei ????????
non sono riuscito a leggere la parola. Un caro saluto. Felice Spagnuolo
Mercoledi
19 Giugno
Caro Domenico,
eccoti le ultime tre paginette richieste.
Mi avevi dato il 20 giugno come scadenza: credo di
esserci rimasto dentro.....! Fammi sapere se va bene il mio lavoro.
Ti
allego anche una foto di un campo di papaveri all'interno dell'area
degli scavi di Ostia. L'ho scattata la mattina che mi sono messo in
viaggio da Ostia per Torino. Ciao Giampiero Bakovic
|
Ostia
giugno 2013 - Area degli scavi - foto scattata da Giampiero Bakovic |
Giovedi 20
giugno 2013. Tutti i miei collaboratori al Progetto
Zelli hanno completato di ritrascrivere la loro
parte convertendo il testo scannerizzato da pdf a
doc. Oggi stesso spedirò il tutto alla
Redazione de l'Oasi.
Ecco il testo del mio messaggio
Dopo
che ieri sera ho fatto un po' a tardi ad assemblare i diversi
file giunti dagli amici e collaboratori chesi sono generosamente
prestati a ritrascrivere in formato doc l'intero libro di
Aldo Zelli QUANDO I
CAMALEONTI..., stamane per scaricarmi mi sono
levato all'alba per andare nel mio campo e ripulirlo di sassi
e sassetti. Ne sta venendo fuori un strano tumulo di sassi.
|
Il
tumulo di sassi nel mio campo |
Questi
in ordine alfabetico i nominativi che mi hanno aiutato a
terminare la ritrascrizione dell'intero libro dal formato pdf
a doc, Amilcare Angelucci, Giampiero Bakovic, Raffaele Brignone, Andrea
Carcea, Duilio Disco, Sebastiano Graziani, Felice Spagnuolo e Anna
Maria Viscuso. Sono stati bravi e puntuali. Avevo chiesto di inviarmi
il tutto entro il 20 giugno e tutti rigorosamente hanno mantenuto il
loro impegno. Ti invio pertanto l'allegato con il testo intero da pag 1
a pag 246 e atri 19 allegati capitolo x capitolo dalla premessa
all'epilogo. Ti passo la palla. A risentirci Domenico
E' arrivato il momento di
ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al Progetto
Zelli. Non
solo è mio dovere farlo ma è giusto che io la faccia. Anch'io ho
digitalizzato la mia parte e so che è stato un compito faticoso anche
se, a parer mio, istruttivo. Purtroppo le pagine
scannerizzate
erano copie, impresse dalla carta carbone, quella che si usava un tempo
per fare più copie. La scrittura è anche sbiadita ed alcune vocali cone
la "o" e la "a" si confondono facilmente, così come la "n" e la m" e la
"i" e la "l". Insomma non è stato un compito facile. Ecco il mio
messaggio
Invio un messaggio di posta
elettronica multiplo.
Giovedi
20 Giugno 2013
Carissimi
amici,
grazie
soprattutto alla vostra collaborazione e disponibilità io sono riuscito
ad inviare in giornata a Fratel Gip il testo intero del libro
di Aldo Zelli QUANDO I CAMALEONTI…, in formato doc con
carattere Times New Roman 14, entro il 20 di
giugno, come da sua richiesta. Ad aderire a
questo progetto di trascrizione di questo libro, ancora inedito, dello
scrittore Zelli, di cui una copia è custodita attualmente nella
Biblioteca Comunale di Piombino e l'originale invece è presso
l'Archivio Nazionale dei Diari di Pieve di Santo Stefano in prov. di
Arezzo, sono stati in ordine alfabetico gli amici Amilcare
Angelucci, Giampiero Bakovic, Raffaele Brignone, Andrea Carcea, Duilio
Disco, Nuccio Graziani, Felice Spagnuolo e Anna Maria Viscuso.
