Nel luglio del 1960 sono stato
ospite dei miei nonni a Roma.
Oltre al piacere di aver
trascorso
qualche giorno con loro, ricordo
di aver passato molte ore
davanti al televisore non
perdendomi né telegiornali, né
caroselli, né spettacoli di
varietà. A Tripoli, dove vivevo,
non avevo ancora questo gioiello
della tecnica e i pochi che lo
possedevano riuscivano a
captare soltanto i programmi
trasmessi dalla locale base
aerea americana. Nelle sale,
prima del film, talvolta veniva
proiettato il
“Cinegiornale” o
la “Settimana Incom”. Ricordo la
voce dall’enfasi molto
particolare del commentatore
“fuori campo”. Tali servizi
cinematografici potevano essere
considerati anticipazioni di
alcune trasmissioni che avremmo
visto, alcuni anni dopo, sul
magico teleschermo.
Il programma televisivo che più
mi aveva colpito, era stato
“Campanile sera” (spero di
ricordare bene il nome). In
questa trasmissione venivano
messi a confronto a “suon” di
quiz due paesini e chi si
aggiudicava la tenzone, riceveva
un compenso in gettoni d’oro
con l’obbligo di usarli per
migliorie al suo “Campanile”
quindi al suo paesino.
Sul DC-6 Alitalia in volo da
Roma a Tripoli non feci altro
che pensare a quel programma e,
nelle due ore e mezza circa di
viaggio, mi venne il desiderio
di “metter su” qualcosa di
simile. “Campanile sera” si
basava solo su domande e
risposte. Ma la gara,
trasportata così sul
palcoscenico, avrebbe potuto
annoiare il pubblico in sala.
Pensai che fosse stato più
giusto basare il quiz sullo
spettacolo e quindi divertire
soprattutto i presenti in sala.
Mi rendevo conto che l’idea non
era di semplice realizzazione in
quanto, fìno a quel momento,
nessuno aveva portato sul
palcoscenico un programma di
quiz per cui ritenei dovessero
esserci delle difficoltà. Si
organizzavano, infatti,
intrattenimenti danzanti durante
i quali alcuni presentatori come
i sigg. Mealli, Teresi ed altri,
proponevano alcune domande a
concorrenti volontari. La
corretta risposta veniva
premiata con premi in bevande,
oggetti vari e prodotti
pubblicitari.
Alcuni proponevano, sempre
nell’ambito di feste danzanti,
concorsi per l’elezione della
Miss in tema con la serata.
Altri riproponevano le canzoni
finaliste al Festival di Sanremo
appena concluso. Abbinando
quindi il programma
all’intrattenimento danzante che era sempre la base della
serata. Ai quiz, alle elezioni
di Miss e alla riproposta delle
canzoni del Festival, il compito
di rendere più movimentata la
festa danzante. Alcune compagnie
di prosa, fra le quali una
dialettale, interpretavano
ottenendo un certo successo,
commedie brillanti. Ma nessuno
aveva pensato di intrattenere
per oltre due ore, per molte
puntate e per molte edizioni,
gli spettatori, soltanto con un
programma basato sul quiz.
La famiglia
Salibra in una
commedia brillante. |
Mi ricordai di un mio ex
compagno di classe, grande
cultore di barzellette, con
battuta sempre pronta e
batterista in una orchestra
molto affermata. Lo disturbai al
telefono nell’azienda dove
lavorava dandogli appuntamento
per la sera stessa al Circolo
Italia perché “avevo in mente
un’idea che ritenevo
fantastica”.
Uccio Villari arrivò puntuale
(stranamente) all’appuntamento.
Con grande foga ed entusiasmo
gli presentai la mia idea:
realizzare, a cadenza
settimanale e con durata di
alcuni mesi, un programma durante il quale due squadre
per ogni puntata si sarebbero
sfidate ad eliminazione diretta
sino al termine delle varie gare
con vincitrice finale. L’idea
però era quella di presentare la
maggioranza dei quiz sotto forma
di scenette poliziesche, dove il
concorrente avrebbe dovuto
indovinare chi fosse
l’”assassino” e, nel caso di
quiz musicale, far eseguire la
canzone e quindi fare la
domanda. Oppure al termine di
una scenetta comica, formulare
la domanda sul contenuto o sui
personaggi. In altre parole non
presentare una noiosa sequela di
domande ma creare scenette,
eseguire canzoni, brani
musicali, disegni allegorici in
modo da divertire il pubblico e
non assillare con nozionismo
concorrenti e spettatori. Il
tutto ovviamente intervallato
anche da altre esibizioni di
cantanti, altri sketch, altre
barzellette non collegate alle
domande da fare ai concorrenti.
