Eloi, Eloi, lama
sabactani? |
Ho capito l’amore per gli
uomini,
ho scoperto le vie
della mia gioia di vivere;
e se non la gioia,
perché essa è un dono
sublime,
almeno le ragioni per
vivere.
Ma non è merito mio!
Io sono estraneo alla
speranza
che mi esplora il domani;
io sono perplesso e smarrito
davanti alla mia stessa
volontà d’amare, di
offrirmi,
d’espormi, fragile come
sono,
all’indifferenza e
all’ingratitudine.
Io sono semplicemente
depositario di questo atto
di fede; e mie non sono,
e mai saranno parole che
abdicheranno l’amor proprio,
orgoglio e vanità.
Ecco perché,
quando sono me stesso,
e non amo, non spero,
non credo pià,
dagli abissi della mia
abulia
e disperata angoscia,
io sento,
inesorabilmente sento
quella voce, quel grido
di Gesù in croce:
“Eloi, Eloi, lama sabactani?”
“Dio mio, perché mi hai
abbandonato?”
Morire è un dono come
vivere,
ma si può morire
e rinascere in ogni istante
della nostra vita.