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Aprile 1° Maggio 2003
GLI EXLALI A MALTA
Cronaca del Raduno
Eravamo già su Malta quando l'aereo
facendo una piccola virata, mi ha permesso di vedere, dall'alto, una parte di
costa e quindi ammirare lo splendido colore del mare. Un blu intenso con
piccoli tratti di verde smeraldo: senz'altro un bel biglietto da visita. Dopo
alcuni minuti, l'attcrraggio e quindi il primo colpo d'occhio ad una terra piuttosto
arida, denuncia evidente di scarse precipitazioni. Era la prima volta che visitavo
Malta, terra che mi appartiene geneticamente, per un quarto: mia nonna
paterna, Giara Peni, era maltese. Per la verità era la seconda volta, ma la
precedente, solo per motivi di lavoro: tre giorni di uffici, chiacchiere e
scartoffie.
Sull'aereo
partito da Milano, eravamo solo in tre: Fratel Piero, mia moglie ed io. Ad
aspettarci, la Sig.ra Anna Grech.
Anna
ci ha accolti con lo zelo e la cortesia della vera .padrona di casa. Sempre
disponibile, ha fatto di tutto per renderci il soggiorno il più gradevole
possibile, avendo tuttavia qualche rammarico per piccoli problemi sorti in fase
organizzativa. Da Roma, via Alitalia, ci avevano preceduto i coniugi
Terranova/Isidori, De Nardo/Jackson, la Sig.ra Laura Vittori Spadavecchia. Il
gruppo più numeroso, sempre da Roma ma con Air Malta, è arrivato subito dopo
capeggiato da Antonino Capodieci alias il sergente di ferro: i coniugi
Sigg. Sofia/Pazourakis, Sospirato / Drago, Pivetta / Carniel, Badalucco /
Salerno, Consolandi / Marson, Tufano / Torre, Fiorito / Landucci, Luna /
Augugliaro, Bucci / Carbini, De Silvestro / Narcisi, Hanni Nicola e sorella
Anna Maria, Sigg. Leone Vincenzo, Dal Passo Claudio, Taliana Salvatore e Sig.re
Dugo Cecilia, Spadavecchia Maria, Galante Francesca. Si è così completato il
gruppo composto da 37 ex-lasalliani, extripolini ed alcuni simpatizzanti. Il
Presidente Ing. Giancarlo Consolandi, nonostante gli impegni di lavoro, ha
voluto essere presente all'incontro con i Lasalliani Maltesi, arrivando il sabato
e ripartendo il mercoledì.
Anche
ad Antonino Capodieci i nostri ringraziamenti per aver curato quasi tutta l'organizzazione
dedicando tempo, pazienza e sobbarcandosi l'onere delle responsabilità. Il "sergente di
ferro", tuttavia, ricordandosi dei suoi trascorsi di arbitro (arbitro
"sgamorra" per i Libici appassionati di calcio), ha continuamente
minacciato cartellini rossi mentre giornalmente distribuiva con ferocia
cartellini gialli a iosa. Pare che una tipografia maltese abbia sospeso
l'attività propria, per dedicarsi alla stampa di tali cartellini.
Tutti
alloggiati all'hotel Bernard situato a St. Ju-Hans in prossimità della St.
