26 febbraio 2013

Valentino Parlato
Il risultato di
queste elezioni è, senz’altro, negativo e anche pericoloso: la
rimonta del Pdl non è il prodotto dell’abilità istrionica di
Berlusconi, ma la conferma che in Italia c’è una forza
consistente di destra, che nell’attuale congiuntura economica e
politica può dare un duro colpo alla nostra zoppicante
democrazia. Egualmente rilevante, sul lato opposto, è il
risultato del partito di Bersani, che si è compromesso con Monti
e che non ha più una unità culturale e anche politica. Si
aggiunga l’insuccesso delle nuove liste di sinistra. E, su tutto,
pesa la crisi economica e sociale, che è ben lontana
dall’esaurirsi. Per concludere il pericolo di uno spostamento a
destra è innegabile.
Detto tutto questo penso che siamo al fondo della crisi politica
e, forse (ed è questo quello che penso), diventa possibile,
oltre che necessaria, un’inversione di rotta e una ripresa delle
sinistre. Dentro il Pd può maturare la convinzione che la linea,
sedicente responsabile, di Bersani vada abbandonata e che sia
vitale una netta ripresa di obiettivi di sinistra (è indubbio
che l’apparentamento con Monti è stato disastroso). Il Pd dovrà
convincersi a essere meno saggio e riprendere un rapporto con le
forze sociali oggi massacrate dalla crisi economica e, quindi,
impegnarsi seriamente nel sostegno delle rivendicazioni vitali
dei lavoratori, dei disoccupati e di un ceto medio
proletarizzato. Per dirla brutalmente: meno senso di
responsabilità e più impegno nella lotta sociale e politica.
In questo quadro c’è ed è importante l’incognita Grillo e non
tanto il partito (che non so in che misura ci sia) quanto i suoi
eletti e le personalità del suo schieramento. E da questo punto
di vista mi è sembrata utile l’intervista diNichi Vendola nella
quale sollecitava una positiva attenzione allo schieramento
Cinque Stelle per avviare rivendicazioni e lotte su quegli
obiettivi che sono comuni e di sinistra.
Certo, c’è il detto “al peggio non c’è fine”, ma siamo a un
peggio del quale mi pare impossibile andare oltre. Al punto
disastroso al quale siamo arrivati mi pare inevitabile una seria
autocritica delle attuali forze che si dicono di
sinistra.Un’autocritica severa e intelligente e quindi
l’individuazione di obiettivi di lotta politica e sociale sui
quali si possa convergere con personalità del variegato
schieramento del variegato movimento Cinque Stelle.
Insomma il risultato di queste elezioni è tremendo e pericoloso,
ma mi pare stia maturando la coscienza che non si possa andare
oltre e che sia il tempo di una analisi seria dello stato dei
fatti e, quindi, di promuovere iniziative sociali e politiche in
grado di cambiare rotta. Nell’attuale situazione mi sembra
possibile oltre che necessario. E’ tempo dell’ottimismo della
volontà.
Questo articolo è stato pubblicato sul
Manifesto martedì,
26 febbraio 2013 alle 23:52 e classificato in Interventi
e Opinioni.
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