LA
MIA LIBIA
Fratelli
Nikiforakis
La
Bengasi che ho conosciuto, senza averla mai vista
di Francesco Caronia
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A proposito dei fratelli
Nikiforakis devo aggiungere alcuni particolari di
cui solo recentemente sono venuto a conoscenza, grazie alla
collaborazione
dell’arch. Angelo
Nicosia,
L'architetto
Angelo Nicosia , autore del libro LA MIA BENGASI
(vedi
http://www.ernandes.net/nicosia/bengasi.htm)
bengasino orgoglioso e del suo
amico ing.
Francesco
Prestopino, anch’egli bengasino, memoria storica della
presenza
italiana in
Libia. Sia Nicosia che Prestopino, quando hanno lasciato Bengasi a
causa della
guerra, nel 1941, avevano circa 14 anni e quindi testimoni viventi di
quel
periodo.
Da me contattato su internet,
l’ing. Prestopino mi ha scritto: “Ho
conosciuto personalmente i fratelli
Nikiforakis Nicola, Lula e Taki. Tutti e tre lavoravano nello studio
fotografico di mio nonno, il Cav. Gaetano Nascia. Lo studio era situato
all’inizio
di via Torino. Mio nonno lasciò Bengasi dopo la seconda occupazione
inglese. So che dopo la sua
definitiva
partenza da Bengasi, i Nikiforakis proseguirono l’attività fotografica
in
proprio. Potrebbe essere con sede in piazza Cagni.
Ha aggiunto di aver scritto e
pubblicato un libro dal
titolo “ Una
città e il
suo fotografo. La Bengasi coloniale 1912-1941.”
L'ing.
Francesco Prestopino ed il suo libro . "Una città ed il suo fotografo"
In questo libro l’ing. Prestopino
parla del suo
ritorno a Bengasi per motivi di lavoro, negli anni 70 (lavorava per una
compagnia petrolifera) e descrive i suoi ricordi personali della
Bengasi coloniale
e la riscoperta della Libia indipendente di Gheddafi. A pag. 28 scrive:
“A Bengasi mi
sembrava di
respirare un’atmosfera diversa. Vi ritrovai innanzi tutto vecchi
conoscenti di
mio nonno, come i greci Nikiforakis, due dei quali (Nicola e sua
sorella Lula) erano
stati impiegati nel suo studio fotografico e dove Nicola aveva imparato
il
mestiere che ora esercitava in proprio. Mentre il fratello Taki, meglio
conosciuto dai bengasini come "il gobbo",
vi
esercitava un’attività commerciale.”
Questa testimonianza aggiunge una
nota lieta alla
vicenda in quanto, se la giornalista Lucia Annunziata aveva lasciato i
Nikiforakis nel campo di concentramento di Soluch,
concludendo che nessun documento informava come e se ne fossero mai
usciti, ora
invece sappiamo che gli stessi ritornarono indenni da quel campo ed
erano ancora
vivi negli anni 70.
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