George's Bay Hotel modesto ma decoroso. Purtroppo l'hotel Bernard si trova nell'epicentro
di tutte le discoteche di Malta ed i giovani Maltesi non hanno la febbre
solo il sabato sera ma tutte le sere e tutte le notti e fino alle
cinque del mattino. Beata gioventù! Affidati ad una guida motto preparata,
cortese e gentile, abbiamo, in cinque giorni, visitato i luoghi più importanti
e caratteristici di Malta. La visita ci ha permesso di accertare che non rutto
l'arcipelago è arido, anzi ci sono molte zone verdi, molti vitigni, e molte
piante tipiche del clima mediterraneo soprarutto sull'isola di Gozo. Il mare è
stupendo con acqua trasparente. Le spiagge sabbiose si alternano a piccole baie
rocciose alcune raggiungibili solo dal mare. Mozzafiato le alte falesie del
sud. La posizione strategica ha reso Malta importante ma è stata anche causa
di tutti i suoi guai. Prima i Fenici, per la verità più commercianti che
guerrieri, poi Cartaginesi, Romani, Vandali, Goti, Bizantini, Arabi, Normanni,
Svevi, Spagnoli, Turchi, Cavalieri, Francesi ed Inglesi. Poi l'indipendenza e,
di recente, l'adesione all'Europa che ha così ritrovato il suo confine
meridionale. Anche Omero ha scelto Gozo per una delle tappe delle peripezie del
suo eroe. Ulisse incontrò Calipso e se la grotta che abbiamo
visto a Gozo non è proprio come quella descritta nell'Odissea, per le vie del
centro della Valletta abbiamo incrociato molte discendenti della bella ninfa
figlia di Atlante. Del periodo dell'occupazione fenicia fino a quello della
presenza bizantina, rimangono pochissime tracce, mentre tutti i successivi
occupanti hanno lasciato qualcosa di positivo. Due, però, sono gli episodi
storici che hanno lasciato un'impronta decisiva: il naufragio di San Paolo
e San Luca e l'arrivo da Rodi dei componenti l'Ordine Ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni. Questi
ultimi, ai quali si devono quasi tutte le bellezze architettoniche ed
artistiche di Malta, nonché le fortificazioni che resero inespugnabile
l'arcipelago e la Valletta in particolare, si radicarono a tal punto che sono
conosciuti e ricordati come Cavalieri di Malta e non già con il loro
vero nome. Abbiamo appreso molto dal filmato "Due milioni di anni di
storia" che avrei voluto rivedere perché mi è sembrato che, la scritta
in arabo che compare per pochi secondi durante il documentario, sia proiettata
alla rovescia (caratteri da sinistra verso destra invece del contrario).
Quasi
tutti gli edifici antichi e recenti dell'Arcipelago, sono costruiti con una
pietra particolare di una vaga colorazione gialla. La scarsa robustezza di
questa pietra la rende facile da tagliare e scolpire. Si possono in tal modo
creare piccole opere d'arte sopratutto nella decorazione dei balconi. Tuttavia
la mancata intonacatura e successiva colorazione, rende il tutto troppo
monotono e da una sensazione d'incompiuto
Caratteristica
Maina, Rabat, antica capitale al tempo della dominazione araba, le
Catacombe, La Valletta costruita su una piccola penisola che termina con la
fortificazione di Sant'Elmo e Sliema. A Sliema Ferry abbiamo preso il battello
per l'escursione nel Porto. È bello vedere Malta dal mare. Interessante anche l'escursione
all'isola di Gozo, dove, in lontananza abbiamo ammirato la spiaggia rossa
di San Blas e quella di Ramla Bay. Abbiamo anche conosciuto la Malta
antichissima visitando i Templi Mega-litici di Tarxien, Magar Qlm e
Mnajdra (età del rame) nonché le grotte di Ghar Dlam dove sono stati trovati resti di animali risalenti all'era quaternaria.
Al
sud di Malta suggestiva gita in barca alle grotte marine, ma la successiva
sosta presso la spiaggia di Birzebbu-ga, nel darci conferma della
trasparenza delle acque e del loro colore, ci ha anche presentato la mostruosa
costruzione del Porto Franco. Essa deturpa il paesaggio ma significa anche
posti di lavoro ed ossigeno per l'economia,
quindi bisogna accettarla. Splendida la Cattedrale di San
Giovanni, nella Capitale, la Cattedrale di Medi-na e stupenda anche
dal punto di vista architettonico la Chiesa di Mosta. La costruzione, ad
imitazione del Pantheon di Roma, è inferiore, per grandezza, soltanto a San
Pietro ed a Santa Sofia. Durante la seconda guerra mondiale, una bomba non fu
"intelligente" perché anziché colpire il vicino aeroporto colpì in
pieno la Chiesa ma fu tanto "intelligente" da non esplodere. La
Chiesa era gremita di fedeli e sarebbe stata una strage. La guida molto brava
e preparata ci ha illustrato tutte le opere di cui sono ricche le Chiese.
Talvolta Fratel Piero, a guida lontana, con grande discrezione, ha rettificato
qualche particolare della spiegazione, ma è dovuto intervenire poche volte. La
religiosità e la devozione del popolo maltese non sono certo in discussione ma
alcune credenze e superstizioni si tramandano da secoli e sono tuttora vive.
