di
Raffaele Brignone
detto
Antonio |
 |
Storia di un complesso
italiano anni '60, nato sotto i
riflessi incantati di una magica
città : Tripoli la bianca |
The Milords
Con la
collaborazione di Maurizio Mormile che ha fornito
il suo
diario personale scritto negli anni ’60, epoca in
cui faceva
parte dei Milords
, e
di Enzo Trapani,
memoria
storica del gruppo
“….a tutti i giovani tripolini che negli anni
sessanta incontrarono la
musica e si confrontarono con essa….”
“….ad
Angelo Vasta
che troppo presto ha lasciato questo mondo
e gli amici che gli vollero bene….”
Ricordi d’ infanzia
Quando ero piccolo, la televisione non esisteva
ancora, non si sapeva nemmeno cosa fosse, e non
fu certo il desiderio d’emulazione a spingermi,
come accade ai bambini d’oggi, verso la musica e
il palcoscenico. Guardavo quel mondo con la
stessa curiosità con cui i bambini ascoltano le
favole…sempre le stesse note, ma intrecci sempre
diversi, ricchi di un fascino speciale.
Il palcoscenico era il luogo dove musica e
personaggi si animavano di vesti nuove,
popolando le mie fantasie di bambino.
Frequentavo ancora l’asilo dalle Suore
Giuseppine, nella città vecchia, quando
venni scelto per interpretare la parte di un
venditore di pesce al mercato in una
rappresentazione teatrale…finalmente salivo
anch’io sul palcoscenico, per cantare e
recitare...
La ribalta
Ricordo che a casa mia si ascoltava sempre
la musica proveniente da grossi piatti neri,
duri, pesanti, che chiamavano “ dischi a 78
giri ”, e si udiva di continuo la voce dolce
e armoniosa di mia madre, che amava molto
cantare. Mio padre desiderava che mi
dedicassi allo studio della fisarmonica,
anche se questo non doveva pregiudicare i
miei risultati scolastici, che rimanevano la
prima delle sue preoccupazioni. Da bambino,
con un gruppo di coetanei del quartiere, ci
divertivamo a inventare delle storie che poi
venivano rappresentate nell’atrio del
portone di casa.
Pasqualino Aronica,
figlio di un falegname che aveva il
laboratorio lì vicino, ideava le storie e
sceglieva gli attori. Chi non recitava
faceva parte del pubblico e si sedeva sui
gradini della scala fingendo di trovarsi in
un grande teatro. L’atrio dell’ingresso era
il
nostro palcoscenico.
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La fisarmonica |
Pasqualino Aronica, in seguito, farà parte
come bassista del complesso
The
Lords
(poi denominati
I Gabbiani)
e parteciperà come cabarettista ad alcuni
spettacoli del
Venerdì Quiz.
Durante gli ultimi anni delle elementari,
riuscii a superare una selezione per entrare
a far parte del coro della scuola dei
Fratelli Cristiani, istituto che ho
frequentato per tutte le elementari e per i
tre anni di scuola media, e in seguito, come
aspirante dell’Azione Cattolica.Con il coro
della scuola partecipai alla
rappresentazione di “Pinocchio”, tratta
dalla favola di Collodi, con la scenografia
e le musiche di
Fratel Giacomo.
Prefazione
I meravigliosi anni ’60
Quello degli anni ’60 fu il periodo del
beat, del Rhythm & Blues, delle
contestazioni studentesche, dei movimenti
giovanili. Molti ragazzi e ragazze vi
aderirono, sostenendo la causa della pace e
distinguendosi dagli altri anche nel look:
capelli lunghi, jeans, camice a fiori…Carnaby
Street dettava legge su cosa si dovesse
indossare.Negli stessi anni venne coniata la
parola “matusa”, con la quale si definivano
gli adulti e tutto ciò che apparteneva alla
generazione precedente.Intanto l’Italia e il
mondo assistevano alla nascita di un nuovo
modo di fare musica. I complessi musicali
dell’epoca riscuotevano enormi successi, e i
giovani del tempo vennero travolti da quelle
sonorità.A questa tendenza non si
sottrassero gli adolescenti di Tripoli, che
con entusiasmo e creatività si avvicinarono
al mondo della musica leggera del momento.
La comunità italiana e quella ebraica di
Tripoli, non rimasero immuni al nuovo
fenomeno musicale, e anche alcuni libici
furono presi dalla voglia di fare musica.
Tutti i giovani trovarono una meravigliosa
convivenza, al di sopra della politica, del
credo religioso, del colore della pelle e di
qualsiasi altro motivo che divide...
la musica unisce...
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Tripoli |
Anno 2004
Da mesi, in diversi
momenti della giornata, un pensiero continuo ed assillante mi sovviene alla
mente. Sarà che ora, essendo in pensione, ho più tempo per dedicarmi alla mia
grande passione, la musica, che insieme allo sport ha segnato la mia
adolescenza.Oggi purtroppo non suono più, da quando un brutto “accidente” alla
testa ha bloccato i miei arti sinistri per mesi, e se dopo un intervento
chirurgico la mia mano sinistra è efficiente ad operare nelle piccole cose
quotidiane, non ne vuole proprio sapere di impostazioni sulla chitarra. Dicono,
ed è vero, che mi è andata molto bene.Ascolto musica tutti i giorni, soprattutto
vecchi brani rock e pezzi anni ’60, e non posso fare a meno di ripensare al
complesso musicale che avevo formato a Tripoli in quegli anni.Mi chiedo spesso
dove saranno finiti i miei compagni d’avventura di quel tempo e mi propongo di
inviare un annuncio di ricerca al giornale della nostra associazione “
Ex Allievi Lasalliani
di Libia ”,
l’Oasi,
volàno instancabile e indispensabile per molti italiani, nati o vissuti in Libia
come me.
“ Dove siete ?? ”
“ Vi cerco ! ”
“ Vorrei tanto
rivedervi, incontrarvi …”
“ Sono uno dei
Milords, indegnamente eletto quale capo complesso…”
L’assillo di questo
pensiero si fa sempre più presente sino a divenire ricorrente negli ultimi mesi
del 2004.
‘’ …QUANDO UNA
TELEFONATA NON TI CAMBIA LA VITA,
MA TE LA FA RIVIVERE…
’’
2 dicembre 2004
Squilla il telefono
di casa, non il solito rumore, ma un suono particolare, diverso dal solito…
forse solo la mia fantasia.
- Pronto ?
- Pronto, parlo con
Raffaele Brignone?
- Si, sono io.
- Raffaele di Tripoli
?
- Si…
- Suonavi la chitarra
?
- Si, proprio quel
Raffaele !
- Sai chi sono ?
- A dire il vero, non
ti riconosco, anche se la tua voce mi è familiare.
- Sono Roberto,
Roberto Mione,
ti ricordi di me ?
- Come potrei non
ricordarti caro Roberto! Chitarra solista e mancino dei
Milords…che
piacere sentirti, come stai ?
- Sto bene, e tu?
Senti, dopodomani sabato 4 dicembre mi incontrerò a Roma con altri due amici che
conosci,
Maurizio Mormile
ed Enzo
Trapani,
te li ricordi ?
- Caro Roberto, sei
sempre stata una persona speciale per me e mi ricordo molto bene di tutti voi
amici della nostra adolescenza. Sentirti è una gioia immensa e sarei felicissimo
di rivedere te, Enzo e Maurizio…
…Ci vediamo a Roma
?…Ma come hai fatto a ritrovarmi ?
- Devi sapere che un
tripolino,
Paolo Cason,
ha un sito internet, www.paolocason.it, e su questo sito molti tripolini
scrivono e comunicano tra loro, anche da Israele…sfogliando le pagine del sito,
ho visto una foto del nostro complesso,
The Milords
, e chiedendo ad amici, ho saputo che risiedi a Pesaro…sulle pagine bianche
on-line ho trovato il tuo recapito telefonico e così ho fatto anche per altri
amici e componenti del gruppo…quindi ho aperto la caccia ai milords.
- Bravo Roberto, stai
portando a termine un progetto che da diverso tempo mi proponevo di realizzare.
Bravo, anzi bravissimo.
- Ciao, un abbraccio.
- Ciao, a sabato.
4 dicembre 2004
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L’incontro romano, da destra:
Roberto, Maurizio, Enzo e
Raffaele |
- a chi sta leggendo -
Il seguito potrà sembrarvi forse un po’
noioso, ma proseguite nella
lettura…incontrerete vecchi amici
dimenticati e potreste imbattervi anche in
voi stessi, in quanto attori, nelle varie
vicende della mia avventura. Quella che vi
voglio raccontare è la mia storia musicale,
condivisa con alcuni adolescenti di Tripoli.
“ Un tuffo nel
passato ”
Un tuffo nel passato
da un trampolino alto trentotto anni, una caduta libera, immensa, straordinaria,
densa di ricordi, passioni e sogni vissuti nei meravigliosi anni ’60.
Tripoli, anni ’60
Moltissimi
adolescenti, affascinati dalla musica del momento, si forniscono di strumenti
musicali. Alcuni iniziano a studiare musica, molti, seguendo il proprio istinto,
suonano ad orecchio, trascorrendo giornate intere ad affinare la tecnica dello
strumento e cercando di assorbire la musicalità emanata dai 45 giri provenienti
dall’Italia e dagli Stati Uniti. Questa tendenza è presente in tutto il mondo e
di fatto l’industria musicale del momento raggiunge l’apice della produzione e
delle vendite.
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Tripoli, cattedrale |
A Tripoli nascono i primi complessi
musicali formati da giovanissimi, che
suonano pezzi dei Beatles, dei Rolling
Stones, dei Nomadi, di Battisti, dell’
Equipe 84. Nelle sale da ballo e nei
clubs privati si suona dal vivo e i
giovani complessi trovano ampi spazi per
esibirsi, arrivando anche a riscuotere
notevoli successi.
Primi anni ’60
Anche io rimasi ammaliato da quel magico
momento della musica leggera, un
fenomeno epocale, che ha segnato
un’intera generazione e che ancora oggi
non sembra aver esaurito i suoi
effetti.L’inizio non fu facile in quanto
i miei genitori volevano che mi
applicassi con maggiore impegno nello
studio, che già in parte trascuravo per
dedicarmi allo sport. Solo dopo un anno,
a seguito di molte insistenze e con il
diploma di terza media in mano a
dimostrare che un po’ studiavo, alla
vigilia della scuola superiore, venni
accontentato.
Mi sentivo il ragazzo più felice e
fortunato della terra. Finalmente avrei
avuto la possibilità di conoscere il
mondo, sino a quel momento sconosciuto,
della musica. Avrei imparato il
significato misterioso dei segni neri
disegnati sugli spartiti: sapevo che
erano note ma non ne capivo il
significato. Solo in seguito, con lo
studio, scoprii che la musica è
matematica pura e che la si può
coniugare all’infinito.
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Io e Maria Elena |
Prima tappa,
il negozio di
Martinez
per comprare la chitarra, una EKO con
quattro microfoni alla quale diedi il
nome di Maria Elena, celeberrimo pezzo
per chitarra del duo italo-americano
Santo e Johnny.Poi una visita al grande
Maestro
Perissinotto,
sempre presente ai nostri raduni EX LALI
di Paderno del Grappa, il quale mi fece
comprare il “ Bona ” per imparare il
solfeggio e il “ Metodo Inzaghi ”, un
testo per lo studio della musica e degli
accordi musicali. Ricordo le sue
lezioni, il suo raccontare la musica con
una leggera inflessione dialettale
veneta, quella casa dove si respirava
un’aria satura di note e di accordi. La
passione del maestro trasportava in
mondo fatto di armonie... E poi tanta
fatica, le dita intorpidite, i calli sui
polpastrelli della mano sinistra,
l’insofferenza per lo studio del
solfeggio, la voglia di imparare presto
per imitare i miei idoli musicali…
Il Maestro
continuava a dirmi :
- Studia!
- Non
perderti con le canzonette.
