LA STANZA di ANTONIO STEFANILE 
  

Antonio Stefanile 
   

Domenica, 29 Dicembre 2013 - Questa sera è deceduto l'amico Ex-Lali Prof. Paolo Savasta 

Paolo Savasta

Cari tripolini: ricordiamo Paolo Savasta 

 

Cara e numerosa famiglia di tripolini, grazie all'amico Guido di Gloria, ho avuto l'onore e il piacere di conoscere purtroppo per poco tempo, ma lo stesso gratificante, la figura straordinaria,carismatica, di dignità, e di alto spessore sociale di Paolo Savasta. Anche lui nato a Tripoli il 26 agosto 1923,e come tutti noi,era un ex Lali, aveva e portava la Libia nel cuore. Condusse in quel paese una vita esemplare, come militare, da poco scoppiata la seconda guerra mondiale, passata l'adolescenza , appena diplomato, si arruolò volontario nell'arma dei paracadutisti, non aveva ancora venti anni. Nel maggio del 1943 si brevetta paracadutista con il 183esimo Reggimento Paracadutisti Nembo, dando prova di grande coraggio e senso della patria.

Eterno immenso Iddio, che creasti gli eterni spazi e ne misurasti le misteriose profondità, guarda benigno a noi, Paracadutisti d'Italia, che nell'adempimento del nostro dovere, balzando dai nostri apparecchi, ci lanciamo nella vastità dei cieli.
Manda l'Arcangelo S. Michele a nostro custode, guida e proteggi l' ardimentoso volo. Candida come la seta del paracadute sia sempre la nostra fede e indomito il coraggio. La nostra giovane vita è tua o Signore! Se è scritto che cadiamo, sia! Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli innumeri, orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro immancabile avvenire. Benedici o Signore, la Patria, le famiglie, i nostri cari! Per loro, nell'alba e nel tramonto, sempre la nostra vita! E per noi, o Signore, il tuo glorificante sorriso. Così sia"

Terminata la guerra e sprezzante del comando alleato a Tripoli, portò con alcuni commiltoni, una corona di alloro, sul monumento dei caduti italiani, al cimitero di Hammangi. Gli inglesi non gliela perdonarono, aspettarono fuori dal cimitero, lo arrestarono e spedirono in Italia a Napoli, i genitori a Tripoli, lo stavano ancora aspettando a casa. Rientra a Tripoli nel 1946, ricongiungendosi finalmente con la propria famiglia. Marito premuroso e padre affettuoso, innamoratissimo della moglie Dorina, con la quale ebbero due figli. Ho letto alcuni dei suoi libri, una conoscenza straordinaria della Libia, e una testimonianza unica di vita trascorsa, nel pieno rispetto di culture, religioni, colore di pelle. Stimatissimo e amato dagli arabi, insegnò nelle scuole italiane e quelle libiche. Amante dello sport e anche lui grande sportivo, organizza tornei atletici in campo internazionale, per meriti sportivi. Dal 1960 al 1985, svolge attività sportiva in campo nazionale e internazionale. Nonostante fosse rientrato in Italia nel 1960, quando dieci anni dopo, senti' della nostra cacciata dalla Libia, si attivò immediatamente, creando un giornale dal titolo molto significativo “ La voce del profugo”. Dopo fondò un'associazione dal nome: Centro Nazionale Profughi della Libia . Organizzava e gestiva, con qualche altro italiano, rientrato dalla Libia, tra cui Guido Di Gloria, del quale fu professore di educazione fisica a Tripoli, degli aiuti con pacchi alimentari e di vestiario, da far pervenire ai nostri connazionali nei campi profughi del Nord, non proprio ospitali da qualsiasi punto di vista: igienico, sanitario, alimentare. Mi raccontava Di Gloria che un giorno visitandone uno, dopo pochi minuti usci' stravolto, dalla situazione che vide, in cui versavano i nostri connazionali. Dimenticavo un particolare, entrando, le forze dell'ordine gli sequestrarono pure la macchina fotografica. Paolo Savasta persona di animo nobile, umano e generoso, quando nel lontano 1972, si organizzò una colletta di denaro, in favore dei profughi, non esitò di tasca sua a offrire 500.000 lire, una cifra altissima per quegli anni. E adesso permettetemi di raccontarvi un episodio drammatico e umano, che gli accadde di prima persona, durante la guerra e che mi aveva raccontato. Fatalità al raduno di Paderno del 2013, che fu l' ultima volta che era tra noi tripolini , lo raccontò a tavola, a due imprenditori che da anni, lavoravano con la Libia, anche loro iscritti all'Oasi. Si trovava di notte con altri commilitoni sulle montagne al Sud e combattevano già per la resistenza, contro i tedeschi. Toccava il suo turno di guardia, si posizionò in una buca , sostenendo il mitra appoggiandolo sulle ginocchia. Destino volle che una formazione di tedeschi, passò da li, involontariamente uno di loro, calpestò il punto in cui era Savasta, che nel frattempo si era appisolato. Preso cosi' alla sprovvista, ebbe uno scatto e inavvertitamente parti' una sventagliata di mitra, che colpi' un tedesco, mentre gli altri li fece arrestare . Il ferito dal dolore, urlava e chiedeva aiuto, ripetendo continuamente la parola : mamma, mamma. Fu portato in un ospedale militare, ma dopo un po' di giorni mori'. Savasta ne soffri' in maniera disumana, sentendosi in colpa. Raccontò che a guerra finita, si adoperò non so per quanto tempo, nella ricerca in Germania, dei genitori del militare ucciso, riusci' a rintracciarli e mandò loro, gli effetti personali del figlio. Questo era il nostro amico, nonché tripolino PAOLO SAVASTA, onore per sempre alla sua memoria. Tutti i tuoi amici tripolini e non, RIPOSA IN PACE AMICO NOSTRO!

Un affettuoso abbraccio con Paolo Savasta

Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata  il 31 gennaio 2014 alle 15,30 nella Chiesa di Noventa Padovana  vicino Padova  

Antonio  Stefanile

3393671980

 


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