Da
http://www.hakeillah.com/3_04_25.htm
E venne la notte
Ebrei in un paese
arabo
di Guido Fubini
Victor Magiar è nato in Libia nel 1957. Venne
costretto con la sua famiglia alla fuga in
Italia nel 1967 a seguito del pogrom scatenato
contro gli ebrei di Tripoli per fare loro pagare
la sconfitta araba nella Guerra dei Sei Giorni.
Questo libro è la storia di quel pogrom e di
quella fuga. Ma anche di tutto quello che li ha
preceduti. E anche unpo’ di quello che li ha
seguiti. È un libro venuto a colmare un vuoto
aperto dai libri di altri autori: Ebrei in
un Paese arabo di Renzo De Felice (Editrice
Il Mulino, Bologna, 1978) e Il ribelle
di Arthur Journo (Ediz. Le lettere, Firenze
2003). Per certi aspetti può essere affiancato a
quello di Max Varadi, che ha per titolo
L’esodo dalla Libia, uscito nel 1986, che
però è fuori commercio.
Il libro del De Felice aveva, come tutti i libri
di questo autore, il pregio della straordinaria
documentazione ma, come spesso l’opera degli
scienziati, mancava di sensibilità umana. Quello
dello Journo, pur utile agli effetti della
ricerca storica, mi sembra mancasse di
sensibilità politica. Quello del Magiar sa
coniugare la sensibilità umana e la sensibilità
storica e politica ma non è solo l’opera di uno
storico e di un politico: è anche l’opera di un
poeta. Alcuni passi dell’opera sono poesia pura
che sa staccarsi dalla contingenza storica ed
umana: penso in particolare a quelli dedicati
all’inquietudine del mare sia nel primo che
nell’ultimo capitolo. Giustamente si è parlato
in quarta di copertina di testimonianza
affettuosa e cruda di un mondo perduto.
Ma il discorso può allargarsi: la presenza
ebraica in Libia risale almeno alla distruzione
del secondo Tempio, nel 70 dell’Era Volgare;
forse all’epoca alessandrina, nel 250 avanti
l’Era Volgare, quando la Bibbia venne tradotta
in greco; forse ancora a Didone ed ai Fenici:
1000 anni e più, prima che gli Arabi arrivassero
in Libia. Forse si potrebbero muovere nei
confronti degli occupanti arabi le stesse accuse
che questi hanno più tardi mosso nei confronti
degli immigranti sionisti. Ma il punto è un
altro: con la stessa aggressione, con il pogrom
contro gli ebrei di Tripoli, i nazionalisti
arabi hanno dato, consapevolmente o
inconsapevolmente, una giustificazione alla
rivendicazione volta alla ricostituzione dello
Stato d’Israele.
E questo può indicare una via verso la soluzione
del conflitto arabo-israeliano: agli ebrei
espulsi dalla Libia nel 1967 è stato concesso il
diritto di portare con sé soltanto 20 sterline a
testa. Perché il governo libico non destina ai
profughi palestinesi i beni confiscati agli
ebrei di Libia?
|