La stanza di Roberto Longo

Roberto Longo

Venerdi quiz

di   Roberto Longo

Nel luglio del 1960 sono stato ospite dei miei nonni a Roma. Oltre al  piacere di aver trascorso qualche giorno con loro, ricordo di aver passato molte ore davanti al televisore non perdendomi né telegiornali, né caroselli, né spettacoli di varietà. A Tripoli, dove vivevo, non avevo ancora questo gioiello della tecnica e i pochi che lo possedevano riuscivano a captare soltanto i programmi trasmessi dalla locale base aerea americana. Nelle sale, prima del film, talvolta veniva proiettato il “Cinegiornale” o la “Settimana Incom”. Ricordo la voce dall’enfasi molto particolare del commentatore “fuori campo”. Tali servizi cinematografici potevano essere considerati anticipazioni di alcune trasmissioni che avremmo visto, alcuni anni dopo,  sul magico teleschermo.

Il programma televisivo che più mi aveva colpito, era stato “Campanile sera” (spero di ricordare bene il nome). In questa trasmissione venivano messi a confronto a “suon” di quiz due paesini e chi si aggiudicava la tenzone, riceveva un  compenso in gettoni d’oro con l’obbligo di usarli per migliorie al suo “Campanile” quindi al suo paesino.

"Campanile sera" presentato da Mike Buongiorno

Sul DC-6 Alitalia in volo da Roma a Tripoli non feci altro che pensare a quel programma e, nelle due ore e mezza circa di viaggio, mi venne il desiderio di “metter su” qualcosa di simile. “Campanile sera” si basava solo su domande e risposte. Ma la gara, trasportata così sul palcoscenico, avrebbe potuto annoiare il pubblico in sala. Pensai che fosse stato più giusto basare il quiz sullo spettacolo e quindi  divertire soprattutto  i presenti in sala.

Mi rendevo conto che l’idea non era di semplice realizzazione in quanto, fìno a quel momento, nessuno aveva portato sul palcoscenico un programma di quiz per cui ritenei dovessero esserci delle difficoltà. Si organizzavano, infatti, intrattenimenti danzanti durante i quali alcuni presentatori come i sigg. Mealli, Teresi ed altri, proponevano alcune domande a concorrenti volontari. La corretta risposta veniva premiata con premi in bevande, oggetti vari e prodotti pubblicitari.

Alcuni proponevano, sempre nell’ambito di feste danzanti, concorsi per l’elezione della Miss in tema con la serata. Altri riproponevano le canzoni finaliste al Festival di Sanremo appena concluso. Abbinando quindi il programma all’intrattenimento danzante che era sempre la base della serata. Ai quiz, alle elezioni di Miss e alla riproposta delle canzoni del Festival, il compito di rendere più movimentata la festa danzante. Alcune compagnie di prosa, fra le quali una dialettale, interpretavano ottenendo un certo successo, commedie brillanti. Ma nessuno aveva pensato di intrattenere per oltre due ore,  per molte puntate e per molte edizioni, gli spettatori, soltanto con un programma basato sul quiz.

La famiglia Salibra in una commedia brillante.

Mi ricordai di un mio ex compagno di classe, grande cultore di barzellette, con  battuta sempre pronta e batterista in una  orchestra molto affermata. Lo disturbai al telefono nell’azienda dove lavorava dandogli appuntamento per la sera stessa al Circolo Italia perché “avevo in mente  un’idea che ritenevo fantastica”. Uccio Villari arrivò puntuale (stranamente) all’appuntamento.

