"QUEL CA ME RICORDO"
di
Sabbatino Libratti
“Quel ca
me ricordo” è un libro di memorie “personali” legate ai “ricordi”
dell’Autore e che abbracciano l’arco di una vita, lunga e
laboriosa, vissuta nella dedizione alla famiglia, al lavoro e alla
collettività in attività amministrative e di volontariato. I
capitoli, che si susseguono con ritmo incalzante, narrano le
vicende dell’Autore dalla nascita ad oggi, attraverso le tristi
esperienze del “profugato”, dell’emigrazione in Libia, del
servizio militare a Tripoli e Bengasi, della Seconda Guerra
Mondiale vissuta sempre in prima linea in Libia ed Egitto, della
prigionia dapprima a Geneifa (Canale di Suez) e poi in Sud Africa,
del suo ritorno in Patria nel 1946 dopo aver dedicato all’Italia i
migliori anni della sua giovinezza.
Seguono
le vicende familiari vissute sempre in un contesto legato al paese
e alle Valli dell’Astico e del Posina.
“Quel ca
me ricordo” contiene al suo interno interessanti riferimenti
legati all’Emigrazione Cogollese, alla vita di personaggi
cogollesi più o meno noti ma che hanno inciso profondamente sui
ricordi dell’Autore, alla storia amministrativa, religiosa e
sociale della zona.
Vengono
narrate le vicende di alcune Associazioni paesane, l’intensa
attività dell’Autore dedicata al volontariato, la sua lungimirante
operosità cine amatoriale che ha fissato nel tempo, per sempre, le
vicende liete e tristi della nostra gente del secolo scorso.
“Quel ca
me ricordo” è un libro utile anche ai giovani desiderosi di
conoscere fatti e persone della vita paesana; è un libro semplice
dedicato a persone “semplici” che sanno condividere con l’Autore
impressioni, emozioni, avvenimenti e soprattutto il messaggio
finale di fratellanza e di pace, di perdono, perché “senza perdono
non c’è pace”.
Sabbatino Libratti nasce profugo, a causa delle note vicende della
Guerra 1915-1918, a Montecchio Maggiore il 19 novembre 1917. Nel
1925, ancora in tenera età, segue la famiglia che emigra in Libia.
Si stabilisce a Tripoli, dove completa i suoi studi ed inizia a
lavorare a quindici anni. Compie il servizio militare a Tripoli e
Bendasi e partecipa da subito, e sempre in prima linea, alle
vicende della Seconda Guerra Mondiale in Libia ed Egitto dal 10
giugno 1940 fino alla sua cattura avvenuta il 5 gennaio 1941.
Inizia
la sua lunga prigionia dapprima a Geneifa presso il canale di Suez
e poi in Sud Africa a Zonderwater e Worcester. Lavora come
prigioniero nelle fattorie del Wineland (a nord di Città del Capo)
fino al suo rientro in Italia avvenuto il 15 luglio 1946.
Svolge
vari lavori. Si sposa nel 1949 e ha due figli. Partecipa
attivamente alla vita amministrativa e associativa del suo paese
Cogollo del Cengio dai
primi
anni Cinquanta del secolo scorso fino ad oggi. Per la sua attività
di combattente e volontario ha ricevuto numerosi riconoscimenti in
Italia ed in Austria; tra questi, il Cavalierato al Merito della
Repubblica Italiana, la Croce al Merito di Guerra, la Cittadinanza
onoraria del Comune di Posina, attestati di Benemerenza da parte
dell’ANCR e dagli amici Fucilieri Volontari della Carinzia.
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