Ospedale
nuovo del Comune di Acireale (CT)
Fatiscenza liberista con puntuale
“pedaggio” medioevale
Carmelo R. Viola
E’ grande e costruito
secondo criteri edili e funzionali
moderni: bello a vedersi e riposante
con i suoi ampi spazi destinati alle
attese, i suoi lunghi corridoi e le
corsie a due soli letti. E’
probabilmente fornito di
attrezzature tecnologicamente
avanzate, talora forse
all’avanguardia. Bisogna dire anche
questo a dimostrazione preventiva
che non si parla per partito preso,
per sostenere un’ideologia contro
un’altra. Qui si fa solo cronaca di
vita vissuta e si valuta secondo
parametri di scienza. Ed è a nome di
questa, e di una concezione etica
dello Stato – ovvero della quasi
sempre negletta coscienza
laico-morale – che aggiungiamo
che la bella struttura ospedaliera
in questione, altrimenti un fiore
all’occhiello della nota cittadina
jonica, famosa anche per le risorse
termali, soffre – sentite un po’! –
di “fatiscenza liberista”!
Siamo o no in tema
medicina? Mi pare di parlare di una
bella donna, ben dotata dalla
natura, che, per amore-smania della
cosiddetta linea, abbia finito per
ammalarsi di anoressia, la grave
patologia che, guarda caso,
predilige impietosamente soggetti
giovani e che, nel nostro caso, è
definita da uno slogan paranoico che
i grandi responsabili – o
irresponsabili - si ripetono in
sordina: “meno costi e più
profitti”, tanto grande è il
senso di vergogna che non può non
pervadere anche coloro che lo
professano, sapendo quanti sacrifici
esso costi alla collettività – a
quello che i cristiani sinceri
chiamano “prossimo” – e,
comunque, ai figli e ai nipoti di
tutti! Ma la passione per il potere
è una vera psicopatia, che molto di
più dovrebbe interessare gli
analisti sociali davanti agli
sconcertanti fenomeni del
quotidiano, come quello appunto, cui
sto accennando.
Liberismo è spesso sinonimo
di “anoressia criminale”, la
cui sindrome ha sintomi od effetti
come questi: desertificazione
umana come riduzione di
personale, medico , paramedico e
amministrativo, come robotizzazione
burocratica (v. numeri verdi), come
riduzione di prestazioni, di
manutenzione, di posti-letto, “implosione
organico-funzionale” di un
servizio pubblico,
desocializzazione dello Stato,
progressiva dipendenza dal privato
come uomo di affari.
Abbiamo messo il dito sulla
piaga ma per sapere cosa ciò
significhi realmente, bisogna farne
l’esperienza personale, cosa non
difficile trattandosi di un
ospedale. Bisogna avere urgente
bisogno di un soccorso ed essere
rispediti da una struttura all’altra
per assenza di un posto-letto o
perché una macchina è guasta ed
attende una riparazione che non
arriva, significa essere rimandati
ancora altrove come un pacco
postale, che non trova destinatario,
con l’ansioso autoaugurio di
farcela, che questo ping-pong non
sia il viatico per l’ultima dimora.
Significa rivolgersi al Pronto
Soccorso e ritrovarsi, magari dopo
una lunga attesa, in un’astanteria
sovraffollata “da Terzo Mondo” e
vedere una ragazza contorcersi dal
dolore e quasi svenire su una dura
sedia fino all’arrivo di una
lettiga, sottratta a chissà chi, in
sostituzione di un letto che non
c’è; significa farsi una flebo di
otto o più ore restando seduti su
una sedia metallica per un’intera
giornata a ottant’anni; significa
ritrovarsi in servizi cosiddetti
igienici da voltastomaco o vedere un
termometro passare da un’ascella
all’altra senza il preventivo dovuto
bagno settico in un apposito
contenitore.
Significa anche
compenetrarsi della situazione fino
ad avere comprensione del personale
che fa miracoli, che si arrangia
grossolanamente non potendo fare
altrimenti, per un infermiere che si
ritrova solo con tutto un reparto
sulle spalle, magari di notte.