Uccio Villari

Con grande foga ed entusiasmo gli presentai la mia idea: realizzare, a cadenza settimanale e con durata di alcuni mesi, un programma durante il quale  due squadre per ogni puntata si sarebbero sfidate ad eliminazione diretta sino al termine delle varie gare con vincitrice finale. L’idea però era quella di presentare la maggioranza dei quiz sotto forma di scenette poliziesche, dove il concorrente avrebbe dovuto indovinare chi fosse l’”assassino” e, nel caso di quiz musicale, far eseguire la canzone e quindi fare la domanda. Oppure al termine di una scenetta comica, formulare la domanda sul contenuto o sui personaggi. In altre parole non presentare una noiosa sequela di domande ma creare scenette, eseguire canzoni,  brani musicali, disegni allegorici in modo da divertire il pubblico e non assillare con nozionismo  concorrenti e spettatori. Il tutto ovviamente intervallato anche da altre esibizioni di cantanti, altri sketch, altre barzellette non collegate alle domande da fare ai concorrenti. Si sarebbe chiamato “Giovedì quiz” perché, gli dissi, il giovedì era il giorno della settimana più favorevole.

Mi seguì con attenzione  senza mai interrompere la mia concitata ed eccitata “presentazione”. Notai di aver colpito nel segno. “Bell’idea. Ma la cosa non è di facile realizzazione” mi disse e proseguì: “innanzi tutto bisogna creare il team, trovare la sala, i concorrenti e qualche collaboratore. Per quanto riguarda il giorno, credo sia meglio il venerdì che, sarà anche il giorno delle partite allo stadio (pubblico che perderemo) ma è giorno di riposo, quindi più disponibilità di orchestrali, attori e cantanti che, tutti dilettanti, in altri giorni sono occupati con il loro lavoro”.

Così il programma nacque con il nome di “Venerdì Quiz”. L’unica sala-teatro disponibile era quella del Circolo Italia per cui non si presentavano alternative. Nel Consiglio d’Amministrazione del Circolo Italia (dove sarei poi entrato nel novembre dello stesso anno) non avevo molti sostenitori per cui dovetti “corteggiare”a lungo (o assillare?) il Presidente Cav. Eugenio Finocchiaro il quale, una sera, mi diede il sospirato consenso all’uso della sala. Usò il dialetto siciliano ed i caratteristici termini abbastanza coloriti, che non sono offensivi facendo parte del vernacolo ma, ovviamente, non trascrivibili ... Però…era fatta! E ottenuta la classica bicicletta adesso bisognava pedalare!

Iniziarono allora le riunioni di preparazione insieme allo stesso Uccio Villari, a Roberto Marziani e ad Oreste Sagona. Quindi la selezione per trovare la presentatrice che avrebbe dovuto condurre, insieme a me, il programma. Avevamo un piccolo registratore “Geloso” a bobine da 9 cm. necessario per ascoltare la voce che spesso microfoni e riproduttori modificano sensibilmente. La prima candidata era Rosetta Martelli che, senza alcuna emozione, lesse il testo che avevamo approntato.

Roberto Longo

Rosetta Martelli

Ascoltata la riproduzione, tutti e quattro restammo favorevolmente impressionati. La voce era perfetta, chiara, sicura, decisa e senza alcuna inflessione dialettale. Solo per salvare le apparenze abbiamo “esaminato” le altre candidate. (Avevamo già scelto). Con quella voce, con quella tranquillità da sembrare una professionista, Rosetta Martelli avrebbe potuto veramente diventarlo. Invece è semplicemente mia moglie da oltre quaranta anni, nel corso dei quali, sono nati due figli ed una figlia. Ovviamente durante questo lungo periodo, marito e figli hanno potuto accertare che quella voce così bella, così “sublime” possedeva anche … ben altre tonalità, … ben altre intonazioni!

La brava presentatrice Rosetta Martelli

L’orchestra era la “Stardust”: Nicolosi (pianoforte) fratelli Rocca (trombone e sassofono) Perissinotto (tromba) Cinirella (contrabbasso) ed Uccio Villari alla batteria.

