“IN
RICORDO
DI
UN
CARO
AMICO”
“In principio Dio creò il
cielo e la terra, e la terra era informe e vuota
e le tenebre erano sopra la faccia dell’abisso:
e lo spirito di Dio si librava sopra le acque. E
Dio disse: «Sia laluce» e la luce fu. E Dio vide
che la luce era buona e divise la luce dalle
tenebre. E chiamòla luce Giorno e le tenebre
Notte. E della sera e della mattina si compì il
primo giorno”.Con queste parole della Genesi, si
aprono le 320 pagine del
bellissimolibro-documentario
“Sud Italia
chiama
Europa”,
che
il
caro
Silvo Peluffo,
artefice
delle
meravigliose
fotografie
che
illustrano
il
volume,mi diede in omaggio qualche tempo
fa.
Si diceva una volta: “L’attore
scrive nell’acqua la sua arte”. Parafrasando
e
attualizzando
al
nostro
caso
questa
massima,
potremmo
dire:“L’artista
perpetua
nel
mondo
il
suo
spirito”,
per
dimostrare
come i mezzi tecnici e l’informatica
intelligente di oggi, permettono di creare e
conservare
e
far
conoscere,
soprattutto
alle
nostre
nuove
generazioni, forme e valori dei più
grandi interpreti della storia, della vita,
dell’arte.
Pensando
a
questo,
non
posso
non
ricordare Silvio
Peluffo,
venuto a mancare
di
recente.
Non
amo
la
rievocazione
“alla
memoria”:
quando viene a mancare qualcuno specie se
è appartenuto a quel pianeta di ex-africani
italiani della Libia, preferisco andarlo a
ritrovare se è un autore, nei suoi scritti, se è
un pittore, nei suoi quadri, se è un musicista,
nella sua musica, e se è un artista, nella sua
arte. Perché è lì che l’individuo rimane vivo
oltre la vita. È così che intendo ricordare
Silvio Peluffo: rievocando questo
bel
libro
“Sud
Italia
chiama
Europa”,
la
cui
arte,
oltre
a
testimoniare
ed
esaltare
i grandi
valori
del
Meridione
d’Italia,
racchiude
in
sé
tutto
lo
spirito
dell’amico
fotografo,
Artista, giornalista,
documentarista, esploratore, scrittore. Visse
in
Africa,
a
Tripoli,
nel
periodo
della
gloria
italica,
nel
periodo
della
gioventù irrompente; poi, spiccò il volo,
e iniziò i suoi viaggi e il suo lavoro da un
continente all’altro: America, Africa, Europa, e
dappertutto fissò con la telecamera e col suo
obiettivo le più belle fotografie
e
i
più
interessanti
documentari
a
testimonianza
del
mondo
storico,
geografico, antropologico, archeologico,
scientifico e folcloristico. “Sud Italia chiama
Europa” è stato tratto dal film girato dal
Peluffo: “L’Autostrada dell’Unità” che vinse 15
premi nazionali ed internazionali, tra i quali
Il Festival Internazionale del cinema di
Salerno. Con questo libro, egli penetra nel
mondo arcaico di tre regioni del Sud: Campania,
Lucania e Calabria fecondate dalla civiltà dei
Greci, dei Latini e dei primi popoli italici.
Qui, sul testo del Professor Marcello Serra,
esterna il vero spirito della sua arte e fissa
le più artistiche fotografie a colori di luoghi,
monumenti, paesaggi, antichità, che solo un
autentico artista poteva riuscire a catturare
col suo obiettivo, dalla terra e dal cielo.
Silvio
Peluffo,
come
regista, in 37
anni
di
attività
nel
mondo cinematografico,
ha realizzato 93 opere tra film,
documentari, lungometraggi, ricevendo centinaia
di premi, sia da Enti
italiani,
come medaglie
d’oro,
targhe,
trofei
come
il
1°
Premio
assoluto
V
Rassegna Cinematografica Venezia, Trofeo
Nazionale Film Turistico Venezia, e ancora premi
e trofei da Olbia, Napoli, Roma, come il Trofeo
Vittoria Alata
Teatro Greco Siracusa, sia da Enti
americani come l’Award of Merit Cincinnati
Ohio USA, Chiave d’Oro città di
Detroit USA, e tanti altri ancora.
Attraversò
da
solo
il
Mare
di
Sabbia
di
Kalamscio nel
Sahara africano,
esplorò
i
Monti Tummo e Tibesti e Akakus alla
ricerca delle civiltà Sahariane, e riportò
testimonianza delle civiltà puniche,
greco-romane nel Sahara, Nord Africa, dei Tuareg
e Tibbu, berberi e arabi, sugli indiani
d’America e sulla glaciazione delle cascate del
Niagara.
Silvio Peluffo rimane nel cuore di tutti
gli amici che lo ebbero vicino negli anni in cui
la vita, semplice e sicura, vissuta
in terra d’Oltremare, teneva unita tutta
la gioventù laddòve
l’Italia era sempre presente.
(Aldo Maria Calandra)