Il signor di Bric a Brac
A Roma si presenta 'Il signor di Bric a Brac', film su Valentino
Parlato
Com'è un comunista, uno di quelli doc? Per saperlo basta andare
a vedere la videobiografia di Valentino Parlato, co-fondatore e
per lunghi anni, in tandem con Luigi Pintor e Rossana Rossanda,
direttore del Manifesto. Un video di oltre 50 minuti in cui
Parlato racconta di come, da anonimo ragazzo di origine
siciliana nato in Libia e da lì cacciato per la sua precoce
vocazione al dissenso, evitò di diventare un avvocato qualsiasi
per entrare nel particolare mondo del giornalismo militante, che
ancora oggi instancabilmente pratica.
Il signor di Bric a Brac,
questo il titolo del film, "non è un nobile feudatario ma un
uomo che racconta la sua vita come rovistasse in un cassetto
pieno di oggetti preziosi e gioielli falsi". Così Valentino
Parlato racconta la sua vita, cominciando dalla sua passione per
i libri per poi passare ai ricordi personali: dall'infanzia in
Libia, la guerra, il pogrom contro gli ebrei di Tripoli e le
alternate passioni politiche, fino alla militanza comunista che
gli costerà l'espulsione dalla Libia, un foglio di via che
Parlato col senno di poi giudicherà un colpo di fortuna.
Rimpatriato, da Roma inizia la sua carriera da comunista.
Comincia come correttore di bozze per l'Unità fino alla sezione
economica del comitato centrale del Pci a Botteghe Oscure. Poi
nel 1964, con la morte di Togliatti, entra a Rinascita. Ha una
breve parentesi di collaborazioni con la Banca Mondiale, cosa
non vista di buon occhio da alcuni ''compagni'' del Pci.
Un viaggio inedito e originale nel nostro passato che
contribuisce, nel presente, a sostenere le disastrate finanze de
Il Manifesto destinatario di una parte degli incassi delle
vendite. Appuntamento alla Feltrinelli della Galleria Sordi di
Roma, 5 febbraio alle 18,30.
Parlato
racconta dei personaggi e dei discorsi fatti passeggiando per il
quinto piano di Botteghe Oscure. In seguito comincia l’avventura
con il manifesto, prima la rivista, poi l’espulsione dal Pci e
quindi il manifesto “quotidiano comunista”, in edicola tutti i
giorni dal 28 aprile 1971, libero da padroni nonostante, i suoi
cronici problemi finanziari . Qui si passa ai grandi cambiamenti
di fine millennio, soprattutto nel mondo del lavoro. Dagli
operai, alla catena di Mirafiori, ai precari. La crisi della
sinistra “che non si riconosce neanche allo specchio”. La crisi
del sistema che è anche causa di problemi per l’amministratore
delegato della Fiat. Il racconto comprende, sempre in uno stile
colloquiale, incontri con personaggi della scena italiana, come
il patron di Mediobanca Enrico Cuccia. Considerazioni sulla
prima e la cosiddetta seconda repubblica. Infine si autocritica
per quello che egli stesso considera la sua poca serietà e
spiega il motivo dell’espulsione dalla Libia, per ordine
dell’Autorità militare britannica, che lo ha trasformato da
anonimo avvocato a noto giornalista.
(04-02-2007)
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Il documentario della
storia autobiografica di Valentino Parlato (clicca
sull'immagine) |
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