Componenti orchestra Star Dust

 L’orchestra costituiva l’”ossatura” in quanto accompagnava tutto lo svolgere del programma con “sottofondi” e “stacchi” oltre, ovviamente, ad eseguire numerosi pezzi ed “accompagnare “ la sigla di apertura. Questa era formata da undici belle ragazze (perché undici erano le lettere di “Venerdì Quiz”)  “fasciate” da un semplice ma grazioso vestito color arancione chiaro. Al ritmo della marcia tratta dal film “Il ponte sul fiume Kway” uscivano 5 da destra, 5 da sinistra ed una dal centro e sempre marciando si allineavano sul proscenio. Ad ogni colpo di “piatti” del batterista giravano in sequenza il cartello che ciascuna aveva e che riportava una delle lettere “Venerdì Quiz”.

...undici belle ragazze (perché undici erano le lettere di “Venerdì Quiz”)  “fasciate” da un semplice ma grazioso vestito color arancione chiaro

Nell’ordine: Annamaria Berti, Liliana Nahum, Cristina Cecutta, Nerina Di Natale, ..?....,Irma Reginaldo, Lucia Patanè, Marisa Di Clemente, Dorina Alessandra,...???....., Adriana Moro.

Sigla di chiusura. Le 11 girls, Roberto Marziani, i presentatori ed un gruppo di mini attori delle scuole

Roberto Marziani, oltre a partecipare ai cori e ad alcune scenette, aveva il non facile compito di “rompere il ghiaccio”: era l’annunciatore. Doveva introdurre noi presentatori e lo faceva parafrasando alcuni testi di canzoni (una diversa per ogni puntata). Il tecnico o meglio il “mago” dei suoni era Gianni Gullotta.

Roberto Longo al microfono, alle sue spalle il tecnico factotum Gianni Gullotta, Roberto Marziani, Claudio Pane, Fabio Chiodi, Italo Paglialunga , Rosetta Martelli e Dante Borghi (in ombra)

Non solo era un insostituibile professionista che metteva a nostra disposizione proprie apparecchiature, ma si era tanto appassionato, da non richiedere alcun compenso né rimborsi di spese sostenute (e questo non era giusto). Di sua costruzione il “diabolico” apparecchio dal quale uscivano i pulsanti che davano diritto di precedenza ai concorrenti nel rispondere alle domande. Cronometrista, ovviamente, Gigi Giordanella, orologiaio di professione. Per rendere più gradevole gli scenari, ci siamo avvalsi dell’opera di Gianni Loffredo autore anche del logo  del Venerdì Quiz.

Nelle varie edizioni del “Venerdì Quiz” abbiamo avuto l’onore di ottenere la collaborazione del Maestro Walter Deodati con la sua grande orchestra ed  i suoi cori alla Ray Conniff. La sua bravura lo portò, successivamente,  a collaborare in Rai. Oggi Walter non è più qui. Noi abbiamo perso un caro amico ed un simpatico ex-compagno di scuola. Molti altri, un “grande” dell’ambiente.

L'orchestra del Maestro Walter Deodati

Tanti cantanti hanno “calcato” la  scena del “Venerdì Quiz“. Ricordo Salvino Ragusa, idolo delle teen-agers,

Salvino Ragusa, idolo delle teen-agers

Maria Aprile, Letterio Alabiso  nome d'arte Let Biasolà, Salvo Seminara, Pierino Mallo, Clara Clementi,

La cantante Clara Clementi presentata da Rosetta Martelli

Nada Bertin, Salvo Pulvirenti, Nando Fiorentino, i gemelli Bordone e Ottorino Cassar.

 

Ottorino Cassar  si appresta a cantare "24.000 baci"

Ottorino Cassar, digiuno di studi musicali, cantava le canzoni di Celentano e lo imitava nella voce e nei “molleggiamenti”. La prima volta, ricordo, si presentò alle prove chiedendo di cantare “24.000 baci”. Il pianista Privitera gli chiese se la interpretasse “in re minore oppure in mi minore” ed Ottorino, guardandolo con “sufficienza”, tenendo il microfono come una clava, disse severo … ”Suona ... suona”.  Privitera era il pianista dell’orchestra “The Gentlemen” che aveva sostituito la “Star Dust”nelle edizioni successive del “Venerdì Quiz” e comprendeva oltre allo stesso Privitera ed Uccio Villari anche la mitica tromba di Sergio Disco,

Sergio   Disco   alla   tromba

Salvo Pulvirenti al basso e Pino Teresi alla chitarra e “voce“. Della partecipazione di quest’ultimo, rinvio ai paragrafi seguenti.