Si sarebbe chiamato “Giovedì
quiz” perché, gli dissi, il
giovedì era il giorno della
settimana più favorevole.
Mi seguì con attenzione senza
mai interrompere la mia
concitata ed eccitata
“presentazione”. Notai di aver
colpito nel segno. “Bell’idea.
Ma la cosa non è di facile
realizzazione” mi disse e
proseguì: “innanzi tutto bisogna
creare il team, trovare la sala,
i concorrenti e qualche
collaboratore. Per quanto
riguarda il giorno, credo sia
meglio il venerdì che, sarà
anche il giorno delle partite
allo stadio (pubblico che
perderemo) ma è giorno di
riposo, quindi più disponibilità
di orchestrali, attori e
cantanti che, tutti dilettanti,
in altri giorni sono occupati
con il loro lavoro”.
Così il programma nacque con il
nome di “Venerdì Quiz”. L’unica
sala-teatro disponibile era
quella del Circolo Italia per
cui non si presentavano
alternative. Nel Consiglio
d’Amministrazione del Circolo
Italia (dove sarei poi entrato
nel novembre dello stesso anno)
non avevo molti sostenitori per
cui dovetti “corteggiare”a lungo
(o assillare?) il Presidente
Cav. Eugenio Finocchiaro il
quale, una sera, mi diede il
sospirato consenso all’uso della
sala. Usò il dialetto siciliano
ed i caratteristici termini
abbastanza coloriti, che non
sono offensivi facendo parte del
vernacolo ma, ovviamente, non
trascrivibili ... Però…era
fatta! E ottenuta la classica
bicicletta adesso bisognava
pedalare!
Iniziarono allora le riunioni di
preparazione insieme allo stesso
Uccio Villari, a Roberto
Marziani e ad Oreste Sagona.
Quindi la selezione per trovare
la presentatrice che avrebbe
dovuto condurre, insieme a me,
il programma. Avevamo un piccolo
registratore “Geloso” a bobine
da 9 cm. necessario per
ascoltare la voce che spesso
microfoni e riproduttori
modificano sensibilmente. La
prima candidata era Rosetta
Martelli che, senza alcuna
emozione, lesse il testo che
avevamo approntato.
|
|
Roberto Longo |
Rosetta Martelli |
Ascoltata la
riproduzione, tutti e quattro
restammo favorevolmente
impressionati. La voce era
perfetta, chiara, sicura, decisa
e senza alcuna inflessione
dialettale. Solo per salvare le
apparenze abbiamo “esaminato” le
altre candidate. (Avevamo già
scelto). Con quella voce, con
quella tranquillità da sembrare
una professionista, Rosetta
Martelli avrebbe potuto
veramente diventarlo. Invece è
semplicemente mia moglie da
oltre quaranta anni, nel corso
dei quali, sono nati due figli
ed una figlia. Ovviamente
durante questo lungo periodo,
marito e figli hanno potuto
accertare che quella voce così
bella, così “sublime” possedeva
anche … ben altre tonalità, …
ben altre intonazioni!
|
La brava
presentatrice
Rosetta Martelli |
L’orchestra era la “Stardust”:
Nicolosi (pianoforte) fratelli
Rocca (trombone e sassofono)
Perissinotto (tromba) Cinirella
(contrabbasso) ed Uccio Villari
alla batteria.
|
Componenti
orchestra Star Dust |
L’orchestra
costituiva l’”ossatura” in
quanto accompagnava tutto lo
svolgere del programma con
“sottofondi” e “stacchi” oltre,
ovviamente, ad eseguire numerosi
pezzi ed “accompagnare “ la
sigla di apertura. Questa era
formata da undici belle ragazze
(perché undici erano le lettere
di “Venerdì Quiz”) “fasciate”
da un semplice ma grazioso
vestito color arancione chiaro.
