PRESENTAZIONE
Iid al kabir fi Dahra,
Festa
grande alla Dahra
è il racconto del compimento di
una aspirazione e del timore di perderla nel momento in
cui questa si concretizza. Molto attinente alla storia
ufficiale della Libia, così deturpata dagli anni ’50 in
poi fino ai nostri giorni, c’è chi, in quella terra,
anche se straniero
nel luogo che considera la sua vera patria,
vagheggia negli anni ’60, una svolta socio politica che
faccia uscire il paese dalla spirale della corruzione e
della arretratezza. Il sogno si avvera, ma quanto durerà?
L’evolversi di questa vicenda, determina nella
personalità del protagonista, italiano nato in Libia nel
periodo post colonialista, un cambiamento di identità
insolito. Prima la scoperta degli aspetti terribili
dell’ invasione del “ bel suol d’amore”, poi la
consapevolezza della
fatiscenza della pratica politica italiana più
recente, ormai degradata eticamente e moralmente,
producono un vero rifiuto dell’”originale” senso di
appartenenza alla cultura italiana che approda ad una
completa accoglienza delle specificità ancora
“primitive” del Paese che gli ha dato i natali.
La Libia,
di cui spesso sentiamo parlare da chi non ha mai
realmente vissuto la sua interiorità più peculiare, è la
vera protagonista di questo racconto autobiografico che
descrive, partendo da un “autentico” sogno, l’amore del
protagonista, Amedeo, per tutto ciò che essa rappresenta
per lui e per i desideri che condivide con gli altri due
principali interlocutori libici ai quali si lega: Nuri e
la sorella Leila.
La specificità del quartiere Dahra dove abita,
e il surreale circolo della Parrocchia di San
Francesco (vedi foto in alto) in cui trascorre la
giovinezza narreranno il resto.
Il “seguito storico” di questo racconto non è ancora ben
chiaro agli occhi dell’autore che chiude la narrazione,
forse temporaneamente, al mattino del primo settembre
1969 per proseguirla solo nel momento in cui tutti gli
archivi più occulti verranno aperti e i dati a
disposizione consentiranno una lettura più indipendente
del periodo
dominato da Gheddafi.
Andrea
Amedeo Sammartano
In copertina:
Leptis Magna; Arco di
Settimio Severo
“Tamburi” tecnica mista
di Daniela Lecchi