Numerosi gli attori delle scenette: Carlo Gulino, Tosca Fallico, Ida Provenzano, Franco Razza. Quest’ultimo anche nel “comitato” della quarta edizione.

Roberto Longo, Franco Razza e Titti Marino

Un gradino più su la coppia Dante Borghi e Giovanni Balestrieri. Un venerdì, la coppia, doveva presentare lo sketch “il Frollocone”. Il canovaccio era abbastanza esilarante ma diventava eccezionale con l’interpretazione del citato duo. Alle ore 18.00 quando il macchinista Recupero avrebbe dovuto aprire il sipario, Dante non si era ancora presentato ed era ... latitante anche 15 minuti dopo. Poiché il pubblico rumoreggiava, mi avvicinai a Balestrieri dicendogli che conoscevo la parte e pertanto avrei potuto tentare di sostituirlo. La risposta (“ma non se ne parla proprio”) era nel suo sguardo ironico.

Un improbabile trio : da sx Oreste Sagona, Giovanni Moro ed Enrico Morgantini.

Dante arrivò trafelato qualche minuto dopo con un disarmante “...dovevo finire i tortellini ... Che,... dovevo buttare la sfoglia che si sarebbe seccata?”. Di Dante abbiamo tanti bei ricordi, anch’egli, purtroppo non è più tra noi.

Fra gli interpreti dei “gialli”, anche Enrico Morgantini e Franco Santagati. Quest’ultimo parlava in continuazione ma quando veniva interrogato dal “Commissario” si impappinava, dimenticava il testo, balbettava. Il “giallo” si trasformava in sketch per noi che raramente riuscivamo a non ridere e finiva per ingannare i concorrenti che lo ritenevano, a torto, “il colpevole”. Credendo che recitasse bene la sua parte, che il suo imbarazzo e la sua balbuzie derivassero “da copione” (quindi inconfutabile indizio di colpevolezza), i poveri concorrenti erano tratti in inganno e lo additavano come sicuro colpevole.

Il “Commissario” Enrico Morgantini

Più difficile del previsto, la ricerca delle squadre che avrebbero dovuto partecipare alla gara. Poiché assolutamente impensabile coinvolgere i paesini limitrofi, abbiamo contattato i “Campanili” Tripolini: Sant’Antonio, San Francesco, Circolo Libia (Cattedrale), Santa Maria degli Angeli, San Camillo, La Salle. Il motivo, ovviamente, per rispettare il canovaccio del “Campanile sera”. Netto rifiuto da parte di tutti che intendevano “regolare conti sospesi” sui campi di calcio e non già sui palcoscenici.

Ci rivolgemmo, allora, alle Scuole. Netto rifiuto con motivazione abbastanza logica: come avrebbe potuto una classe di terza media competere con una classe di terza o quarta liceo? Che figura avrebbe fatto la classe sconfitta ed in conseguenza i relativi insegnanti? Dopo lunghe trattative l’accordo: studenti liberi di partecipare ma “in proprio” in altre parole anche se compagni di una stessa classe non avrebbero rappresentato la scuola ufficialmente, ma soltanto loro stessi.

