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Victoria Giraud
Differenze culturali
from the book "AN ARMY
BRAT IN LIBYA"
Ai
giovani studenti
americani furono date alcune linee guida sulla vita in Libia. Ci
dissero che la
cultura libica era molto
più arretrata rispetto
alla cultura occidentale. Forse ciò spiega perché le donne fossero
ancora molto
coperte e ritirate, trattate dagli uomini più
come una proprietà privata, diversamente da
quello che succede normalmente
tra
uomini e donne della nostra società. Ci dicevano di evitare di
indossare i pantaloni,
per rispetto alla cultura libica. Purtroppo le nostre ragazze, che non
desideravano altro che indossare jeans,
dimenticavano
presto quel consiglio.
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Ragazze
americane
Invece
non fummo per niente
informate su fatti meno attraenti che succedevano nella vita quotidiana
della
città. Per gli uomini, arabi o europei, era abbastanza normale fare
pipì in
pubblico. Viaggiando sull’autobus della scuola, attraversavamo la città
per
dirigerci verso la nostra scuola presso
la Base Aerea del Wheelus. Era
disgustoso vedere dal finestrino uomini
urinare lungo il muro della diga del porto oppure contro il muro di
qualche
edificio. I poliziotti libici non erano da meno, specialmente quando
cercavano
di toccare le parti intime di qualche donna o giovane ragazza
americana,
capitata per caso di passare vicino a dei maschi esuberanti e troppo
invadenti.
Le donne libiche invece non potevano essere avvicinate se non dentro le
loro
mura di casa, mentre i
maschi si sono
sentivano liberi di fare ciò che volevano con le donne straniere in
qualsiasi
posto si trovassero.
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Donne arabe
A
Tripoli il personale
dell'aeronautica e i loro familiari vivevano normalmente negli
appartamenti
all’interno della Base Aerea del Wheelus, che comprendeva anche una vasta area
riservata alle roulotte. Invece
le famiglie dei dipendenti del Dipartimento
di Stato (una struttura del
governo degli Stati Uniti d’America), oppure gli impiegati delle
compagnie
petrolifere, vivevano invece in diverse aree di Tripoli, da Città
Giardino a
Giorginpopoli, una zona costiera alla periferia occidentale della
città.
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1956 - Una
strada di Giorginpoli
Il
nostro scuola-bus, uno dei tanti che raccoglievano i bambini americani
lungo il
percorso della città, passava da Sciara Ben Asciur e
percorreva circa tredici
chilometri per raggiungere la nostra
scuola alla Base. Tengo ancora una copia ciclostilata, ormai quasi
ridotta a
brandelli, dell’itinerario che
percorreva il bus della scuola. Questo ciclostilato mi è servito per
rintracciare la mia vecchia casa di Città Giardino su Google Earth.
Una veduta di
Città Giardino
Durante
la stagione delle
piogge, generalmente da novembre a marzo, tutti gli autobus
cercavano di non impantanarsi di fronte alle
possibili inondazioni che avvenivano nella piccola cittadina di Suk el
Giuma, (che
in arabo significa Mercato del Venerdì), situata molto vicino alla Base
Americana del Wheelus. Anche se le strade
della città erano asfaltate, non erano però provviste di canali di
scolo o di sistemi
di drenaggio. Quando pioveva, si allagava sempre tutto, tanto che, in
alcuni
punti, l’acqua arrivava ad una altezza di circa un metro dal suolo. I
libici prendevano il fatto come una cosa normale, ma gli
americani purtroppo no. I pompieri, con l’acqua alle ginocchia,
intervenivano con
delle pompe idrauliche ogni volta che ce ne fosse stato bisogno. Alcuni
dicevano che su Suk el Giuma aleggiasse un cattivo odore a causa
dell’esistenza
di una conceria vicina, ma io fortunatamente non me ne sono mai accorta.
Uno scorcio
di Suk el Giuma
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