Un sentito
grazie sentito va a tutti voi che con precisa puntualità mi avete
consegnato il vostro lavoro entro i tempi richiesti! La signora Angela
Maria Intini vedova di Aldo Zelli, che ci legge in copia, ci
ha già verbalmente autorizzato a pubblicare, sia sull’OASI,
il notiziario degli ex-lali di Libia sia sul mio sito www.ernandes.net,
l’intero libro, tuttora inedito, di suo marito. Mi ha anche inviato
delle foto da scannerizzare, relative a momenti di vita della
famiglia Zelli, che potrebbero servire a corredare il testo. Non so
ancora in che modo l'OASI intenderà pubblicare questo libro.
E’ chiaro che 246 pagine di testo, scritte fitte fitte, potranno essere
pubblicate solo in maniera frazionata. Lasciamo comunque ai
Responsabili di Redazione dell’OASI decidere il come ed il quando. Un
caloroso abbraccio a tutti voi Domenico Ernandes
Giovedi
20 Giugno 2013
Carissimi
amici,
faccio
seguito al mio precedente messaggio per informarvi che la Sig.a Angela
Maria Intini ved. Zelli mi ha telefonato per ringraziarmi per il lavoro
da noi svolto nella trascrizione del libro inedito di suo
marito. La signora Maria Angela, che al momento ha un guasto
tecnico al suo computer, mi ha inoltre pregato di estendere
il suo ringraziamento a tutti voi, che avete così
generosamente collaborato alla realizzazione di questo
progetto, anche se non vi conosce di persona, A risentirci quanto prima
Domenico
Domenica
23 giugno 2013
Ricevo un messaggio da Fratel Gip. In sintesi mi dice che non vorrebbe
pubblicare
tutto
il libro ma capitoli significativi, riassumendo quelli che non si
pubblicano e
rimandando chi è interessato alla lettura integrale
al
sito www.ernandes.net
, dove in parallelo vengono pubblicati anche i capitoli tralasciati da l'Oasi.
Per me va bene.
Giovedi
4 luglio 2013
Caro
Domenico
ho
ricevuto poco fa l'email di Fr.Gip. Per conto mio ,come già le avevo
detto, lei ha il pieno consenso a pubblicare sia le foto che i brani del
libro come e quando vuole . Gli telefono subito. A
presto. Angelamaria Intini Zelli.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio la Signora Angelamaria Intini Zelli, la vedova dello
scrittore, che mi ha permesso prima di scannerizzare e poi di di
leggere il libro-romanzo ancora inedito Quando i camaleonti danzavano
sulla sabbia rovente il mio tempo era felice.
Ringrazio Amilcare Angelucci, Giampiero Bakovic, Raffaele Brignone, i
coniugi Andrea e Nives Carcea, Duilio Disco, Sebastiano Graziani,
Felice Spagnuolo, Anna Maria Viscuso che si prodigati nel
digitalizzare, ognuno con la propria parte, l'intero testo. Ho voluto
chiamarlo Progetto Zelli
l’insieme delle fasi che si sono in
parte concluse e che si concluderanno dapprima con la pubblicazione
cartacea del primo capitolo sul prossimo notiziario de l’Oasi, quello di
luglio/agosto 2013, e poi con la pubblicazione online sul mio sito
www.ernandes.net.
Nel
periodo che va dal 7 Febbraio di quest'anno fino ad oggi sono successe
e mi sono successe varie cose, che io ho cercato di descrivere
semplicemente in questo articolo come se fosse un diario, la
cronistoria del Progetto
Zelli. Il gigantesco e secolare albero
che vedete sullo sfondo di questa pagina è un albero di
sughero. Ho preferito questo sfondo perchè è l'albero che non ha voluto
che io morissi durante l'incidente avuto con la mia macchina, la mia
Citroen Picasso nera col cambio automatico, nel primo pomeriggio di
mercoledi 13 marzo. Lui, quest’albero, è il mio maktub.
Ecco i protagonisti del Progetto
Zelli
|
|
|
|
Amilcare
Angelucci |
Giampiero
Bakovic |
Raffaele
Brignone |
Andrea
Carcea |
|
|
|
|
Nives
Carcea |
Duilio
Disco |
Domenico
Ernandes |
Sebastiano
Graziani |
|
|
|
|
Angelamaria
Intini |
Felice
Spagnuolo |
Anna
Maria Viscuso |
Redazione
dell'OASI |