La stanza di Roberto Longo

Roberto Longo

24 Aprile   1° Maggio 2003

GLI EXLALI A MALTA

Cronaca del Raduno

Eravamo già su Malta quando l'aereo facendo una piccola vira­ta, mi ha permesso di vedere, dall'alto, una parte di costa e quindi ammirare lo splendido colore del mare. Un blu inten­so con piccoli tratti di verde smeraldo: senz'altro un bel biglietto da visita. Do­po alcuni minuti, l'attcrraggio e quindi il primo colpo d'occhio ad una terra piut­tosto arida, denuncia evidente di scarse precipitazioni. Era la prima volta che vi­sitavo Malta, terra che mi appartiene ge­neticamente, per un quarto: mia nonna paterna, Giara Peni, era maltese. Per la verità era la seconda volta, ma la precedente, solo per motivi di lavoro: tre gior­ni di uffici, chiacchiere e scartoffie.

Sull'aereo partito da Milano, eravamo solo in tre: Fratel Piero, mia moglie ed io. Ad aspettarci, la Sig.ra Anna Grech.

Anna ci ha accolti con lo zelo e la cor­tesia della vera .padrona di casa. Sempre disponibile, ha fatto di tutto per renderci il soggiorno il più gradevole possibile, avendo tuttavia qualche rammarico per piccoli problemi sorti in fase organizza­tiva. Da Roma, via Alitalia, ci avevano preceduto i coniugi Terranova/Isidori, De Nardo/Jackson, la Sig.ra Laura Vitto­ri Spadavecchia. Il gruppo più numero­so, sempre da Roma ma con Air Malta, è arrivato subito dopo capeggiato da Anto­nino Capodieci alias il sergente di ferro: i coniugi Sigg. Sofia/Pazourakis, Sospi­rato / Drago, Pivetta / Carniel, Badalucco / Salerno, Consolandi / Marson, Tufano / Torre, Fiorito / Landucci, Luna / Augugliaro, Bucci / Carbini, De Silvestro / Narcisi, Hanni Nicola e sorella Anna Maria, Sigg. Leone Vincenzo, Dal Passo Claudio, Taliana Salvatore e Sig.re Dugo Cecilia, Spadavecchia Maria, Galante Francesca. Si è così comple­tato il gruppo composto da 37 ex-lasalliani, ex­tripolini ed alcuni simpatizzanti. Il Presidente Ing. Giancarlo Consolandi, nonostante gli im­pegni di lavoro, ha volu­to essere presente all'in­contro con i Lasalliani Maltesi, arrivando il sa­bato e ripartendo il mer­coledì.

Anche ad Antonino Capodieci i nostri rin­graziamenti per aver curato quasi tutta l'organizzazione dedi­cando tempo, pazienza e sobbarcandosi l'onere delle responsabilità. Il "sergente di ferro", tuttavia, ricor­dandosi dei suoi trascorsi di arbitro (arbitro "sgamorra" per i Libici ap­passionati di calcio), ha continuamente minaccia­to cartellini rossi mentre giornalmente distribuiva con ferocia cartellini gialli a iosa. Pare che una tipografia maltese abbia sospeso l'attività propria, per dedicarsi alla stampa di tali cartellini.

