La stanza  di Carmelo R. Viola

Carmelo R. Viola

Biologia sociale

La patologia del potere, la storia e il caso Berlusconi

Carmelo R. Viola

Antifona -

         La storia degli individui e quella delle società (dal nucleo affettivo alla collettività nazionale) hanno una spiegazione nelle pulsioni vitali universali e nel relativo “potere di risposta”. Il potere è l’altra faccia della vita. Una pulsione senza potere o con un uso erroneo di questo, si risolve nella morte o nella degenerazione del soggetto. Ciò vuol, dire che in ultima istanza sono le modalità d’uso del potere a caratterizzare la storia degli individui e quella delle società, le stesse che segnano il successo o l’insuccesso, la salute, che è armonia e la patologia, che è il caos.

Premesse

         1 - La vita reale consiste nella manifestazione organico-funzionale o psico-somatica, della vita potenziale, ìnsita nel mondo e di cui non sappiamo niente.

         2 - La stessa è detta anche esistenza, che sta per “emergenza” (dal latino “ex-sistere”).

         3 - L’emergenza è spinta da cinque pulsioni  - “emergenziali” - (fame, bisogno di rassicurarsi o paura, bisogno di trascendersi, autoidentificazione, sessualità), equivalenti ad altrettanti “istinti” .

         4 - Sono animali gli organismi viventi, che non superano la seconda pulsione ovvero che rispondono ai due primi istinti.

         5 - Ogni animale, morfologicamente variegato, è compiuto nella sua “limitatezza”.

         6 - L’uomo nasce con la comparsa della ragione (calcolo esistenziale) ma si compie attraverso una lunga e accidentata “gestazione storica”.

         7 - Il soggetto non più animale ma non ancora uomo “compiuto”, è l’”antropozoo”.

         8 - L’”antropozoo” è un soggetto ibrido: è un animale che ragiona e che avverte la terza pulsione (che è poi il bisogno propriamente umano di creare valori e di trascendere la propria precarietà, ovvero di non morire!) come una trasposizione psicologica della predazione fagica.

         9 - Un “antropozoo” è tanto più temibile quanto più è ricco di strumentalità (tecnologia).

         10 - I poteri, relativi alle cinque pulsioni, vissuti in versione antropozoica, producono la “patologia del potere”, che dà il titolo a quest’articolo.

         11 - La storia dell’umanità – pur essendo anche storia della scienza e della coscienza – fino ad oggi scorre lungo la “storia della patologia del potere”.

         12 - L’uomo sarà “compiuto” quando avrà superato ogni istinto predatorio ovvero quando non sentirà più il bisogno né di religione né di dominio personale.

         13 - Prima dell’èra dell’”uomo compiuto” abbiamo l’èra dell’antropozoo, dentro cui maturano statisticamente pochi soggetti “umanamente compiuti”, che si battono – contro gli antropozoi -  per cambiare il corso della storia per il bene di tutti.

La storia

         Così stando le cose, una rivisitazione scientifica della storia è una lettura clinico-psichiatrica che dà il giusto nome ad ogni soggetto e ad ogni evento. Così i vari Cesare come i vari Napoleone hanno cercato, sia pure in nome di cause giuste ma pur sempre pretestuose, nel dominio del vicino e dell’altro, una risposta alla propria esistenza con coefficiente antropozoico, da “ammalati di potere “ – cratòpati -  se non da autentici pazzi, capaci di darsi una sensazione di onnipotenza e di immortalità in avventure spesso crudelmente omicide e sanguinarie.

         Accanto alla storia della scienza e della coscienza persiste la storia della patologia del potere, che vede, da un lato, uomini che cercano di autodivinizzarsi (ricordiamo il “divino” Cesare o la “sacra persona” dello Zar o gli attuali monarchi “per volontà divina”), dall’altro, inerti e segugi, che invocano papi o delegati divini equivalenti di cui rassicurarsi contro la propria solitudine interiore. L’incontro di queste due categorie antropozoiche (la feroce e la mansueta!) è quanto di peggio possa capitare ancora alla storia dei nostri giorni.

Il caso Berlusconi

         E’ l’esempio vivente – paradossale quanto didattico e propedeutico – di chi, non contento di un “predamonio” dalle dimensioni astronomiche, si fa osannare da una folla di soggetti passivi, che ne legittimano le pretese da dittatore (poteri decisionali al potere che dovrebbe solo eseguire!!!) o da imperatore (lunghi anni di governo…) o da “uomo divino” capace di rassicurare senza nulla fare contro le vere piaghe del capitalismo, che sono le differenze abissali, la povertà, le mafie e la criminalità, legale e paralegale.

         Diamo pure addosso al liberismo – il peggio del peggio nella predazione antropica su falsariga forestale – come avremmo dato addosso all’ideologia del principe ma la verità pura sta nell’uomo, che ancora si realizza depredando il suo simile anche della libertà di essere sé stesso e in nome della libertà! (Osserviamo il comportamento di chiunque disponga di un sia pure piccolo potere: dal poliziotto – il cosiddetto sbirro! – al manager ai parlamentari venuti dal nulla e arroccatisi dentro un alone di sufficienza!) Così, rinasce il Partito delle Libertà, libertà di un cratòpate, felice di condizionare la libertà di cortigiani e satelliti a loro volta masochisticamente felici di raccoglierne le briciole.

Conclusione

         La patologia del potere discende dal cattivo uso del potere naturale, in cui si traduce ogni pulsione vitale a partire da quella alimentare o fagica. Cattivo vuol dire sentito e vissuto con nostalgia  dell’istinto predatorio della giungla. La paura (bisogno di rassicuranza affettiva) del primitivo diede lo stregone e poi le religioni e via via tutti i grandi conquistatori – vedi gli Attila! – che si sono autodeificati in genocidi di massa. Tale rapporto di dominio-soggezione perdura e la presenza di grandi uomini “compiuti”, simboli di scienza e di coscienza, non sono serviti a fermare l’immane mattanza umanicida della seconda guerra mondiale. Non si è trattato di ideologie aberranti ma di esplosione di criminalità antropozoica a conferma della terribile verità che l’antropozoo è il più temibile mostro dell’universo!

         Perciò, il caso Berlusconi, simile alla patologia del tifo sportivo, della devozione papale e della vocazione alla servitù politico-militare, ci dà la misura della deficienza critico-morale della massa a nome della quale si potrebbe ancora aizzare l’umanità contro sé stessa, in nome della sua libertà. Perciò, è da considerare con molta attenzione. Non sono le religioni né le ideologie a spiegare la storia ma il binomio pulsioni vitali-potere. L’unica ideologia attendibile è quella, laica, della scienza: osservazione ragionata e sistematica del mondo reale.

                                                     Carmelo R. Viola

 

Silvio Berlusconi

(Patologia del potere – 31-03-09 – 2537)