La guida ci ha fatto notare, mostrandoci una Cattedrale, che ambedue i campanili
avevano l'orologio. Ma uno era solo dipinto e ciò per ingannare il diavolo che
sbaglierebbe così l'esatto momento della morte e quindi impossibilitato a
catturare l'anima. Altre precauzioni antimalocchio sono comuni anche da noi.
I Maltesi sono molto affabili, cortesi ed ospitali. Nel
"tempi liberi", se si chiedeva loro qualche informazione erano
disposti anche ad accompagnarci. Per gli italiani che parlano l'arabo, non e
difficile capire la lingua maltese: ovviamente capire non vuol dire parlare.
I
partecipanti al 5° Raduno, quasi tutti ex-concittadini, inevitabilmente si sono
scambiati le classiche domande ...
"Ti
ricordi... ?": segno che anche se e passato tanto tempo, i tempi andati si
r cordano volentieri.
Sentendo
chiamare un signore col cognome di Sospirato, mi sono avvicinato chiedendogli
se fosse lo stesso Sospirato dei famosi "Diavoli" corridori sulla carbonella
dello speedway del Molo Sottoflutto.
-Sì
- mi ha risposto, ringiovanendo di colpo. - Ma erano meglio le Norton, le BSA o
le Guzzi?
-
E nnnno! - ha precisato - le moto
dovevano essere tutte uguali erano tutte Matchless - .
Ha
aggiunto però, sornione che qualcuna era leggermente diversa nella sua
officina i pistoni lievitavano mediante riporti in metallo in testa mentre
le marmitte, che erano la sua specialità opportunamente modificate, rendevano
terrorizzante il rumore delle accelerazioni. Prima della partenza, 1 ultimo
tocco: un po' di olio di ricino nella benzina La bravura consisteva più nell’
affrontare le curve che accelerare nel breve rettilineo: più del manubrio
contavano le gambe. Mi disse che una volta il simpatico Apicella ci provò.
Benedisse la robustezza della rete di protezione e per molto tempo in
Cattedrale, tutte le sere uno sconosciuto, disse il Parroco, entrava
furtivamente a mettere un Cero. Ho chiesto ai coniugi Pivetta, originari l'uno di Crispi l'altra di Breviglieri,
se avessero avuto notizie dei loro Poderi. Il Sig
Pivetta mi ha detto di aver visto delle fotografie recenti: il deserto aveva
ripreso possesso di quelle terre dalle quali era stato cacciato dai loro nonni
e dai loro genitori. Ho notato che dai loro visi non traspariva
soddisfazione ma un grande dispiacere per quanto sudore e fatica era costato il
rendere fertile dopo tanti anni un pezzo di deserto.
Anche Umberto Consolandi ricorda con piacere il lavoro da lui
svolto m Libia alla base americana nonché gli anni tripolini" ma adesso
non cambierebbe la sua Brindisi nemmeno per Miam iBeach.
A
parte la gita turistica, lo scopo del viaggio era il presentare le più vive
felicitazioni ai De La Salle Brothers per il centenario della loro presenza a
Malta e rinsaldare il''gemellaggio".
Sabato
26, intorno alle 19.30, allo Stella Maris College, abbiamo incontrato Brother
Louis, Direttore dell'Istituto, Grech Mark, Presidente e David Musu,
coordinatore, il Direttore ci ha fatto visitare le aule, spiegando per sommi
capi i loro sistemi di insegnamento. In una pausa mi sono avvicinato a Brother
Louis e, conoscendo la qualità dell'educazione che i Fratelli Cristiani danno a
tutti i loro allievi, gli ho chiesto se qualcuno di quest'ultimi, includendo
anche quelli di Cottonera, avesse "fatto strada" e fosse diventato,
nella vita, Qualcuno con la Q
maiuscola. Non mi ha capito e ciò mi ha convinto, per il futuro, a rivedere il
mio inglese e relativa pronuncia.
Subito
dopo, lo scambio di doni-ricordo fra i due Presidenti Sigg. Consolanti e Grech
preceduto, ovviamente, da di scorsi di benvenuto da parte Maltese e di
congratulazioni per il centenario da parte dei nostri Dirigenti.