Al ritmo della marcia tratta dal
film “Il ponte sul fiume Kway”
uscivano 5 da destra, 5 da
sinistra ed una dal centro e
sempre marciando si allineavano
sul proscenio. Ad ogni colpo di
“piatti” del batterista giravano
in sequenza il cartello che
ciascuna aveva e che riportava
una delle lettere “Venerdì
Quiz”.
...undici
belle ragazze
(perché undici
erano le lettere
di “Venerdì
Quiz”)
“fasciate” da un
semplice ma
grazioso vestito
color arancione
chiaro |
Nell’ordine: Annamaria
Berti, Liliana Nahum, Cristina
Cecutta, Nerina Di Natale,
..?....,Irma Reginaldo, Lucia
Patanè, Marisa Di Clemente,
Dorina Alessandra,...???.....,
Adriana Moro.
Sigla di
chiusura. Le 11
girls, Roberto
Marziani, i
presentatori ed un
gruppo di mini
attori delle scuole |
Roberto Marziani, oltre a
partecipare ai cori e ad alcune
scenette, aveva il non facile
compito di “rompere il
ghiaccio”: era l’annunciatore.
Doveva introdurre noi
presentatori e lo faceva
parafrasando alcuni testi di
canzoni (una diversa per ogni
puntata). Il tecnico o meglio il
“mago” dei suoni era Gianni
Gullotta.
Roberto Longo al
microfono, alle sue
spalle il tecnico
factotum Gianni
Gullotta, Roberto
Marziani, Claudio
Pane, Fabio Chiodi,
Italo Paglialunga ,
Rosetta Martelli e
Dante Borghi (in
ombra) |
Non solo era un
insostituibile professionista
che metteva a nostra
disposizione proprie
apparecchiature, ma si era tanto
appassionato, da non richiedere
alcun compenso né rimborsi di spese
sostenute (e questo non era
giusto). Di sua costruzione il
“diabolico” apparecchio dal
quale uscivano i pulsanti che
davano diritto di precedenza ai
concorrenti nel rispondere alle
domande. Cronometrista,
ovviamente, Gigi Giordanella,
orologiaio di professione. Per
rendere più gradevole gli
scenari, ci siamo avvalsi
dell’opera di Gianni Loffredo
autore anche del logo
del Venerdì Quiz.
Nelle varie edizioni del
“Venerdì Quiz” abbiamo avuto
l’onore di ottenere la
collaborazione del Maestro
Walter Deodati con la sua grande
orchestra ed i suoi cori alla
Ray Conniff. La sua bravura lo
portò, successivamente, a
collaborare in Rai. Oggi Walter
non è più qui. Noi abbiamo perso
un caro amico ed un simpatico
ex-compagno di scuola. Molti
altri, un “grande”
dell’ambiente.
L'orchestra del
Maestro Walter Deodati
|
Tanti cantanti hanno “calcato”
la scena del “Venerdì Quiz“.
Ricordo Salvino Ragusa, idolo
delle teen-agers,
Salvino Ragusa,
idolo delle teen-agers |
Maria Aprile,
Letterio Alabiso
nome d'arte Let Biasolà, Salvo Seminara, Pierino Mallo, Clara
Clementi,
La cantante
Clara Clementi
presentata da
Rosetta Martelli |
Nada Bertin, Salvo
Pulvirenti, Nando Fiorentino, i
gemelli Bordone e Ottorino
Cassar.
Ottorino
Cassar si
appresta a
cantare "24.000
baci" |
Ottorino Cassar, digiuno di studi
musicali, cantava le canzoni di
Celentano e lo imitava nella
voce e nei “molleggiamenti”. La
prima volta, ricordo, si
presentò alle prove chiedendo di
cantare “24.000 baci”. Il
pianista Privitera gli chiese se
la interpretasse “in re minore
oppure in mi minore” ed
Ottorino, guardandolo con
“sufficienza”, tenendo il
microfono come una clava, disse
severo … ”Suona ... suona”. Privitera era il pianista
dell’orchestra “The Gentlemen”
che aveva sostituito la “Star
Dust”nelle edizioni successive
del “Venerdì Quiz” e comprendeva
oltre allo stesso Privitera ed
Uccio Villari anche la mitica
tromba di Sergio Disco,
Salvo Pulvirenti al basso e Pino
Teresi alla chitarra e “voce“.
