16 AGOSTO INIZIO 18 AGOSTO

Mercoledì 17 agosto 2005

da Ardfern a Dunstaffnage

Ore 08:30 lezione di teoria nautica.  Frank ci spiega che prima di iniziare a navigare occorre innanzitutto  sapere dove si vuole andare, tracciando sulla carta nautica della zona che ci interessa  una rotta che va da un punto A ad un  punto B. Nel caso che  il percorso  fosse lungo e complesso , con vari ostacoli naturali come isole, scogli , secche eccetera, iniziando dal punto A di partenza,  bisogna tracciare delle linee spezzettate servendosi delle squadrette nautiche e di una matita, sino al punto di arrivo. Si fa la somma della distanza in miglia marine di tutti le linee spezzate  e si divide tale somma per  la velocità media della barca. In questo modo si ottiene  l’orario d'arrivo approssimativo al punto B.

E' necessario  poi  fare altri calcoli e consultare i libri preposti a  conoscere i livelli delle alte e basse maree e la forza delle  correnti, quindi, attraverso i canali della radio di bordo, informarsi  sulle condizioni meteo sulla zona della nostra rotta. In quelle zone,  nell’Oceano Atlantico,  la forza della corrente può raggiungere la velocità di oltre 7 nodi . Un nodo equivale ad un miglio per ogni ora. Ogni ora sulla carta bisogna fare il punto nave, segnandovi sopra la posizione della barca e l'ora, verificando che la barca sta seguendo la rotta.

Che succede se si sbagliano i calcoli delle correnti?  Succede che si potrebbe navigare contro corrente e  la barca, anche se sembra procedere,  è quasi  ferma rispetto al suolo. Peggio ancora e’ sbagliare i calcoli delle maree specialmente quando si decide di dare fondo all'ancora per passare la notte   in qualche rada con poco fondale. Potrebbe significare   svegliarsi al mattino è trovarsi con la barca inclinata su un lato, appoggiata sul fondale a causa della bassa marea.

Ecco che  succede se si sbagliano i calcoli della navigazione!

Conoscere tutte queste cose e’ indispensabile  per navigare, specialmente in quei mari. Oggi comunque con il GPS marino , un computer collegato a dei satelliti, questi calcoli raramente si sbagliano. Il GPS mostra in ogni momento dove si trova la barca, con le coordinate, latitudine e longitudine, e sostituisce in qualche maniera le carte nautiche perchè fa vedere le batimetriche o misure dei fondali, i fari, i fanali,le mede, i relitti,le secche, gli scogli, i porti, i contorni della costa e tutto quello che e’ importante conoscere per avere una navigazione sicura.

Ore 11:00 partenza sotto una fitta pioggerellina. La temperatura è sui 16 gradi. Il barometro è sceso repentinamente e , in teoria,  significa che le condizioni meteo vanno verso il peggio. La radio di bordo avverte  che nella nostra zona c’e’ un temporale in arrivo. Il vento viene da Nord-Est ,cioè  da 45 gradi . Da noi  questo vento è chiamato Grecale, perché secondo gli antichi proveniva  dalla Grecia.

La nostra rotta   per Dunstaffnage  è di circa 340 gradi. Indossiamo tutti la cerata , la cintura di sicurezza ed il giubbotto gonfiabile e, con Frank al timone, ci sediamo nel pozzetto, agganciati con il moschettone della nostra  cintura di sicurezza alla life-line o cima della vita. Questa cima   è fissata  da poppa a prua, per prevenire, quando si è sballottati dalla barca per il  cattivo tempo, la caduta in mare. Procediamo a motore perché issare le vele non è prudente. Arriva il temporale. Piove a dirotto, il vento soffia a circa 30 nodi velocità, il mare è mosso. Slioch è tutto un rollio ed un beccheggio ma procede sicura verso la nostra prossima destinazione , Dunstaffnage. Il temporale dura circa una mezz'ora.

Ore 11:30 il vento si è attenuato, e’ sceso a 18 nodi. Frank ci dice che è il momento  di issare le vele dando due mani di terzaroli, che,  in parole povere,  significa non aprire completamente sia la randa che il fiocco e quindi  aver una superficie velica ridotta, cosicché la barca  riceve meno vento, ha meno  inclinazione   ed il timone è meno duro da manovrare.