Tutti alloggiati all'hotel Bernard situato a St. Ju-Hans in prossimità della St. George's Bay Hotel modesto ma decoroso. Pur­troppo l'hotel Bernard si trova nell'epi­centro di tutte le discoteche di Malta ed i giovani Maltesi non hanno la febbre so­lo il sabato sera ma tutte le sere e tutte le notti e fino alle cinque del mattino. Bea­ta gioventù! Affidati ad una guida motto preparata, cortese e gentile, abbiamo, in cinque giorni, visitato i luoghi più im­portanti e caratteristici di Malta. La visi­ta ci ha permesso di accertare che non rutto l'arcipelago è arido, anzi ci sono molte zone verdi, molti vitigni, e molte piante tipiche del clima mediterraneo so­prarutto sull'isola di Gozo. Il mare è stupendo con acqua trasparente. Le spiagge sabbiose si alternano a piccole baie roc­ciose alcune raggiungibili solo dal mare. Mozzafiato le alte falesie del sud. La po­sizione strategica ha reso Malta impor­tante ma è stata anche causa di tutti i suoi guai. Prima i Fenici, per la verità più commercianti che guerrieri, poi Cartagi­nesi, Romani, Vandali, Goti, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Spagnoli, Tur­chi, Cavalieri, Francesi ed Inglesi. Poi l'indipendenza e, di recente, l'adesione all'Europa che ha così ritrovato il suo confine meridionale. Anche Omero ha scelto Gozo per una delle tappe delle peripezie del suo eroe. Ulisse incontrò Calipso e se la grotta che abbiamo visto a Gozo non è proprio come quella descrit­ta nell'Odissea, per le vie del centro del­la Valletta abbiamo incrociato molte di­scendenti della bella ninfa figlia di Atlante. Del periodo dell'occupazione fenicia fino a quello della presenza bi­zantina, rimangono pochissime tracce, mentre tutti i successivi occupanti hanno lasciato qualcosa di positivo. Due, però, sono gli episodi storici che hanno lascia­to un'impronta decisiva: il naufragio di San Paolo e San Luca e l'arrivo da Rodi dei componenti l'Ordine  Ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni. Questi ul­timi, ai quali si devono quasi tutte le bel­lezze architettoniche ed artistiche di Malta, nonché le fortificazioni che rese­ro inespugnabile l'arcipelago e la Vallet­ta in particolare, si radicarono a tal pun­to che sono conosciuti e ricordati come Cavalieri di Malta e non già con il loro vero nome. Abbiamo appreso molto dal filmato "Due milioni di anni di storia" che avrei voluto rivedere perché mi è sembrato che, la scritta in arabo che compare per pochi secondi durante il do­cumentario, sia proiettata alla rovescia (caratteri da sinistra verso destra invece del contrario).

Quasi tutti gli edifici antichi e recenti dell'Arcipelago, sono costruiti con una pietra particolare di una vaga colorazio­ne gialla. La scarsa robustezza di questa pietra la rende facile da tagliare e scolpire. Si possono in tal modo creare piccole opere d'arte sopratutto nella decorazione dei balconi. Tuttavia la mancata intona­catura e successiva colorazione, rende il tutto troppo monotono e da una sensa­zione d'incompiuto

Caratteristica Maina, Rabat, antica ca­pitale al tempo della dominazione araba, le Catacombe, La Valletta costruita su una piccola penisola che termina con la fortificazione di Sant'Elmo e Sliema. A Sliema Ferry abbiamo preso il battello per l'escursione nel Porto. È bello vede­re Malta dal mare. Interessante anche l'escursione all'isola di Gozo, dove, in lontananza abbiamo ammirato la spiag­gia rossa di San Blas e quella di Ramla Bay. Abbiamo anche conosciuto la Mal­ta antichissima visitando i Templi Mega-litici di Tarxien, Magar Qlm e Mnajdra (età del rame) nonché le grotte di Ghar Dlam dove sono   stati trovati re­sti di ani­mali   risa­lenti all'e­ra  quater­naria.

Al sud di Malta sug­gestiva gi­ta in barca alle grotte marine, ma la succes­siva sosta presso la spiaggia di Birzebbu-ga, nel dar­ci confer­ma della trasparenza delle acque e del lo­ro colore, ci ha anche presentato la mo­struosa costruzione del Porto Franco. Es­sa deturpa il paesaggio ma significa an­che posti di lavoro ed ossigeno per l'e­conomia,  quindi  bisogna  accettarla. Splendida la Cattedrale di San Giovan­ni, nella Capitale, la Cattedrale di Medi-na e stupenda anche dal punto di vista architettonico la Chiesa di Mosta. La costruzione, ad imitazione del Pantheon di Roma, è inferiore, per grandezza, soltan­to a San Pietro ed a Santa Sofia. Duran­te la seconda guerra mondiale, una bom­ba non fu "intelligente" perché anziché colpire il vicino aeroporto colpì in pieno la Chiesa ma fu tanto "intelligente" da non esplodere. La Chiesa era gremita di fedeli e sarebbe stata una strage. La gui­da molto brava e preparata ci ha illustra­to tutte le opere di cui sono ricche le Chiese. Talvolta Fratel Piero, a guida lontana, con grande discrezione, ha rettificato qualche particolare della spiegazione, ma è dovuto intervenire poche volte. La religiosità e la devozione del popolo maltese non sono certo in discus­sione ma alcune credenze e superstizioni si tramandano da secoli e sono tuttora vi­ve. La guida ci ha fatto notare, mostrandoci una Cattedrale, che ambedue i cam­panili avevano l'orologio. Ma uno era solo dipinto e ciò per ingannare il diavo­lo che sbaglierebbe così l'esatto momen­to della morte e quindi impossibilitato a catturare l'anima. Altre precauzioni antimalocchio sono comuni anche da noi.

