La stanza di Roberto Longo

Roberto Longo

10 Aprile 2005


RADUNO EXLALI A TORINO

di Roberto Longo

II Raduno Exlali di Torino, giunto al suo secondo appuntamento in veste primaverile, ha avuto luogo lo scorso 10 Aprile. E’ importante ricordarne la data perché il piacere e la gioia di rincontrarsi, sono state offuscate dal triste even­to della settimana precedente terminata con le solenni Esequie del Santo Padre, che hanno scosso il mondo inte­ro.

Infatti, il ricordo di quei giorni, ha un pò condizionato tutta la giornata passata insieme.

Fratel Arnaldo, nella preghiera di apertura del Raduno, ha invitato i presenti a ricordare nelle preghiere Sua Santità Giovanni Paolo II, ed anche il compianto Fratel Amedeo. Il cielo era imbronciato e minacciava pioggia. A qualcuno è sembrato udire qualche tuono, probabil­mente un brontolio. Probabilmente la protesta di Fratel Amedeo che, schivo, umile e refrattario ad ogni ricono­scenza, manifestava il suo disappunto per essere stato af­fiancato ad un simile Grande Uomo. Secondo il suo ca­rattere, a Fratel Amedeo bastava la visita fatta alla Sua ultima dimora da Fratel Arnaldo poco prima insieme ad una rappresentanza di Exlali.

II Presidente Giancarlo Consolandi, dopo aver dato il ben­venuto ai presenti, ha commemorato il Papa ricordando che, nell'ottobre del 1978, scherzando con un allibito Fr. Amedeo, aveva previsto l'elezione di un Papa straniero che avrebbe preso il nome di Giovanni Paolo II.

Di rimando, Fratel Arnaldo ha confessato, invece, di aver previsto la nazionalità del Papa precedente ed il nome che avrebbe scelto.

Ovvio che, di fronte a simili rivelazioni, qualcuno in sala abbia tentato di monetizzare tali doti di preveggenza, chiedendo a gran voce numeri per il Superenalotto. L'espressione triste dei due è stata la miglior risposta:

- Noi prevediamo solo elezioni di Papi... purtroppo. Iniziava così il Raduno reso possibile dal lavoro e dalla solerzia di Felice Spagnuolo, paragonato al Cardinale Camerlengo dal Presidente, perché, dal fondo sala, sempre in piedi, controllava che tutto andasse per il meglio. Però il Camerlengo si occupa normalmente di finanza. In questo caso, questa figura è rappresentata da Giancarlo Trovato il quale arriva sempre con il suo ta­volino portatile con sedile incorporato, si piazza in zona strate­gica ed inizia

-... Ciao, come stai... venti euro ... oh ... quando sei arrivato? C'è anche tua moglie? ... quaranta euro" ... Passando dal faceto al serio, insieme al citato Felice, a Giam­pietro Bakovic, autore di tutte le foto del Raduno, un sincero ringraziamento anche a Giancarlo Trovato. Un ragazzo che va sempre d'accordo con tutti. Una volta lo dissi ad alta voce e, al­le mie spalle, qualcuno gridò:

- No! Con noi non va d'accordo, proprio no!

Mi girai di scatto pronto al contraddittorio, ma dovetti dare loro ragione ... erano parrucchieri!

Fratel Arnaldo, prima di cedere il microfono a Fratel Igino, ave­va detto:

- Qui su al Centro La Salle c’è il Ricovero per i Fratelli, tra po­co anch'io dovrò chiedere ospitalità. Spero che veniate a tro­varmi spesso.

Fratel Igino di rimando:

-  "Tra poco" è un'espressione vaga di tempo. Può significare mesi, anni e de­cenni. La forte fibra di Fratel Arnaldo la­scia propendere per diversi decenni. L'applauso dei presenti ha avallato quan­to detto da Fratel Igino il quale, ha subito iniziato il suo intervento:

-  Carissimi, vi ringrazio perché da anni regalate alla Villa questo meraviglioso spettacolo di una presenza bella, questo atteggiamento gradevolmente amichevo­le.

