È stato un vero tuffo nel
passato, alla ricerca dei
luoghi, di affetti, di amicizie
coltivate nel tempo. Un viaggio
nella memoria, carico di
nostalgia, di emozioni e di
nuovi sogni.
Della delegazione
AIRL (Associazione
Italiani Rimpatriati dalla
Libia) guidata dal presidente
Giovanna
Ortu e composta da sei
membri del direttivo, ben
quattro partecipanti allo
storico viaggio, erano Exlali:
Mario Puccinelli,
Giovanni Spinelli, Luigi Sillano
ed il sottoscritto. Gli altri
erano Raffaele Iannotti e
Ornella Sillano figlia di Luigi,
la più giovane profuga.
Il visto ci era stato
personalmente consegnato
dall’Ambasciatore libico El
Obeidi, ospite d’onore al
Convegno AIRL tenutosi a Roma lo
scorso 30 Ottobre, dove si è
festeggiata la conclusione della
nostra traversata del deserto.
Il rappresentante del governo
libico aveva anticipato il
benvenuto in Libia del leader
Gheddafi
agli “ex residenti,
anello di congiunzione tra i due
popoli ed i due Stati”.
“Tornare a Tripoli per noi
significa aver ottenuto un
riconoscimento per il quale
abbiamo lottato tanto in questi
anni, quindi più che meritato, e
soprattutto riappropriarci di
una significativa parte della
nostra vita ...”
ha
dichiarato Giovanna Ortu.
La stampa ha dato ampio risalto
all’evento con significativi
titoli giornalistici:
“A
Tripoli, i primi italiani ex
residenti” (News Italia Press
15/11/04);
“Per gli esuli finisce la
traversata nel deserto” (Ansa
15/11/04);
“È il lieto fine di una lunga
storia” (Il Tempo 16/11/04);
“Libia, dopo 34 anni rieccoci a
casa” (La Nazione 17/11/04);
“Italiani espulsi dalla Libia,
un ritorno a lungo atteso”
(Secolo d’Italia);
“Ritorna a Tripoli il primo
gruppo degli Italiani espulsi
nel 1970. Emozioni e gratitudine
di tre generazioni” (Rai News
17/11/04);
“Esuli, nel suk di Tripoli 34
anni dopo” (Ansa 17/11/04 );
“Le nostre due vite. La prima in
Libia, la seconda in Italia” (la
Stampa 18/11/04);
“Tripoli, il ritorno degli
Italiani. È una grande emozione,
aspettavo questo giorno da 34
anni” (La Repubblica 18/11/04);
“Finalmente a Tripoli, casa
nostra” (Il Corriere della Sera
18/11/04);
“Una giornata a Tripoli ... bel
suol d’amore” (Fatti Nuovi
19/11/04);
“Libia, dimenticato il cimitero
con 8000 italiani” (Avvenire
19/11/04);
“Libia, il cimitero cristiano
sarà risistemato: era diventato
un’enorme discarica a cielo
aperto” (Il Secolo d’Italia
21/11/04);
“La mia Tripoli dei sogni
ritrovata” (Il Territorio
24/11/04) ...
Il disgelo cominciò due anni fa
quando Giovanna Ortu, Presidente
dell’AIRL, nel corso della sua
prima visita a Tripoli (giugno
2002) ebbe occasione di
verificare di persona le
condizioni di abbandono del
Cimitero Cristiano di Hammangi,
dando avvio al progetto di
ristrutturazione che tutti
conoscono per aver ricevuto in
merito lo Speciale Hammangi di
Italiani d’Africa.
Nel nome dei morti, Italiani e
Libici hanno costruito, incontro
dopo incontro, “un nuovo futuro
per i vivi” come ha dichiarato
Luigi Sillano che ha partecipato
per conto dell’AIRL a tutte le
trattative sino alla firma del
Verbale d’Intesa avvenuta il 21
Novembre u.s. durante la nostra
presenza in Libia.