I Maltesi sono molto affabili, cortesi ed ospitali. Nel "tempi liberi", se si chie­deva loro qualche informazione erano disposti anche ad accompagnarci. Per gli italiani che parlano l'arabo, non e difficile capire la lingua maltese: ovviamente capire non vuol dire parlare.

I partecipanti al 5° Raduno, quasi tutti ex-concittadini, inevitabilmente si sono scambiati le classiche domande ...

"Ti ricordi... ?": segno che anche se e passato tanto tempo, i tempi andati si r cordano volentieri.

Sentendo chiamare un signore col co­gnome di Sospirato, mi sono avvicinato chiedendogli se fosse lo stesso Sospirato dei famosi "Diavoli" corridori sulla car­bonella dello speedway del Molo Sottoflutto.

-Sì - mi ha risposto, ringiovanendo di colpo. - Ma erano meglio le Norton, le BSA o le Guzzi?

- E nnnno! - ha precisato  - le moto dovevano essere tutte uguali erano tutte Matchless - .

Ha aggiunto però, sornio­ne che qualcuna era leggermente diver­sa nella sua officina i pistoni lievitavano mediante riporti in metallo in testa men­tre le marmitte, che erano la sua specia­lità opportunamente modificate, rende­vano terrorizzante il rumore delle accele­razioni. Prima della partenza, 1 ultimo tocco: un po' di olio di ricino nella benzina La bravura consisteva più nell’ affrontare le curve che accelerare nel bre­ve rettilineo: più del manubrio contava­no le gambe. Mi disse che una volta il simpatico Apicella ci provò. Benedisse la robustezza della rete di protezione e per molto tempo in Cattedrale, tutte le sere uno sconosciuto, disse il Parroco, entrava furtivamente a mettere un Cero. Ho chiesto ai coniugi Pivetta, originari l'uno di Crispi l'altra di Breviglieri, se avessero avuto notizie dei loro Poderi. Il Sig Pivetta mi ha detto di aver visto del­le fotografie recenti: il deserto aveva ri­preso possesso di quelle terre dalle quali era stato cacciato dai loro nonni e dai lo­ro genitori. Ho notato che dai loro visi non traspariva soddisfazione ma un grande dispiacere per quanto sudore e fatica era costato il rendere fertile dopo tanti anni un pezzo di deserto.

Anche Umberto Consolandi ricorda con piacere il lavoro da lui svolto m Libia alla base americana nonché gli anni tri­polini" ma adesso non cambierebbe la sua Brindisi nemmeno per Miam iBeach.

A parte la gita turistica, lo scopo del viaggio era il presentare le più vive feli­citazioni ai De La Salle Brothers per il centenario della loro presenza a Malta e rinsaldare il''gemellaggio".

Sabato 26, intorno alle 19.30, allo Stel­la Maris College, abbiamo incontrato Brother Louis, Direttore dell'Istituto, Grech Mark, Presidente e David Musu, coordinatore, il Direttore ci ha fatto visi­tare le aule, spiegando per sommi capi i loro sistemi di insegnamento. In una pausa mi sono avvicinato a Brother Louis e, conoscendo la qualità dell'educazione che i Fratelli Cristiani danno a tutti i loro allievi, gli ho chiesto se qualcuno di que­st'ultimi, includendo anche quelli di Cottonera, avesse "fatto strada" e fosse di­ventato, nella vita, Qualcuno con la  Q maiuscola. Non mi ha capito e ciò mi ha convinto, per il futuro, a rivedere il mio inglese e relativa pronuncia.

Subito dopo, lo scambio di doni-ricor­do fra i due Presidenti Sigg. Consolanti e Grech preceduto, ovviamente, da di scorsi di benvenuto da parte Maltese e di congratulazioni per il centenario da parte dei nostri Dirigenti.

