(da
Wikipedia)
Vittorio
Veltroni (Tripoli, 26 novembre 1918 – Roma, 26
luglio 1956)
è stato un giornalista e scrittore italiano.
Diplomatosi
al Centro
radiofonico sperimentale diretto
da Fulvio
Palmieri,
iniziò la carriera come cronista sportivo al Tour de France del 1937.
Fece parte, con Franco
Cremascoli, Mario Ortensi e
lo stesso Palmieri, di un'équipe di radiocronisti che
seguì tutti i maggiori avvenimenti legati alla vita politica italiana
e internazionale del periodo fascista,
distinguendosi per alcuni servizi in
diretta dagli aeroportimilitari e
dai sommergibili in
perlustrazione nel Mediterraneo.
Sua anche l'organizzazione delle celeberrime radiocronache della visita
di Adolf
Hitler in
Italia, dal 3 al 9 maggio 1938 a Roma, Napoli
e Firenze.
Il
6 maggio 1949,
da Torino, effettuò la radiocronaca dei funerali della squadra di
calcio Grande Torino dopo
la Tragedia di Superga.
Nel 1951 sarà
uno dei
protagonisti nei collegamenti radio per l'alluvione del Polesine
ideando
la Catena della Fraternità per la
raccolta di aiuti per le
popolazioni dei territori invasi dalla tracimazione delle acque del Po.
Sarà lo
stesso Veltroni interrompendo sabato 17 novembre 1951 in diretta, le
trasmissioni radiofoniche, ad annunciare la decisione della Rai di
aprire una sottoscrizione
nazionale e internazionale per gli aiuti alle popolazioni duramente
colpite dal
maltempo[1]
Fu
sposato con Ivanka Kotnik,
figlia dello sloveno Ciril
Kotnik, l'ex ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso
la Santa
Sede che
aiutò numerosi antifascisti ed ebrei romani
a sfuggire alla persecuzione nazista dopo
l'armistizio dell'8
settembre 1943. Padre di due figli, il più giovane dei quali è l'ex
Segretario
del Partito Democratico Walter Veltroni,
morì quando quest'ultimo aveva solo un anno a causa di una leucemia.
Vittorio
Veltroni, Lidia
Pasqualini e Niccolò Carosio nelle
prime trasmissioni televisive EIAR (1939)
Nel dopoguerra fu
a capo della redazione radiocronache formata
da giornalisti che avrebbero fatto la storia della radio italiana.
Dotato
di un ottimo fiuto e,
nonostante la giovane età, di una spiccata attitudine al comando, fu lo
scopritore di Lello
Bersani, Mike
Bongiorno, Aldo Salvo e Sergio Zavoli.
Insieme a
Bersani, in particolare, raccontò nella rubrica Seguendo
la crisi l'espulsione
dei socialisti e comunisti dai governi nazionali
del 1947.
E fu lui a
effettuare la radiocronaca dei quattro scrutini necessari per
l'elezione
del Presidente della Repubblica (Luigi
Einaudi)
l'11 maggio 1948.
Dimostrò
la propria versatilità
dividendosi con disinvoltura tra sport (fu
lui, tra l'altro, a narrare la vittoria di Bartali al
Tour de France), politica e attualità (La catena della
fraternità nel 1951,
per l'alluvione del Polesine).
Peraltro negli archivi della Rai al momento non sono state ritrovate
radiocronache o telecronache di Vittorio Veltroni.
Firmò
con Mario Ferretti,
di cui ottenne, dopo l'epurazione, il rientro alla radio nel
maggio '49,
anche alcune riviste per Renato Rascel e
le
sorelle Pinuccia, Diana e Lisetta Nava.
Microfono
d'argento nel 1950 per
l'ideazione della rubrica Arcobaleno (1943-49),
della redazione radiocronache del Giornale
Radio,
e per la sua diretta attività di radiocronista, fu
il conduttore,
insieme a Pia Moretti,
di Voci
dal mondo (dal
1949), ideatore con Ferretti della
storica Domenica
sport (1951)
e tra gli animatori della rubrica La giraffa (1952-53).
Domenica
6 giugno 1954 commentò
la prima trasmissione della neonata Televisione Europa,
futura Eurovisione,
con le nove nazioni collegate contemporaneamente.
Nel 1954 passò
a dirigere (fino al 1956) il neonato Telegiornale e
fu membro del comitato generale delle trasmissioni televisive con
il direttore generale Filiberto
Guala,
e con Vicentini, Bernardi, Razzi, Pugliese, Beretta e Piccone
Stella.
