I MIEI
AMICI D'INFANZIA
<<<
Faccio un elenco in ordine alfabetico dei nomi, che ricordo, dei
miei compagni di gioco ed amici d'infanzia del rione del
Lido : Salvatore Altomare, Ninni e Ginetto Arena, Giancarlo Berardi,
Pino Braga ed i cugini Rino e Giancarlo Braga, Gaetano Cannucci ed
il cugino Umberto detto "Tollo", Roberto Carbone, Sergio
Cassar, Michelino e
Giulietto Chiarelli, Bruno Cubisino, Ninni e
Roberto D'Amico ed i cugini Enrico, Renato e Carlo D'amico, i tre fratelli
Nicola, Aldo e Pino D'Anna Veri, Giuseppe Gallo, Franco Gaudio, Mario e Roberto
Imperatore, Gianfranco Mazzocca, Salvo Palazzolo, Giancarlo Pipitone, Renato e
Giancarlo Pozzati, Roberto Rosolen, Bruno e Venanzio Rossi, Franco
ed Enzo Santagati, Mario e Giuseppe Sciuto e Gianni Sherif.
Tra questi mi sento di aggiungere
il nome di un altro amico ed ex compagno di e quinta elementare
presso i Fratelli Cristiani. Parlo di Piero Scarpellini, ora
defunto, che pur non vivendo nel nostro rione lo frequentava spesso.
Tutti noi lo chiamavano con affetto " Pierino", per la forte carica
di simpatia che emanava la sua persona. Più o meno all'età di
quattordici anni aveva preso una "cotta" per una sua compagna
di classe, di cui per una ragione di privacy preferisco non citare
il suo nome , che abitava nel rione del Lido. Non ho mai saputo quanto questa sua passione
fosse stata corrisposta o se l'interessata ne fosse mai stata coinvolta
fino in fondo, anche perchè Pierino quantunque fosse un simpaticone,
col fatto che non riusciva a dimagrire, non aveva mai avuto il
fisic du rol per questo genere di cose. Per questa sua
"sbandata", noi ragazzi, con la cattiveria tipica di quell'età, lo
prendevamo in giro perchè, sia sotto il sole che con la
pioggia o col vento, lo vedevamo sostare con la sciena appoggiata ad
un muro con lo sguardo sempre rivolto
verso la finestra della "Bella", forse nell'attesa che
lei si affacciasse magari solo per salutarlo.
Parlando di amici scomparsi devo
ricordare un fatto di cronaca accaduto a Tripoli, proprio nel nostro
rione, nell'autunno del 1958. Giovanni Gallo e Pinuccio Veri D'Anna,
due bambini del Lido, che avevano ambedue circa dieci anni,
giocavano tranquillamente dietro il muretto del giardino di un
villino, che dava su Corso Sicilia. Un camion rimorchio era
stato temporaneamente parcheggiato proprio accanto a questo
muretto. Il destino aveva voluto che un altro camion, a cui i
freni non funzionavano bene, era andato a battere a grande velocità
contro questo camion rimorchio fermo. Col violento urto il camion
rimorchio si era ribaltato, aveva distrutto il muretto ed aveva
schiacciato i due bambini che giocavano ignari riparati dal muro. I
due bambini venivano prontamente estratti da sotto le lamiere del
camion dalle persone accorse sul luogo dell'incidente e portati
d'urgenza con un ambulanza all'ospedale più vicino, che si trovava
in Sciara Ippolito Nievo. Dei due il più grave appariva Pinuccio
D'Anna Veri, che aveva molte ferite esterne e perdeva molto sangue.
Giuseppe Gallo, pur essendo traumatizzato dall'incidente,
sembrava avere subito meno danni, almeno superficiali. I medici del
pronto soccorso decidevano di far entrare per primo Pinuccio D'Anna
Veri nell'unica sala operatoria funzionante dell'ospedale in quel
momento per essere sottoposto ad intervento chirurgico. Mentre
l'operazione era in corso le condizioni di Giuseppe Gallo
cominciavano a ad aggravarsi. Si stava sviluppando velocemente
una forte emorragia interna. Nell'arco di una decina di minuti,
Giuseppe Gallo spirava, tra le lacrime disperate di sua madre e di
Nicola D'Anna Veri, fratello maggiore di Pinuccio anche lui accorso
prontamente al suo capezzale. Per fortuna almeno uno dei due
bambini, Pinuccio D'Anna Veri, grazie all'intervento chirurgico,
era riuscito a sopravvivere alla brutte ferite. Qualche
giorno dopo venivano celebrati i funerali del piccolo Giuseppe
Gallo. Prima che Giuseppe potesse essere chiuso nella sua bara e
giaceva nel suo letto di morte a casa sua, molto di noi
ragazzi del rione eravamo andati con le nostre mamme a dargli
l'estremo saluto. Quella per me era stata la prima
esperienza in cui avevo visto una persona morta. Il povero
Giuseppe, vestito con un abito della festa, forse quello
della prima comunione con dei fiori sul petto, appariva
sereno, come se riposasse. Ricordo di non essere rimasto
affatto scioccato dalla visione del morto bensì dalle pianto
disperato e dalle urla angoscianti della mamma di Pinuccio
D'Anna Veri, mentre il figlio, più grande Nicola, la sosteneva e la
confortava amorevolmente.
In
quel periodo nel nostro rione ci abitavano altri ragazzi che avevano
qualche anno più di noi, che a quell'età quella differenza contava,
poichè loro portavano i calzoni lunghi e noi quelli corti, avevano il motorino e noi la
bicicletta, loro corteggiavano le ragazze e noi preferivamo giocare
al pallone, insomma avevamo motivazioni ed interessi diversi.
Tra questi giovani-adulti ricordo Enzo Basile, Michele Berardi,
Francesco Cannucci, Corrado Carbone, Renzo Corradi, Aldo
D'Agostini, Bruno De Marchi, cognato del bravo corridore Bruno Cortinovis,
Domenico Infantolino, Enrico
Lenci,
Carlo Martinez,
Ferruccio Montalbetti, Mario Moschetti, Francesco Petrillo,
Gianni Piva, chiamato dai suoi amici "John Paivan ", Attilio Presta, Nuccio Russo, Mario e Corrado Salemi, i
fratelli Schembri, Pino Taliana.
Ricordo con simpatia anche alcune
ragazze del rione più grandi di me: Maria Badalucco, Rosina Berardi, Rita
Bessi, Calogera e Maria Cannucci (figlie di Rosario) e Lilla e Maria
Cannucci (figlie di Ciccio), Lucia, Paolina e Pina Chiarelli, Margherita Carbone, Tina Corradi,
Stella e Iole Cubisino,
Rosina D'Agostini, Cettina D'Amico,
Lucia Lenci, Concetta e Rosetta Presta, Maria Spallina, Graziella
Taliana, gemella di Pino, Maria e Vita Zocco e Carla e Silvana
Galea. Quest'ultima, eletta Miss Kitty Kola, durante una delle tante
serate danzanti che nella sere d'estate si svolgevano nella terrazza
del Lido Nuovo.
>>>
|