- Quando
conoscerai bene la musica potrai suonare
qualsiasi cosa.
- Se inizi a
suonare le canzonette smetterai di
studiare.
- Aspetta!
Hai tanto tempo davanti a te.
- Studia!
- Impara
bene a leggere e a interpretare tutta la
musica.
- Studia!
- Non farti
trascinare dalla smania di suonare senza
aver terminato il percorso di studio.
“
…MA I DIVIETI NON SONO FORSE STATI
CREATI
PER POTER ESSERE TRASGREDITI ?... ”
Forse no, ma
nella mente e nella fantasia di un ragazzino
il divieto è solo una regola imposta dai
grandi, che si deve trasgredire se si vuole
dimostrare di essere adulti. E come tutti
gli adolescenti, anche io mi sentivo
ingabbiato, troppo stretto nella
ripetitività meccanica di quei gesti che
avrebbero dovuto aprirmi alla conoscenza
degli arpeggi e delle scale armoniche…io
volevo suonare, uscire dal pentagramma per
immergermi completamente nell’emozione della
musica vera. Così dopo qualche tempo, con
l’incoscienza e la sfrontatezza propria
dell’adolescenza, ignorando i consigli del
Maestro, provai a cimentarmi nelle
canzonette di moda, ricercando gli spartiti
musicali di tutto ciò che era ai i primi
posti della Hit Parade. E provavo e
riprovavo, magari anche canticchiando…non
avevo forse fatto parte del Coro dei
Fratelli Cristiani? Iniziai a suonare da
solo, con la mia inseparabile “ Maria Elena
”, esibendomi alle feste studentesche
organizzate in casa, molto in voga in quel
periodo. In seguito provai un duo con
Franco…,
di cui non ricordo più il cognome...(
se stai leggendo e ti riconosci, scrivimi!
)
Nacque così il duo di chitarra “
Toni e Franco
” dove Toni sta per Antonio: in quel periodo
gli amici intimi mi chiamavano così, con il
mio secondo nome, il più usato in famiglia.
Il sodalizio non durò a lungo: qualche
esibizione durante le feste tra amici, dove
provai anche a cantare. Pezzo forte: “Una
rotonda sul mare”. L’esperienza del duo,
benché breve, mi fu molto utile per imparare
a suonare insieme ad altri. Dopo qualche
tempo ci fu l’incontro con
Rino Grasso
anche lui allievo, più esperto ed anziano,
del Maestro Perissinotto, e con il
batterista
Haliffi.
Si provava in un angolo dell’officina del
padre di
Haliffi,
titolare della Volkswagen , e in breve si
unì a noi anche un bassista. Poi finalmente
il grande giorno: veniamo chiamati per
suonare ad una festa di matrimonio. Mettiamo
a punto il repertorio ( tutta musica anni
’60 ) e ci poniamo la domanda - Come ci
vestiamo ?- Decidemmo di presentarci con
qualcosa di simile a una divisa, per
distinguerci quale complesso. I soldi erano
pochi e le famiglie non approvavano, ma
riuscimmo comunque a comprare una camicia
uguale per tutti… manica lunga, piccoli
scacchi bianchi e neri, quasi un mini
dama…non era proprio il massimo delle nostre
aspirazioni, ma agli occhi di noi ragazzi
parve bellissima. Era una splendida giornata
di primavera, come solo Tripoli sa donare ai
suoi abitanti, quando ci recammo tutti e
quattro in un negozio di abbigliamento in
Sciara 24 Dicembre, negozio gestito da un
ebreo.
- Buon
giorno!
- Buon
giorno, cercavamo quattro camice tutte
uguali.
Il
negoziante ci guardò sorridendo.
- Suonate in
un complesso, vero?
- Si!
Proprio così! – rispondemmo… e ci sentimmo
molto importanti.
L’esordio
ebbe un buon successo e la nostra esibizione
fu molto apprezzata dai presenti alla festa.
Seguirono altre serate, durante le quali la
nostra musica veniva sempre accolta con
grande interesse. Nonostante i
positivi riscontri di pubblico, dopo un
breve periodo di tempo il complesso si
sciolse. Mi
confrontai con altre piccole esperienze,
fino a quando mi venne proposto di entrare a
far parte del gruppo dei fratelli
Carbone.
Uno dei due fratelli suonava la batteria,
l’altro le tastiere (che in quegli anni
venivano chiamate “organo” ), alla tromba
c’era
Rocca
e il cantante chitarrista aveva una voce
perfettamente uguale a quella del famoso
Adamo. Quello dei
Fratelli Carbone
era un ottimo ed apprezzato complesso, già
molto noto.
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Con i fratelli
Carbone sul palcoscenico del Circolo Italia
|
In seguito,
con l’ingresso di
Claudio Ali,
in sostituzione del cantante chitarrista
“Adamo”, il complesso prenderà il nome di
Gemini 5.
Li incontreremo di nuovo in questa storia
durante il
Festival dei complessi. Questa volta
fui io a lasciare il gruppo e per un po’
smisi anche di suonare in giro o di tentare
di formare un mio complesso musicale. Non andavo
più a lezione dal Maestro Perissinotto, però
riuscivo ad apprendere qualche insegnamento
dagli orchestrali ingaggiati dall’Italia che
si alternavano al
Casinò Uaddan.
Fu proprio da uno di loro che acquistai il
mio primo vero amplificatore professionale,
un Semprini, e che acquisii le prime nozioni
per imparare a suonare la chitarra basso.
…
“ Scuola e sport ”
Lasciai per un breve periodo la musica, che insieme alla scuola e allo sport,
avevo sempre cercato di portare avanti.
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Lungomare di Tripoli, Piazza
Gazzella |
Al secondo anno delle superiori venni
bocciato, una bocciatura che mi fece molto
male… Io, cinque volte premiato con medaglie
al merito alla scuola dei Fratelli
Cristiani…! Ma come tutte le esperienze,
anche quelle negative aiutano a crescere.
Diventai più riflessivo e cercai di
impegnarmi di più negli studi… In quel
periodo, con la supervisione della
professoressa
Filomarino,
organizzai per la scuola uno spettacolo, che
impegnava sia gli studenti dell’Istituto per
geometri, sia quelli di Ragioneria. Il
palcoscenico continuava ad affascinarmi,
anche se quella volta non dovevo suonare né
cantare. Mi era stato assegnato il ruolo di
presentatore dello spettacolo. Tema centrale
della rappresentazione era la parodia di “
Biancaneve e i sette nani ”, dove i sette
nani erano interpretati da ragazzi alti
almeno un metro e ottanta… Biancaneve venne
scelta tra i più piccoli, e l’ unico con
capelli biondi era
Sergio Genna
che venne designato per interpretarne la
parte. Ritroveremo Sergio più avanti come
organizzatore del
Festival dei Complessi
insieme a
Umberto di Vora.
Istituto
superiore per geometri
Al centro la professoressa
Filomarino con il preside, a
sinistra e a destra i cugini
Saragozza, cantanti,
che ritroveremo nella
manifestazione “Un disco per
l’estate”; in seconda fila:
a sinistra Raffaele Brignone,
musicista, a destra
Sergio Genna,
organizzatore di spettacoli
musicali; in terza fila: con
occhiali scuri, Angelo
Vasta, organizzatore,
e Giancarlo Consolandi,
attuale presidente dell’
Ass. Ex allievi Lasalliani;
in quarta fila: Sergio
Mormile, organizzatore di
spettacoli musicali; in
terzultima fila: a destra,
con un braccio sulla
balaustra, Claudio Ali,
musicista e cantante. |
Lo sport, oltre alla scuola e allo
studio della musica continuava ad
impegnare gran parte del mio tempo. In
quegli anni giocavo a pallacanestro
nella squadra
La Salle
insieme a
Gianni Martelli,
Ivo
Spadevecchia,
Giulio Marcello
e
Gigi Chiarelli
(che incontreremo di nuovo nel mondo
dello spettacolo di Tripoli). Nello
stesso periodo giocavo anche nella
squadra di pallacanestro dell’Istituto
Guglielmo Marconi e mi allenavo nella
squadra locale dello Sciabab Arabi, dove
militava anche
Fausto Finocchiaro…
ma questa è un’altra storia.
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1965 – Istituto La Salle.
Foto ricordo
della squadra di basket. Da
sinistra in piedi Raffaele
Brignone, Mario Aiuti,
Cesare Borghi, Aguanno, Ivo
Spadavecchia e ai loro
piedi, Gianni Martelli, Gigi
Chiarelli e Giulio Marcello,
Tartaglini. |
Fine estate
1966
La voglia di suonare
e di formare un buon gruppo musicale continuava ad assillarmi e sentivo che
sarebbe stato difficile non cadere in tentazione. Succede nella vita che un
avvenimento accada inaspettato e non voluto, e che poi sia proprio quell’avvenimento
a segnare il nostro futuro. Così fu anche per l’incontro dei primi fondatori di
quel complesso che in seguito prenderà il nome di The
Milords.
Un pomeriggio, uno
dei tanti trascorsi nel cortile dei Fratelli Cristiani giocando a calcio-balilla
nella stanza dell’Azione Cattolica, quella vicino all’ingresso delle aule dove
stazionava sempre il nostro
Fratel Amedeo,
incontro
Antonio Morreale.
Parliamo a lungo di
musica e di complessi, la nostra comune passione, e Antonio mi confida di aver
sentito parlare dei miei trascorsi da chitarrista. Da qualche tempo lui stesso
aveva deciso di dedicarsi allo studio della batteria… Che fosse finalmente
arrivata l’occasione che stavo aspettando? Quasi all’unisono ci chiediamo:
- Perché non proviamo
a formare un complesso musicale?…
- Perché no!
- Conosco un buon
cantante - mi dice - il fratello di
Sergio Mormile,
Maurizio,
canta nel coro, qui dai Fratelli, e so anche di un ragazzo, un certo
Uccio Ventura,
che dice di essere un bassista, ma non l’ho mai sentito suonare…
…
Inizia una nuova
avventura
Maurizio
(Maurizio Mormile) |
VOCE |
|
|
Raffa
(Raffaele Brignone) |
CHITARRA
RITMICA |
|
|
Uccio (Uccio
Ventura) |
CHITARRA
BASSO |
|
|
Tony
(Antonio Morreale) |
BATTERIA |
Alla nostra
formazione mancava solo uno strumento solista, un’altra chitarra o un organo.
Maurizio propone “C’è
Roberto Mione,
un ragazzo in gamba, che ha studiato musica con il Maestro
Deodati…E’
un chitarrista mancino molto bravo!”
Non conoscevo questo
Roberto, né avevo mai sentito parlare di lui, quindi decidemmo di invitarlo alle
prove per sentire quello che sapeva fare. Un pomeriggio a casa di Antonio (dove
si provava) arrivò Roberto, capelli lunghi ma non troppo, perché a Tripoli in
quel periodo i capelloni rischiavano di essere portati in caserma per ricevere
un super taglio gratis dalla polizia! Roberto, viso scavato, aria da sognatore,
un incrocio tra il beat e l’intellettuale, sfodera la sua chitarra con tutte le
corde montate al contrario per adeguarla alla sua mano mancina e prova qualche
pezzo che anche noi conosciamo. Lo seguiamo facilmente e dopo aver suonato
alcune canzonette ci guardiamo con un cenno di assenso e gli chiediamo di far
parte del gruppo. Avevamo trovato il nostro solista… Dopo qualche prova, chiamo
in disparte Uccio, il bassista, e gli chiedo :
- Da quanto tempo
suoni il basso?
- A dire il vero non
da molto. Prima suonavo la chitarra ma è uno strumento poco richiesto nei gruppi
perché la suonano già in tanti…di bassisti invece c’è gran bisogno visto che
sono in pochi a dedicarsi a questo strumento. E’ per questo che ho cominciato a
suonare il basso, ma è da poco che ci provo…così, a orecchio, come per la
chitarra...