Nel mio immaginario voi venite da lonta­no portando con voi il sapore del mare, il senso del deserto e dell'infinito, il miste­ro dell'oasi verde ... realtà misteriose ma straordinarie che vi uniscono ancora do­po decenni, e che ogni anno vi inducono a qui radunarvi intorno ai vostri Fratelli e al nostro carissimo Giancarlo, tripoli­no di razza e un tempo studente qui in Villa.

Sarà un caso, ma non esiste il caso, ben­sì la Provvidenza. Oggi la Villa, come compiaciuta del vostro convegno, sta inaugurando la nuova illuminazione di questa sala-chiesa, quasi simbolo della luce che voi diffondete, e che si esprime con questo esempio di amicizia, di buoni rapporti, di vincoli, che sanno di sacro, e che voi avete mantenuti saldi nel tempo, e che continuano a nutrirvi ed animarvi con tanta freschezza. Questa stupenda realtà che voi incarnate, di cui siete esempio in questi tempi in cui c’è crescente difficoltà di buoni rapporti, mi induce a compiacermi per avervi accolti, in consonanza con i Fratelli, in questa istituzione che persegue gli scopi che anche voi perseguite, di creare collegamenti ed amicizie che rendano più bello il quotidiano cammino. Grazie quindi per la vostra presenza e auguri per il vostro cammino di oggi e di sempre ... Concluso il suo saluto, Fratel Igino stava per lasciare la sala quando, il Presidente, lo ha richia­mato sul palco per conferirgli un omaggio riproducente il logo del­l'Associazione, la Caravella Ex-lali, il cui albero è formato da una palma.

Sorpreso per l'inatteso omaggio, piccolo ma di grande valore simbolico, Fratel Igino riprende la pa­rola:

- Bellissima e sorprendente, caro Giancarlo, questa medaglia ... dai simboli talmente stimolanti... la caravella sull'acqua e la palma rigogliosa nei ciclo ... che ... mi obbliga a dire ancora una parola! Scusatemi... ma ... mi provoca a interpretare il messaggio amplis­simo che essa contiene! La caravella ...è ognuno di noi, che compie la propria navigazione dirigendo liberamente la prora ... Bella la possibilità di dirigere la nostra prora verso le mete più varie, verso ciò che ci sembra ri­spondere ai nostri ideali. Liberi sull'acqua, che accogliente e arrendevole ci sorregge, ma che ci lascia assolutamente responsabili del percorso che ognuno si sceglie. E tu oggi hai puntato qui la tua prora, per trovare gli amici.

Per vivere i sogni, per rafforzare i bei vincoli in vista dei per­corsi futuri ...

E domani la tua prora la dirigerai verso nuove mete, verso al­tri amici, con i quali canterai la bellezza in modi sempre nuovi e diversi...

La meraviglia di questo tuo libero agire che sicuramente tende a bellezza ... meraviglia, che tu rinnovi a piacimento e ad ogni istante, grazie a quell'acqua così arrendevole sulla quale facil­mente dirigi la caravella.

Finchè un giorno, improvvisamente, l'acqua si gela, diventa blocco durissimo che impedirà ogni movimento pur piccolo, ogni cambiamento di direzione alla barca. Sarà la fine del tempo. Sarà l'inizio dell'eterno. E ognuno ri­marrà nell'eterno con la prora bloccata ... verso dove? Sarà certamente ben orienta­ta, a quel momento, la tua prora ... E la palma, vita potente dove tutto è de­serto. E voi - mi riferisco ancora all'im­maginario che mi nutre di pensieri piace­voli! - venite dal deserto, e siete palma! Palma che vince il deserto, palma che non solo ne signoreggia l'arsura, ma che ne trionfa con tale sovrabbondanza da rega­lare quei frutti squisiti che giungono fino a noi per rallegrare le nostre feste e i nostri banchetti.

E quelle foglie che, già solo a pensarle, rinfrescano le nostre calure, dicono speranza dove tutto è sterile. E simbolo bello la palma, e anche voi siete sim­bolo: essa resiste flessibile e forte, vitalissima e duttile nell'af­frontare i venti violenti e il caldo cocente, la sabbia invadente e i predoni nemici; mentre ci conferma che la vita è lotta costan­te, ci rassicura che è anche vittoria.

