Pallore di morte
ti copre, o luna! |
Pallore di morte ti copre
o luna!
dillo di che soffri dillo a
me, solo a me
o luna!
I tuoi segreti in me
riposti
custodirò con gelosia,
né alle stelle amiche tue,
o luna!
né alla notte languida
che implora confidenze,
ne al mio cuore appena
nato, il mio primo,
alcuna
cosa rivelerò, lo giuro!
della tua malattia.
Ho vegliato accanto a te
tutta la notte
e con gli occhi delle
stelle t’ho guardato
con trepidazione,
e ho pianto perle di luce
all’alba redentrice
Ami qualcuno in cielo?
Un angelo forse?
Punito da Dio sia se
tale si ridusse!
Ma tu spettrale aspetto
lascia:
fai festa al mio cuore
a cui fanciulla adorata
ha promesso amore.
Ora, sono più triste,
ora, esulto di gioia,
e tutte le cose,
l’aria che respiro,
il cuore del mondo,
hanno la mia esultanza.
E allora,
o luna malata,
vèstiti d’oro,
copriti di rubini,
di gemme
di perle
e di splendore aspersa
vieni a questa mia
festa.
Ecco, io ti vedo apparire
avvolta in uno scialle
di luce bianca,
fredda come un presagio,
lontanissima,
stanca, esile creatura
creata con il fango
delle mie tristezze,
con il soffio
dei miei sogni malati.
Ora, non sono più triste,
ora, esulto di gioia,
e tutte le cose,
l’aria che respiro,
il cuore del mondo,
la luna malata,
i fantasmi che ho creato,
hanno la mia esultanza.
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