WILLY
SALINOS
C’era
all’epoca
a Tripoli un signore di una certa età
compresa tra 50 /60 anni che si presentava
all’aspetto molto buffo per il solo fatto
che non vedeva praticamente null’altro
passasse ad oltre un metro dal suo naso, ma
la cosa più buffa era che pur avendo gli
occhiali, cerchiati di neri e molto spessi,
non li portava mai sul naso.
Sua moglie era , penso una signora
Maltese che forse si chiamava o Gilda o
Wilma, che era bionda, faceva la sarta su
carta a modello e portava quei vestitini
carini carini che molto piacevano a mia
madre, tutti quanti fatti con tanti
fiorellini azzurri o rosa o verdini, con un
colletto quasi tondo , con i bottoni
rivestiti e la cinta intorno
che ti stringeva la vita.
Fui il primo a scoprire il Willy
Salinos, (uomo molto colto che leggeva un
casino di giornali Italiani e anche quelli
Inglesi o Americani e che inoltre aveva un
sacco di libri messi tutti dietro e tutti
intorno alla sua scrivania dove di continuo
scriveva battendo, quasi col naso attaccato,
sui tasti cromati
di una Olivetti utilizzando al
massimo due o tre dita, poiché, mentre mia
madre faceva le prove per essere più bella,
io non sapendo che fare andavo in giro per
la casa della sarta a curiosare. La stanza
di Willy la scoprii dietro il salone
centrale dove aspettavano tutte le altre
donne, lui era sempre li seduto vicino alla
finestra e lo vedevo spesso che
mentre leggeva e/o batteva
a macchina fumava immancabilmente la
pipa.
Un bel
giorno, quando mi vide mi disse
Haj
hau are iou?(1) Risposi
Quais (2) . Lui ci rimase male perchè mi
disse che quando uno di dice
Haj tu gli devi rispondere
Fain
(3) . e quando risposi che non capivo lui mi
disse che Quais era uguale a
Fain,
solo che
Fain
era Americano, come
Haj,
e che
Quas
che era Arabo significava Fain, e perciò oa
una domanda in Americano andava una risposta
in Americano e non in Arabo. Risposi che
però, dal mio punto di vista, dato che
Quas
aveva lo stesso significato di
Fain,
la cosa non aveva grande importanza
in quale lingua si rispondeva, ma
l’importante era il significato delle parole
e non la lingua. Il Willy meditò un attimo
sulla questione, poi facendo un gesto con la
mano mi fece accomodare e quindi
mi fece vedere tutti i suoi libri ed
io giocai con un sacco di cartoline che Lui
teneva dentro una grande scatola con tutti i
bordi cuciti con il filo, proprio come la
cucitura dei pantaloni che
sua moglie mi aveva cucito.
Quando mia
madre finì il suo interminabile vestito mio
padre conobbe la Gilda o la Wilma e così pure il marito che si presentò con
queste poche parole
HAJ,
AI
EM
WILLY SALINOS AND
IOU
(4)? Mio padre rispose quindi tutta
la tiritera del caso raccontando
un p’ò in Inglese, un p’ò in Italiano
ed un p’ò in Arabo, chi era , da dove veniva,
che faceva, di cosa si occupava ecc. ecc,
Dopo tutti i convenevoli mio padre
invitò tutti e due a venire a casa da noi
una sera quando non avevano nulla da fare
dato che loro non avevano bambini. Willy e la Willa, come poi per fare
prima la chiamai io,
cominciarono a venire a casa nostra
sempre più spesso, ed io, mentre loro
parlavano, mi annoiavo tremendamente a
sentire tutti quei discorsi sulla creazione
della terra e delle esplosioni che avevano
dato la vita a tutto il genere umano,
compreso gli animali, le piante e tutte le
creature viventi compreso anche gli Arabi.
Pian piano
però mi appassionai a sentire in silenzio i
loro discorsi ( quando però diventarono un
po’ più concreti) , infatti,
pian piano il Willy passò dalle
esplosioni galattiche , ai venti ionici,
sino a giungere ad affermare che
secondo lui i marziani o altri esseri
provenienti da altri pianeti del nostro
sistema solare erano senz’altro presenti in
mezzo alla gente di tutti i giorni. Di
concetto in concetto arrivò persino a dire
che quegli esseri erano così progrediti ed
intelligenti che senza dubbio per non farsi
scoprire avevano
assunto un aspetto normale di qualsiasi cosa
che noi tutti conoscevamo bene e non ne
potevamo sospettare,
forse addirittura l’aspetto di un
animale domestico come un cane o un gatto.
Infatti , a ben pensarci, certe volte mentre
noi parlavamo e facevamo alcuni discorsi
importanti,
Asad
(5) il nostro cane arabo
cominciava all’improvviso a muovere
la coda , (come se avesse capito questa o
quell’altra battuta, oppure quando faceva
nel discorso un passo importante), ed a ben
guardare gli luccicavano d’un tratto tutti
gli occhi.