La bella ricorrenza andava festeggiata per cui, allietati da un duo di bravi chi­tarristi, abbiamo gustato quanto prepara­to con cura dalle Signore Anna Grech e Karen Zammit Manduca. Abbiamo in­contrato alcuni Signori Maltesi ex Tripo­lini: Sigg. Aquilina, Falzon, Meilak ed i fratelli Grech (spero non aver dimentica­to nessuno).

La domenica mattina, visita al De La Salle-College Cottonera dove abbiamo assistito alla S. Messa. Successivamente incontro con il Direttore Brother Martin Borg il Presidente Charles Mizzi, il Segretario Carlo Galea, l'Assessore James Calleia. Scambio di doni ricordo e di­scorsi dei due Presidenti. Il Presidente Mizzi, a nome della Comunità dei Fra­telli e degli ex-Allievi dell'Istituto, ci ha ringraziato per aver voluto partecipare alla ricorrenza del primo centenario del­la presenza a Malta dei Fratelli delle Scuole Cristiane, augurandosi che questi incontri siano sempre più frequenti. Dall'Ing Consolandi, auguri per un futuro sempre più prodigo di successi e soddi­sfazioni  Gli ex-Allievi non sono solo amici ma una grande famiglia. Il Presi­dente ha concluso il suo discorso rinnovando ringraziamenti per la calorosa accoglienza. I Dirigenti dell'Istituto Cottonera hanno voluto che tutti noi ricordas­simo il centenario e gentilmente ci han­no donato un souvenir offerto insieme ad un ricco "happy hour". Quindi la visita a tutto il Collegio, la cui struttura e gran­diosa e la posizione stupenda. Anche Capodieci ha voluto che rimanesse un tangibile ricordo di questo raduno. Per tutti, una medaglia dorata in una confezione particola­re che serve da supporto.

Mercoledì 30, visita alla Scuola Materna San Benildo. La Direttrice Sig.ra Miriam Zammit, ci ha dato il benvenuto illustrando­ci l'attività didattica dell'Istituto. Quindi in un teatrino all'aperto, l'esibizione canora dei piccoli allievi. Sotto l'appassionata direzio­ne della Sig.ra Valery Sechelle, i piccoli co­risti hanno cantato alcune canzoni. Sono sta­ti molto bravi, ma non correvano alcun rischio. Erano al cospetto di occhi ed orecchie di nonni (o potenziali tali) per tradizione molto più indulgenti dei genitori. Un bambi­no, molto intraprendente e da solista, ha can­tato, in chiusu­ra "Qué sera, sera". Subito adottato da tut­ti. Ho visto, tra le nonne, qual­che occhio lu­cido. Poi le parti si sono in­vertite e gli spettatori sono diventati artisti. Per insistenza della  Sig.ra Valery, gran parte di noi ospiti si è esibita in un appassionante coro. Bravi anch'essi, tenendo conto dell'improvvisazio­ne e mancanza di prove. Nessuno, tuttavia, ha avuto il coraggio di chiedere il parere ai piccoli scolaretti-coristi. Assente il Presidente, è sorto il problema di chi doves­se fare un discorso di congratulazioni e ringraziamenti. Capodieci dopo uno sguardo invitante a tutti i parteci­panti, armatosi di microfono ha fatto un piccolo "speech" parte in inglese e parte in italiano.

Anche quella mattina, l'ospitalità maltese non si è smentita. Ci è stato servito un ottimo rinfresco.

Quindi il ritorno a casa contenti e soddisfatti e .... chi non lo era? Beh! Manzoni conclude il suo romanzo più famoso con questa frase ... "la quale se non v'è dispia­ciuta affatto vogliatene bene a chi l'ha scritta (in questo caso a chi l'ha organizzata) e anche un pochino a chi l'ha raccomodata.   Ma se  invece fossimo riusciti ad annoiar­vi, credete che non s'è fatto apposta". Sulla via del ritor­no, qualcuno mi ha detto: "Visto che siamo Lasalliani, perché non fare un viaggio in Francia per visitare i luoghi dove il Fondatore ha operato e vissu­to?".

Giro quanto sopra a chi di dovere.