Della partecipazione di
quest’ultimo, rinvio ai
paragrafi seguenti.
Numerosi gli attori delle
scenette: Carlo Gulino,
Tosca
Fallico, Ida Provenzano,
Franco
Razza. Quest’ultimo anche nel
“comitato” della quarta
edizione.
Roberto Longo,
Franco Razza e Titti
Marino |
Un gradino più su la
coppia Dante Borghi e Giovanni
Balestrieri. Un venerdì, la
coppia, doveva presentare lo
sketch “il Frollocone”. Il
canovaccio era abbastanza
esilarante ma diventava
eccezionale con
l’interpretazione del citato
duo. Alle ore 18.00 quando il
macchinista Recupero avrebbe
dovuto aprire il sipario, Dante
non si era ancora presentato ed
era ... latitante anche 15
minuti dopo. Poiché il pubblico
rumoreggiava, mi avvicinai a
Balestrieri dicendogli che
conoscevo la parte e pertanto
avrei potuto tentare di
sostituirlo. La risposta (“ma
non se ne parla proprio”) era
nel suo sguardo ironico.
Un improbabile
trio : da sx Oreste
Sagona, Giovanni
Moro ed Enrico
Morgantini. |
Dante
arrivò trafelato qualche minuto
dopo con un disarmante “...dovevo finire i tortellini ...
Che,... dovevo buttare la
sfoglia che si sarebbe
seccata?”. Di Dante abbiamo
tanti bei ricordi, anch’egli,
purtroppo non è più tra noi.
Fra gli interpreti dei “gialli”,
anche Enrico Morgantini e
Franco
Santagati. Quest’ultimo parlava
in continuazione ma quando
veniva interrogato dal
“Commissario” si impappinava,
dimenticava il testo,
balbettava. Il “giallo” si
trasformava in sketch per noi
che raramente riuscivamo a non
ridere e finiva per ingannare i
concorrenti che lo ritenevano, a
torto, “il colpevole”. Credendo
che recitasse bene la sua parte,
che il suo imbarazzo e la sua
balbuzie derivassero “da
copione” (quindi inconfutabile
indizio di colpevolezza), i
poveri concorrenti erano tratti
in inganno e lo additavano come
sicuro colpevole.
Il “Commissario”
Enrico Morgantini |
Più difficile del previsto, la
ricerca delle squadre che
avrebbero dovuto partecipare
alla gara. Poiché assolutamente
impensabile coinvolgere i
paesini limitrofi, abbiamo
contattato i “Campanili”
Tripolini: Sant’Antonio, San
Francesco, Circolo Libia
(Cattedrale), Santa Maria degli
Angeli, San Camillo, La Salle.
Il motivo, ovviamente, per
rispettare il canovaccio del
“Campanile sera”. Netto rifiuto
da parte di tutti che
intendevano “regolare conti
sospesi” sui campi di calcio e
non già sui palcoscenici.
Ci rivolgemmo, allora, alle
Scuole. Netto rifiuto con
motivazione abbastanza logica:
come avrebbe potuto una classe
di terza media competere con una
classe di terza o quarta liceo?
Che figura avrebbe fatto la
classe sconfitta ed in
conseguenza i relativi
insegnanti? Dopo lunghe
trattative l’accordo: studenti
liberi di partecipare ma “in
proprio” in altre parole anche
se compagni di una stessa classe
non avrebbero rappresentato la
scuola ufficialmente, ma
soltanto loro stessi.
Istituto Tecnico
v Liceo : da sx
i "ragionieri"
Giulio Costa,
Gualtiero Cassar,
Aiuti Alberto e
dall'altra i
"liceali" Paolo
Colonna, Eby Raccah
e Vincenzo Minna |
Nel timore di avere una scarsa
affluenza di spettatori pensammo di inserire nello
spettacolo un “siparietto” per
le Scuole Elementari. Le
maestre avrebbero dovuto
presentare una piccola recita
con gli alunni della loro
classe: una classe per ogni
“Venerdì Quiz”. Ovvio che i
piccoli attori avrebbero avuto
al seguito genitori, nonni, zii
e fratelli maggiori! L’idea,
nata forse da bieco calcolo di
botteghino, si rivelò brillante.
