PADERNO DEL GRAPPA - 40
ANNI DOPO
22 OTTOBRE 1972 - 09 SETTEMBRE 2012
di
Antonio Stefanile
Immancabilmente
come
ogni anno
il mal di
Libia nel
nostro cuore,
di noi
ex lasalliani nativi in
quel paese, torna a
farsi sentire più forte che
mai per
ritrovarci ancora, dopo
40 anni
dalla prima
riunione.
Favoriti da giorni stupendi
di splendido
sole, eccoci nuovamente a
strette di mano,
abbracci, saluti,
baci, qualche lacrima
e un'atmosfera
di un'emozione
unica: a
chiederci di
questo, di
quello, di
tutto, in un
clima
totalmente familiare,
all'Istituto
Filippin di
Paderno del
Grappa. Anche
io ho distribuito la mia
parte di
abbracci, strette
di mano,
baci, a
diverse
persone, conosciute
anni precedenti,
alle nostre riunioni, in
special modo
all'amico
fraterno Andrea
Carcea, alla
sua dolce
consorte Nives
e all'amicone
Salvo Barbara.
Con
Carcea dopo
il rimpatrio
da Tripoli
ci siamo
ritrovati, dopo
41 anni,
la prima volta nel 2011,
la
seconda lo
scorso 9
Settembre,
sempre a
Paderno del
Grappa.
 |
Da sinistra Salvo Barbara, io e
Andrea Carcea |
Dopo esserci
sistemati nelle
apposite camere, giunge in
fretta l'ora
di cena
del sabato
sera, che
dà inizio ad un
clima di
festa, di
incontri, di
chiacchiere,
di battute
in lingua
araba. Il
dopo cena,
come ogni anno,
è
caratterizzato da
una serata
danzante,
stile "Circolo
Italia" di Tripoli,
a Villa
Fietta, ad un
chilometro dall'Istituto
Filippin. La serata
musicale
è
allietata
dal
nostro
cantante
tripolino Salvino Ragusa, accompagnato
alla tromba
da Sergio
Disco e
da suo
fratello
Antonio alla
pianola.
 |
...La
serata
musicale
è
allietata
dal
nostro
cantante
tripolino
Salvino
Ragusa,
accompagnato
alla
tromba
da
Sergio
Disco
e
da
suo
fratello
Antonio
alla
pianola... |
Con brani dagli anni
60 in
poi ci
fanno tornare
indietro, alle serate
danzanti
tripoline, ai
corteggiamenti,
ai primi
amori, alle
feste dell'anello di fidanzamento,
quando per
le cerimonie si riempivano
le vasche
da bagno
di blocchi di
ghiaccio e bibite.
Sui tavoli
di Villa
Fietta non
sono mancati dei buoni
pasticcini, dei salatini e
un buon
prosecco
ghiacciato. Passata
la mezzanotte,
contenti, sereni,
felici, si
rientra in
Istituto.
La successiva
domenica
mattina arrivano
gli ultimi
ritardatari, ma arrivano,
e arriva
atteso un
po' da
tutti
il
console libico
Fathi
Mousa, che
ci
onorerà
della
sua presenza
assieme
al
fratello Mohammed e al
nipote Ahmed
e a
due suoi
amici
imprenditori italiani, che da
anni lavorano
con la Libia.
Dopo i saluti
di rito
con abbracci
e benedizioni
reciproche, giunge il
momento di
andare in sala
riunioni.
 |
...arriva
atteso
un
po' da
tutti
il
console libico
Fathi
Mousa (con barbetta al centro) ,
che
ci
onorerà
della
sua
presenza
assieme
al
fratello Mohammed e
al
nipote
Ahmed
e a
due
suoi
amici
imprenditori
italiani, che
da
anni
lavorano
con
la
Libia... |
Commovente l'inizio:
tutti in
piedi ad
ascoltare l'inno
libico
"la
Biladi" (Paese
mio) (clicca col mouse
per ascoltare l'inno libico) di
quando noi
eravamo ancora in quel
meraviglioso paese. AI
termine
dell'inno, dopo
un forte
applauso, prende la parola per
primo il
console Fathi
Mousa, chiedendo
ai presenti
se doveva
esprimersi in lingua araba
o italiana.
Inizia in
arabo,
ma poi
rendendosi conto che
qualcuno
purtroppo non
lo ricorda più,
si esprime in
italiano e
ci ringrazia di cuore
ancora di
averlo accolto, ospitato fraternamente
presso
la
nostra
comunità
ex
lasalliana
di
Tripoli.
Anche
lui
spera
come
noi
in
una
Libia democratica,
di pace
e di
amicizia e
fratellanza e,
concludendo, si augura
di ritrovarci
tutti al
più presto a
Tripoli a
mangiare
il
cuscus sotto
una tenda.