La
bella ricorrenza andava festeggiata per cui, allietati da un duo di bravi chitarristi,
abbiamo gustato quanto preparato con cura dalle Signore Anna Grech e Karen
Zammit Manduca. Abbiamo incontrato alcuni Signori Maltesi ex Tripolini: Sigg.
Aquilina, Falzon, Meilak ed i fratelli Grech (spero non aver dimenticato
nessuno).
La
domenica mattina, visita al De La Salle-College Cottonera dove abbiamo
assistito alla S. Messa. Successivamente incontro con il Direttore Brother
Martin Borg il Presidente Charles Mizzi, il Segretario Carlo Galea, l'Assessore
James Calleia. Scambio di doni ricordo e discorsi dei due Presidenti. Il
Presidente Mizzi, a nome della Comunità dei Fratelli e degli ex-Allievi
dell'Istituto, ci ha ringraziato per aver voluto partecipare alla ricorrenza
del primo centenario della presenza a Malta dei Fratelli delle Scuole
Cristiane, augurandosi che questi incontri siano sempre più frequenti. Dall'Ing
Consolandi, auguri per un futuro sempre più prodigo di successi e soddisfazioni Gli ex-Allievi non sono solo amici ma una
grande famiglia. Il Presidente ha concluso il suo discorso rinnovando
ringraziamenti per la calorosa accoglienza. I Dirigenti dell'Istituto Cottonera hanno voluto che
tutti noi ricordassimo il centenario e gentilmente
ci hanno donato un souvenir offerto insieme ad un ricco "happy
hour". Quindi la visita a tutto il Collegio, la cui struttura e grandiosa
e la posizione stupenda. Anche Capodieci ha voluto che rimanesse un tangibile
ricordo di questo raduno. Per tutti, una medaglia dorata in una confezione
particolare che serve da supporto.
Mercoledì
30, visita alla Scuola Materna San Benildo. La Direttrice Sig.ra Miriam Zammit,
ci ha dato il benvenuto illustrandoci l'attività didattica dell'Istituto.
Quindi in un teatrino all'aperto, l'esibizione canora dei piccoli allievi.
Sotto l'appassionata direzione della Sig.ra Valery Sechelle, i piccoli coristi
hanno cantato alcune canzoni. Sono stati molto bravi, ma non correvano alcun
rischio. Erano al cospetto di occhi ed orecchie di nonni (o potenziali tali)
per tradizione molto più indulgenti dei genitori. Un bambino, molto
intraprendente e da solista, ha cantato, in chiusura "Qué sera,
sera". Subito adottato da tutti. Ho visto, tra le nonne, qualche
occhio lucido. Poi le parti si sono invertite e gli spettatori sono diventati
artisti. Per insistenza della Sig.ra
Valery, gran parte di noi ospiti si è esibita in un appassionante coro. Bravi anch'essi, tenendo conto dell'improvvisazione
e mancanza di prove. Nessuno, tuttavia, ha
avuto il coraggio
di chiedere il parere
ai piccoli scolaretti-coristi. Assente il Presidente, è sorto
il problema di chi dovesse fare un
discorso di congratulazioni e ringraziamenti. Capodieci dopo uno sguardo invitante a tutti i partecipanti, armatosi di
microfono ha fatto un piccolo "speech" parte in inglese e parte in italiano.
Anche
quella mattina,
l'ospitalità maltese non si è smentita. Ci è stato servito un ottimo rinfresco.
Quindi
il ritorno a casa contenti e soddisfatti e .... chi non lo era? Beh! Manzoni conclude il suo
romanzo più famoso
con questa frase ... "la
quale se non v'è dispiaciuta affatto vogliatene bene a chi l'ha scritta (in
questo caso a chi l'ha organizzata) e anche un
pochino a chi l'ha raccomodata. Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi,
credete che non s'è fatto apposta". Sulla via del ritorno, qualcuno
mi ha detto: "Visto che siamo Lasalliani, perché non fare un viaggio in
Francia per visitare i luoghi dove il Fondatore ha operato e vissuto?".
Giro
quanto sopra a chi di dovere.
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