Le prestazioni dei piccoli
attori hanno avuto sempre
successo e “spaziavano” da
scenette comiche a cori, a
filastrocche, a piccole
rappresentazioni. Toccante, con
lacrimucce in sala, quella
presentata l’antivigilia di
Natale del 1960.
Un’altra volta ricordo che la
“spalla” ebbe un vuoto di
memoria per cui “il comico” dopo
aver atteso qualche minuto si
fece domanda e risposta. Il
pubblico rise molto di più di
quanto meritasse la battuta ed
applaudì. Quando gli attori
uscirono ed il sipario si
chiuse, il piccolo comico mi
disse: “Sig. Longo ha visto che
“quello” si è dimenticato
tutto?”.
“Quello”aveva gli occhi pieni di
lacrimoni.” “Ma no! Eravamo
tutti d’accordo … non hai visto
come tutto il pubblico ha riso
divertito?. Il “comico” era
troppo sveglio per credere a
quanto avevo detto.
Ricordo, però, la gratitudine e
la scomparsa dei lacrimoni dal
viso dello “smemorato”.
Per uno spettacolo che si
rispetti, necessaria è la
presenza di un “ospite d’onore”.
Lo avevamo anche noi. Alcune
sere prima della
rappresentazione, facevamo il
giro dei vari “night”
contattando qualche
illusionista, prestigiatore,
cantante o solista d’orchestra.
Costo di una certa rilevanza,
fortunatamente coperto dai
proventi pubblicitari. Sul
programma che facevamo stampare,
trovavano spazio i nostri
sponsor. L’Alitalia, grazie al
mio amico Gianni De Nardo
Sponsor Alitalia
- Gianni De Nardo
|
e,
negli anni successivi: la Pepsi
Cola, la Singer, i Concessionari
d’auto Leone Habib e Vittorio
Pantaleone, il “nascente”
Pastificio Gurgi.
Facendo un passo indietro,
ricordo che il debutto fu
rinviato un paio di volte perché
mancava sempre qualcosa e,
finalmente, con le gambe
tremanti e senza ottenere dallo
specchio risposta alla mia
domanda: “Ma chi te lo ha fatto
a fare?”, il sipario si aprì per
la prima volta il 2 dicembre
1960. Fu un grande successo,
ovviamente per merito di tutti.
Mi scuso se qualcuno non è stato
citato. Ma è solo dimenticanza
perché anche chi è comparso sul
palcoscenico per pochi minuti o
per dire una sola battuta, ha
contribuito alla riuscita dello
“show”.
Con le Scuole presentammo il
“Venerdì Quiz” per tre edizioni
di sette, otto puntate per
volta. Causa maternità la
presentatrice della “prima ora”
fu sostituita da Pina Scotti.
Anche lei molto brava, forse un
po’ fredda, ma con voce chiara e
decisa. Anche la sigla fu
cambiata. Quattro ragazze, belle
quanto le prime, ed altrettanti
“fusti”, si esibivano in uno
sfrenato “twist”.
Quattro ragazze,
belle quanto le
prime, ed
altrettanti “fusti”,
si esibivano in uno
sfrenato “twist”.
|
Gonna verde a bretelline con maglietta nera
per Pina ed Elisa Pasini,
Giovanna Casella e..????...
Pantaloni neri, camicia bianca e
cravatta “stilosa” per Pino
Taliana,
.....???...,...???,....????.
Coreografa, la Sig.ra Barbara
Christides che, in alcune
puntate, ha fatto debuttare le
sue allieve in saggi di danza
classica. I coristi: Edoardo Campobello
detto "Chambi",
Salvo Seminara per gli amici "Selene", Italo Paglialunga,
Roberto Marziani e Fabio Chiodi.
