Riceviamo e pubblichiamo con gioia che, due
coppie, e ci auguriamo siano due delle tante,
hanno raggiunto un traguardo importantissimo:
gli oltre sessant’anni di matrimonio.
Sposatesi entrambe nel corso di una terribile
guerra, hanno trascorso dodici/tredici lustri in
perfetto amore, reciproco rispetto, grande
serenità.
Era il 25 Marzo 1943. Giovanni Morelli,
militare, aveva da tre anni, quale madrina di
guerra, la signorina Marietta Caruso. Quindi la
decisione di trasformare la sua madrina in madre
dei suoi figli, il tutto in 24 ore.
Un matrimonio di guerra dunque! Ma che ha
permesso loro di vivere oltre sessanta anni di
pace.
Alla presenza del Sindaco di Rivalta, Signora
Amalia Neirotti, gli “sposini” sono stati
festeggiati insieme ad una coppia, “sessantenne”
come loro, e complimentati anche da altre
coppie che festeggiavano le nozze d’oro.
Dalla Libia, nel 1950, si stabilirono a Giaveno.
Quindi a Rivalta Torinese dove tuttora abitano.
I coniugi Morelli custodiscono con cura, il
“cartoncino” augurale, graditissimo, che Fratel
Amedeo inviò loro il 16 gennaio del 1993. Nella
fotocopia inviata alla Redazione dell’Oasi si
legge: ”alla simpatica copia* di
Sposi Giovanni e Maria Morelli che si apprestano
a festeggiare le proprie nozze d’oro...”
Nella postilla che richiama l’asterisco, una
precisazione:... ”non è un errore, ma di
proposito: per dire....... *copiate!
Un’altra coppia (e qui si esagera!) ha tagliato
il traguardo dei sessantacinque anni di
matrimonio!
Martelli Silvio e Vanda Faggin, entrambi classe
di ferro 1912, si sono sposati infatti il 2
settembre del 1939. Sono testimone sia della
dedizione che Vanda ha dedicato al suo Silvio in
passato, che dell’amore con cui, adesso, Silvio
accudisce la moglie, che soffre più di lui il
peso degli anni.
Martelli Silvio, da militare nel genio civile,
era passato nel 1939 al servizio del genio, ma
da smilitarizzato, in quel di Giado e con ampia
libertà tanto che era subentrato nella gestione
di un bar. Vanda Faggin che era rimasta in
Italia, a servizio di una dama di compagnia di
Corte, la contessa Pisani, rinunciò ad un roseo
avvenire per amore del suo Silvio utilizzando i
soldi per un viaggio a Parigi, dono della
Contessa, per un meno comodo viaggio fino a
Giado. Ma a Giado mancava l’officiante per cui
il matrimonio fu celebrato in un paese vicino,
cioè a Jefren dove c’era un Cappellano
Militare..
La “corriera” che collegava i due paesi del
Gebel Nefusa aveva cadenza settimanale. Quindi
avrebbero dovuto passare una luna di miele
forzata presso l’albergo di Jefren per altri sei
giorni. Ma bisognava tornare al bar, al lavoro
di tutti i giorni. Quindi, con la complicità
del Cappellano…..
“non...si..potrebbe..è..pericoloso..se lo
venisse a sapere il Comandante!...Beh, vediamo
cosa si può fare......”, furono nascosti in un
camion militare che partiva due giorni dopo
proprio per Giado. Quindi, dice Vanda: “Abbiamo
fatto...il viaggio di nozze da clandestini.”
Ride quando lo ricorda e poi: “Ne abbiamo
passate tante! Ma abbiamo sempre ringraziato
Iddio che ci ha dato la salute e la felicità.
Congratulazioni a tutte queste copie*,
come scrisse Fratel Amedeo e nel senso di
“cercate di copiarle”