La nascita
del complesso musicale “THE
JETS”
Conoscevo già
Nini
Occhipinti
, lui stava studiando la batteria e
prometteva abbastanza bene. Nei suoi progetti
aveva quello di creare un complesso che
ricalcasse le orme di Peppino di Capri. Così,
dopo diverse riunioni a casa di miei cugini
Disco ed a casa di Sandro Fargion, decidemmo che
la cosa potesse essere realizzata con successo
... eccome?
Il gruppo era
così composto: alla batteria Nini, al pianoforte
ed alla tromba rispettivamente i miei cugini
Antonio e Sergio Disco, alla chitarra
Sandro Fargion ed io,
Salvino Ragusa, la voce.
Purtroppo, pur
avendo studiato musica, non avevo imparato a
suonare il basso (strumento che in genere i
cantanti dovrebbero saper suonare).Per diversi
mesi provammo a casa di Sandro e preparammo un
repertorio molto bello e completamente uguale a
quello dei
Rockers di Peppino di Capri.
I nostri pezzi
forti erano: “Parlami d’amore Mariù”, “Voce
‘e notte”, “Luna Caprese”, “Twist
again”, “Don’t play that song”, “I
te vurria vasà”, “Nessuno al mondo”,
“Malatia”, “Nun è peccato”, “Roberta”,
“Addio mondo crudele” e poi tante altre
come “In ginocchio da te”, “Il
cielo in una stanza”, “Non son degno di
te”, “Chariot”, “Se non avessi
più te”. Poi aggiungemmo tante altre
canzoni e tra queste “Cuando calienta el sol”,
“Tequila”, “Speedy Gonzales”,
“Peter gun” (famosa a quei tempi per i
film che vedevamo alla televisione Americana del
Wheelus).
Avevo imparato a
memoria più di duecento canzoni e oltre a quelle
italiane ed inglesi, particolare successo
riscuotevo quando cantavo “Sag Warum”
di Camillo Felgen ed “Et Maintenant” di
Gilbert Becaud.
Nini aveva una
canzone, che era il suo cavallo di battaglia e
che cantava bene. Era “Sapore di sale”
e la dedicava alla bella Mary Wray, una ragazza
americana con due dolci occhi verdi che ti
incantavano.
Per esibirci in
pubblico avevamo la necessità di comprare
un’amplificazione adatta a noi ed è quasi
inutile aggiungere che i soldi in tasca non li
aveva nessuno. Si offrì di comprarla per noi la
mamma di Sandro Fargion con l’accordo che
avremmo saldato il debito man mano che suonavamo,
con i proventi delle serate che sarebbero state
sicuramente tante.
Dovevamo dare un
nome al nostro gruppo e fu proprio una canzone
di Peppino di Capri a darci lo spunto, inoltre
la sigla sarebbe stata veramente appropriata per
la chitarra di Sandro.
“The Jet” era la
canzone che, moltiplicata per cinque, tanti
erano i componenti del gruppo, faceva di noi i “THE
JETS”.
Nacque così, nella
primavera del 1962, il complesso “THE
JETS”.
Avevo poco più
di 18 anni e la prima esibizione avvenne al
Ragno d’Oro del Casinò Uaddan, dove
riscuotemmo un grande successo, non solo per il
nostro repertorio, ma anche grazie alla bravura
di Nini alla batteria, dei miei cugini Sergio e
Antonio, che erano riusciti ad arrangiare bene
tutti i pezzi musicali e a Sandro, che alla
chitarra era veramente bravo (il suo pezzo forte
era Apache). Quella sera fu memorabile: gli
elogi da parte della stampa locale e dei
tantissimi fans che erano venuti ad applaudirci,
si accompagnarono ai ringraziamenti al sig.
Mohamed Ngà per la splendida serata
danzante e per le prossime a venire.
Iniziammo così a
suonare in tutta
Tripoli dove le nostre quotazioni
crescevano sempre di più ed i compensi erano
sempre più alti, tanto che in poco tempo
saldammo il debito con la signora Fargion.
I locali dove ci
esibimmo maggiormente erano il “Circolo
Italia”, il “Beach
Club” e l’”Under
Water Club”. Proprio in quest’ultimo
venivano spesso organizzate meravigliose feste
in maschera e nelle splendide serate di luna
piena iniziava a mettersi in evidenza colui che
sarebbe diventato uno dei più grandi impresari
teatrali:
David Zard.
Non vorrei
sbagliarmi, ma credo che il ragazzo, destinato a
diventare un grosso organizzatore di eventi
musicali, iniziò la sua attività proprio con noi,
chiamandoci a suonare al
Mehari Hotel dove, in
quell’occasione, si sarebbe svolto un Defilè di
chissà quale grande stilista, in cui sfilarono
in passerella delle splendide ragazze francesi.
Imbambolati dalla loro bellezza, ci ritrovammo
innamorati stracotti anche se alla fine ci
dovemmo accontentare unicamente di qualche
innocente sorriso.
Col passare del
tempo il gruppo fu costretto a subire qualche
trasformazione. Tra le cause principali figura,
senza ombra di dubbio, la scelta di Sandro
Fargion, il quale dovette lasciare il gruppo per
dedicarsi con più assiduità all’ultimo anno di
liceo. Fu una grave perdita anche perché nessuno
di noi si aspettava che questo potesse mai
accadere. Nei nostri sogni ci vedevano sempre
insieme in attesa di raggiungere i tanto
agognati successi. Con Sandro perdemmo una
caratteristica del complesso che stavamo
ricalcando e che nelle canzoni di Peppino di
Capri era fondamentale, infatti quei particolari
fraseggi fatti con la chitarra non li avremmo
più avuti.
Ben presto entrò a far parte
del gruppo
Albino
Pluda, un bravissimo saxofonista. Con lui
coprimmo le carenze del gruppo e la voce del suo
sax tenore non aveva nulla da invidiare al
sassofonista della Band di Peppino di Capri.
Nacque così il nuovo gruppo che prese il nome di
“THE NEW
JETS”.
Non so quantificare per
quanto tempo suonammo insieme …… tre anni credo
…… quegli anni, però, non li dimenticherò mai!
Salvino Ragusa