Istituto Tecnico v Liceo : da sx  i "ragionieri" Giulio Costa, Gualtiero Cassar, Aiuti Alberto e dall'altra i "liceali" Paolo Colonna, Eby Raccah e Vincenzo Minna

Nel timore di avere una scarsa affluenza di spettatori pensammo di inserire nello spettacolo un “siparietto” per le Scuole Elementari. Le maestre avrebbero dovuto presentare una piccola recita con gli alunni della loro classe: una classe per ogni “Venerdì Quiz”. Ovvio che i piccoli attori avrebbero avuto al seguito genitori, nonni, zii e fratelli maggiori! L’idea, nata forse da  bieco calcolo di botteghino, si rivelò brillante. Le prestazioni dei piccoli attori hanno avuto sempre successo e “spaziavano” da scenette comiche a cori, a filastrocche, a piccole rappresentazioni. Toccante, con lacrimucce in sala,  quella presentata l’antivigilia di Natale del 1960.

Un’altra volta ricordo che la “spalla” ebbe un vuoto di memoria per cui “il comico” dopo aver atteso qualche minuto si fece domanda e risposta. Il pubblico rise molto di più di quanto meritasse la battuta ed applaudì. Quando gli attori uscirono ed il sipario si chiuse, il piccolo comico mi disse: “Sig. Longo ha visto che “quello” si è dimenticato tutto?”.

“Quello”aveva gli occhi pieni di lacrimoni.” “Ma no! Eravamo tutti d’accordo … non hai visto come tutto il pubblico ha riso divertito?. Il “comico” era troppo sveglio per credere a quanto avevo detto.

Ricordo, però, la gratitudine e la scomparsa dei lacrimoni dal viso dello “smemorato”.

Per uno spettacolo che si rispetti,  necessaria è la presenza di un “ospite d’onore”. Lo avevamo anche noi. Alcune sere prima della rappresentazione, facevamo il giro dei vari “night” contattando qualche illusionista, prestigiatore, cantante o solista d’orchestra. Costo di una certa rilevanza, fortunatamente coperto dai proventi pubblicitari. Sul programma che facevamo stampare, trovavano spazio i nostri sponsor. L’Alitalia, grazie al mio amico Gianni De Nardo

Sponsor Alitalia - Gianni De Nardo

e, negli anni successivi: la Pepsi Cola, la Singer, i Concessionari d’auto Leone Habib e Vittorio Pantaleone,  il “nascente” Pastificio Gurgi.

Facendo un passo indietro, ricordo che il debutto fu rinviato un paio di volte perché mancava sempre qualcosa e, finalmente, con le gambe tremanti e senza ottenere dallo specchio risposta alla mia domanda: “Ma chi te lo ha fatto a fare?”, il sipario si aprì per la prima volta il 2 dicembre 1960. Fu un grande successo, ovviamente per merito di tutti. Mi scuso se qualcuno non è stato citato. Ma è solo dimenticanza perché anche chi è comparso sul palcoscenico per pochi minuti o per dire una sola battuta, ha contribuito alla riuscita dello “show”.

Con le Scuole presentammo il “Venerdì Quiz” per tre edizioni di sette, otto puntate per volta. Causa maternità la presentatrice della “prima ora” fu sostituita da Pina Scotti. Anche lei molto brava, forse un po’ fredda, ma con voce chiara e decisa. Anche la sigla fu cambiata. Quattro ragazze, belle quanto le prime, ed altrettanti “fusti”, si esibivano in uno sfrenato “twist”.

Quattro ragazze, belle quanto le prime, ed altrettanti “fusti”, si esibivano in uno sfrenato “twist”.

Gonna verde a bretelline con maglietta nera per Pina ed Elisa Pasini, Giovanna Casella e..????... Pantaloni neri, camicia bianca e cravatta “stilosa” per Pino Taliana, .....???...,...???,....????. Coreografa, la Sig.ra Barbara Christides che, in alcune puntate, ha fatto debuttare le sue allieve in saggi di danza classica. I coristi: Edoardo Campobello detto "Chambi", Salvo Seminara per gli amici "Selene", Italo Paglialunga, Roberto Marziani e Fabio Chiodi.