L’accordo prevede la
ristrutturazione dell’ex
Sacrario Militare progettato
dall’Arch.
Caccia Dominioni, dove
verranno ricollocati i resti
delle circa 9.000 salme,
liberando e bonificando i tre
quarti dell’attuale cimitero la
cui area verrà restituita alla
municipalità di Tripoli
affinché venga destinata ad area
verde.
Ora si tratta di trovare i
finanziamenti, circa 4 milioni
di Euro, che dovranno essere
reperiti al più presto ... e
l’impresa appare alquanto ardua.
Per questo, Giovanna Ortu
lancerà una sottoscrizione per
quella parte di fondi che non
saranno corrisposti dal Governo
Italiano.
Felici ed emozionati siamo
giunti a Tripoli dopo 34 lunghi
anni di forzata assenza, il 17
Novembre 2004, a bordo di un
grande Airbus della Lybian Arab
Airlines dopo appena un’ora e
quaranta minuti di volo da Roma.
La capitale libica ci ha accolti
con una leggera, benefica e
beneaugurante pioggerellina
autunnale (17° C).
Ci ha accompagnati in questo
viaggio, l’Ambasciatore italiano
Claudio Pacifico che con
l’AIRL tanto si è impegnato
perché questo giorno arrivasse a
conclusione del suo mandato e
con questo significativo
successo.
All’arrivo all’aeroporto di
Tripoli, l’accoglienza è stata
calda ed in certi casi
commovente. Abbiamo
riabbracciato vecchi amici e
conoscenti;
Mario
Puccinelli ha subito ripreso a
parlare arabo e tutti
siamo stati “requisiti” dalla
radio e dalla TV libica.
Molte anche le telecamere e i
giornalisti al seguito
dall’Italia, vista la
singolarità dell’evento.
Durante il tragitto
dall’aeroporto verso il
centralissimo ed economico
Hotel
El Kebir (sorto al posto
del vecchio Grand Hotel),
Tripoli ci è apparsa lì per lì
irriconoscibile, con i suoi
innumerevoli edifici popolari ed
i balconi pieni di antenne
paraboliche.
Tripoli non è più la città di
170.000 abitanti abbandonata nel
1970. Oggi conta più di un
milione e mezzo di residenti ed
è una città tipicamente
orientale che si è ampliata sia
occupando spazi interni all’area
costruita, sia espandendosi
verso le aree di campagna con
nuove strade sopraelevate e
svincoli fra cui non è affatto
facile orientarsi.
Il profilo urbanistico è
sostanzialmente modificato e
nelle ore di punta si presentano
tutti i problemi delle grandi
città: inquinamento acustico e
traffico caotico.
Le strade secondarie sono
alquanto degradate ed i vecchi
edifici necessitano di
significativi interventi di
restauro conservativo e già si è
cominciato a fare qualcosa.
Dopo l’iniziale disorientamento,
si riscopre la città di un
tempo, piena di vita e che
conserva il fascino di sempre
con i suoi principali punti di
riferimento: la
Piazza Verde, dalla
quale si diramano le note
arterie con tanti fornitissimi
negozi, bar (nell’ex bar
Bascetta abbiamo potuto gustare
un’ottima pizzetta napoletana)
ed eleganti ristoranti, molto
più economici che in Italia,
dove si possono gustare burik e
prelibati piatti di cuscus, di
pesce e carni varie;
i Cinema (Odeon, Rex, Alhambra,
Metropol), le Banche (l’ex Banco
di Roma che domina la
Piazza Verde con la
fontana dei cavalli marini, la
Banca di Libia), il
Castello Rosso adibito a
Museo e recentemente
ristrutturato, l’Arco di Marco
Aurelio, le antiche Moschee
Caramanli e Gurgi ...
