E’ da tanto che nei
labirinti cerebrali del
Presidente (e miei, lo confesso)
girano impulsi bislacchi,
proustiani o kafkiani, chi lo
sa. Esattamente come quelli che
spingono i buoni parroci, di
solito un po’ datati, a
scagliarsi nelle omelie contro i
non presenti. O come nel caso
del capocomitiva di una gita che
si appella… agli assenti perché
il pullman possa riprendere la
strada dopo una sosta.
Questi impulsi sono
dettati da un desiderio
sacrosanto: quello di lanciare
messaggi ai più giovani tra gli
Ex-Lali e attendere da loro
risposte.
Si tratta di persone che non
hanno avuto il tempo materiale
di creare vincoli forti con
l’Associazione e con l’ambiente
tripolino o bengasino in quanto
la loro esperienza di vita
laggiù è stata breve e, in più,
si è limitata agli anni della
spensieratezza. Parliamo, a
spanne, di persone dai 40 ai 50
anni, comprese dunque tra quanti
andavano a iniziare le
Elementari e coloro che
concludevano le Medie a ridosso
del fatidico 1970.
Molti messaggi non
troveranno il recapito giusto.
Molti cadranno nel vuoto. Ma
l’esperienza felice dei pochi
già “recuperati” ci sollecita a
rilanciare l’esca con
ostinazione. Il ritrovarsi ha
sprigionato ricordi a grappoli,
ha fatto lievitare la curiosità
nei confronti degli altri
compagni di classe, ha dato
adito al gioco delle
supposizioni: dove vive e cosa
fa Tizio? Come si sarà
trasformato Caio? Cosa avrà
riservato la vita a Sempronio?
Si tratta evidentemente di una
curiosità affettuosa, del tutto
aliena dalla vuotaggine del
gossip dominante.
Da questi primi
incontri si può forse anche
ricavare il percorso più
efficace per muoversi nelle
ricerche. L’Oasi ha fatto la sua
parte e lo potrà ancora fare
pubblicando gli elenchi delle
classi, corredati nei limiti del
possibile di indirizzi e
telefoni. Ma più efficaci ancora
sono stati e possono essere i
passaparola tra quanti sono
ancora in relazione tra loro.
E’ capitato nella
realtà e potrebbe dunque
continuare a succedere
ipoteticamente come nel gioco
che tento di illustrarvi,
mettendo in campo i miei alunni
degli anni dal 1963 al 1968. I
riferimenti sono dunque del
tutto… voluti e veritieri, con
buona pace di Rodotà e della sua
“privacy”.
Metti allora che Nicola Vischi
(già vivo in associazione come
il più giovane Consigliere), dal
suo alto seggio alle Poste di
Mestre, sia riuscito a
recuperare Manno Rodolfo (abita
da quelle parti) e, grazie alla
potenza delle Poste, i suoi
compagni di classe Claudio
Bambara (Catania?), Fabio
Bassani (Firenze?), Angelo ed
Enrico Caruso, Marco Casadio,
Andrea Cerri (costiera
adriatica?), Roberto Costa e
Alessandro Cugola, Claudio
Dall’Agnola, Franco Gallo,
Renato Di Betta e suo fratello
Giancarlo…
I grandi calciatori Massimo
Morgantini e Francesco Panzica,
colti da ebbrezza post-mondiale,
potrebbero tentare di
ricostituire una squadretta con
Giorgio Guastella (Ostia?),
Luciano Gualtieri, Vito
Mercurio, Giuseppe Rallo, Natale
Zangari. Se poi sollevando un
nome succede come con le
ciliegie, prendiamo Bruno
Ingravalle (il cugino bassanese
è già nelle reti
dell’Associazione) che si
trascina dietro Renato
Lazzarini, Fabio Pugliese,
Lorenzo Rondinone, Claudio
Salerno, Alessandro Tremamunno,
Yousvy Hisham… Maurizio
Consolandi e Manlio Marangelli
non si fanno vedere, ma
risultano facilmente reperibili…
Dal cielo sarà sicuramente
presente Valerio Jurato.