- Infatti vedo che ti
muovi sempre con un leggero ritardo rispetto agli altri, aspetti sempre di
vedere l’impostazione del chitarrista per sapere in quale accordo suonare…
- Raffaele, sei
l’unico che se ne sia accorto ma è proprio così…
Riuniti gli altri
componenti del complesso e messi anche loro al corrente della situazione, dopo
una breve discussione, decidiamo di esprimere a Uccio il nostro parere: avevamo
bisogno di qualcuno più esperto per non rallentare le prove e la realizzazione
dei pezzi; di qualcuno in grado di dare alle canzoni del nostro repertorio un
suo apporto originale.
- Vedi Uccio, noi
vorremo costruire un complesso serio e musicalmente preparato, non una cosa
fatta solo per stare insieme e fare musica...e bisogna ammettere che la tua
attuale conoscenza dello strumento non è ancora soddisfacente… Uccio riconobbe
le sue carenze musicali e senza obiettare lasciò il gruppo, mantenendo con tutti
un rapporto di sincera e leale amicizia. Uccio Ventura in seguito, entrerà a far
parte dei Gemini
5 e lo
ritroveremo, come bassista ormai esperto, al fianco di Claudio Ali durante il
Festival dei
complessi.
Con Uccio Ventura avevamo un bassista con qualche pecca, ora però, ci
ritrovavamo senza nemmeno quello: avevamo bisogno di un nuovo elemento. Antonio
propose per un provino
Ugo Balistreri,
il quale,
essendosi
dimostrato un valido musicista, entrò a far parte del gruppo.
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The Milords, la formazione
definitiva |
Dopo una
lunga attesa e quasi per caso, quel
pomeriggio di fine anno, nasceva il
complesso che per trentotto anni avrei
portato con me, nel ricordo nostalgico
ed entusiasmante di un periodo magico,
durante il quale sembrava che tutto
fosse possibile.
Profili dei
componenti
Maurizio
Mormile |
VOCE |
Roberto
Mione |
CHITARRA
SOLISTA
|
Raffaele
Brignone |
CHITARRA
RITMICA |
Ugo
Balistreri |
CHITARRA
BASSO |
Antonio
Morreale |
BATTERIA |
Maurizio Mormile,
nato a
Tripoli il 30.01.1952 - Il più giovane del gruppo, tranquillo, conscio del suo
fascino di bel ragazzo e di artista. Le ragazzine lo corteggiano in tutte le
occasioni fermandolo anche per strada, spesso chiedendogli un autografo. Una
bella voce, che riesce ad estendere dai toni più bassi fino alle sonorità più
acute. Partecipa con entusiasmo alle attività del complesso, con interessanti
proposte musicali. Si diletta in grafica e produce fantasiose cover di dischi
pensando a quando ne verrà inciso uno suo o del nostro gruppo.
Roberto Mione,
nato
a Tripoli l’ 11.08.1950 - Mancino come
tutti i grandi artisti, serio e
composto, un po’ introverso.
Difficilmente prende parte alle
conversazioni; solo quando si parla di
musica o si discute delle variazioni da
apportare ai brani, interviene con
grande passione e competenza. Con la
chitarra è straordinario, riesce ad
improvvisare musica su una serie di
accordi armonici proponendo sempre nuove
soluzioni. Potrebbe essere un ottimo
jazzista. Buona anche la voce, tendente
alle basse tonalità. Spesso con me alla
ritmica e Antonio alla batteria,
improvvisa pezzi blues di pura fantasia.
Raffaele Brignone,
nato a Tripoli il 09.07.1948 -
Detto anche Antonio, o Raffa, sono
il più “vecchio” del gruppo anche se
solo di qualche mese o anno. Insieme
a Roberto sono l’unico a conoscere
un po’ di musica, grazie ai quasi
cinque anni trascorsi tra le lezioni
del maestro Perissinotto e gli
insegnamenti di diversi
professionisti. Mi trovo bene con
tutti i componenti del gruppo che
vedono in me il loro leader.
Difficilmente vengo contestato,
tutti si fidano delle mie proposte e
quasi sempre accettano le mie
innovazioni
Ugo Balistreri,
nato a Tripoli il 27.03.1950 -
Capelli castano chiaro, ribelli
sulla fronte, occhi azzurri.
Contestatore dell’ultima
generazione, pur affermando che
nulla va bene, si adatta sempre
alle decisioni degli altri
accettandole. Si impegna molto
per imparare dal gruppo e dà
sempre il meglio di sé in ogni
occasione.
Antonio Morreale,
nato a Siracusa l’
11.02.1949 - Simpatico
ragazzo, magrissimo, occhi
chiari che sprizzano
felicità. Mentre parla a
raffica il sorriso non
abbandona mai il suo volto,
un ricciolo di capelli
castano chiaro sembra
incollato alla fronte,
inamovibile anche nelle
giornate ventose. E’ l’unico
motorizzato del gruppo,
possiede un maggiolone
Volkswagen. Non parla mai a
sproposito, ha sempre una
barzelletta da raccontare e
riesce ad improvvisare rime
sarcastiche con nomi di
persone e di oggetti. Sembra
nato con le bacchette della
batteria in mano…A volte,
durante le nostre
esibizioni, si permette
delle evoluzioni, lancia le
bacchette in aria e dopo
alcune piroette quelle
tornano magicamente tra le
sue mani per continuare a
percuotere piatti e tamburi.
Iniziammo a costruire
un nostro repertorio e a lavorare ai vari pezzi. Durante le prove cercavo di
dare un’impronta personale al nostro modo di suonare, cambiando i tempi di
esecuzione, modificando pause e intervalli di suono, o cantando a tre voci,
integrando la linea vocale di Maurizio con controcanti eseguiti da Roberto e da
me. Ogni esecuzione dopo queste modifiche, si presentava simile all’originale ma
nello stesso tempo molto diversa dal pezzo scritto nello spartito o da quello
inciso nel 45 giri dal cantante o dal complesso che lo aveva portato al
successo.Forse grazie a queste variazioni musicali da tutti condivise o forse
perché ero il più grande (diciotto anni), venni riconosciuto dal resto del
gruppo come loro guida e quindi capo-complesso. Forte della mia nuova carica,
proposi delle regole da rispettare:
1.
L’impianto di amplificazione per la voce, compresi i microfoni, è
comproprietà del gruppo. Chi vorrà uscirne perderà la propria parte di
comproprietà. Nel caso in cui qualcuno venga estromesso gli sarà corrisposta la
sua quota.
2.
Puntualità alle prove.
3.
No ai superalcolici.
4.
No alle ragazzine durante le prove.
Proposi inoltre di
dare un nome al gruppo, un po’ inglese, come era di moda al tempo, e un po’
altisonante : The
Milords, e
tutti ne sembrarono soddisfatti. Non so ancora oggi se fu vera convinzione o se
il resto del gruppo non volle contrariarmi , certo è che nacquero i
Milords,
che sarebbero diventati uno dei complessi storici di Tripoli. Studiammo per
mesi, utilizzando per le prove prima la casa di Antonio, poi la soffitta di
Salvo
Giacchi
(che ritroveremo in questa storia quale organizzatore di spettacoli), infine
garages e cantine… Non era facile trovare un posto dove poter suonare senza
disturbare i vicini, ma con pazienza e molta passione riuscimmo a superare anche
queste difficoltà.
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The Milords prima di
una esibizione |
A proposito di prove
Mentre scrivo questo diario,
ricordando i tempi passati e
le ore trascorse a provare,
mi accorgo di essere stato
un vero schiavista nei
confronti dei miei compagni
d’avventura. Pretendevo
sempre il massimo da tutti,
ogni brano veniva ripetuto
all’infinito.
- Dai, forza ragazzi – li
incitavo - inizia Antonio
con un terzinato alla
batteria, poi entra il
basso, quindi le chitarre e
Maurizio…
- Antonio…alla quarta
battuta del ritornello
stoppi con un colpo secco
alla grancassa e smorzi i
piatti!…Riprende Ugo con il
basso da solo…
- Ugo…quando suoni da solo,
alza il volume!…poi entra
Roberto con il ritornello
svisando sul tema in assolo,
quindi rientriamo con la
ritmica, chitarra basso e
batteria, al secondo giro
sugli accordi riprende
Maurizio…
- OK?!
- Uno…due...tre...quattro!
Si comincia...
- Antonio!!! Voglio un colpo
secco sulla cassa, non una
carezza! Tutto dall’inizio!
- Uno…due…tre…quattro… Si
continua…
- Ugo!!! Alza il volume
quando sei da solo…
- Tutto dalle battute
iniziali, riprendiamo!
- Basta Raffa, va bene così,
no?!!
Fingendo di non aver sentito
ribatto quattro e si
continua a provare…
Provare e suonare tra noi
era molto bello, ma ci
mancava la consacrazione del
pubblico.
L’ esordio
…dal diario
personale di Maurizio, scritto nel periodo in cui faceva parte dei Milords…
…è
stato in occasione della festa di Natale del Liceo Scientifico, era il
23.12.1967, in quella occasione suonammo coadiuvati da un altro complesso, la
nostra esibizione fu molto gradita ed applaudita e presto verremo ancora
chiamati per suonare…
E’ proprio
vero quello che scrisse allora Maurizio. Esibirsi per la prima volta davanti a
un pubblico di giovani, fu di buon auspicio. In seguito ricevemmo numerose
proposte per suonare a feste private, matrimoni, cresime e compleanni. Di fatto
negli anni successivi, tra il 1968 e il 1969, raggiungemmo l’apice del successo
ed arrivarono anche i primi riconoscimenti economici. Ricordo che all’epoca mio
padre, che aveva una buona attività commerciale, per le mie piccole spese mi
concedeva una paghetta settimanale di mezza sterlina, ed era molto. Le nostre
normali prestazioni musicali venivano ricompensate con ottanta/centoventi
sterline a serata, quindi a ciascuno di noi toccavano venti/venticinque
sterline: una vera fortuna per noi ragazzi, soprattutto se si tiene conto del
fatto che ci esibivamo quasi tutte le settimane… Organizzavamo anche dei
pomeriggi danzanti in un garage, l’underground, un altro modo di presentare
musica piuttosto in voga alla fine degli anni ’60. Per i biglietti d’ingresso ci
inventammo un timbro artigianale: da una gomma per cancellare tagliammo un primo
strato lasciando in rilievo solo una M e con questa timbravamo i biglietti
all’entrata.
Poi
riuscimmo ad ottenere un contrattato settimanale con lo
Shooting & Fishing Club.
Diverse compagnie di giovani ci seguivano nei locali dove suonavamo e il nostro
gruppo d’amici era sempre in prima fila con oltre quaranta tra ragazze e
ragazzi, capitanati dalla effervescente
Paola Tessuto
e da suo cugino.
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The Milords durante un’esibizione allo Shooting & Fishing Club |
Angelo
Vasta,
carissimo amico d’infanzia, grande ammiratore del nostro gruppo e socio dell’Underwater,
propose ed ottenne dal proprietario un contratto per farci suonare al Club ogni
sabato sera.
Ricordo le
feste a casa di Angelo, alle quali
partecipavo sempre accompagnato dalla mia chitarra…Ogni volta lui mi chiedeva di
suonare un flamenco, e mentre suonavo si avvicinava agli amici sussurrando loro:
“Senti com’è bravo!”…
Ciao
Angelo, sei stato un grande amico!
…
L’ Underwater Club
L’Underwater club, fu
il nostro vero trampolino di lancio.
Il primo contratto,
ottenuto dall’amico Angelo, consisteva in una serata di prova al Club, durante
la quale si sarebbero esibiti anche i
The Colors of Darkness,
una formazione americana composta da figli dei soci o figli di amici. Il sabato
pomeriggio di quel memorabile giorno, si festeggiava il Carnevale.
Portammo i nostri
strumenti e la nostra amplificazione al Club, e sulla pedana riservata ai
musicisti trovammo già sistemata l’attrezzatura dell’altro complesso:
amplificatori ultima generazione provenienti direttamente dagli Stati Uniti,
alti come una persona e collegati a pedaliere per i comandi a distanza, una
batteria tutta in madreperla bianca con doppi tom e doppi timpani…Cose simili le
avevamo viste solo sui giornali! Il costo del tutto si poteva aggirare intorno a
quello di tre automobili di media cilindrata… Un sogno per noi!