L’anoressia liberista colpisce
indistintamente le strutture dei
servizi civili e sociali, non solo
ospedalieri – come vedremo in altro
scritto.
Quanto al nuovo ospedale di
Acireale, due sono le cose che
funzionano con puntualità: il banco
per il pagamento dei ticket
(contributo forzato ad un’assistenza
sanitaria, che dovrebbe essere
gratis, e che si aggiunge ai molti
farmaci non prescrivibili) e – come
definirlo? – il “taglieggio”
dell’entrata con auto, che è come
“il cacio sui maccheroni”!
A
questo punto non si può non
richiamare lo spirito del Medioevo,
quando veniva praticato il pedaggio,
pagamento di un’imposta per ottenere
il “diritto di porre il piede”
su un certo territorio – donde
l’etimologia. Nel caso specifico,
per avere “diritto di porre
l’auto” sul territorio, che
circonda il grande edificio
ospedaliero, quindi di pertinenza
dello stesso, che è un ufficio
pubblico per eccellenza e quindi,
per logica estensione, della
collettività che ne ha bisogno, si
paga un taglieggio, che si potrebbe
chiamare, per analogia,
“autaggio”. Quest’”autaggio”,
che, tra l’altro non prevede alcuna
custodia e che è pertanto in cambio
di NIENTE, costa €uro 0,52 per ora o
frazione e la cosa davvero mostruosa
– e vergognosa - è che lo si debba
pagare in anticipo ora dopo ora!
Che
cosa significhi simile imposizione
di stampo feudale può immaginarlo
chiunque, chiunque avendo bisogno,
proprio malgrado, di recarsi in
ospedale per visitare un parente o
un amico, per avere prestazioni
personali, per seguire dall’esterno
un parente o una persona cara in
sala operatoria o di rianimazione
senza potere preventivare, in questo
frangente, la durata dell’attesa.
Non so davvero come si possa fare
per trovarsi contemporaneamente
dentro e fuori della struttura
ospedaliera. Non credo che sia
facile inventarsi il dono
dell’ubiquità. Più probabile è
ritrovarsi una multa da pagare per
inadempimento. Tra l’altro,
l’ospedale di Acireale è fuori
centro, vi ci può recare solo con un
mezzo di locomozione e l’ignobile
taglieggio non serve nemmeno a
scoraggiare gli eventuali abusivi,
nessuno recandosi per diporto e
piacere presso un luogo di
sofferenza e di lagrime!
La
malattia sociale del liberismo non
si manifesta solo con il
deperimento organico-funzionale dei
servizi naturalmente pubblici ma
anche, appunto, con gentili prelievi
in cambio di NIENTE, che somigliano
molto al racket della mafia (che
tuttavia dà protezione) a comprova
che tra questa e la predazione
(predonomia) legale non c’è più
soluzione di continuità. Sappiamo
che il triste fenomeno avviene
presso altre strutture ospedaliere
del catanese, probabilmente in tutta
Italia.
Caratteristica del liberismo
globale è l’”irreperibilità dei
responsabili” perché ogni
livello si richiama ad uno superiore
per giungere ad uno supremo, ai
colossi delle lobbies, che rimandano
alla base e il giochetto si ripete!
Lo ha detto chiaramente Tremonti
all’ultimo “Anno Zero” che le cause
della presente crisi sono mondiali e
che solo mezzi mondiali possono
superarla: ma non ha detto quali.
Ho
inviata una “Informativa
Interlocutoria” a vari enti, tra
cui la Direzione Nazionale
dell’Antimafia, la Procura della
Repubblica di Catania e la Corte
Costituzionale. Ma anche al
Ministero della Pubblica
Amministrazione, il cui
responsabile, il grottesco Brunetta,
si dice impegnato ad estirpare i
fannulloni ed i parassiti: se la
sentirebbe di estendere la sua
azione ai fannulloni e parassiti in
“regime di collusione
pubblico-privata” come nel caso
dell’”autaggio”, profitto
pubblico-privato in cambio di
niente, quindi parassitario per
antonomasia?
Tutto può cambiare se qualcuno ha la
forza e la costanza di volerlo
Carmelo
R. Viola
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