Domenica, 29 Dicembre 2013 - Questa sera è deceduto
l'amico Ex-Lali Prof. Paolo Savasta
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Paolo Savasta |
Cari
tripolini: ricordiamo Paolo Savasta
Cara e numerosa famiglia di
tripolini, grazie all'amico Guido di Gloria, ho
avuto l'onore e il piacere di conoscere purtroppo
per poco tempo, ma lo stesso gratificante, la figura
straordinaria,carismatica, di dignità, e di alto
spessore sociale di Paolo Savasta. Anche lui nato a
Tripoli il 26 agosto 1923,e come tutti noi,era un ex Lali, aveva e portava la Libia nel cuore. Condusse in quel paese
una vita esemplare, come militare, da poco scoppiata
la seconda guerra mondiale, passata l'adolescenza ,
appena diplomato, si arruolò volontario nell'arma
dei paracadutisti, non aveva ancora venti anni. Nel
maggio del 1943 si brevetta paracadutista con il
183esimo Reggimento Paracadutisti Nembo, dando
prova di grande coraggio e senso della patria.
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“Eterno
immenso Iddio, che creasti gli eterni spazi e ne misurasti le
misteriose profondità, guarda benigno a noi, Paracadutisti d'Italia,
che nell'adempimento del nostro dovere, balzando dai nostri apparecchi,
ci lanciamo nella vastità dei cieli. Manda l'Arcangelo S. Michele
a nostro custode, guida e proteggi l' ardimentoso volo. Candida come la
seta del paracadute sia sempre la nostra fede e indomito il coraggio.
La nostra giovane vita è tua o Signore! Se è scritto che cadiamo, sia!
Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli
innumeri, orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro
immancabile avvenire. Benedici o Signore, la Patria, le famiglie, i
nostri cari! Per loro, nell'alba e nel tramonto, sempre la nostra vita!
E per noi, o Signore, il tuo glorificante sorriso. Così sia" |
Terminata la guerra e sprezzante
del comando alleato a Tripoli, portò con alcuni
commiltoni, una corona di alloro, sul monumento dei
caduti italiani, al cimitero di Hammangi. Gli
inglesi non gliela perdonarono, aspettarono fuori
dal cimitero, lo arrestarono e spedirono in Italia a
Napoli, i genitori a Tripoli, lo stavano ancora
aspettando a casa. Rientra a Tripoli nel 1946,
ricongiungendosi finalmente con la propria famiglia.
Marito premuroso e padre affettuoso, innamoratissimo
della moglie Dorina, con la quale ebbero due figli.
Ho letto alcuni dei suoi libri, una conoscenza
straordinaria della Libia, e una testimonianza unica
di vita trascorsa, nel pieno rispetto di culture,
religioni, colore di pelle. Stimatissimo e amato
dagli arabi, insegnò nelle scuole italiane e quelle
libiche. Amante dello sport e anche lui grande
sportivo, organizza tornei atletici in campo
internazionale, per meriti sportivi. Dal 1960 al
1985, svolge attività sportiva in campo nazionale e
internazionale. Nonostante fosse rientrato in Italia
nel 1960, quando dieci anni dopo, senti' della
nostra cacciata dalla Libia, si attivò
immediatamente, creando un giornale dal titolo molto
significativo “ La voce del profugo”. Dopo fondò
un'associazione dal nome: Centro Nazionale Profughi
della Libia . Organizzava e gestiva, con qualche
altro italiano, rientrato dalla Libia, tra cui Guido
Di Gloria, del quale fu professore di educazione
fisica a Tripoli, degli aiuti con pacchi alimentari
e di vestiario, da far pervenire ai nostri
connazionali nei campi profughi del Nord, non
proprio ospitali da qualsiasi punto di vista:
igienico, sanitario, alimentare. Mi raccontava Di
Gloria che un giorno visitandone uno, dopo pochi
minuti usci' stravolto, dalla situazione che vide,
in cui versavano i nostri connazionali. Dimenticavo
un particolare, entrando, le forze dell'ordine gli
sequestrarono pure la macchina fotografica. Paolo
Savasta persona di animo nobile, umano e generoso,
quando nel lontano 1972, si organizzò una colletta
di denaro, in favore dei profughi, non esitò di
tasca sua a offrire 500.000 lire, una cifra
altissima per quegli anni. E adesso permettetemi di
raccontarvi un episodio drammatico e umano, che gli
accadde di prima persona, durante la guerra e che mi
aveva raccontato. Fatalità al raduno di Paderno del
2013, che fu l' ultima volta che era tra noi
tripolini , lo raccontò a tavola, a due imprenditori
che da anni, lavoravano con la Libia, anche loro
iscritti all'Oasi. Si trovava di notte con altri
commilitoni sulle montagne al Sud e combattevano già
per la resistenza, contro i tedeschi. Toccava il suo
turno di guardia, si posizionò in una buca ,
sostenendo il mitra appoggiandolo sulle ginocchia.
Destino volle che una formazione di tedeschi, passò
da li, involontariamente uno di loro, calpestò il
punto in cui era Savasta, che nel frattempo si era
appisolato. Preso cosi' alla sprovvista, ebbe uno
scatto e inavvertitamente parti' una sventagliata di
mitra, che colpi' un tedesco, mentre gli altri li
fece arrestare . Il ferito dal dolore, urlava e
chiedeva aiuto, ripetendo continuamente la parola :
mamma, mamma. Fu portato in un ospedale militare, ma
dopo un po' di giorni mori'. Savasta ne soffri' in
maniera disumana, sentendosi in colpa. Raccontò che
a guerra finita, si adoperò non so per quanto tempo,
nella ricerca in Germania, dei genitori del militare
ucciso, riusci' a rintracciarli e mandò loro, gli
effetti personali del figlio. Questo era il nostro
amico, nonché tripolino PAOLO SAVASTA, onore per
sempre alla sua memoria. Tutti i tuoi amici
tripolini e non, RIPOSA IN PACE AMICO
NOSTRO!
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Un affettuoso abbraccio con
Paolo Savasta |
Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata
il 31 gennaio 2014
alle 15,30 nella Chiesa di
Noventa Padovana
vicino Padova