Antonio in quel
periodo aveva una batteria rimediata da vari pezzi provenienti da altre
batterie, per cui ogni pezzo aveva un colore diverso: rosso, bianco, giallo...
Mentre eravamo intenti a sistemare strumenti e amplificazione, arriva il Sig.
Papadopulos,
titolare del Club e ci guarda con aria molto preoccupata…Forse pensava: “Chi
sono questi con un’attrezzatura così sgangherata?”
Antonio
interpreta lo sguardo e prontamente gli dice:
- Vede, Sig.
Papadopulos, essendo Carnevale abbiamo pensato di portare una batteria di colori
diversi…per rendere più allegra la serata!
I nostri
amplificatori, grandi come una grossa valigia, quasi scomparivano al confronto
dei giganti già in pedana, ma non ci perdemmo d’animo e sistemammo tutto negli
spazi liberi.
Ritornammo
al Club la sera, per la nostra esibizione, prevista nelle due mezzore
d’intervallo dell’altro gruppo.
Arrivarono
anche gli americani, tutti molto giovani, e per prima cosa accesero un
proiettore per filmati super 8 millimetri, oggi un pezzo da museo, ma assoluta
novità per l’epoca…Alle spalle di chi suonava, su un telo bianco, apparvero
immagini di films di guerra che avevano per protagonisti soldati americani.
Iniziarono a
suonare una musica molto caotica e pesante che non avevo mai sentito prima,
forse brani di loro composizione. I testi parlavano di guerre e di lotte per la
pace. Altre canzoni avevano per argomento l’insofferenza giovanile, la morte e
il dolore, raccontavano di giovani stressati, afflitti dal male di vivere…Forse
il loro nome, tradotto letteralmente “i colori delle tenebre”, derivava proprio
da questa loro pessimistica visione della vita.
Mentre i
giovani americani suonano, le persone in sala rimangono tutte sedute al proprio
tavolo, chiacchierando sottovoce e sorseggiando delle bibite. Sulla pista da
ballo nessuno e nulla cambia durante tutta la prima ora della loro esibizione.
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The
Milords durante un’esibizione all’Underwater
Club |
Finalmente
tocca a noi!…I
The Colors of Darkness
lasciano la pedana e ci invitano a prendere il loro posto. Strumenti a tracolla,
Antonio con le sue bacchette in mano, saliamo sul palco e colleghiamo i nostri
strumenti agli amplificatori. Durante l’esibizione degli americani, ero stato
preso da forti dubbi, forse il pubblico presente in sala gradiva quel tipo di
musica, quindi il nostro repertorio era tutto fuori tema…Come sempre avevamo
preparato una scaletta introduttiva di genere melodico per invogliare la gente a
ballare. Mentre collego la chitarra all’amplificatore penso: “E’ tutto
sbagliato!”. Guardo gli altri, che come me si stavano preparando a cominciare a
suonare, e sussurro loro: “Dobbiamo cambiare la scaletta iniziale dei brani…”
Suonare in pubblico senza una scaletta predisposta non l’avevamo mai fatto; in
prova si era già stabilito con quali pezzi iniziare e la successione degli altri
brani per non falsare i tempi e gli automatismi successivi.
Strumenti
pronti, tutti e quattro meravigliati e ansiosi, mi fissano per sapere cosa fare.
Una sensazione di panico mi pervade, non so con cosa iniziare, le idee in testa
girano a mille…Escludere il melodico è cosa certa, il tempo è poco, bisogna
decidere in fretta. Rischiamo di far apparire la nostra indecisione come
insicurezza…Sono io che devo scegliere, ma il parere di Maurizio, l’unico con
uno strumento non meccanico, la voce, è essenziale. Mi avvicino a lui e gli
sussurro:
“Vorrei la pelle
nera”. Con un cenno acconsente, passa parola agli altri “la pelle nera”…“la
pelle nera”…tutti annuiscono con il capo, sono pronti, Antonio incrociando le
bacchette batte quattro per lo stacco iniziale; Maurizio toglie il microfono
dall’asta lo porta vicino alle labbra:
-
hei, hei, hei, dimmi Wilson Pickett !
- hei, hei,
hei, dimmi tu James Brown - rispondiamo io e Roberto
- Questa
voce dove la trovate…?
E Maurizio
quella sera, la trovò quella voce piena, cristallina, potente…
In sala
iniziò un brusio, si sentì qualche risatina…Tutti sembravano svegliarsi da un
forzato torpore. Poi qualcuno, timidamente, si avvicinò alla pista da ballo,
ancora immacolata, e incominciò a ballare. Pochi minuti dopo la pista era
piena. L’inaspettato
successo diede una gran carica a Maurizio, che in quel brano riuscì a tirar
fuori il meglio di se stesso.
Chiudemmo il
pezzo con rulli di batteria e assoli di chitarra e ci ritrovammo sommersi da un
mare di applausi e grida e fischi, che per gli americani erano segno di
approvazione e di entusiasmo. Non riuscivamo a credere a quello che stava
succedendo. Per un po’ restammo immobili a goderci gli applausi e ringraziare il
pubblico, ma il tempo a nostra disposizione era poco… Non lascio nemmeno sopire
gli applausi, per non rubare minuti alla nostra mezzora, e dico ai ragazzi del
gruppo: “When the Saints go marching in”, ma la mia voce è coperta dal frastuono
ancora echeggiante in sala, tanto che loro avvertono solo il labiale…
Gli applausi
continuano mentre Antonio ribatte quattro, questa volta colpendo con la
bacchetta il cerchio di ferro del rullante…Accordo iniziale delle due chitarre e
Maurizio, ancora stordito dalla reazione del pubblico comincia a cantare, io e
Roberto lo seguiamo in un’altra tonalità. Quasi tutto il pubblico è in pista a
ballare, ma la pista è insufficiente a contenere tutti gli ospiti per cui
qualcuno balla tra i tavoli, mentre i pochi ancora seduti scandiscono il ritmo
con le mani. Chiudiamo anche questo brano, ancora applausi, qualcuno sale in
pedana e vuole stringerci la mano per congratularsi, un gruppo di giovanissime
assale letteralmente Maurizio, lo vogliono toccare e abbracciare.
Io continuo
ad osservare le lancette dell’orologio che girano inesorabili, mi avvicino ad un
microfono:
- Grazie,
thank you!
- Grazie a
tutti!
I minuti
scorrono veloci e noi dobbiamo continuare a suonare…
Gli applausi
si placano e riprendiamo con alcuni brani melodici, che dopo i due effervescenti
brani iniziali, vengono molto graditi.
Fine del primo tempo.
Stacchiamo gli
strumenti dagli amplificatori e li riponiamo per cedere il posto agli americani.
Tornano i
The Colors of
Darkness e
torna anche il silenzio in sala…
I presenti
riprendono posto attorno ai tavoli e ricominciano a conversare sommessamente
bevendo i loro drinks.
Noi usciamo
dalla sala ancora euforici e sorridenti e iniziamo darci gran pacche sulle
spalle congratulandoci l’uno con l’altro:
- Bravo
Roberto!… - Bravo Maurizio!… - Antonio, sei stato grande!…
- Hai visto
quello come batteva le mani?!… - E quello che è salito sulla sedia e fischiava
come un matto!??… - Bravo Ugo!… - Grande Raffa!...
- Li abbiamo
stesi! - Cerchiamo Angelo, chiediamogli cosa ne pensa.
Rientriamo
in sala. Angelo stava uscendo dall’ufficio del Sig. Papadopulos, lo prendiamo
sottobraccio e lo portiamo fuori assalendolo con le domande:
– Allora?!
Come ti sembra che sia andata?… - Siamo stati bravi?… - Ti siamo piaciuti?... –
Dai, dicci qualcosa!!…
Angelo porta
le mani avanti con il palmo rivolto verso di noi e dice con un gran sorriso:
- Calma
ragazzi! Calma! Il Sig. Papadopulos mi ha chiamato nel suo ufficio, visto che
sono stato io a presentarvi al Club, per dirmi che vi vorrebbe a suonare qui
tutti i sabato sera, al posto degli americani… molti soci gli hanno fatto questa
richiesta, ma ha un dubbio…sareste capaci di suonare per una intera serata?
Roberto,
quando sente mettere in dubbio le sue capacità musicali o quelle del gruppo,
s’innervosisce e diventa irascibile…con fare minaccioso e il dito indice proteso
in avanti esclama:
- Dì al
“greco” che noi possiamo suonare per quattro ore di fila senza ripetere un solo
pezzo!!!
Seguimmo
Angelo che ci accompagnò tutti dal “greco”, persona squisita ed affabile, e che
dopo averci fatto accomodare ed essersi congratulato per la splendida
esibizione, ci propose un contratto per suonare al Club tutti i sabato sera ed
eventualmente anche in altre occasioni, qualora si fosse presentata una
situazione adatta al nostro genere musicale.
Intanto gli
americani avevano terminato di suonare. Sempre la stessa storia…noi ci
avviciniamo alla pedana per prendere il loro posto, e coprire la seconda mezzora
di pausa con la nostra musica, quando inaspettatamente uno di loro si avvicina
ad Antonio, che conosceva molto bene la lingua inglese, e gli dice:
- Terminate
voi la serata, siete molto più bravi…noi andremo, con grande piacere, a ballare
al suono della vostra musica…
Questo
riconoscimento fatto da chi sembrava il nostro avversario del momento, ci riempì
d’orgoglio e di soddisfazione.
Locandine
Sul giornale italiano
di Tripoli intanto compaiono le prime locandine pubblicitarie che annunciano
serate danzanti con The
Milords.
Forse non eravamo i
più bravi, ma contrariamente ad altri gruppi eravamo musicalmente preparati e le
nostre proposte erano sempre molto originali.
Le prime
locandine pubblicitarie dei Milords |
Ricordo la nostra
versione de “ Il ballo di Simone ”, sempre richiesto durante le nostre serate.
Quando il brano sembrava finito e la gente iniziava a lasciare la pista da
ballo, ad un cenno tra me e Roberto si riprendeva dal ritornello: “…batti in
aria le mani /…e poi falle vibrar /…se fai come Simone /…non puoi certo
sbagliar…”e tutti ritornavano a ballare, anche se già seduti al tavolo, si
alzavano e rientravano in pista con grandi schiamazzi. Un altro brano sempre
molto applaudito era “ La Bamba ” miscelata con “ Twist & Shout ”, il cui
risultato finale era un pezzo parte in spagnolo e parte in inglese!
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Locandina
pubblicitaria del giornale italiano di Tripoli |
Le locandine
pubblicitarie, ci portavano molta notorietà, ma la stessa notorietà, la ripagavo
a caro prezzo a scuola. Il Professore
Luigi Piazza,
ingegnere, docente dell’Istituto Guglielmo Marconi, siciliano, da poco a
Tripoli, seguiva con molto interesse questi avvenimenti. Con spirito goliardico
e il giornale in mano, il mattino successivo a qualche nostra esibizione,
entrava in classe e dopo aver fatto il formale appello chiedeva:
- Raffaele! Hai
suonato ieri sera?
- Si,professore.
- Bravo, e a che ora
sei tornato a casa?
- Alle tre questa
mattina, professore.
- Ti sei divertito?
- Come sempre
professore.
- Bravo! Vieni, oggi
sei interrogato.
Seguiva
un’interrogazione con risultati non certo prestigiosi, ma al Professore piaceva
molto giocare ed eravamo legati da un’amicizia vera, che andava al di là del
rapporto scolastico, amicizia condivisa anche con altri studenti, come
Renato
Marotta,
Luigi De Matteis
e
Danilo
Pucci.