C’è ancora molto, di quello che
è rimasto vivo nel ricordo,
almeno nel centro città e nella
sempre tipica città vecchia, la
Medina, con l’antica atmosfera
dei mercati e dei vicoli dove
sono iniziati intensi interventi
di recupero, favoriti dal nuovo
afflusso turistico.
La ex chiesa di
Santa Maria degli Angeli
è stata completamente
ristrutturata ed adibita a
pinacoteca, come pure la prima
sede del Banco di Roma, del
Consolato inglese, del
Consolato francese ed
alcuni ex caravanserragli.
Nel Suq-al-Turk hanno riaperto
tutti i vecchi negozi di stoffe,
artigianato, orafi ed
argentieri.
Abbiamo visitato le moschee di
Gurgi e Caramanli e sorseggiato
un aromatico the alla nanà
seduti nel caratteristico bar
dove si levano i profumi dei
narghilè, sotto la torre
dell’Orologio al termine di
Suq-al-Mushir.
E poi l’ex Palazzo Reale, oggi
biblioteca pubblica, l’ex
Cattedrale trasformata in
moschea da abili progettisti
orientali ed illuminata a giorno
ogni sera, la Galleria De Bono,
il Palazzo ex INPS, il Palazzo
delle Poste, l’Hotel Uaddan, la
fontana della Gazzella, la Fiera
Internazionale sempre imponente
lungo Giaddat Omar El Mukhtar e
più giù verso Gargaresh tante
nuove costruzioni che fanno
intravedere il bel mare sempre
azzurro ma che hanno
definitivamente cancellato gli
stabilimenti del Lido e dei
Sulfurei fino all’Under Water
dove c’è ancora il bowling e più
in là l’ex Mago Rosario tra le
tante ville di Giorgimpopoli
circondate da alte mura di cinta
ed oggetto di sopraelevazioni
che ne hanno modificato le
originali sagome.
Verso la Mellaha corre una nuova
arteria a scorrimento veloce che
alleggerisce il traffico del
vecchio lungomare affiancato da
nuove piantumazioni di palme,
aree attrezzate con giochi per i
bambini ed una grande fontana in
corso di realizzazione.
Il tutto, unitamente a
fantastiche albe, si può
ammirare dalle finestre
dell’Hotel El Kebir.
Nuovi alberghi sorgono vicino
all’ex ingresso del porto. Il
più recente e lussuoso è il
Corinthia, gestito da Maltesi e
che ha costi proibitivi (220
Euro a notte!).
E poi tanti trafficati spazi
urbani con nuove costruzioni e
nuove torri: la più bella ed
imponente è Burj Al Fatah (Torre
della Rivoluzione), sulla cui
sommità funziona un ristorante
girevole che domina la nuova
city nel quartiere di Dhat al
Imad.
Le scuole: tutte ancora lì, col
peso dei loro anni.
Sono state ristrutturate la
Scuola Arti e Mestieri e la ex
Scuola Roma; stanno
ristrutturando il Liceo;
attendono un intervento
l’Istituto Tecnico, la Scuola
d’Avviamento Professionale ed il
nostro amatissimo, glorioso
Istituto De La Salle che ho
visitato insieme agli amici
Hassan Gritli e Radwan Gialuta
con al seguito cineoperatori che
vi hanno riproposto la storica
visita nei vari TG televisivi.
Emozionante l’accoglienza e
l’incontro con la gentilissima
Vice Direttrice ed il corpo
insegnante; commovente
l’ingresso nell’aula dove ho
frequentato la prima elementare
ed il caloroso saluto delle
studentesse (alla lavagna ho
scritto gli anni di inizio e
fine del mio corso elementare e
medio ...).
Che felicità varcare nuovamente
l’ingresso, ripercorrere scale e
corridoi e rivivere come in
sogno il suono della campanella
alla fine delle lezioni, le
corse in cortile, il saluto agli
insegnanti, ai Fratelli, a Fr.