Iniziai a
dubitare ben presto di quelle strane forme
di vita che mi giravano intorno;
il gatto, il cane, e perchè nò anche
dei grilli e delle cavallette. Che ne
sapevamo noi in effetti loro chi erano e da
dove venivano? E se fossero stati dei
marziani che magari si erano fatti piccoli
piccoli? Insomma il dubbio silenziosamente
mi arrovellava ed io incominciavo a divenire
sempre più sospetto con tutto e
tutti.
Ricordo che un bel giorno il Salinos giunse
con la moglie a bordo della sua Alpine
Renault coupè color avana e disse a mio
padre che era molto preoccupato perchè dopo
un p’ò di tempo che viaggiava sentiva degli
strani rumori.
Dovete
immaginare però come il Willy guidava la
macchina......; stava tutto curvo in avanti
con il volto attaccato al parabrezza, quasi
a toccarlo con il naso e poi , inoltre,
era molto buffo perchè camminava
molto ma molto piano facendo appena qualche
schioppettio e naturalmente ci impiegava
moltissimo tempo a fare qualsiasi tragitto.
Per tutti
era uno spasso tanto era comico!!. Non
vedeva praticamente nulla, ma lì a Tripoli ,
a quel tempo non era poi molto pericoloso
andare in giro in macchina perchè le auto le
contavi sulle dita, tuttalpiù era più
pericoloso andare in moto o in
darragiat
(6). Questo problema del rumore
della macchina era diventato veramente un
problema importante. Dovunque arrivava
apriva il cofano e c’infilava dentro la
testa per cercare di capire che cosa’era che
non andava
ed ogni volta si sporcava di nero la
fronte ed il naso. Ogni tanto lo faceva
anche per strada, era diventato una vera
ossessione, finché un giorno, mentre ci
raccontava di questi marziani che prendono
le sembianze di chiunque e si infilano
dappertutto,
c’invitò a fare
una passeggiata con l’auto. Ebbene,
non ci crederete, ma dopo un p’ò che
camminava anch’io e mio padre sentimmo quel
rumore strano e man mano che procedeva
diveniva sempre più forte ed era come
se qualcosa dentro
ti straziava. Dovemmo fermare la
Sajjarat
(7)
per strada,
il Willy riaprì il cofano e riinfilò
per l’ennesima volta la testa dentro il
motore per cercare ancora che cos’era che
non andava in quella macchina.
Anch’io e
mio padre scendemmo dall’auto con l’intento
di dargli un aiuto, infatti , appena ebbi
sbirciato dal mio angolo di visione normale,
per quel che potevo data la mia bassa
statura,
mi parve di vedere due luccichii
proprio in fondo tra non so quali tubi di
ferro che uscivano da sotto il
motore, gridai:
“
GUARDA, DUE LUCI
!!! “.
Papà che era
efficiente capii subito, s’infilò con
i suoi pantaloni nuovi sotto la
macchina, alzò un braccio e spinge forte in
alto
mentre il Willy sempre più
incuriosito infilava ancor più giù la zucca
dentro il motore.
Sentii
immediatamente qualcosa di ancor più e
veramente straziante ed all’istante qualcosa
o qualcuno fù sulla faccia del Willy:
qualcosa di grigio-nero, con quattro
zampe ed una coda, magrissimo e per giunta
con qualche bruciacchiatura e macchie d’unto
sul rivestimento esterno.
Il Willy con
un urlo di dolore e
di spavento fece un grande salto
indietro andando di botto a sbattere con il
sedere proprio sulle caviglie e sulle punte
dei piedi di mio padre che era infilato per
terra.
La
“cosa” saettò fuori urlando,
sbattè
dal volto del Willy al cofano,
da questo balzò sul motore e si
dileguò all’improvviso facendo un percorso
fulmineo a destra e manca.
L’unico
testimone attendibile ero io
e quando mi chiesero che cosa avevo
visto per non farli spaventare troppo
risposi che mi sembrava un gatto, ma mentii,
avevo perfettamente capito che quella era
una strana creatura
proveniente dallo spazio che aveva
scelto per poter spiarci come base la
macchina del nostro insospettabile buffo
amico giornalista e vi si era infilata nel
motore.
I grandi
sollevati ci risero sopra contagiando anche
il vecchio
Mischin (8) che chiedeva l’elemosina
accovacciato per terra
poco più avanti all’angolo della
strada.
Io, d’altro canto non dissi nulla mai a
nessuno ciò che avevo capito, ma un dubbio
in fondo in fondo mi era rimasto;... da allora ne il Willy, ne mio padre,
ne la Willa e mai nessun altro
parlarono più di marziani e di altre strane
creature dello spazio.
Di certo
anche loro sapevano, ma come me fingevano
nell’interesse di tutti.
VOCABOLI WILLY SALINOS
1
|
Haj
|
Ciao
|
2
|
Quais
|
Bene
|
3
|
Fain
|
Bene
|
4
|
Ai em Willy Salinos end iou?
|
io
sono Willy Salinos e tu ? (in
Arabinglese)
|
5
|
Asad
|
Leone
|
6
|
Darragiat
|
Bicicletta
|
7
|
Sajjarat
|
Macchina
|
8
|
Mischin
|
Poverino = Mendicante
|
 |
 |
fellah |
carta nautica
di Tripoli |
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