Conclude il suo
discorso
un
caloroso applauso. Adesso
è
il momento
del nostro
presidente, Giancarlo Consolandi,
il quale
non
è
molto che
è
rientrato dalla
Libia,
e con notizie
non proprio
confortanti.
Purtroppo ci
spiega e
ci mette
al corrente
di una situazione in
Libia non
proprio
tranquilla, dovuta
a presenze di persone di
altri paesi
arabi: dei
gruppi cosiddetti "Salafiti", che
usano la
prepotenza verso i libici
stessi.
Anche il
nostro cimitero
di Hammangi
ha subito
la sua
parte di
violenza.
Una
stretta al
cuore ci
pervade nel
sentire la
nostra Libia
ancora
violentata da
gruppi
estremisti, fanatici, che nulla
hanno dell'lslam
e del
mondo musulmano.
Anche il
presidente ha
il suo
attimo di
commozione nel
raccontare i
fatti della
Libia e
tutto ciò
che riguarda quel paese,
dove passammo
anni
indimenticabili.
Dopo il presidente Consolandi è
il momento
del mio,
e nostro
amico Guido Di
Gloria, dove non può non
iniziare il
suo discorso ricordando
e leggendo
una lettera
di un
grandissimo personaggio nato in
Libia, dotato di grande carisma
e di
una umanità
unica verso i profughi
italiani del
1970: Paolo Savasta.
Leggendo la
lettera, Paolo Savasta si
commuove e
commuove tutti
i presenti.
 |
 |
 |
Giancarlo Consolandi |
Guido di Gloria |
Paolo Savasta |
 |
Insieme a Paolo Savasta |
Nella foto
di 40
anni fa
si notano
il direttore
generale del
Filippin fratepan>I
Vittorino Ratti,
Guido Di
Gloria,
che sta
iniziando il
discorso inaugurale con
la presenza
e partecipazione
emotiva del
dott. Carlo Martines,
con seduto
accanto
certamente un
profugo
tripolino, di cui
però non
ricordo il nome
e infine la massiccia
figura di
fratel Arnaldo.
 |
...Nella
foto
di
40
anni
fa
si
notano
il
direttore
generale
del
Filippin
fratel Vittorino
Ratti,
Guido
Di
Gloria,
che
sta
iniziando
il discorso inaugurale
con
la
presenza
e
partecipazione
emotiva
del
dott. Carlo Martines,
con
seduto
accanto
certamente
un
profugo
tripolino, di
cui
però
non
ricordo
il nome
e
infine la
massiccia
figura
di
fratel
Arnaldo. |
Dopodichè Di
Gloria,
ripresosi dalla
sua commozione, invita sul
palco Giurlanda Pietro, che
immancabilmente è
accompagnato dal suo
fedele e
simpatico
cagnolino.
Con molta
pacatezza e.
serenità
inizia
a descriversi
come una
persona che
in certe riunioni
e incontri di ex tripolini
nasconde le
proprie
insicurezze con atteggiamenti talvolta
di natura
un po'
"aggressiva",
qualche volta
mi risulta
anche per
difendere la
costante
presenza del
cagnolino con
lui.
Giurlanda congedandosi
riceve un
caloroso
applauso e
riprende il
suo intervento conclusivo
Di Gloria, dicendo che
verranno
consegnate delle
medaglie
commemorative per
coloro che,
nel 1972, al
primo incontro
di ex
profughi
tripolini,
parteciparono alla
partita di
calcio,
alle gare
di nuoto
e alla·
partita di
basket. Di
Gloria fu
affiancato nell'organizzare la
numerosa
riunione da
Marcello Trovato,
per ciò
che riguardava l'aspetto sportivo.
Il sottoscritto
aveva appena
19 anni,
era il
22 ottobre1972 ed
eravamo
all'incirca 700 persone. Nel
pomeriggio, dopo
il
pranzo
domenicale, ci fu
la partita di
calcio tra
il C.N.P. (Centro
Nazionale
Profughi) di
cui facevo
parte,
contro una
rappresentativa di
ex lasalliani.
Vincemmo noi
per 3 a
1.
 |
....
Nel
pomeriggio, dopo
il
pranzo
domenicale, ci
fu
la partita
di
calcio
tra
il
C.N.P.
(Centro
Nazionale
Profughi)
di
cui facevo
parte,
contro
una rappresentativa
di
ex
lasalliani.
Vincemmo
noi
(con maglia rossa)per 3
a
1.... |
Poi ci
furono le
gare di
nuoto con
diverse batterie
dove anche il
sottoscritto partecipò,
vedi foto:
il primo
a sx
è Luciano
Pieroni,
il secondo non
ricordo chi
sia, il terzo è
Sergio Apicella,
il quarto
Franco Venza.