Grazie Giancarlo, grazie a tutti voi di questa amichevole as­semblea, grazie per questa vostra medaglia nata dalla vostra esperienza, dalla vostra singolarissima storia vissuta. Medaglia piena di simboli che voi vivete, che voi regalate al mondo, che mi avete regalata, graditissima, in questo momento di conso­nanza ideale.

Un prolungato applauso congeda Fratel Igino ed accoglie Fratel Bruno, il quale esordisce dicendo che il suo intervento consi­sterà nella formulazione di tre pensieri.

- // mio primo pensiero è di ringraziamento. Quando vi dico grazie per la vostra presenza, non vi ringrazio semplicemente perché oggi vi trovate qui. Ma vi dico grazie perché continuate, con noi Fratelli, la missione che San Giovanni Battista de La Salle ci ha dato, che la Chiesa ci riconosce e che è tanto valida e tanto necessaria anche al giorno d'oggi. Il mio ringraziamen­to è per quello che voi fate. E per quello che voi siete tutto l'an­no. Non soltanto per la gioia che ci date quando venite a tro­varci, in occasione dei vostri raduni, ma per il vostro essere Ex-Lali.

Il secondo pensiero, continua Fratel Bruno, è ricordarvi che ogni anno i Fratelli delle Scuole Cristiane scelgono un argo­mento su cui fondare la loro attività, le loro iniziative. Quest'anno abbiamo scelto il rinnovamento di quello spirito inizia­le che ci porta verso i poveri.

Inizialmente, come sapete, il Fondatore si era impegnato esclusivamente con i figli dei poveri. Poi la società si è evoluta, la scuola ne ha seguito l'evoluzione, ma noi non dimentichiamo mai questa nostra origine. Quella di essere stati chiamati ad es­sere educatori soprattutto dei poveri.

I Fratelli delle Scuole Cristiane, quest'anno, hanno celebrato l'anno del servizio educativo dei poveri. E per noi un anno par­ticolare e significativo in quanto ci siamo sensibilizzati su questa chiamata originale: servizio educativo dei poveri.

Anche voi ex allievi, attraverso il vostro organismo mondiale UMAEL (Unione mondiale ex alunni lasalliani), avete sposato una causa o qualche causa del servizio educativo dei poveri. Vi invito a consultare Internet, questo mezzo fantastico di comuni­cazione mondiale. Verrete quindi a conoscenza che l'Umael propone agli Ex allievi quello che voi già fate, ma in maniera più specifica. Io so che voi tutti gli anni sostenete dei progetti nel terzo Mondo, date un aiuto alle case dei Fratelli che hanno bisogno e siete pertanto già presentì in questo servizio educati­vo dei poveri. Ma l'Umael vuole costruire una casa finalizzata ai più poveri e quindi ha deciso di costruirne una per handi­cappati in India. Inutile ricordare che l'India è un Paese dove la povertà raggiunge limiti estremi. È un gesto dell'Umael per dire: anche noi siamo accanto ai Fratelli. Cercate anche voi di essere presenti in questo cammino dell'Istituto che vuole rinno­varsi in questa sua essenzialità: il servizio educativo dei po­veri.

II terzo pensiero, conclude Fratel Bruno, è un augurio.

Vi auguro buona festa per questo pomeriggio. Mi rincresce non poter partecipare, ma i Catechisti mi aspettano e devo correre da loro. Ho saputo che questo pomeriggio, attraverso le proie­zioni e la relazione del vostro Presidente, ritornerete con la mente nei vostri luoghi natii. È un mondo che io non conosco, o meglio, che ho conosciuto attraverso l'Oasi che mi mandate e colgo l'occasione per ringraziare chi me la spedisce puntual­mente. Rallegratevi, ora che potete tornare nella Terra che vi ha visto nascere e che, ritengo, non abbiate mai dimenticato. An­cora Buona Festa ed arrivederci a tutti.