Il coro

Esaurito il filone, un anno di pausa. Un pomeriggio, incontrai sul “Corso” Pino Teresi e gli chiesi se fosse disposto a collaborare con una nuova edizione del “Venerdì Quiz”. Mi guardò stupito poi sbottò: “Mi sto per laureare in geologia e fra breve mi presenterò alle più importanti Compagnie per essere assunto. Lo dovrò fare da persona seria e rispettabile mica da “buffone”. Chi potrà prendermi in considerazione se mi vedesse sul palcoscenico del Circolo Italia?”.

Ci rimasi molto male ma mi congedai con “Beh! Se ci ripensi…”

Una sera avevamo appena finito le prove della prima puntata della nuova serie quando dal fondo della sala una voce: “Roberto, secondo me quello sketch andrebbe meglio se … Quella canzone riuscirebbe meglio se ... Forse la presentatrice dovrebbe ...”.  Pino Teresi, per nostra fortuna, ci aveva ripensato.

La quarta edizione del “Venerdì Quiz” iniziò il 21 Gennaio 1966. I “vecchi” apportarono l’esperienza maturata nelle tre edizioni precedenti ma il “cast” si arricchì notevolmente dalla bravura dei nuovi “arrivi”. Pino Teresi vero “show-man”:  suonava la chitarra, cantava sia da solista che da corista, dava ottimi consigli e recitava sketch. Fabio Chiodi, oltre a partecipare alla realizzazione in generale, anch’egli cantante, corista ed attore.

Fabio Chiodi

 Insieme allo stesso Pino Teresi, formava un duo comico senz’altro all’altezza del precedente Borghi-Balestrieri riuscendo con ugual bravura a ripresentare sia “Il Frollocone” che il “Doppio Cliente” ed altre scenette.

A sinistra Fabio Chiodi e Pino Teresi. A destra Tosca Fallico, Pino Teresi e Fabio Chiodi

Si aggiunsero altri cantanti: Claudio Ali, Clara Papantonio, Enrico Casano, Carlo Millauro, Graziella Baldin, Giorgio Covato, Nicola Selvaggio e i “mini” Adriana Orlando, Jolanda Chiodi e Omero Papantonio.Il programma differiva dalle prime edizioni perché diviso in due parti: la prima solo spettacolo di varietà, la seconda tutto quiz: “Caccia al gettone”.

“Caccia al gettone”: da sx Enrichetta Baccolini, Pina Scotti, Roberto Longo ed il campione in carica

Ognuno dei tre concorrenti aveva a disposizione  una grande cartella della tombola. Sceglieva una delle tre “linee” di cinque caselle i cui numeri venivano immediatamente inseriti nell’urna dal “notaio” Sig.ra Enrichetta Baccolini Poppi. Il notaio estraeva un numero alla volta e chi lo possedeva nella  linea della sua cartella aveva diritto a rispondere. Con la risposta esatta copriva il numero con uno dei sette gettoni che aveva in dotazione. Chi per primo realizzava la cinquina di risposte esatte, vinceva la gara ed aveva diritto a ritornare la settimana successiva con il titolo di campione in carica. Presentatrice della prima parte sempre Pina Scotti mentre per il quiz mi avvalevo della graziosa collaborazione delle vallette Edy Valeri e Carla Maglione. Nella quinta ed ultima serie, iniziata il 10 febbraio 1967, una nuova orchestra: “I Gabbiani”. Era formata da Guido Raffaele, Pasquale Aronica, Dabbush e Vito Baranes.

 Pasqualino Aronica  con Roberto Longo durante la rappresentazione " Per un pugno di canzoni"

Un nuovo scenografo: Roberto Frisone. Agli attori degli sketch si affiancavano Italo Paglialunga, Hasen Kerbish, S. Tommasetti  e Titti Marino. Quest’ultimo protagonista di una battuta fuori copione. In una scenetta, insieme ad altri, interpretava una banda di ladri che si era introdotta in una scuola di danza classica. Per confondere i dirimpettai curiosi e per non destare sospetti, la banda si era vestita con i tutù delle ballerine e  la scena era già molto esilarante. Ad un certo punto il copione prevedeva che il capo banda chiedesse a Titti la chiave inglese necessaria per svaligiare la cassa. Titti però l’aveva dimenticata e questo non era certo previsto dal copione. Ma dopo un attimo di imbarazzo rispose: “La chiave inglese? L’ho dimenticata in Inghilterra!”.

