LA STANZA  di Francesco Caronia
  




Francesco Caronia
   

LA MIA SICILIA


Il falco e Sabratha

Era di luglio,
un povero falchetto,
ferito con un sasso da un garzone,
con l’ala offesa andava dal padrone,
a raccontare l’increscioso fatto.
Sabratha l’accarezza e gli promette
Che presto arriveranno le vendette.
Chiama tutti i garzoni al suo cospetto
e dice: “Chi lo ha ferito, sarà punito
e domani dovrà venire accompagnato”.

In corteo tutte le donne dei paraggi
giunsero al soglio del falconier fileno
portando al falco riverenti omaggi
e auspicando una pronta guarigione.
Speranzose tornarono in paese


E la voce raggiunse ogni cantone,
persino i fedeli nelle chiese
che rivolsero in cielo le preghiere.
per la buona salute dell’aviere.
Si trovava fra loro una novizia,
così arrivò in convento la notizia.

E il prete all’omelia all’uopo disse:
“Cari figlioli, amate gli uccelli,
ascoltatene il melodioso canto
a volte di rabbia, spesso d’amore,
a volte, per scacciar malinconia.
Sabratha fece dono al suo falchetto,
d’una femmina di falco cinerino.
Volarono insieme sulla torre antica
e nella valle regnò per sempre l’armonia.


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Francesco Caronia

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