Terminato l'applauso che i presenti hanno tributato a Fratel Bru­no, prende la parola il Presidente:

-  Salutiamo Don Felice Radici che è appena arrivato da pochi minuti e tra poco celebrerà la Santa Messa.

Grazie per essere sempre con noi.

Desidero dare il benvenuto e consegnare una medaglia a Giac­chi che viene da lontano: da Siracusa.

Benvenuto anche a Scifo Rosario, ex semiconvittore, e presente per la prima volta. Ma preferisco che la medaglia la consegni Fratel Arnaldo che lo conosce meglio di me. Altro saluto anche ad un altro ex allievo che per la prima volta partecipa ai nostri raduni. Sarà lui stesso a raccontarvi come ci ha rintracciati. Si tratta del Dr. Nicola Vischi figlio del maestro Vischi, poi professore.

Emozionato ma soddisfatto, Nicola ricorda che la ricerca spasmodica e caparbia che lo ha portato ad un primo contatto con un Fratello, di cui non ricorda il nome, ed al successivo incon­tro prima telefonico poi di persona con Giancarlo Consolandi, è stato oggetto di una sua confessione-articolo pubblicata sull'ul­timo numero de l'Oasi.

- Ringrazio Giancarlo e tutti voi per avermi invitato a quest'in­contro. Ho la sensazione di ritornare a casa, in famiglia, dopo un lungo viaggio. Dal 1963 al 1970, ho frequentato le scuole dai Fratelli, dalle elementari alla seconda media. Mio padre ne­gli ultimi anni trascorsi in Libia insegnava matematica alle me­die sempre dai Fratelli. Ha settantaquattro anni, è felicemente in pensione, e vive a Bari. Mi sono subito iscrìtto all'Associa­zione, per la prima volta partecipo ad un raduno e spero di po­terlo fare sempre in futuro.

Grazie a tutti voi anche per la medaglia. Riprende la parola Consolandi il quale ricorda che a settembre a Paderno del Grappa, verrà insediato il nuovo Consiglio Diret­tivo e sarà nominato anche il nuovo Presidente. Invita tutti coloro che lo desiderano e che hanno i requisiti ri­chiesti dallo Statuto, a presentare la candidatura, entro fine Maggio. A giugno saranno inviate le schede per la votazione che, con l'espressione di voto, dovranno essere restituite in tempo per gli scrutini.

Alla vigilia del prossimo raduno di Paderno, a settembre, dall'esame del risultato, verrà nominato il nuovo Consiglio ed il nuovo Presidente. Colgo l'occasione per ricordarvi di pagare la quota associativa. La stampa e spedizione della rivista incidono molto sui nostri bilanci ed il mancato pagamento della quota po­trebbe drasticamente ridurre sia le pagine che la periodicità del­la rivista. Nei mesi scorsi siamo stati costretti a depennare circa 160 nominativi che erano morosi da quattro/cinque anni. Vi informo che Felice Spagnuolo, Giancarlo Trovato e Nicola Vi­schi hanno già presentato la loro candidatura. La mia vuole essere soltanto una segnalazione ed un invito a chi lo desidera a presentare la candidatura e pertanto non è propaganda elettorale. Adesso vorrei chiamare sul palco Raffaele Brignone che viene da Pesaro. Ieri sera mi ha fatto vedere un suo scritto illustrato, una cosa molto bella, ma preferisco che sia lo stesso Raffaele a parlarvene.

-  Un caro saluto a tutti, esordisce Raffaele. Da sempre ho avu­to due passioni: la musica e lo sport. Da adolescente, insieme ad altri coetanei, ho creato un complesso musicale e ho avuto la fortuna di vivere nei favolosi anni sessanta. Prima che il tem­po appannasse questi meravigliosi ricordi, ho deciso di scrìve­re un libro dove racconto la storia del mio complesso, dei vari concorsi canori, dei festival e di quella gioia di vivere che ci rendeva importanti e felici.