Naturalmente
l’interrogazione era solo un modo per farmi capire che la scuola era la cosa più
importante e che lo studio, anche se meno piacevole della musica, doveva essere
preso seriamente. Per mia fortuna, e grazie al buon cuore del professor Piazza,
quelle interrogazioni non vennero mai ufficializzate…
...ciao
prof., ovunque tu sia, sappi che ti abbiamo voluto bene!
Ricordi dell’
Underwater
L’Underwater Club
divenne nostro territorio, tutti i soci ci conoscevano e ci apprezzavano, tanto
da invitarci a frequentare il loro Club anche quando non eravamo impegnati a
suonare.
Il Club era formato
da un vasto locale interno con un fornitissimo bar, una pista da ballo e un
grande palco per le esibizioni dei vari artisti. All’esterno una splendida
piscina con due trampolini, un altro bar e un’altra pedana per l’orchestra. Ai
bordi della piscina c’erano lettini, sdraio, tavolini e sedie, ombrelloni e
diverse piante, all’ombra dei quali si potevano trascorrere giornate
incantevoli. Lasciando alle spalle la piscina si giungeva ad una scogliera a
picco sul mare. C’era un punto particolare dove il fondale formava una specie di
pozzo naturale, profondissimo, e dal promontorio prospiciente ad esso si
potevano eseguire magnifici tuffi, senza incorrere nel pericolo di incontrare
delle rocce. Da questo punto partivano gli appassionati di immersioni subacquee
per le loro esplorazioni sottomarine, “ Underwater ”, sott’acqua. Un
giorno Angelo decise di organizzare una serata per l’elezione di Miss Underwater,
e per l’occasione invitò anche i nostri familiari a partecipare alla serata.
Dopo una lunga e articolata votazione venne annunciato il nome della vincitrice.
Nome:
Teresa
Cognome:
Brignone
I miei amici, subito
dopo il verdetto mi assalirono con domande provocatorie: - Quanto hai dato alla
giuria per far vincere tua sorella?…- Ti sei comprato tutti?…
Erano solo
affermazioni scherzose, sapevano benissimo che non mi sarei mai permesso
un’azione così disonesta, io stesso ero rimasto sorpreso dal verdetto, anche se
mia sorella Teresa era veramente una bella ragazza. Ora purtroppo non è più con
noi: il Signore, guidato da ragioni per noi misteriose, l’ha chiamata vicino a
Sè. Quella fu una delle poche volte in cui i miei familiari (era presente anche
mia madre), mi videro suonare in pubblico.
Un altro piacevole
ricordo dell’Underwater è quello legato a una serata di fine anno. Con il
direttore del Club concordammo di suonare sino alle due del mattino e pattuimmo
una cifra per la nostra esibizione. Inizia la serata. Il Club è stracolmo di
soci, amici e ospiti, tutta la sala è addobbata con festoni e decorazioni, luci
rotanti si rincorrono lungo le pareti e noi facciamo la nostra parte per la
riuscita della serata portando allegria e movimento tra il pubblico presente.
Avevamo allungato i cavi che collegavano gli strumenti agli amplificatori e
grazie alla maggiore libertà di movimento potevamo scendere a turno in mezzo al
pubblico che ballava, cantando e suonando.
Arriva la mezzanotte,
classico conto alla rovescia…meno dieci, nove, otto, seven, six, five, four,
three, two, one…
Happy New Year!!
Esplodono
i tappi delle bottiglie, fiumi di spumante vanno a colmare i calici degli
astanti, tutti si abbracciano e si baciano.
La serata procede
molto bene, tutti si divertono, molti salgono sul palco e augurano Buon Anno
anche a noi.
Terminata l’euforia
dei minuti riservati ai brindisi e agli auguri, riprendiamo con la musica da
ballo.
Poco prima delle due,
l’orario concordato con il direttore del Club, iniziamo un crescendo che
annuncia la fine della serata, quindi presento i componenti del gruppo, uno alla
volta, lasciando a ciascuno di loro qualche minuto per esibirsi in assolo.
Dichiaro conclusa la
serata, ringrazio i presenti e gli organizzatori… Ma quando iniziamo staccare
gli strumenti dall’amplificazione e a riporli, in sala si alza una serie di
vivaci proteste, i presenti dicono che è ancora presto e che vogliono ancora
musica, iniziano a scandire il nome del nostro complesso battendo ritmicamente
le mani.
Maurizio e Roberto
guardandomi un po’ perplessi mi chiedono:
- Raffa che
facciamo??…
- Suoniamo altre tre
pezzi, poi via…- rispondo.
Ricolleghiamo tutto e
torniamo sul palco, tre pezzi, saluti e ringraziamenti, poi cominciamo
nuovamente a riporre gli strumenti nelle rispettive custodie…
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Da sinistra:
Antonio, Raffaele, Roberto, Maurizio |
Un terzetto
composto da soci che dimostravano di aver gradito molto le libagioni della
serata, salì sul palco e ci chiese per quale motivo non volevamo più suonare.
Rispondemmo che l’accordo con il Club prevedeva di smettere alle due e che
avevamo già superato l’orario stabilito da più di mezzora…
“Non vi preoccupate”,
dice uno di loro, e subito dopo aver pronunciato queste parole si allontana,
prende dal bancone del bar un vassoio per servire le bibite e inizia a girare
per i tavoli. Dopo qualche minuto il vassoio è pieno di banconote da dieci e
cinque sterline, per un totale sicuramente doppio rispetto a quello che avevamo
concordato con il direttore per la serata. Il tipo, con il vassoio in mano, si
avvicina e con aria soddisfatta dichiara:
“Queste sono per
voi…ora avete un contratto con noi e non con il Club”.
Un nuovo componente nel gruppo
…dal diario personale di Maurizio, scritto nel
periodo in cui faceva parte dei Milords…
Nelle
prime serate all’Underwater Club, il complesso
raggiunge una buona fama e notorietà, tanto da
essere additati molto spesso per strada, quali
componenti dei Milords, e siglare, almeno io, i
primi autografi…
…In questo periodo, arriva Franco Lombardo, un amico
di Raffaele, suona la tromba e si inserisce in
qualche nostro pezzo, tra l’altro ci aiuta molto con
gli apparati elettrici e gli amplificatori, è un
tecnico elettronico…
Franco
Lombardo,
nato a Tripoli, il 17.07.1946
Un carissimo amico. Si dilettava con la tromba e un
giorno mi espresse il desiderio di poter suonare con
noi.
…
Per
chi non conosce la musica
Le chitarre, come molti altri strumenti, leggono lo
spartito in sol maggior (chiave di violino), la
tromba invece, suona in Si Bemolle. Non avendo
proseguito gli studi con il maestro Perissinotto,
trovai qualche difficoltà ad adeguare gli accordi
delle chitarre alla tonalità della tromba, ma per
alcuni brani riuscii a farlo e a questi partecipava
anche Franco…
…
Lui era più che soddisfatto, l’importante era far
parte dei
Milords...
Tra le varie attività, Franco si impegnava
moltissimo a sistemare gli impianti elettrici per
l’amplificazione della voce e degli strumenti
musicali, campo in cui noi eravamo piuttosto
ignoranti…
Riuscì anche a rimediare un posto dove poter
provare, un’officina fuori città che apparteneva ad
un suo parente. La notizia ci rese euforici in
quanto eravamo sempre alla ricerca di un posto
tranquillo dove poterci esercitare. Ma, come si
dice, non è tutto oro ciò che luccica…
...
Entusiasti, ci rechiamo con gli strumenti in questa
officina; montiamo tutto ed iniziamo a suonare. Dopo
pochi minuti sentiamo un gran bussare alla porta,
quasi la volessero sfondare, e subito delle grida,
seguite da vivaci imprecazioni in arabo…
Franco va ad aprire e compare un signore libico
molto alterato…
- Che succede fratello ?! – gli chiede parlando in
arabo, lingua che conosceva molto bene. E quello
sempre più indispettito:
- Questo rumore non mi fa dormire! Io faccio
l’autista e la mattina mi devo svegliare molto
presto! Dormo in una cameretta che confina con il
muro di cinta dell’officina, ho scavalcato il muro e
sono venuto a vedere cos’é questo chiasso!
- Vedi fratello, - continua a dirgli Franco - questi
ragazzi sono musicisti e lavorano con la musica come
tu fai con il camion. Devono studiare se vogliono
imparare suonare come si deve!…Dai vieni, siediti
con noi e ascolta anche tu…Beviamo qualcosa insieme!
L’autista si rabbonisce, prende una sedia, e con una
bottiglia di birra in mano si mette a guardarci
ammirato e incuriosito. Il giorno seguente stessa
scena, e così anche i giorni successivi: il signore
libico continuava a saltare il muro arrabbiato e a
venire in officina a lamentarsi del rumore, poi si
sedeva in disparte a bere e ascoltare…Non so ancora
se gli piacesse di più la nostra musica o la birra,
che puntualmente gli offrivamo per calmare le sue
ire!
Nasce la divisa dei Milords
Il nostro
complesso, a poco più di un anno dalla sua
formazione, aveva già ottenuto numerosi
riconoscimenti di pubblico. Le serate che ci
vedevano come protagonisti erano sempre più
numerose, così come le persone che manifestavano
stima ed incoraggiamento nei nostri confronti…Ma il
mio chiodo fisso rimaneva sempre il modo di
vestirsi, la divisa, simbolo del gruppo, quindi si
decise anche per questo
 |
La divisa dei Milords |
I complessi tripolini negli anni 60’
Intorno a noi e con noi una miriade di ragazzi che
cantano e suonano, complessi vari e…Solo per citarne
alcuni:
   The
Tomb Stones,
The
Larami,
The
Diggers,
I
Gemini 5,
The
Lord,
I Vandali,
The
Fugitives,
The
Wormy
Circumstance, I Gabbiani…e
molti altri.
I Festivals
Visto il proliferare di complessi, tutti con una
buona preparazione e una discreta notorietà, due
ragazzi pensarono di organizzare un Festival. Questi
ragazzi erano
Umberto di Vora
e
Sergio Genna.
Il
Festival
sarebbe stato presentato da
Hassen-Cherbisc
e
Farid Aref
, due giovani libici.
Comincia la gara
…dal diario personale di Maurizio…
Il Festival dei complessi 21.22.23/6/1968.
…La prima sera abbiamo presentato le canzoni “Black
Time” e “Voglio amarti così”, brani con un nostro
personale arrangiamento, e ci qualifichiamo per la
serata finale.
Gli articoli di giornale che ho voluto riproporre in
queste pagine, mostrano quanto interesse in quegli
anni, suscitassero le realtà musicali locali, e con
quanta attenzione fossero seguite le vicende
artistiche dei complessi tripolini. Il grande
fervore creativo dei mitici anni Sessanta sembrava
destinato a non esaurirsi tanto in fretta e noi,
giovanissimi di quegli anni, raccoglievamo
inconsapevolmente i frutti del recente cambiamento…
The Milords ,
vincitori morali del
Festival
…dal diario personale di
Maurizio…
La sera della finale ci
presentiamo con altri
due brani, anche questi
personalizzati, “Un caso
di follia” sigla
televisiva di Antoine e
“Anema e Core”, inoltre
indossiamo per la prima
volta parte della
divisa, le giacche non
sono ancora pronte…
…Ci classifichiamo al
secondo posto, ma come
rilevato anche dalla
stampa, siamo i
vincitori morali della
gara…
Perché vincitori morali,
ma ufficialmente al
secondo posto?
La prima sera di
semifinali eravamo in
gara con i
The Wormy Circumstance
e la giuria votò il
nostro complesso per
l’accesso alla finale
sentenziando
l’eliminazione
dell’altro gruppo. La
semifinale della seconda
serata vide come
vincitore un trio
composto da militari
americani che prestavano
servizio nella vicina
base aerea.
 |
Il momento
della
premiazione |
La sera della finale il
trio americano non poté
lasciare la base per
ordini di servizio e gli
organizzatori del
Festival
decisero in tutta fretta
di effettuare un
ripescaggio fuori
programma, non previsto
dal regolamento.
