Milano, Ottobre 2011
Cara Oasi,
un sentito grazie per il tuo
apprezzatissimo regalo, ma altro
che brividi inesprimibili e
sussulti per tutto quello che ci
hai voluto raccontare sulla
storia plurisecolare di un
cortile che non c'è più!
Permettimi di affermare che
sicuramente non rientro tra i
primi 1700 ragazzi che
frequentarono la gloriosa Scuola
Maschile del Vicariato di Sciara
Espagnol, ma posso vantarmi (ahimè)
di essere tra quei residui 32 (forse
qualcuno in più) che nel 1940 (ero
in seconda elementare)
costituirono l'ultima
popolazione scolastica di
quell'antico e storico edificio.
Posso quindi orgogliosamente
affermare di essere uno degli
ultimi sopravvissuti di quella
irripetibile epopea scolastica e
quindi uno dei legittimi
destinatari del tuo prezioso
regalo.
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Tripoli
29.12.1963 - Fr. Amanzio
Barbano, il Maestro che
in certi anni sfoggiò
una barba rossiccia da "missionario"
e perciò fu
soprannominato dai suoi
alunni "il Bulhaia", nel
1963 su invito
dell'Associazione Ex
Allievi torno a Tripoli.
In questa foto il
momento più commovente
della visita, il ritorno
nella scuola e nel
cortile del Vicariato,
in compagnia dei suoi ex
aunni, uomini cresciuti
secondo i principi
lassaliani. |
E allora ecco riaffacciarsi gli
antichi ricordi…….
L'anno scolastico 1938/39,
quello della mia prima
elementare, segna il mio primo
timido approccio a quel cortile.
Infatti, la mia buona mamma,
superando senza tentennamenti
l'antico e ancora non
risolto dualismo tra scuola
pubblica e scuola parificata (problema
di cui io sentivo allora
discutere animatamente tra le
mamme del vicinato, ma a sei
anni non potevo capirci nulla),
mi iscrisse con illuminata
decisione alla "Scuola dei
Fratelli".
Si, cara Oasi, è con il brivido
dovuto al gran tempo trascorso
che mi hai fatto
improvvisamente
ritornare a quella mattina
autunnale di inizio di anno
scolastico in cui mia madre
consegnò il sottoscritto ad un
giovanissimo Fr. Amedeo, che in
quel cortile attendeva con gli
altri insegnanti i nuovi arrivi
per la formazione delle varie
classi. Ad uno scolaretto
piccolo piccolo, frastornato e
impaurito quale io ero in quel
fatidico momento, il cortile,
animato da tanti ragazzi, dagli
insegnanti e dall'inevitabile
fermento di ogni inizio, apparve
in tutta la sua virtuale….
estensione, grazie al misterioso
senso di grandezza che assume
anche il piccolo mondo che ci
circonda da bambini.
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1940 -
Ricordo della Prima
Comunione degli alunni
del Vicariato. Foto
scattata sul terrazzo
della scuola con Fr.
Avventore e Fr. Flaviano.
Amilcare Angelucci è il
primo a sinistra
della seconda fila |
Seguirono due anni di assidua
frequenza a Sciara Espagnol, più
che sufficienti ad insegnare
anche me, al pari degli altri
1731, oltre ai primordi del
sapere, anche le basi dello
stile di vita lasalliano di cui
ancora oggi tutti gli Ex Allievi
vanno orgogliosi. Consentimi
anche di evidenziare che "noi"
della Scuola Maschile del
Vicariato dei FF.SS.CC." ci
siamo sempre fregiati di una
sorta di primogenitura che
ancora oggi, per i pochi
sopravvisuti, rappresenta molto
più che la dignità di un
cavalierato.
Dopo il 1940, triste anno di
guerra, i bombardamenti, gli
sfollamenti e l'abbandono della
Città Vecchia, fecero
inevitabilmente sfumare il
ricordo di Sciara Espagnol,
anche perché nel frattempo ero
stato accolto dal ben più capace
e moderno Istituto di Via
Mazzini. Per rivedere la mia
vecchia Scuola dovrò attendere
il 1963, anno in cui gli Ex
Allievi riportarono a Tripoli
per un breve soggiorno il mitico
"Bulahya", ossia
Fr. Amanzio Barbano
figura carismatica per più di
una generazione di alunni di
Sciara Espagnol. Naturalmente fu
organizzata una visita
all'antica scuola, ma più che
una visita, si trattò , come tu
ben scrivi, di un vero e proprio
pellegrinaggio dell'anziano
maestro, attorniato dai suoi
fedelissimi. Lascio ora a te,
cara Oasi, di immaginare con
quanta trepidazione e religioso
silenzio attraversammo ancora
una volta l'atrio che dava
subito a sinistra sul cortile.
Ma bastò un attimo perché agli
antichi ricordi si sostituisse
in modo quasi brutale un senso
di desolato impoverimento di
tutto l'ambiente, sensazione
alla quale non mi ero certamente
preparato. Fu duro dover
constatare i risultati dello
scorrere del
tempo e percepire
il silenzio di una scuola
abbandonata. Mentre il resto
della comitiva si dava alla
ricerca di tutto ciò che un
tempo ci era stato familiare,
salii per metà la scala che
portava al piano superiore e da
quella modesta altezza potei
meglio misurare con lo sguardo
l'intera area del cortile. Con
gli occhi semisocchiusi e
ritornando il piccolo alunno di
tanti anni fa, potevo ora
percepirne l'antica e
immaginaria dimensione, pur
confinata dai muri sui quattro
lati, ma aperta all'altezza del
cielo. Tu lo descrivi come "povero
e affascinante" e lo fu davvero
per tutti noi di quella
generazione.E non era questa la
scala che ci portava sul
loggiato in cui le cinque classi,
sotto la guida di Fr. Avventore
iniziavano le lezioni con la
recita del Rosario? Sì, ora
sento anche la campanella che
scandiva le ore delle lezioni e
subito dopo la voce di qualcuno
di quinta : "Ricordiamoci di
essere sempre alla presenza di
Dio", e la risposta che si
levava unanime da tutte le
classi: "Adoriamolo!". Non solo,
ma da una delle finestre della
mia classe, in alto sul lato
sinistro del cortile, sono certo
di sentire ora la filastrocca
insegnataci da Fr. Amedeo: "La
pecora bela, din don dondena, la
pecora bela din don, dondà!......".
Erano le prove per la futura
schola cantorum.
Ed ancora …….
Ma ci sarebbe da stare lì tutto
il giorno a rivivere mille altri
ricordi. E' arrivata invece
l'ora del rientro e scendendo
per l'ultima volta da quella
scala, ritorno alla triste
realtà della mia cara vecchia
Scuola, destinata purtroppo ad
un inarrestabile e totale
collasso.
Cara Oasi, grazie per avermi
dato l'estro di riaccendere
antichi e sopiti ricordi. Ma si
sa che i buoni ricordi sono una
cosa seria e, anche se sopiti,
in realtà non muoiono mai!
E grazie ancora per averci
regalato una documentata e
puntuale cronistoria che,
partita da Sciara Espagnol, ci
ha ricordato lo sbarco dei
Fratelli a Tripoli ed il loro
avventuroso inizio nel 1912
della loro impareggiabile e
benemerita opera educativa a
favore della gioventù di quella
terra. E' ormai prossima la
scadenza di un centenario al
quale tutti gli Exlali, in
particolare, dovranno riservare
attenzione e imperitura
riconoscenza.
Amilcare
Angelucci