Dalla Prefazione di sir Martin Gilbert
Questo
libro affronta un periodo cruciale per gli equilibri del Mediterraneo
attraverso la vicenda degli ebrei libici, una minoranza in lotta per la
propria sopravvivenza e costretta a confrontarsi con le grandi
ideologie del XX secolo: il colonialismo europeo e il panarabismo,
l’antisemitismo fascista e il fondamentalismo islamico. Partendo
dall’applicazione delle Leggi razziali del 1938, drammatica svolta
nella vita della comunità, Maurice Roumani giunge fino all’ultimo
esodo, imposto dal governo libico dopo la Guerra dei sei giorni e
completato dopo l’ascesa al potere di Gheddafi nel 1969. Lo storico
racconta la liberazione dai campi d’internamento ad opera della Brigata
Ebraica, gli anni difficili del Protettorato britannico, la crescente
attrazione del neonato Stato di Israele e, soprattutto, le successive
ondate migratorie che vedranno l’Italia tra le mete privilegiate. Ebreo
libico, tra i maggiori studiosi del Medio Oriente moderno, Roumani
fonda la sua ricerca su fonti archivistiche e orali spesso inedite,
mantenendosi in perfetto equilibrio tra distacco scientifico e
partecipazione emotiva.
«Roumani rivela una piena padronanza della storia
sociale e politica, ma dimostra anche una fine comprensione delle vite, delle
speranze, dei timori e delle aspirazioni degli ebrei libici. Questo volume è
una testimonianza delle loro sofferenze e della loro forza d’animo»
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