Ad essere ripescati
furono i
The Wormy Circumstance,
che proprio il nostro
gruppo aveva
precedentemente
eliminato…
Il complesso venne
quindi riammesso alla
gara, e poté accedere
alla serata finale che
ne decretò la discussa
vittoria.

Nella foto
sopra i
componenti
del
complesso
WORMY
CIRCUMSTANCE
- da
sinistra a
destrsa :
Gianfranco
Storaci,
Aiad El
Kresci,
Johnny
Kerwat, Mike
Tussis,
Guido
Poggesi e
Gianfranco
Ventre |
Il giudizio della giuria
era naturalmente
insindacabile, ma per
molti, compresa la
stampa, i reali
vincitori del concorso
erano stati i
Milords…
Gli articoli di giornale che ho voluto riproporre in
queste pagine, mostrano quanto interesse in quegli
anni, suscitassero le realtà musicali locali, e con
quanta attenzione fossero seguite le vicende
artistiche dei complessi tripolini. Il grande
fervore creativo dei mitici anni Sessanta sembrava
destinato a non esaurirsi tanto in fretta e noi,
giovanissimi di quegli anni, raccoglievamo
inconsapevolmente i frutti del recente cambiamento…
Festeggiamenti
Per
festeggiare
l’avvenimento, chiedemmo
al proprietario dell’Underwater
Club, di poter ospitare
nel suo locale la nostra
compagnia anche se
nessuno di loro era
socio del club.
- Quanti
sono?
- Una
quarantina, tutti bravi
ragazzi!
- Sono un
po’ troppi…
- Facciamo
un affare…Per quella
sera, lei ospiterà i
nostri amici facendo uno
strappo alla regola e
noi in cambio suoneremo
gratis, per i nostri
amici e per i soci del
Club!
- …Ok
ragazzi, affare fatto!
 |
The Milords
intorno alla
coppa della
vittoria |
Al Club
venne preparata una
grande tavolata per i
nostri amici, ne
arrivarono più di
cinquanta, ospiti
d’onore del locale per
festeggiare i
Milords!
Avevamo
portato anche la coppa
della vittoria e
l’avevamo sistemata in
bella vista al centro
del tavolo (che sembrava
una pista
d’atterraggio!).
Dopo un po’
di tempo gli amici al
tavolo ordinano diverse
bottiglie di spumante
che versano nella
coppa…Noi allora
smettiamo di suonare e
li raggiungiamo. La
coppa colma di spumante
passa da una mano
all’altra facendo il
giro del tavolo e ognuno
con un brindisi diverso
ne beve un sorso.
Venne
chiesto ad Angelo, da
parte degli altri soci,
cosa stesse succedendo e
lui li mise al corrente
del fatto che quei
cinque ragazzi che
stavano suonando al club
avevano vinto la coppa
al
Festival dei complessi…
L’ammirazione dei soci
si rese tangibile:
alcuni chiesero al
proprietario di
concederci altre sere
per suonare al club,
oppure la domenica
mattina a bordo piscina…
La splendida
serata si concluse con
un raddoppio del
contratto e molto
spumante…
…
La nostra
esibizione al
Festival,
suscitò molta curiosità
tra il pubblico
tripolino e un
giornalista venne a
trovarci durante le
prove per richiederci
un’intervista.
Nel
frattempo, come si legge
nel diario di Maurizio,
Ugo, il bassista, aveva
lasciato il gruppo e al
suo posto era subentrato
Bruno Isidoro…
…dal diario
personale di Maurizio …
…dopo
il Festival continuiamo
a suonare in pubblico in
vari locali, ma
purtroppo a seguito di
alcuni screzi nati in
seno al complesso,Ugo,
il bassista, è costretto
a lasciare il gruppo…
…in
sostituzione arriva
Bruno Isidoro, un ottimo
elemento, anche se un
po’ troppo vivace, così
i Milords cambiano volto
ed affrontano il
pubblico in una nuova
versione…
Obiettivo raggiunto !
Ero molto soddisfatto di
me stesso, e in
particolare dei ragazzi
del complesso che con
grande passione si
impegnavano in tutto ciò
che facevamo, anche a
costo di duri sacrifici.
Ho sempre preteso molto
da tutti i componenti
del gruppo, specialmente
durante le prove dei
brani, ripetendo
all’infinito ogni
passaggio e ogni singola
variazione, costruendo
tutto a piccole porzioni
che poi si univano le
une alle altre per
essere eseguite di
nuovo. Ad ogni errore si
riprendeva dal
principio, poi un’altra
volta il brano intero,
alla ricerca della
perfezione.
Forse solo in quel
momento mi sono davvero
sentito il leader del
gruppo: vedevo
realizzarsi il
Sogno,
la felicità e l’orgoglio
dei quattro ragazzi che
mi stavano intorno, il
loro entusiasmo per il
successo che stavamo
ottenendo.
La primavera del 1968,
Maurizio partì per un
periodo di circa un
mese, per recarsi in
Italia insieme alla sua
famiglia. Dovevamo
trovare una soluzione
temporanea per
sostituirlo durante
questo breve periodo di
assenza: avevamo preso
diversi impegni con l’Underwater
e lo Shooting Club, e
non avremmo potuto
rispettarli senza un
cantante. Roberto
raccomandò al gruppo un
certo
Enzo Trapani,
suo fraterno amico, che
possedeva buone qualità
vocali.
Enzo Trapani,
nato a Tripoli il
25.02.1950
L’allegria
personificata, bravo
ragazzo, mite e
sensibile, buona voce.
Enzo cominciò a provare
con noi e si impegnò
moltissimo per acquisire
il nostro repertorio,
con tutte le modifiche
che avevamo apportato ai
brani. Riuscì ad
imparare in fretta, e
dopo qualche giorno era
pronto a debuttare con i
Milords.
Il suo esordio avvenne
una domenica mattina
all’Underwater, a bordo
piscina.
Prima di iniziare a
cantare ci investì:
“Siete tutti
matti!…Cantare di buona
mattina, con le corde
vocali ancora fredde…La
prima esibizione,
all’aria aperta, sarà un
disastro…!”
Lo rassicurammo,
dicendogli che sarebbe
andato tutto bene e che
Roberto ed io lo avremmo
aiutato a rompere il
ghiaccio nell’impatto
con il pubblico, ma il
ghiaccio lo sciolse lui,
anzi lo fece diventare
bollente! Così Enzo
rimase nel gruppo anche
dopo il ritorno di
Maurizio dalla sua
vacanza italiana e i
Milords
cominciarono ad esibirsi
in una veste nuova, con
due cantanti solisti,
per cui alcuni brani
erano interpretati da
Maurizio e altri da
Enzo. Al repertorio
avevamo aggiunto anche
alcuni pezzi
esclusivamente
strumentali, arrangiati
durante l’assenza della
nostra prima voce, allo
scopo di non caricare in
modo eccessivo il lavoro
di Enzo. Una sera all’Underwater
club, durante una pausa
della nostra esibizione,
venimmo avvicinati da un
distinto signore di
nazionalità incerta,
forse francese,
sicuramente europeo. Si
presentò a noi
esprimendosi in un
ottimo italiano e tutti
gli stringemmo la mano
dicendo i nostri nomi.
Eravamo un po’
perplessi, non
riuscivamo ad immaginare
cosa mai potesse volere
da noi.
- Rappresento vari
gruppi musicali sia in
Italia che in altri
paesi del Mediterraneo –
ci disse. - Ho ascoltato
la vostra musica e sono
rimasto molto colpito
dal vostro modo di
suonare, veramente
interessante e
originale…Vi
interesserebbe suonare
in un locale a Tunisi?
Vi posso offrire un
contratto di una
settimana. Poi, se tutto
va bene, e sono sicuro
di questo, si potrebbe
proseguire con altre
serate al
Piper,
dove si esibisce
Patty Pravo…Voi
potreste suonare durante
i sui intervalli.
Allora, cosa ne dite?
Ci guardammo increduli,
pensando ad uno scherzo.
- Ci dia qualche giorno
di tempo per
pensarci…Siamo tutti
minorenni e non possiamo
decidere da soli (la
maggiore età, allora,
era 21 anni)…
- Va bene ragazzi, avete
ragione. Ci vediamo
sabato prossimo.
L’impresario ci strinse
la mano e si allontanò.
Lo stupore era ancora
disegnato sui nostri
volti. Alcuni iniziarono
a commentare:
- Quello ci vuole
prendere in giro…
- E’ uno scherzo!
- I miei non vogliono
nemmeno che venga qui a
cantare la sera,
figuriamoci andare in
Tunisia! – esclamò
Maurizio.
- Facciamo così: più
tardi, terminata la
serata, andiamo dal Sig.
Papadopulos e gli
chiediamo se quel tipo è
veramente chi dice di
essere…
…
Come deciso, a fine
serata ci recammo
nell’ufficio del
proprietario del Club
per sentire il suo
parere…
- Si, lo conosco, - ci
rispose il Sig.
Papadopulos - è un
impresario musicale. Mi
ha proposto alcuni
gruppi per le serate non
impegnate da voi, ma non
sono interessato. I soci
vengono qui soprattutto
il venerdì e il sabato
sera; durante il resto
della settimana non c’è
quasi nessuno…E’ una
persona seria, non vi
sta prendendo in giro.
Potete fidarvi, lo
conosco da molto tempo…
Ringraziammo il sig.
Papadopulos e andammo a
raccogliere i nostri
strumenti commentando
l’avvenimento. Già
sognavamo il radioso
futuro che ci si
prospettava innanzi, ma
Maurizio era stato
profetico…
La secca risposta dei
suoi genitori sarebbe
stata “Non se parla
nemmeno! Pensa a
studiare!”. E pressoché
identiche furono le
reazioni di tutte le
altre famiglie…
Sfiorati dalla grande
occasione, tornammo con
i piedi per terra nella
nostra Tripoli.
…
Qualche tempo fa, ho
letto un’intervista a
Maurizio Vandelli,
cantante e chitarrista
dell’ Equipe 84, il
quale alla domanda “cosa
rimproveri al destino
per il vostro successo?”
rispose: “Non essere
nati in Inghilterra o
negli Stati Uniti:
sarebbe stata tutta
un’altra cosa!”.
Noi saremmo stati molto
felici se il nostro
complesso fosse nato in
Italia…
…
Mentre scrivo,
raccontando la storia
dei
Milords,
noto come nei ricordi
degli avvenimenti non vi
sia alcuna
consapevolezza del
momento magico che
stavamo
vivendo…Giornalisti che
ci chiedono interviste,
i nostri nomi sul
giornale italiano di
Tripoli, inviti a
partecipare a
competizioni canore, la
nostra musica richiesta
per importanti
avvenimenti della
comunità italiana,
proposte musicali per
suonare fuori dalla
Libia, locandine
pubblicitarie…
Per noi l’importante era
fare musica, calcare il
palcoscenico, ricevere
applausi, cantare e
suonare per il solo
piacere di farlo.
Oggi le cronache
raccontano di giovani
che pur di apparire sui
giornali o in
televisione sarebbero
disposti a fare
qualunque cosa, anche a
vendersi l’anima,
accettando compromessi
assurdi e spesso
immorali. Giovani che
fanno di tutto, pur di
ottenere l’agognato
Successo,
effimero quanto il
plauso tributato loro.
Giovani il cui unico
traguardo, da
raggiungere ad ogni
costo, è quello di
essere riconosciuti per
strada, da un pubblico
egoista, che cerca solo
di soddisfare la propria
morbosa curiosità,
riempiendo i vuoti di
un’esistenza troppo
piena di ogni cosa…
…Quanto era diversa la
vita, negli anni
’60!…Quanto erano più
semplici, e ingenui
forse, i nostri sogni e
nostre le ambizioni!...
Gare canore e
musicali , sui
palcoscenici
tripolini
Cavalcando l’onda di
successo ottenuto
per il Festival dei
complessi, a Tripoli
si organizzano altre
serate di sfide
canore e musicali.
