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E' Settembre,
ricordi d'Africa |
sottofondo musicale:
Helwa ya balady |
E’ Settembre.
Il ghibli,
vento del deserto,
soffia sul
mare il suo afflato di
fuoco.
E già il
dattero biondo imbrunisce
laggiù,
nell’oasi di
Tagiura.
Or Tripoli
soggiace inerte, affranta,
all’infernale
calura.
Il mare non
ha respiro,
non ha
carezze all’arsura.
Si tace lungo
le strade, dentro le case:
un silenzio
attonito, grave, che suscita
ansie remote,
paure d’infanzia.
Rari passanti
strisciano lungo i muri,
indugiano
smarriti sotto le arcate,
spiano il
refrigerio dell’ombra
come fantasmi
sorpresi dalla luce.
I beduini si
nascondono a crocchi
dove l’ombra
delle palme è più folta,
(le gambe
incrociate, le barbe
incolte)
Sorseggiando
il tè aspro.
Nel porto, i
facchini giacciono supini
sotto le
carrettelle a mano,
cacciando
pigramente le mosche,
imprecando il
caldo, la vita.
Alla Hara,
città vecchia, ragazzi
d’ogni razza
ingozzano melone rosso
che a fette
fa mostra di sé su tavolacce
sozze,
carichi di bucce, semi,
soldi, mani.
E’ Settembre.
Il ghibli
soffoca uomini e cose;
ma l’oasi di
Tagiura
è un tripudio
di grappoli gialli
che pendono
esausti dalle palme diritte.