Questa operazione, in teoria,  andrebbe fatta prima che  il vento si rafforzi, perché poi con la  barca tutta inclinata, lavorare in equilibrio precario,   diventa molto complicato.

Ore 12:00 ora  la pioggia ed il vento sono aumentati  nuovamente di intensità. La nostra andatura è di bolina, l’andatura che ha la prua più vicina alla direzione del   vento. Il vento soffia alla velocità di 27 nodi e piove a dirotto. La barca è soggetta a rollio e beccheggio e non è facile tenersi in equilibrio. E’ stato saggio ridurre le vele. Vicino allo stretto di Jura,  Frank, per maggior sicurezza, accende anche  il motore poiché  stiamo attraversando punti dove si formano dei vortici d’acqua ,  segno che al disotto  ci sono delle sporgenze  che, per effetto delle correnti, creano insidiosi mulinelli.

Ore 13:30 il peggio è passato e la forza del vento è scesa attorno ai 14 nodi di velocità.

Ore 14:00 passiamo vicino al porto di Oban,  un importante centro commerciale della Scozia Orientale.

Ore 16:00 arriviamo a Dunstaffnage. La marina di Dunstaffnage è leggermente più grande di quella di Ardfern. Ha diversi pontili galleggianti con  circa duecento di posti barca, più quattrocento barche ormeggiate al gavitello.

Dustaffnage marina

Sceso a terra, faccio un giro lungo i pontili per sgranchirmi le gambe. Mi ricordo che quando ero piccolo mio padre Giuseppe, per gli amici Peppino, mi portava spesso a vedere le barche nel porto di Tripoli ed anche  in quello di Zuara. Il piacere di fermarmi ad osservare le barche mi è sempre rimasto. La foto sotto ci ritrae a Zuara marina nel 1952, quando io avevo appena quattro anni. Sono insieme ai miei genitori e a mio cugino, Domenico Ferrante. Mia madre tiene nella mano sinistra una galletta un pane duro, che si conserva per lungo tempo e che i marinai, una volta,  portavano con sè per i lunghi viaggi.

Zuara Marina 1952 - Con i miei genitori e Domenico, mio cugino

Ormeggiata vicino a noi vedo  una barca con una forma strana, tutta costruita in legno. Sembra una barca vichinga. Leggo che ha nome  Aileach.  Scatto alcune foto e poi chiamo Robin per mostrargliela. Robin è entusiasta nel vedere proprio lì  quella  barca poichè Aileach è  famosa da quelle parti. Mi dice che recentemente ne è stato scritto un libro , che lui ha letto. Aileach è la copia  di una  barca costruita dai Celti attorno all’XI secolo per contrastare il dominio vichingo sulle coste occidentali della Scozia , la zona chiamata Scotlandfjord (Fiordi della Scozia). Ha sedici remi ,  una vela quadra e, per tenere la direzione,  ha una doppia barra a poppa a  forma di semicerchio E’ stata costruita in un cantiere dell’Irlanda del Sud attorno nel 1990 allo scopo di sperimentare una prova pratica dell’adattabilità di questa barca a navigare in quei mari. L’esperimento è riuscito. Il primo viaggio è stato effettuato nel 1991 da Westport, nella contea irlandese di Mayo fino a Stornway, nell’Ebridi esterne, le isole a nord-ovest della Scozia. Questo esperimento ha dimostrato  che gli scambi culturali ed economici fra le tribù celtiche irlandesi e scozzesi si erano già stati stabiliti sin dall'undicesimo secolo D.C.  E’ ormai  appurato che   la lingua gaelica è un ramo della lingua celtica comune sia  agli Irlandesi  che agli Scozzesi . 

Aileach

Ore 20:00 Cena. Muriel prepara degli ottimi petti di pollo cucinati al forno  con contorno di wedges che è una maniera loro di cucinare le patate , di cui gli irlandesi ne fanno molto uso.  Sono patate  cucinate al forno, dall’aspetto dorato e molto croccanti. Ecco la ricetta. Bollite le patate e tagliatele a pezzetti grossi come un dito. Spargete i pezzetti di  patate  su una teglia già leggermente oliata,  ungetele con un po’ d’olio e mettete il tutto  in forno pre-riscaldato a circa 200° gradi. Dopo  circa 15 minuti le wedges sono  pronte da servire con  sale, pepe e salsa tartara.

Wedges con salsa tartara

 
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