Ad una di esse
partecipa come voce
solista il cantante
dei
Milords.
 |
1968,
Festival
di fine
estate |
…dal diario
personale di
Maurizio, scritto
nel periodo in cui
faceva parte dei
Milords…
Festival di fine
“Estate 1968”,
presenta Gigi
Chiarelli
…Finalmente affronto
la mia prima prova
come cantante
solista in un
Festival che viene
indetto nel
Settembre 1968…
…Partecipo con il
brano “Il Ballo di
Simone”…
…Il complesso della
serata, che
accompagna le
esibizioni dei
cantanti è quello
dei Tomb Stones, uno
dei migliori
complessi presenti a
Tripoli in questo
momento…
…Un’inquadratura
della mia prima
apparizione senza il
mio complesso, anche
questo spettacolo
porta la firma di
Umberto Di Vora…
 |
Maurizio
durante
la sua
esibizione |
Cronaca della serata
…Il Festival è stato
vinto da Andrea
Bordone con “Ho
difeso il mio amore”
il secondo posto è
stato aggiudicato a
Nada Bestini, il
terzo a Franco
Martellozzo. La gara
si è svolta in tre
serate, due per
aggiudicarsi la
finale e la serata
conclusiva. A
contenderci la
vittoria eravamo in
dodici…
La
foto con i
contendenti…Da
sinistra, Maurizio
(classificato al
quarto posto),
Andrea Bordone,
vincitore della
competizione, Salvo
Giacchi,
organizzatore della
serata insieme a
Umberto di Vora,
Carlo Mollica
(batterista degli
Hippies) e Carlo
Bordone, gemello di
Andrea.
Altri spettacoli
tripolini
Maurizio, oltre che
cantare con i
Milords,
partecipava ai
diversi spettacoli
organizzati a
Tripoli in quegli
anni.
…dal
diario di Maurizio…
“Il Sunday Quiz”
…uno spettacolo a
premi organizzato
dal solito Umberto
di Vora e presentato
da Gigi Chiarelli,
vengo chiamato a
partecipare come
ospite d’onore della
serata e ripresento
“Il ballo di
Simone”. Il
complesso della
serata è The Tomb
Stones, grandissima
affluenza di
pubblico…
…da notare i capelli
un po’ più lunghi,
che mi sono fatto
crescere per
l’occasione e per
stare al passo con
la moda…
…
Il Cantasei
Altri spettacoli,
ancora cantanti,
ancora musica, per
vivere i
meravigliosi anni
’60. I
Milords
sempre presenti,
anche se a volte
solo con alcuni
componenti del
gruppo.
…dal diario di
Maurizio…
…non
vi è molto da dire,
l’articolo del
giornale dice tutto
o quasi tutto dello
svolgimento della
serata, ha vinto
Roberto Mione,
chitarra solista e
seconda voce dei
Milords, io mi sono
classificato al
secondo posto.
La
classifica del
“CANTASEI”
Primo classificato:
ROBERTO
MIONE
Secondo
classificato:
Maurizio Mormile
Terzo
classificato:
Angela
Sonnante
Quarto
classificato:
Emilio
Romagnoli
Quinto
classificato:
Palmira
Centone
Sesto classificato:
Anna Holm
Le
prime due posizioni
del podio vengono
conquistate dai
componenti dei
Milords
e questo avvenimento
esalta tutto il
gruppo.
1969 Nell’ aria qualcosa di nuovo
Primi mesi del 1969.
Un giorno, mentre si pranzava, mio padre mi disse:
“Vedi, figlio mio, - iniziava sempre così quando
doveva dirmi qualcosa di importante - le cose qui a
Tripoli stanno cambiando. Noi commercianti dobbiamo
avere un socio libico se vogliamo continuare la
nostra attività e non so cosa potrà accadere quando
non ci sarà più il vecchio Re Idris a governare la
Libia. In fondo in questo Paese siamo degli ospiti,
anche se io sono arrivato qui in fasce e tu ci sei
nato. Le tue due sorelle sono già in Italia con i
loro mariti e io comincio ad essere grandino, è una
vita che lavoro. Ho deciso di vendere la nostra
attività, per la quale ho ricevuto anche una buona
proposta, e di trasferire la famiglia in Italia. Ne
ho già parlato con la mamma e lei è d’accordo. Tu
sei diplomato, lavori con me e vai anche a
suonare…In Italia vedremo di iniziare una nuova
attività. Per prima cosa però dovrai prestare il
servizio militare, altrimenti rientrando in Italia
definitivamente ti chiameranno per la leva. Ho già
parlato con l’addetto militare all’ambasciata
italiana, il sig. Ciancio, e mi ha detto che c’è la
possibilità di fare un esame presso l’ambasciata per
entrare nella Scuola Allievi Ufficiali…Pensaci, è
una buona occasione, ed è sicuramente meglio che
fare il servizio militare come soldato semplice…”
Vedevo mio padre fare una grande fatica nel dirmi
tutto questo: erano parole che non avrebbe mai
voluto pronunciare, ma vi era costretto
dall’incalzare degli eventi. La Libia era stata per
lui una seconda patria, aveva un’infinità di amici
libici, maltesi, greci, ebrei, e intuiva che
difficilmente li avrebbe potuti rivedere. Sentiva il
peso della decisione presa, il peso del dover
imporre al resto della famiglia un cambiamento così
radicale.
Dopo qualche mese partii per l’Italia, con
l’idoneità per l’accesso alla Scuola Allievi
Ufficiali, raggiungendo mia madre che aveva già
preso la residenza. Mio padre rimase ancora a
Tripoli per qualche tempo, per chiudere i suoi
affari.
Prima di me erano partiti per la leva altri amici,
Roberto Pineschi,
Marcello Clerici,
e nello stesso anno un mio ex compagno di scuola,
lasalliano anche lui,
Giuseppe Enrico.
Dopo l’avvento del colonnello Gheddafi e il
successivo rimpatrio di tutti gli stranieri, lo
stato italiano esonerò dal servizio militare molte
classi di giovani, per alleviare le difficoltà che
le famiglie italiane avrebbero incontrato al loro
rientro in patria, quindi fui uno dei pochi a fare
la naja.
Durante il servizio militare fui mandato a Piacenza
per l’addestramento successivo alla Scuola Allievi
Ufficiali. Giunsi in caserma con i gradi che
facevano bella mostra nella loro prima apparizione
sulla divisa e notai un gruppo di militari schierati
nel cortile agli ordini di un caporal maggiore il
cui viso non mi era nuovo.
Mi
avvicino al gruppo e richiamo il caporal maggiore:
- Caporal maggiore, non si saluta un superiore?
Il povero ragazzo si avvicina di corsa e scatta
sull’attenti:
- Mi scusi sergente, non l’avevo notata!
- Caporale, adesso ci diamo del lei?! Non mi
riconosci? Tu sei Giuseppe Enrico, no? Eravamo nella
stessa classe a Tripoli e nell’Azione Cattolica dai
Fratelli Cristiani!
- Raffaele…! Con la divisa non ti riconoscevo e non
mi aspettavo certo di trovare un amico tripolino
qui, in caserma, per il servizio militare…! Come
stai?
 |
Raffa
durante il servizio militare |
Ci abbracciamo fraternamente dandoci grande pacche
sulle spalle sotto gli occhi colmi di stupore dei
militari presenti…
…dal diario di Maurizio…
Un nuovo volto nel complesso
…Uccio Genovese, ex organista dei Diggers e degli
Hippies, da oggi fa parte dei Milords. E’ un
cambiamento che da tempo avevamo deciso, sia per
dare una nuova forma al complesso, sia per creare un
nuovo sound. Però come in tutti i cambiamenti c’è
sempre un po’ di amaro.
Esce Raffa che va a fare il militare in Italia, e
con lui esce la mente del gruppo, quello che ci
aveva guidati sino ad ora al successo.
Precedentemente all’entrata di Uccio Genovese si era
provato con un’altra chitarra ritmica, che però non
aveva dimostrato di essere
all’altezza del nostro Raffa…
 |
The Milords 69 |
…Con
l’ingresso di Uccio Genovese cambiamo anche nome, o
meglio, al vecchio nome aggiungiamo un “69”. Ora ci
chiamiamo Milords 69…
 |
Spettacoli musicali a Tripoli |
…Partecipiamo ad uno spettacolo come gruppo musicale
della serata, suonando per i cantanti che si
esibiscono. Alla stessa gara partecipiamo come
concorrenti anche io, Roberto, la chitarra solista,
ed Enzo Trapani, che fa parte del gruppo i Milords
da qualche mese…
 |
Spettacoli musicali a Tripoli |
…dal diario di
Maurizio…
Un’altra manifestazione canora
…Ancora una volta l’interesse del pubblico tripolino
è tutto rivolto ad una nuova gara canora, anche
questa organizzata da Umberto di Vora…
Finalissima del “Campionato Musicale” 2 marzo 1969
…E’ una splendida domenica e il Mediterranean Hotel
è affollatissimo per assistere alla finale della
competizione canora, che viene assegnata a Renato
Biomonte, al secondo posto il fratello Roberto. Io
mi aggiudico la terza piazza…
…Durante la serata si esibiscono numerosi ospiti,
tra cui Marisa Milani, che in seguito entrerà a far
parte del nostro gruppo.
 |
 |
Locandina
della
manifestazione |
Marisa Milani durante l’esibizione |
…“Insieme
a te non ci sto più” è il titolo del brano con il
quale si presenta Marisa.
…Ha una bella voce che assomiglia molto a quella
della Vanoni, nel nostro gruppo sostituirà Enzo
Trapani che lascia il complesso.
Marisa Milani
al suo rientro in Italia inciderà un LP e si esibirà
con noti complessi italiani del momento.
…Con l’ingresso di Marisa Milani, il gruppo musicale
dei Milords può affermare di essere l’unico
complesso tripolino che vanta una presenza
femminile, anche in questo siamo unici…
“Piccola Sanremo 69”
…durante
il campionato musicale, che si svolgeva al
Mediterranean Hotel, in un altro locale, il Bowling
Arena, Filippo Tarantino e Corrado Todaro,
organizzavano un’altra manifestazione, la Piccola
Sanremo 69, nel corso della quale venivano
riproposti in versione tripolina, i successi
sanremesi…
A questa manifestazione partecipiamo: Maurizio con
“tu sei bella come sei”, Enzo con “sorriso”, The
Milords 69 con “bada bambina”.
…dopo la prima serata, molto movimentata da uno
splendido pubblico, veniamo eliminati sia io che il
nostro complesso. Enzo invece riesce ad andare in
finale ottenendo successivamente il terzo
piazzamento. La manifestazione fu vinta dai gemelli
Bordone, Andrea vincitore e Carlo al secondo posto…
…per onore di cronaca devo precisare che io ed Enzo
come il nostro complesso, impegnati a suonare in
altre serate avevamo preparato la nostra performance
in un solo giorno…subito dopo questo spettacolo Enzo
Trapani decide di lasciare il complesso, ma
rientrerà successivamente per la manifestazione “Un
Disco per l’Estate”…
Sempre a onor di cronaca, occorre precisare che in
quei giorni i
Milords
erano stati nuovamente interpellati per un contratto
di lavoro a Tunisi. Essendo
tale impegno concomitante con la serata finale della
manifestazione, i componenti del gruppo, pur
partecipando alla gara, chiesero alla giuria di
essere eliminati in fase preliminare.
L’organizzazione prese atto della richiesta e per
non pregiudicare la serata finale, decise di
eliminare i componenti del gruppo
The Milords
nelle semifinali.
In seguito, un ragazzo libico che aveva superato la
prima fase della gara, non poté presentarsi alla
finalissima per motivi di salute e, come da
regolamento, venne ripescato uno dei concorrenti
eliminati, Enzo Trapani, il quale alla fine riuscì a
riscattare la prematura eliminazione del complesso
conquistando il terzo posto.(
fatti riferiti dallo stesso Enzo, memoria storica
del gruppo, che ha collaborato alla stesura di
questo diario
).