La squadra, quella dei nati nel
1957, è completata. Ci si dà
l’appuntamento a qualche raduno
per la goduria immensa del
ritrovarsi, rischiando anche di
incontrare il maestro vecchio e
bacucco dei tempi belli: quello
delle “buone note”, del pallone
facile, dei disegni vivaci
(cartine delle regioni)!...
Si potrebbe tentare lo
stesso approccio con l’altra
squadra, quella dei nati nel
1953. E dunque: metti che
Armando Inserra abbia contattato
l’amico Francesco Lacavalla per
chiedergli se sapesse qualcosa
di Giovanni Amenta e del
fratello Claudio in quanto aveva
voglia di dire loro che lui
aveva già incontrato il maestro
(quello di Tripoli oltre a
quello del Vangelo!), ma anche
gli antichi compagni Ermanno
Corso e Antonio Cordani…
Si potrebbe anche giocare la
carta TV, spedendo ad Antonella
Clerici (“Il treno dei
desideri”) la lista della classe
perché coi suoi potenti mezzi ci
riunisca tutti. Ai già nominati
dobbiamo allora aggiungere:
Girolamo Alario, Luigi
Alessandro, Tullio Amaducci,
Gaetano Arena, Flavio Boccia
(Genova?), Ettore Celi, Roberto
Cicero, Enrico Cinelli, Luigi
Cottone (Napoli?), il mitico
Roberto Daqqaq, Vincenzo De
Falco e il fratello Antonio (Pomigliano?),
Leonardo Di Mitri, Corrado Di
Pasquale, John Drago, Carmelo
Ellul (Malta? Australia?),
Antonio Errico, Vincenzo
Gioacchino, Alessandro
Haggivasilis, Waiss Hassan,
Edoardo Meilak (Malta?), Andrea
Poma, Francesco Rizzi, Paolo
Rosabianca, Armando Sala,
Roberto Sammartano, Roberto
Samoggia (Sardegna?), Mario
Vella (Malta?)… Anche qui
abbiamo una presenza dal cielo,
quella di Giancarlo Gozzo.
Nel mio elenco, riferito solo
alla V Elementare, mancano
quanti hanno cambiato scuola o
sono rientrati in Italia. Mi
vengono in mente al riguardo, ma
non ricordo se fossero del ’53 o
del ’57, i fratelli De Bernardo
(Francesco e Livio), Johnny
Kerwat, Porcari Li Destri
(figlio del Console), Privitera…
Abbiamo fatto progetti
di stampo evidentemente
idealistico. Sarebbe già molto
se scattassero incontri a
livello locale, provinciale o
regionale, seguendo una
meritoria catena di Sant’Antonio
telefonica. Con l’avvertenza di
darne poi notizia, ed
eventualmente documentazione
fotografica, all’Oasi perché
questo faciliterebbe eventuali
passaggi successivi.
“Il dado è tratto!” e,
se qualcuno si attiverà, se Dio
vorrà, l’Associazione avrà la
gioia di sentirsi un po’
ringiovanita da nuove presenze e
daremo una bella quanto meritata
consolazione al Presidente
Giancarlo Consolandi e
all’antico maestro Fr. Eligio (Giuseppe
Segalla).
E’ verosimile che
qualcuno abbia deciso, con
ragioni ben soppesate o per
scelta impulsiva, di tranciare
del tutto i vincoli e i ricordi
con la terra d’Africa e le
persone conosciute laggiù,
risoluto a costruirsi una nuova
vita, una diversa identità. E’
anche verosimile, purtroppo, che
qualcuno abbia attraversato
esperienze talmente negative da
autoisolarsi per evitare
confronti… Come è sempre stato
uso dai Fratelli, non siamo
abituati a fare distinzioni di
censo, di cultura, di religione,
di appartenenze politiche… e il
ritrovarsi sarà solo nel segno
prezioso dell’amicizia e dei
ricordi comuni.