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La minorenne |
Seduta
t’offre di
sorpresa
le gambe
lucide,
i ginocchi
svelti,
le cosce
color noce
levigate e
sode:
le vedi
l’un
sull’altra,
appena
abbozzate,
di scorcio,
ma con
promessa,
con invito
a spiare,
frugare,
cercare,
indovinare
più in su,
sotto la
minigonna
che sfugge.
S’espone
con pigra
indolenza
e noia
scomposta:
cambiando
posa,
gravando
ora su
un’anca,
ora
sull’altra,
voluttuosamente
curvacea,
agitando il
petto
aguzzo.
T’irride
lo sguardo
felino
appeso
ad un faccino
di gatta
sorniona
con
insistenza.
Ti disarma
il macinare
continuo
della bocca,
quasi con
scherno.
Flettendo
la gamba
sinuosa
improvvisa
il giuoco
crudele
del piedino
sottile
che sfila la
scarpa,
la infila,
la perde,
la cerca
con moto
lezioso,
irrigidendosi,
torcendosi,
scoprendosi
sotto la
minigonna
che si
sottrae.
Balza
sui fianchi
rotondi e
precoci
con
leggerezza
di fauno:
ruminando
insolente
s’avvia
flessuosa,
con maglino
aderente
trafitto dai
seni:
scoppiando
palloncini di
gum
gonfi sulle
labbra
con
insolenza:
incollando
gli occhi
viscidi
da per tutto:
elettrizzando
i sensi.
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