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Il presentatore della serata, Sergio Mormile |
Inutile sottolineare che anche quella volta la
tournee in Tunisia venne bocciata dai familiari del
gruppo…
“ Un disco per l’estate ”
Un’altra
grande gara canora nella incantata terra tripolina.
Organizzata nel bellissimo e moderno albergo “
Libya Palace Hotel
”, la manifestazione “
Un disco per l’estate
”, attira l’attenzione del pubblico e della cronaca
locale. Il complesso che segue l’evoluzione dei
partecipanti è il nostro:
The Milords 69.
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…dal diario di Maurizio…
“Un disco per l’Estate” 13 giugno 1969
…dopo tre mesi di silenzio trascorsi a suonare all’Underwater
Club o al Mediterranean Hotel, in varie serate
danzanti, torniamo con una serata di spettacolo
ideata da mio fratello Sergio, con Marcello Buzzanca
e Gianni di Leonardo.
…In pochissimi giorni riusciamo a preparare alla
gara 18 giovani cantanti, 8 tra questi non hanno mai
cantato in pubblico, né tanto meno con un
complesso…questi ultimi, quali esordienti,
parteciperanno nel girone B…
Dopo tanta attesa arriva il 13 giugno: i concorrenti
gareggiano divisi in due gironi…
PRIMA SERATA
Girone A |
Girone B |
Renato Biomonte |
Pino Rosano |
Pino Vento |
Pietro Saragozza |
Enzo Trapani |
Franco Arancio |
Giuseppe Saragozza |
Tom Rallo |
Kricorian Agop |
|
…nel girone A si qualificano Renato Biomonte, Pino
Vento ed Enzo Trapani, nel girone B, Pino Rosano e
Pietro Saragozza.
SECONDA SERATA
Girone A |
Girone B |
Carlo Bordone |
Anna Scamporino |
Pippo di Leonardo |
Tony Ricevuto |
Roby Biomonte |
Massimo Militello |
Franco Martellozzo |
Franco Mauceri |
Paolo Graziano |
|
…Si qualificano per la finale Carlo Bordone, Franco
Martellozzo e Roby Biomonte per il girone A, Tony
Ricevuto e Massimo Militello per il girone B.
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I giornali locali riportano la cronaca
dell’avvenimento musicale |
…Dopo le due serate di qualificazione si giunge
all’attesa finale, il pubblico ha molto seguito la
manifestazione e per la finalissima si registra una
straordinaria affluenza di spettatori. In quell’occasione,
sfoggiamo un delicatissimo impianto di
amplificazione fornito anche di distorsori, una vera
centrale del suono…
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…In Sala sono presenti anche numerosi giornalisti e
personalità della comunità italiana e tutto lascia
intravedere che sarà una serata con una strepitosa
finale…I cantanti gareggiano dando il meglio di se
stessi trasportati dalla sete di vittoria, dopo una
vibrante attesa viene sentenziata la
classifica…Vince la gara canora, con merito, Franco
Martellozzo, il secondo piazzamento è assegnato a
Carlo Bordone. Nel girone B, dove gareggiano i
debuttanti, si aggiudica la vittoria Pino Rosano…La
stampa da molto rilievo all’avvenimento…
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Franco Martellozzo la sera della
vittoria |
Gli anni ’60 stavano volgendo al termine, mentre il
beat toccava l’apice del suo successo.
I
Milords
potevano finalmente permettersi un vero impianto di
amplificazione, e le parole di Maurizio, a distanza
di quasi 40 anni, si caricano di un sapore nuovo e
ancora più intenso…
In questa mia cavalcata nel passato ho descritto le
cose che negli anni della mia infanzia e della mia
adolescenza erano o non erano presenti, consapevole
di come si potesse stare bene comunque, senza tutto
quello che la vita ci offre oggi…
…La televisione, che non esisteva ancora, e si
inventava il teatro nell’atrio del portone di casa…
…Il proiettore di films super 8 e quei fantastici
impianti d’amplificazione dei ragazzi
americani…Tutte cose che non avevamo mai visto,
meraviglie di un progresso non ancora alla nostra
portata…
Antonio, il batterista, era l’unico a possedere
un’auto…Condizione inimmaginabile per i ragazzi di
oggi, abituati a muoversi in macchina sin dal
compimento della maggiore età…
Rileggendo queste pagine e sfogliando i ricordi, che
solo assopiti si ripropongono adesso con tutta la
loro forza, mi trovo a riflettere su quanto
radicalmente tutto sia cambiato nel breve volgere di
una generazione, e mi stupisco ancora, passo dopo
passo, nel constatare come ogni cosa ovvia e banale
oggi, non sia stata tale per me bambino e
adolescente di un tempo.
E il diario di Maurizio mi aiuta a ricordare…
…dal diario di Maurizio…
…Finalmente a colori…
La prima foto a colori di cui sono in possesso, le
altre sono rimaste dal fotografo, costavano troppo!
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Maurizio
Mormile |
Il
nostro
logo |
…questo è il nuovo simbolo del nostro complesso,
l’ho creato io e fa bella mostra sulla cassa della
batteria di Antonio…
…
…altri spettacoli organizzati a Tripoli…
Il Due per Due
…E’ l’ennesimo spettacolo organizzato da Sergio,
Marcello e Gianni, presentato dallo stesso Sergio,
per la cronaca, mio fratello…
Il complesso della serata non sono i Milords 69, ma
i Laramy…
Ricordo questo spettacolo perché vi ho partecipato
come ospite d’onore per due serate, mentre Marisa,
l’altra cantante dei Milords 69, ha partecipato una
volta allo spettacolo…
…dal diario di Maurizio…
Un nuovo cambiamento
…Dopo diversi contrasti ed attriti ancora una volta
i Milords cambiano volta: escono Roberto, la
chitarra solista, e Bruno, la chitarra basso,
vengono sostituiti da Pippo di Leonardo, come
chitarra ritmica, e da Aurelio Vandelli quale
chitarra basso…
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Spettacoli tripolini |
Durante lo svolgimento di questi ultimi avvenimenti
io non ero presente, mi trovavo in Italia per
assolvere l’obbligo di leva, ma anche durante il
servizio militare ebbi occasione di incontrarmi con
la musica e con lo sport…
Il cappellano militare, giovanissimo anche lui, ci
aveva concesso l’autorizzazione a suonare musica
beat in chiesa, durante la Santa Messa.
Con altri giovani appassionati di musica eravamo
riusciti a trasformare alcune tradizionali parti
cantate della Funzione in musica beat…Un’esperienza
davvero unica sentire il suono della batteria e
delle chitarre elettriche in chiesa!
Musica e sport sono state le due grandi passioni
della mia gioventù, e come tali hanno sempre
accompagnato ogni mia esperienza di vita.
Lo sport mi ha regalato grandi soddisfazioni anche
durante il servizio di leva: venni chiamato a
partecipare alla selezione per i campionati militari
di basket, ma la concorrenza era tanta e davvero di
altissimo livello…C’erano i campioni nazionali della
pallacanestro italiana, quindi mi dovetti
accontentare della convocazione, la quale
naturalmente non ebbe alcun seguito, ma anche questa
è un’altra storia…
Mentre mi trovavo in Italia, appresi che in Libia si
era verificato un colpo di Stato e che la Nazione
era governata dal colonnello Gheddafi.
Dopo pochi giorni da questo avvenimento, ebbi la mia
prima licenza. Provai a chiedere un visto per la
Libia, ma non mi venne concesso in quanto le
frontiere tra gli Stati erano ancora chiuse.
Solo dopo alcuni mesi con un’altra licenza riuscii a
tornare a Tripoli per qualche giorno, ma il tempo a
mia disposizione era troppo poco e nemmeno in quell’occasione
riuscii a rivedere i miei compagni d’avventura.
…
Anni dopo Antonio mi ha raccontato di come tutti
loro erano venuti a conoscenza dei rivolgimenti
politici di quel giorno…
“…il 31 agosto avevamo una serata all’Underwater
Club e tornando a casa la mattina del 1º settembre,
fummo fermati da un posto di blocco di
militari…Venimmo così a sapere del colpo di Stato e
dell’inizio della rivoluzione condotta dal
colonnello Gheddafi…”
…dal diario di
Maurizio…
Dopo gli
avvenimenti del 1º
settembre si
incominciano a
spegnere le luci
sulle ribalte e sui
palcoscenici
musicali, purtroppo
c’è ben poco da
suonare…l’ultima
volta che ci
presentiamo in
pubblico è per la
festa di San
Valentino…
Con quest’ultima
esibizione si
spengono i
riflettori sui
Milords…
The
Milords oggi
Antonio Morreale,
direttore di banca a
Siracusa
Roberto Mione,
funzionario bancario
a Bergamo
Ugo Balistreri,
funzionario bancario
a Soligo (Treviso)
Enzo Trapani,
pensionato,
ex-funzionario
bancario a Roma
Maurizio Mormile,
tecnico di ricerca
zootecnica a
Monterotondo (Roma)
Marisa
Milani,
lavora nella grande
distribuzione
alimentare a Bosco
Rubano (Padova)
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Bruno Isidoro,
unica notizia certa
è che attualmente
vive in Inghilterra
Franco Lombardo,
pensionato a
Mascalucia (Catania)
Uccio Genovese
(Stellario),
Direttore ufficio
poste. a Piacenza
Raffaele Brignone,
pensionato,
ex-funzionario INPS,
dirigente sindacale
a Pesaro
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Ugo
Balistreri |
Raffaele
Brignone |
Roberto
Mione |
Maurizio
Mormile |
Enzo
Trapani |
Aggiornamento:dopo
la prima
pubblicazione del
marzo 2005, Bruno
Isidoro si è
incontrato con il
resto del gruppo ad
Ostia lido, nel
maggio 2005
- a chi ha avuto la
costanza e la
pazienza di leggere
tutto questo -
Questa che vi ho
voluto raccontare è
stata una delle
esperienze più belle
che la vita mi ha
donato e ancora più
bello e stato
riviverla insieme
agli amici con cui
ho condiviso le
gioie e i dolori di
quel periodo. Non vi
nascondo e non mi
vergogno di dire,
che più di una volta
ho dovuto
interrompere la
scrittura di questo
testo perché avevo
gli occhi lucidi
dalla commozione.
Ringrazio il Signore
di avermi fatto
vivere nei “
meravigliosi anni
’60 ” e di avermi
concesso di
trascorrerli nella
terra che considero
la mia seconda
patria, la Libia, e
in particolare in
quella magica città
che è Tripoli.
Raffaele detto
Antonio
Grazie a Roberto
Mione, per aver
messo a disposizione
parte del materiale
fotografico
riportato nel testo
e per la costanza e
l’impegno nella
ricerca e nel
ritrovamento di
tutti i componenti
dei Milords. Grazie
a lui sono stati
avviati una serie di
contatti telefonici
e telematici che
hanno permesso di
costruire una vera e
propria rete di
relazioni tra i
componenti del
gruppo.
Grazie a Maurizio
Mormile, che ha
fornito il suo
diario originale,
scritto nel periodo
in cui si svolgeva
questa avventura,
parte delle foto e
alcuni articoli di
giornale.
Grazie a Enzo
Trapani, memoria
storica, più volte
consultato
telefonicamente per
colmare lacune di
ricordi e
descrizioni di
avvenimenti.
Chiedo scusa a
tutti coloro che ho
nominato nel testo
senza averne
preventivamente
chiesto l’
autorizzazione, ma
questo diario non ha
scopo di lucro e
verrà pubblicato sul
notiziario l’OASI,
giornale
dell’associazione EX
ALLIEVI LASALLIANI
di Libia.
Chi desiderasse
ricevere il diario
nell’edizione
integrale, con parte
delle foto a colori,
può richiederlo
all’autore, che lo
invierà dietro
pagamento delle
reali spese di
stampa e spedizione.
Prodotto
e
stampato
con
mezzi
informatici
propri
presso
l’abitazione
dell’autore
Via
Varese,
12
61100
Pesaro
Finito
di
stampare
marzo
2005 |
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