Alle spalle
di Franco Venza,
che è sul
blocco di
partenza, seduti
si notano
Antonio
Stefanile e
Anselmo Zecchin.
 |
....
Poi
ci
furono
le
gare
di
nuoto
con
diverse batterie
dove anche
il
sottoscritto partecipò,
vedi
foto:
il
primo
a
sx
è
Luciano
Pieroni,
il
secondo non
ricordo
chi
sia,
il terzo
è
Sergio
Apicella,
il
quarto
Franco Venza.
Alle
spalle
di
Franco Venza,
che è
sul
blocco
di
partenza,
seduti
si
notano
Antonio
Stefanile
e
Anselmo
Zecchin...
|
Infine si
proseguì con
la
partita
di
basket,
all'ultimo
sangue,
dove
la
squadra
dei
tripolini ex
lasalliani guidati dal
mitico Samoggia
prevalse sulla
squadra del
Filippin
per
71 a
70,
nonostante il Filippin avesse tra le
sue fila
un americano
gigantesco.
Prima che
la riunione
volgesse al
termine ci
fu per me
e per
gli ex
atleti del
1972 una gradita sorpresa.
Di Gloria
ricordando
quelle partite
di calcio
e di
basket e
le gare di nuoto disse
che si sarebbero
premiati gli
atleti
di allora
presenti alla
riunione, e agli
assenti
gli si
sarebbe fatta
pervenire ugualmente
la medaglia
commemorativa di ricordo
"Associazione
ex
alunni
lasalliani di Libia".
Per primo fu
premiato Domenico
Flagello,
per tutti
Mimmo, per
quella
memorabile partita
a basket
con
Samoggia;
poi
fu
consegnata
la medaglia
per
il
nuoto
alla
mamma
di
Leonardo Fiorentino.
Poi
Di Gloria
iniziò le
premiazioni della partita di
calcio, e
fui il primo
ad essere
premiato perché ero seduto
in prima
fila di
fronte al
palco da dove
parlava,
aggiungendo che
adesso ero
diventato anche
scrittore
per
alcuni
miei
articoli
apparsi
sull'Oasi.
Di
seguito
premiò
Marcello Trovato,
tuttora in
attività
calcistica, Costabile Giuseppe,
Gianni Manuli
e Terenzani
Luigi. Non
mi aspettavo la medaglia commemorativa, e mi sono
commossi per il valore affettivo che rappresentava dopo 40 anni.
Dopo
la
bellissima
e
commovente
riunione, ci avviammo tutti
in
chiesa
per
la S.
Messa;
al termine
FrateI Luigi
Montini,
ex
direttore dell'Istituto La
Salle di
Bengasi, ci
dice
che
in
fondo
alla
chiesa
su dei
bigliettini c'è
un suo sito internet,
dove
è
spiegato minuto
per
minuto
gli
ultimi
giorni
dell'Istituto La
Salle di
Bengasi, prima
che
venisse
sequestrato
dai
militari della rivoluzione.
Aggiunse
che
non poté farlo
prima, perché
gli
fu
sconsigliato
per
motivi
superiori e burocratici.
Dopo
la
S. Messa
ci
fu la
tradizionale foto sui gradini
dell'Istituto e tutti ci avviammo in
sala da
pranzo. Eravamo un centinaio
di
persone
felici, serene,
tornavamo in
quei
momenti
con
l'anima
e
il cuore
alla
nostra Tripoli, alla
nostra
Libia,
con il suo sole,
il suo
mare,
il deserto, le
albe,
i tramonti.
La
nostra Tripoli,
dove
non
c'era
l'italiano
bianco
o il libico
scuro
di
carnagione,
né
il credente
di Gesù o il credente
di
Maometto,
ma
una società
creata
sui migliori
e
unici valori:
rispetto,
amicizia, tolleranza
e
aiuto
reciproco
in
ogni
occasione
e
in ogni
circostanza.
Per
anni abbiamo
vissuto
così, nella
completa armonia
e
fratellanza,
era
questa
la
nostra
natura,
il
nostro
vivere
in Libia,
dove
non esisteva
la
parola razzismo
con tutte
le
altre etnie
presenti.
Si terminava
il
buon
e
abbondante
pranzo
con la lotteria;
il
console,
i
suoi
parenti
e
gli amici
erano già
partiti per
rientrare
a
Milano.
Era già pomeriggio
avanzato
e
la maggioranza
si
apprestava
al
rientro
a
casa.
Pure
io,
verso
le
19:00,
con i
coniugi Di
Gloria
prendevamo
la
strada
di
casa verso
Padova,
con
la speranza di rivederci
ancora
tutti
l'anno
prossimo.
Inchallah
(se
Dio lo vuole)
Antonio
Stefanile
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