Era il 30 di settembre
e tutto è partito dal 339
8282190 di Giancarlo Trovato: le
vibrazioni sonore del cellulare
mi annunciavano che…l’Ex-Lali
evaso, Armando Inserra, era
stato catturato e a Paderno,
dopo 35 anni, sarebbe stato
offerto in pasto a me, suo
antico maestro, oltre che ai
fedelissimi dell’annuale raduno.
Difficile aspettare ancora un
giorno per ritrovarsi e così,
complice Giulio Marcello
trasbordante di mezzi, di vita e
fantasia, si sono intrecciati
nell’etere i contatti necessari
e sufficienti per incontrarsi la
sera del giorno stesso, sabato
30 settembre.
Dove? "Da Giuliano", un
ristorantino al primo tornante
della salita al monte Grappa. Ne
era rimasto folgorato il solito
Giulio, non si sa ancora se già
stanco prima di affrontare le
rampe della montagna o
giustamente affaticato dopo
averle ridiscese. Non era
comunque sulla via di Damasco.
All’appello risultavano presenti
i “detective” (Felice Spagnolo e
Giancarlo Trovato, coi
fratellini Marcello e Salvatore
al seguito), il disertore
(Armando Inserra), i coimputati
di diserzione (Sergio Oddo, con
la figlia e Luciano Palmisciano,
con Vera), l’ormai recuperato ai
nostri incontri (il buon aretino
Andrea Sammartano), un Ex-Lali
D.O.C. (Giacomo Aronica, con
Luciana), il prezzemolo (Giulio
Marcello) e, nella
gradevolissima cerchia delle già
citate gentili presenze, Angela
Savini, uno scrigno di memorie
freschissime. Poi, a fare da
cornice e pure vecchia, il
sottoscritto, maestro d’altri
tempi ma ancora sulla breccia.
Quattordici in tutto.
Niente male la cena, ma molto
meglio il contorno di parole e
di emozioni che ci siamo
regalati in grandissima
allegria. C’era Giulio a
replicare, nel ricordo, le sue
gesta sportive che ormai stanno
di casa nelle antologie
dell’epica perché, poverino, non
riusciva proprio ad arrivare
secondo nel basket, nel calcio,
nell’atletica… E c’era Oddo,
lasciato imberbe e ritrovato con
una barba da antico filosofo
che, modestamente, da Roma, si è
dichiarato pronto a gratificare
i presenti di prebende,
onorificenze, promozioni… Basta
ricorrere alla sua
intercessione. E c’erano quelli
che disquisivano sulla
raffinatezza del calcio offerto
dal “La Salle” e Palmisciano
junior a concedere che sì…, ma
che contro i muscolari della sua
“San Francesco” non c’era niente
da fare… C’era poi (ma forse
prima o durante) la Savini a
ricordare i tipi da schianto dei
suoi tempi (suvvia, Contessa, i
suoi sono ancora tempi
favolosi), con tutti a parlare
di tanti, rimpiangendone
l’assenza…
E qui mi si conceda di rubare lo
spazio che serve per
incastonarvi le emozioni vissute
da un vecchio maestro e da un
suo allievo che non si vedevano
da 35 anni. L’Armando Inserra me
lo ricordavo grande così, ma già
straordinariamente ricco di
consapevolezze e di serietà. Non
mi sono dunque stupito di
ritrovarmi davanti un uomo
realizzato e saggio, capace di
riflessioni e valutazioni non
scontate o banali
sulle persone, le opinioni
correnti, la situazione sociale…
E’ stato bello per entrambi
uscire dallo schema “alunno /
maestro” per parlarci da uomo a
uomo.
Abbiamo “riletto” insieme una
foto di classe, rinfocolando i
ricordi, abbandonandoci a
congetture sulla situazione
attuale dei compagni/alunni e,
soprattutto, esaltandoci
all’idea che ci si possa
ritrovare in tanti.
A un’ora ancora da
cristiani ci siamo dati
l’arrivederci al Filippin per il
giorno dopo, il giorno del
grande raduno: la piccola
matrioska si annullava nella
grande.
Giuseppe Segalla