Per la prima volta veniva coinvolto il pubblico. Doveva compilare una schedina pronosticando la posizione dei vari concorrenti nelle 6 puntate con il classico 1,2,X. Si chiamava “caccia al migliore” e tra coloro che al termine ottennero il maggior punteggio, furono sorteggiati un televisore, tre radioline ed altri premi minori.

Il programma della puntata del 10 marzo 1967

Una volta, poiché i concorrenti non seppero rispondere alla domanda “che cosa è un ossimoro”, mi rivolsi al pubblico, facendo ovviamente illuminare la sala. Come accade sempre in simili casi, tutti gli spettatori chinarono la testa o guardarono altrove per non essere invitati dal presentatore a rispondere. Il tutto in un silenzio assoluto. D’un tratto, dal centro della sala si alzò una signora di media età, di figura esile, ma con tacchi alti i cui “rintocchi” ritmarono il suo avanzare. Ammirazione di tutti gli spettatori ma grande mio imbarazzo non appena mi accorsi che la signora che si avvicinava era mia suocera. L’imbarazzo derivava ovviamente dal fatto che se avesse risposto esattamente, sarebbe stato difficile per me dimostrare che non era “una pastetta”, una “combine”! Quando fu sotto il proscenio, mi chinai verso di lei per avere la risposta, ovviamente a microfono acceso. Anziché una risposta mi fece una domanda. “Roberto, non potrebbe far spegnere quel ventilatore che mi sta facendo venire il torcicollo?” La sala crollò letteralmente.

In effetti domande di quiz,  concorsi, scenette e spettacolo erano all’insegna della massima serietà e correttezza.

Solo una volta una piccola “taroccatura”. La scena prevedeva un calciatore in palleggio. Si prestò Nando Giorgini che, dietro un lenzuolo con una luce che faceva vedere al pubblico solo la sua ombra, iniziò a palleggiare per tanto tempo e con tale bravura da mandare in visibilio gli spettatori. Il pallone era del tipo dell’epoca con camera d’aria e cucitura. Da questa cucitura partiva un invisibile filo di nylon che assicurava il pallone alla caviglia dell’antesignano Maradona. Il filo c’era, “striscia la notizia”  no!

Ai programmi di quiz, alternammo anche il “Canta bimbi” ad imitazione dello Zecchino d’oro, “Per un pugno di canzoni” vero festival con parole e musiche scritte dagli interpreti, la commedia musicale “Follie di Primavera”: una parodia dei tempi di Nerone. La più bella: “Follie d’autunno” rimase nel cassetto.

La commedia musicale “Follie di Primavera”: tra gli interpetri  Pina Scotti, Tosca Fallico, Roberto Longo, Titti Marino, Salvo Rizza e Fabio Chiodi

 A seguito dei disordini avvenuti a Tripoli durante la guerra dei sei giorni del giugno del 1967, il Circolo Italia fu parzialmente danneggiato da un incendio e non fu più riaperto.

Il canovaccio è andato perduto, ma la trama è ancora nella mia memoria ... se qualcuno ... avesse nostalgia e desiderio di metterla in scena ... il mio indirizzo è … longomartelli@tiscali.it

                                                                                        Roberto Longo.

  (Pubblicato sulla rivista “l’oasi” nel Numero Gennaio – Aprile 2004)

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PICCOLO    ALBUM     FOTOGRAFICO

  A B
01
  Una scena dello spettacolo Orchestra The friends
02
  La troupe della prima serie Cena conclusiva post-spettacolo  all'Uaddan