Il
suo contributo alla radio
postbellica fu fondamentale: impresse un elevato standard al
settore della radiocronache, assicurò la coesione di un gruppo di
lavoro
rivelatosi straordinario, firmò in prima persona alcune delle dirette
più
importanti per la vita sociale dell'Italia di quegli anni, contribuì
alla
formazione di un linguaggio radiofonico moderno al di là degli steccati
fra i
generi, che seppe superare pur mantenendo un fortissimo legame con la
professionalità specifica di giornalista.
·
Sommergibili
in agguato,
documentario registrato dall' EIAR,
a bordo del R. Sommergibile "Zaffiro" , impressioni di Franco
Cremascoli e
Vittorio Veltroni, venerdì 24 novembre 1939,
primo programma, ore 21,10. « In trenta minuti di
trasmissione gli
ascoltatori avranno modo di penetrare all'interno del sommergibile,
assistere
ai momenti delle manovre e dell'attacco, di capire l'animo di questi
uomini che
in silenzio e in pura fede vigilano sul mare...» da
il Radiocorriere n°
47/1939.
·
Pronto?!
Parla Aosta!,
radiocronaca variata di Franco Cremascoli e Vittorio Veltroni,
trasmessa il 17
marzo, 1943,
nel programma "A".
·
Festa
dei narcisi,
da Montreux,
telecronaca di Vittorio Veltroni per RAI,
domenica 6 giugno 1954,
per il primo collegamento diretto della Televisione Europa. "Con questa
trasmissione si apre la stagione del primo collegamento tra le nove
televisioni
europee" da il Radiocorriere n°
23, del 1954.
Sceneggiature
cinematografiche
·
Amor non ho... però...
però,
regia di Giorgio
Bianchi (1951)
·
Martin
Toccaferro,
regia di Leonardo
De Mitri (1952)
·
Ho scelto l'amore,
regia di Mario
Zampi (1953)
·
Piovuto dal cielo,
regia di Leonardo
De Mitri (1953)
·
L'amore in città,
regia di Carlo
Lizzani (1953)
·
Viva
il cinema,
regia di Enzo
Trapani (1954)
Pionieri
della televisione, Sergio Pugliese e Vittorio Veltroni
Uno era un piemontese
austero e
facile alle arrabbiature, l’altro un romano affabile, simpatico, grande
animatore di gruppi. Insieme fecero la storia della televisione
italiana,
“accendendola” nel 1954. Sono Sergio Pugliese e Vittorio Veltroni.
Un doppio ritratto,
intrecciato,
e firmato da Enrico Salvatori: Pugliese, commediografo di una certa
fama negli
anni trenta, a della prosa radiofonica negli anni della guerra e del
dopoguerra, nel 1952 viene nominato Direttore dell’Esercizio TV, che
imposta la
linea editoriale del nuovo mezzo; Vittorio Veltroni è il giovane
responsabile
delle radiocronache Rai – l’approfondimento del popolarissimo Giornale
Radio -
quando il 1 luglio 1953 viene chiamato ad dirigere il Telegiornale, in
vista dell'avvio ufficiale
delle trasmissioni.
E’ una storia che si
intreccia
con gli anni della guerra e della ricostruzione, con i nomi che hanno
segnato
un’epoca, con innovazioni tecnologiche ed editoriali. La puntata è
arricchita
da autorevoli testimonianze: Walter Veltroni, figlio minore di
Vittorio;
Valerio Veltroni, figlio maggiore di Vittorio e fratello di Walter;
Sergio Zavoli,
presidente Rai dal 1980 al 1986, unanimemente
considerato il più importante giornalista della radiotelevisione; Furio Colombo,
vincitore del concorso Rai del 1954; Emilio Ravel, giornalista Rai dal
1953;
Vito Molinari:
regista di varietà dal 1953; Claudio Ferretti,
giornalista Rai e figlio di Mario, collega e amico personale di
Vittorio
Veltroni; Gianfranco Bettetini,
regista televisivo e
massmediologo, vincitore del Concorso del 1955; Franca Rosso Vitale,
cugina di
Sergio Pugliese, di cui conserva memorie personali e documentazione
privata.
Insieme a loro, gli storici e gli studiosi Franco Monteleone,
Giorgio Simonelli,
Maria Grazia Bruzzone,
Luca Barra.
Nella puntata, insieme a
documenti dell’epoca, anche le immagini tratte dal documentario “Da oggi la Rai”,
prodotto nel 2014 da Rai Storia con le testimonianze di Nicoletta Orsomando,
Giorgio Albertazzi, Elda Lanza, Isa Barzizza.
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