Esaurito il filone, un anno di
pausa. Un pomeriggio, incontrai
sul “Corso”
Pino Teresi
e gli
chiesi se fosse disposto a
collaborare con una nuova
edizione del “Venerdì Quiz”. Mi
guardò stupito poi sbottò: “Mi
sto per laureare in geologia e
fra breve mi presenterò alle più
importanti Compagnie per essere
assunto. Lo dovrò fare da
persona seria e rispettabile
mica da “buffone”. Chi potrà
prendermi in considerazione se
mi vedesse sul palcoscenico del
Circolo Italia?”.
Ci rimasi molto male ma mi
congedai con “Beh! Se ci
ripensi…”
Una sera avevamo appena finito
le prove della prima puntata
della nuova serie quando dal
fondo della sala una voce:
“Roberto, secondo me quello
sketch andrebbe meglio se …
Quella canzone riuscirebbe
meglio se ... Forse la
presentatrice dovrebbe ...”.
Pino Teresi, per nostra fortuna,
ci aveva ripensato.
La quarta edizione del “Venerdì
Quiz” iniziò il 21 Gennaio 1966.
I “vecchi” apportarono
l’esperienza maturata nelle tre
edizioni precedenti ma il “cast”
si arricchì notevolmente dalla
bravura dei nuovi “arrivi”. Pino
Teresi vero “show-man”: suonava
la chitarra, cantava sia da
solista che da corista, dava
ottimi consigli e recitava
sketch. Fabio Chiodi, oltre a
partecipare alla realizzazione
in generale, anch’egli cantante,
corista ed attore.
Insieme allo
stesso Pino Teresi, formava un
duo comico senz’altro
all’altezza del precedente
Borghi-Balestrieri riuscendo con
ugual bravura a ripresentare sia
“Il Frollocone”
che il “Doppio
Cliente” ed altre scenette.
A sinistra Fabio
Chiodi e Pino
Teresi. A destra
Tosca Fallico, Pino
Teresi e Fabio
Chiodi |
Si
aggiunsero altri cantanti:
Claudio Ali, Clara Papantonio,
Enrico Casano, Carlo Millauro,
Graziella Baldin, Giorgio
Covato, Nicola Selvaggio e i
“mini” Adriana Orlando, Jolanda
Chiodi e Omero Papantonio.Il programma differiva dalle
prime edizioni perché diviso in
due parti: la prima solo
spettacolo di varietà, la
seconda tutto quiz: “Caccia al
gettone”.
“Caccia al
gettone”: da sx
Enrichetta Baccolini,
Pina Scotti, Roberto
Longo ed il campione
in carica |
Ognuno dei tre
concorrenti aveva a
disposizione una grande
cartella della tombola.
Sceglieva una delle tre “linee”
di cinque caselle i cui numeri
venivano immediatamente inseriti
nell’urna dal “notaio” Sig.ra Enrichetta Baccolini Poppi. Il
notaio estraeva un numero alla
volta e chi lo possedeva nella
linea della sua cartella aveva
diritto a rispondere. Con la
risposta esatta copriva il
numero con uno dei sette gettoni
che aveva in dotazione. Chi per
primo realizzava la cinquina di
risposte esatte, vinceva la gara
ed aveva diritto a ritornare la
settimana successiva con il
titolo di campione in carica.
Presentatrice della prima parte
sempre Pina Scotti mentre per il
quiz mi avvalevo della graziosa
collaborazione delle vallette
Edy Valeri e Carla Maglione.
Nella quinta ed ultima serie,
iniziata il 10 febbraio 1967,
una nuova orchestra: “I
Gabbiani”. Era formata da Guido
Raffaele, Pasquale Aronica,
Dabbush e Vito Baranes.
|
Pasqualino
Aronica con
Roberto Longo
durante la
rappresentazione "
Per un pugno di
canzoni" |
Un nuovo
scenografo: Roberto Frisone.
Agli attori degli sketch si
affiancavano Italo Paglialunga,
Hasen Kerbish, S. Tommasetti e
Titti Marino. Quest’ultimo
protagonista di una battuta
fuori copione. In una scenetta,
insieme ad altri, interpretava
una banda di ladri che si era
introdotta in una scuola di
danza classica. Per confondere i
dirimpettai curiosi e per non
destare sospetti, la banda si
era vestita con i tutù delle
ballerine e la scena era già
molto esilarante. Ad un certo
punto il copione prevedeva che
il capo banda chiedesse a Titti
la chiave inglese necessaria per
svaligiare la cassa. Titti però
l’aveva dimenticata e questo non
era certo previsto dal copione.
