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Lo spaventapasseri |
Il pudore
della notte nascose la luna
e più non
ridacchiò la civetta nei
reami delle tenebre,
nè fischiò il
pipistrello negli antri del
silenzio.
Nell’orrore
chiuso della mia veglia,
da una croce
di vetro della rozza stanza,
penetrai
nella notte e nei pensieri
i miei occhi
accesi di pietà:
ma più non
c’era o liberazione!
Non c’era lo
spaventapasseri a guardarmi
con crudele
fissità :
ma c’era
lontano un pagliaccio
fasullo,
un pipiare
d’uccelli che ad esso
d’intorno
facevan
trastullo.
Giocò nella
stanza un fascio di luce
e rinacqui
alla speranza.