Tripoli, anni Sessanta.
L’Istituto “La Salle” accoglie
tra i suoi numerosi alunni tale
Marco Mezzasalma. Lo accompagna,
dalla classe prima alla quinta,
Fratel Arturo Carelli e dagli
archivi “Ex-Lali” risultano, a
suo merito, medaglie d’oro in
Religione e in Profitto.
Marco ha dormito per tanti anni
nel buio degli archivi (come
troppi Ex-Lali del resto), ma il
suo riapparire è risultato
drammatico. Non solo per i
Fratelli e l’Associazione “Ex-Lali”,
ma per il popolo italiano. Gli
si contesta una posizione
preminente nella dirigenza delle
nuove Brigate Rosse e la
professione di idee che
contemplano anche l’eliminazione
fisica dei propri avversari. Gli
si contestano reati e delitti
ben circostanziati.
Cosa dire, ammesso che tutto ciò
risponda a verità? Che ci siamo
allevati in seno una serpe? Ogni
vita è un evento imprevedibile e
misterioso. Chi di noi non ha
esperienza di famiglie ottime
all’interno delle quali è
inopinatamente esploso il cancro
di figli dediti a una vita fuori
dalle regole, alla droga,
all’estremismo ?!...
Sapendo un po’ di Vangelo, ci
soccorre l’avvertimento di
Cristo a considerare
inevitabile, in mezzo alla buona
semente, anche la presenza delle
erbacce. Alla fine, solo alla
fine, si faranno i conti e si
taglierà di netto (non noi, ma
Lui) tra il bene ed il male.
Come “Ex-Lali” possiamo pregare
perché la buona semente che
certo è stata seminata anche in
Marco, non abbia del tutto perso
le sue capacità germinative e,
nel buio e nel silenzio del
carcere, trovi modo di
trasformarsi in pensieri e in
gesti da medaglia d’oro.
Giuseppe
Segalla