Amedeo in particolare, a Don
Vincenzo, rivedere i vari locali
della cappella, del teatrino,
del refettorio, della direzione
e poi ricambiare all’uscita
l’affettuoso saluto del corpo
insegnante e delle studentesse
affacciate alle finestre!
Ci ritornerò, anzi ci torneremo!
Preparatevi cari ex compagni di
scuola miei coetanei a
festeggiare a Tripoli, il
prossimo Ottobre, i 50 anni del
nostro primo giorno di scuola!
L’accoglienza non sarà meno
calorosa.
Uno degli impegni ufficiali più
importanti è stato quello con il
Governatore di Misurata Muftah
Keiba.
Partiti da Tripoli, dopo due ore
di viaggio siamo giunti nella
bella città che oggi conta
400.000 abitanti, dopo aver
percorso la litoranea verso
Tagiura, Garabulli, Homs e
Zliten.
A Misurata, il Governatore ci ha
dato il suo benvenuto con
amicizia dicendosi contento del
nostro ritorno dopo tanti anni.
Ospite d’onore, Raffaele
Iannotti, nativo di Dafnia, già
Villaggio Garibaldi.
Abbiamo visitato un ospizio, un
orfanotrofio e una scuola.
Nel centro per anziani, qualche
ospite ci ha chiesto notizie di
famiglie conosciute prima degli
anni ‘70.
L’orfanotrofio, dove alloggiano
120 bambini, è un’oasi di pace
linda ed efficiente, nella quale
è impossibile non farsi prendere
dalla commozione per i piccoli
che vanno in cerca di una
carezza, che vanno incontro agli
ospiti stranieri.
A Dafnia, momenti emozionanti
per Raffaele Iannotti nel
rivedere quel che resta della ex
azienda dei suoi genitori.
Non poteva poi mancare la visita
alle rovine dell’antica città
romana di Sabratha, riconosciuta
dall’UNESCO nel 1982 quale
Patrimonio mondiale
dell’umanità.
Mario Puccinelli è invece
ritornato per rivedere la sua
fattoria, ma il maestoso carrubo
piantato dal padre non l’ha più
ritrovato. Ha invece ritrovato
tante vecchie conoscenze
tripoline anche in maniera
casuale.
Luigi Sillano ed il sottoscritto
hanno potuto rivedere le case
dove hanno abitato in quel di
Sciara Ez-Zawia.
La nostra visita non poteva che
concludersi con la
partecipazione alla S. Messa
della domenica, ore 18, in
lingua italiana celebrata dal
Vescovo Mons. Giovanni
Martinelli, Messa cantata dalle
Suore di vari ordini religiosi
(c’era Suor Mary Pace, da 56
anni in Libia, affezionatissima
lettrice de l’Oasi), nella bella
Chiesa di S. Francesco alla
Dahra, Messa di ringraziamento
durante la quale il Vescovo,
porgendo un affettuoso e
caloroso benvenuto ai
rappresentanti della nostra
comunità ed al Console d’Italia
con noi presente, ci ha parlato
del cammino di riconciliazione e
del carattere internazionale
della nuova chiesa di Libia,
sottolineando lo spirito di
amicizia, scevro di risentimenti
e rivendicazioni, che accomuna
tutti, Libici e Italiani, nei
ricordi dell’infanzia e della
gioventù.
Grazie Monsignore e grazie
carissime Suore che da sempre
con amore offrite il vostro
servizio con grande ed
impagabile spirito missionario
nella nostra terra di Libia.
Mi piace pensare che anche i
Fratelli delle Scuole
Cristiane, possano un giorno
stabilmente tornare ... Coraggio
Fr. Piero!
Giancarlo Consolandi
Come tante gocce d’acqua
formano un oceano,
anche noi se ci vorremo
bene,
potremo formare un oceano
di amicizie.
Come cambierebbe il mondo
se tutti gli uomini
vivessero
in uno spirito di
amicizia e di amore.
Ghandi |