Ce n’è per tutti nell’”Oasi”. Si
trovano approdi accoglienti per
le nostre anime nei “fondi” del
Presidente, di Fratel Bruno, di
Fratel Gip… E poi, nel “suk”
della rivista, ognuno può
trovare appigli imprevisti,
incontri, roba d’occasione…
A me è capitato di inciampare in
una noterella dell’ottimo Fratel
Gip che chiedeva lumi circa tale
Baruda, pittore. (“Baruda! Chi
era costui?”, si chiedeva don
Abbondio….). Una telefonata
all’interessato per comunicargli
che tra i frantumi della mia
memoria vagabondava il suddetto
pittore, incontrato – lui e i
suoi quadri – su qualche
spiaggia libica, col quale si
erano ipotizzati nuovi incontri,
mai avvenuti, e dal quale il
buon Fratel Igino aveva
acquistato tre quadri: proprio
quelli ora custoditi da Fratel
Gip. Non mi è parso vero di
potergliene anche fornire una
descrizione dettagliata per aver
io stesso tentato di produrne
delle orribili copie (una delle
quali abita a Latina, in casa
del carissimo Carmelo Consolandi).
Discorso chiuso con
Fratel Gip? No, anzi ricatto
subito aperto sotto forma di
invito, col pretesto dei quadri,
a mettere insieme un “ricordo”
di Fratel Igino, personaggio
rimasto sempre ai margini
dell’”Oasi”, anche per la sua
naturale modestia.
Fratel Igino, per gli
Ex-Lali, resta sinonimo di bar e
campo da bocce. Una presenza
discreta, quotidianamente in
servizio.
Dal suo regno, ricavato non
senza danni per l’estetica tra
le due ali dell’Istituto “La
Salle”, provvedeva con
efficienza agli svaghi, alla
fame e alla sete di grandi e
piccini.
Lo rivedo uscire e rientrare dal
grande cancello del cortile con
la fedele Mini Morris
giardinetta gonfia di provviste.
Lo rivedo poi impegnato
nell’orto o in piccoli lavori di
manutenzione all’interno
dell’Istituto.
Un piccolo
apprezzamento, un gesto di
simpatia lo ripagavano
abbondantemente dell’impegno
profuso, a testimonianza di come
non siano le “cose”, ma i buoni
sentimenti e le relazioni
amichevoli a renderci felici.
Non a sproposito, a questo
punto, posso testimoniare di
qualche contributo elargito
sottobanco per l’acquisto di
magliette con cui vestire i
gloriosi calciatori del “La
Salle”: uno sponsor in anticipo
sui tempi e così discreto da non
chiedere pubblicità.
Per portarcelo via, la
Provvidenza ha scelto i toni
forti: un banale
incidente con gli attrezzi da
lavoro, l’infezione da tetano
non riconosciuta in tempo, gli
spasimi di una fine tra le più
atroci…
Con tutto ciò, quello di Fratel
Igino resta nei nostri ricordi
come un volto improntato alla
luce e al sorriso.
Giuseppe
Segalla