Ma dopo un attimo di imbarazzo
rispose: “La chiave inglese?
L’ho dimenticata in
Inghilterra!”.
Per la prima volta veniva
coinvolto il pubblico. Doveva
compilare una schedina
pronosticando la posizione dei
vari concorrenti nelle 6 puntate
con il classico 1,2,X. Si
chiamava “caccia al migliore” e
tra coloro che al termine
ottennero il maggior punteggio,
furono sorteggiati un
televisore, tre radioline ed
altri premi minori.
Il programma
della puntata del 10
marzo 1967 |
Una volta, poiché i concorrenti
non seppero rispondere alla
domanda “che cosa è un
ossimoro”, mi rivolsi al
pubblico, facendo ovviamente
illuminare la sala. Come accade
sempre in simili casi, tutti gli
spettatori chinarono la testa o
guardarono altrove per non
essere invitati dal presentatore
a rispondere. Il tutto in un
silenzio assoluto. D’un tratto,
dal centro della sala si alzò
una signora di media età, di
figura esile, ma con tacchi alti
i cui “rintocchi” ritmarono il
suo avanzare. Ammirazione di
tutti gli spettatori ma grande
mio imbarazzo non appena mi
accorsi che la signora che si
avvicinava era mia suocera.
L’imbarazzo derivava ovviamente
dal fatto che se avesse risposto
esattamente, sarebbe stato
difficile per me dimostrare che
non era “una pastetta”, una
“combine”! Quando fu sotto
il proscenio, mi chinai verso di
lei per avere la risposta,
ovviamente a microfono acceso.
Anziché una risposta mi fece una
domanda. “Roberto, non potrebbe
far spegnere quel ventilatore
che mi sta facendo venire il
torcicollo?” La sala crollò
letteralmente.
In effetti domande di quiz,
concorsi, scenette e spettacolo
erano all’insegna della massima
serietà e correttezza.
Solo una volta una piccola “taroccatura”.
La scena prevedeva un calciatore
in palleggio. Si prestò
Nando
Giorgini che, dietro un lenzuolo
con una luce che faceva vedere
al pubblico solo la sua ombra,
iniziò a palleggiare per tanto
tempo e con tale bravura da
mandare in visibilio gli
spettatori. Il pallone era del
tipo dell’epoca con camera
d’aria e cucitura. Da questa
cucitura partiva un invisibile
filo di nylon che assicurava il
pallone alla caviglia
dell’antesignano Maradona. Il
filo c’era, “striscia la
notizia” no!
Ai programmi di quiz, alternammo
anche il “Canta bimbi” ad
imitazione dello Zecchino d’oro,
“Per un pugno di canzoni” vero
festival con parole e musiche
scritte dagli interpreti, la
commedia musicale “Follie di
Primavera”: una parodia dei
tempi di Nerone. La più bella:
“Follie d’autunno” rimase nel
cassetto.
La commedia
musicale “Follie di
Primavera”: tra gli
interpetri
Pina Scotti, Tosca
Fallico, Roberto
Longo, Titti Marino,
Salvo Rizza e Fabio
Chiodi |
A seguito dei
disordini avvenuti a Tripoli
durante la guerra dei sei giorni
del giugno del 1967, il Circolo
Italia fu parzialmente
danneggiato da un incendio e non
fu più riaperto.
Il canovaccio è andato perduto,
ma la trama è ancora nella mia
memoria ... se qualcuno ...
avesse nostalgia e desiderio di
metterla in scena ... il mio
indirizzo è … longomartelli@tiscali.it
Roberto
Longo.
(Pubblicato sulla rivista
“l’oasi” nel Numero Gennaio –
Aprile 2004)
*****
PICCOLO
ALBUM
FOTOGRAFICO |
|
A |
B |
01 |
|
|
|
Una scena dello
spettacolo |
Orchestra The
friends |
02 |
|
|
|
La troupe della
prima serie |
Cena conclusiva
post-spettacolo
all'Uaddan |