Nel libro parlo anche della mia seconda passione: lo sport. Con­fesso che nel trasferire su fogli di carta, ricordi e nomi di amici, alcuni purtroppo non più tra noi, mi sono spesso commosso e ho dovuto sospendere per qualche minuto il mio lavoro. Il libro, arricchito da foto dell'epoca, ritagli di giornale e stral­ci di alcuni diari, verrà pubblicato in tre puntate sul notiziario l'Oasi e sono certo che molti lettori si riconosceranno leggen­do le pagine che lo compongono. Chi vorrà ricevere il libro, po­trà contattarmi e sarà mia cura farglielo avere dietro rimborso delle sole spese di stampa.

Dopo aver consegnato la medaglia anche ad un commosso Raf­faele, il Presidente continua:

- Spero che altri, una volta in pensione e quindi con il tempo necessario a disposizione, seguiranno l'esempio di Raffaele Brignone, scrivendo le loro memorie e le loro storie utili a ricorda­re i famosi anni sessanta, belli soprattutto perché anni della no­stra gioventù tripolina.

Ho consigliato all'amico Raffaele, di inviare una copia del suo libro al Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Tripoli che sovente organizza convegni e conferenze. Mi auguro che possa essere presente anche lo stesso Raffaele alla presentazione del suo libro a Tripoli anche se attualmente il visto viene rilasciato soltanto agli ultrasessantacinquenni! (sic!) La Dottoressa Ortu, che mi ha incaricato di portarvi il suo salu­to, ha vivacemente protestato per questa illogica discriminazio­ne e si sta adoperando perché l'infinita storia dei visti si risolva quanto prima per tutti. Questo pomeriggio vi commenterò le riprese da me effettuate durante il viaggio dello scorso 17-20 Novembre a Tripoli.

Potrete immaginare la commozione, la mia emozione nel visi­tare l'Istituto dei Fratelli Cristiani. Rivedere la mia classe, il cor­tile ... Attualmente vi è una scuola femminile. Conoscendo le usanze locali, capirete che l'essere autorizzato ad entrare quan­do erano in corso le lezioni, non è stata certo una concessione di poco conto.

Tripoli e gli altri centri visitati, non hanno più il volto dei nostri tempi. Non sono invece cambiati lo spirito e la tradizionale ge­nerosa ospitalità della popolazione libica. Abbiamo trovato sempre, anche a livello di Alti Funzionali di Governo, una ca­lorosa accoglienza che francamente non ci aspettavamo.

Un piccolo esempio su tutti. Mi trovavo a Città Giardino per ef­fettuare qualche ripresa e scattare qualche foto all'edificio dove ho frequentato l'asilo infantile gestito dalle Suore Giuseppine. Filmare era alquanto difficoltoso se non impossibile, per la pioggia battente. Un giovane libico, vedendomi in difficoltà, è sceso dall'auto e con l'ausilio di un ombrello mi ha protetto, rendendo tutto molto più facile. Ha quasi rifiutato i miei ringra­ziamenti dicendomi che per lui era stato un piacere-dovere e mi chiese se avessi bisogno di qualche altro aiuto. Nel pomeriggio parlerò diffusamente del viaggio. Adesso prepariamoci alla Santa Messa.

La Santa Messa è stata officiata da Don Felice Radici che con l'ardore che conosciamo ha commentato le Letture ed il Vange­lo.

Al termine, gli intervenuti si sono trasferiti nella sala da pranzo dove è stato servito un pranzo prelibato nelle più ortodosse tra­dizioni della Villa S. Giuseppe. E seguita la tradizionale lotteria.

Il tutto molto in fretta perché l'attenzione dei partecipanti era ri­volta all'attesissima proiezione dei filmati girati da Giancarlo durante il citato viaggio in Libia dello scorso novembre. Con un po' di ritardo e con disappunto di chi doveva rispettare orari per il rientro, il Presidente ha iniziato la proiezione nomi­nando di volta in volta vie e luoghi che, difficilmente, sarebbe­ro stati individuati dai presenti se la proiezione non fosse stata da lui commentata.

Una piccola ma significativa raccolta di fotografie è allegata in apposito opuscolo nella presente rivista.

L'assemblea ha commentato con espressioni di dispiacere e di­sappunto i cambiamenti che hanno reso quasi irriconoscibile la città. Solo il deserto e i siti archeologici sono rimasti quelli di sempre, immutabili e affascinati...