La stanza di Roberto Longo

Roberto Longo

Sposi d'oro ... anzi ... d'acciaio

di   Roberto Longo

Riceviamo e pubblichiamo con gioia che, due coppie, e ci auguriamo siano due delle tante, hanno raggiunto un traguardo importantissimo: gli oltre sessant’anni di matrimonio.

Sposatesi entrambe nel corso di una terribile guerra, hanno trascorso dodici/tredici lustri in perfetto amore, reciproco rispetto, grande serenità.

Era il 25 Marzo 1943. Giovanni Morelli, militare, aveva da tre anni, quale madrina di guerra, la signorina Marietta Caruso. Quindi la decisione di trasformare la sua madrina in madre dei suoi figli, il tutto in 24 ore.

Un matrimonio di guerra dunque! Ma che ha permesso loro di vivere oltre sessanta anni di pace.

Alla presenza del Sindaco di Rivalta, Signora Amalia Neirotti, gli “sposini” sono stati festeggiati insieme ad una coppia, “sessantenne” come loro, e complimentati anche da  altre coppie che festeggiavano le nozze d’oro.

Dalla Libia, nel 1950, si stabilirono a Giaveno. Quindi a Rivalta Torinese dove tuttora abitano. I coniugi Morelli custodiscono con cura, il “cartoncino” augurale, graditissimo, che Fratel Amedeo inviò loro il 16 gennaio del 1993. Nella fotocopia inviata alla Redazione dell’Oasi si legge: ”alla simpatica copia* di Sposi Giovanni e Maria Morelli che si apprestano a festeggiare le proprie nozze d’oro...”

Nella postilla che richiama l’asterisco, una precisazione:... ”non è un errore, ma di proposito: per dire....... *copiate!

Un’altra coppia (e qui si esagera!) ha tagliato il traguardo dei sessantacinque anni di matrimonio!                                                                                                 

Martelli Silvio e Vanda Faggin, entrambi classe di ferro 1912, si sono sposati infatti il 2 settembre del 1939. Sono testimone sia della dedizione che Vanda ha dedicato al suo Silvio in passato, che dell’amore con cui, adesso, Silvio accudisce la moglie, che soffre più di lui il peso degli anni.

Martelli Silvio, da militare nel genio civile, era passato nel 1939 al servizio del genio, ma da smilitarizzato, in quel di Giado e con ampia libertà tanto che era subentrato nella gestione di un bar. Vanda Faggin che era rimasta in Italia, a servizio di una dama di compagnia di Corte, la contessa Pisani, rinunciò ad un roseo avvenire per amore del suo Silvio utilizzando i soldi per un viaggio a Parigi, dono della Contessa, per un meno comodo viaggio fino a Giado. Ma a Giado mancava l’officiante per cui il matrimonio fu celebrato in un paese vicino, cioè a Jefren dove c’era un Cappellano Militare..

La “corriera” che collegava i due paesi del Gebel Nefusa aveva cadenza settimanale. Quindi avrebbero dovuto passare una luna di miele forzata presso l’albergo di Jefren per altri sei giorni. Ma bisognava tornare al bar, al lavoro di tutti i giorni.  Quindi, con la complicità del Cappellano….. “non...si..potrebbe..è..pericoloso..se lo venisse a sapere il Comandante!...Beh, vediamo  cosa si può fare......”, furono nascosti in un camion militare che partiva due giorni dopo proprio per Giado. Quindi, dice Vanda: “Abbiamo fatto...il viaggio di nozze da clandestini.” Ride quando lo ricorda e poi: “Ne abbiamo passate tante! Ma abbiamo sempre ringraziato Iddio che ci ha dato la salute e la felicità.

Congratulazioni a tutte queste copie*, come scrisse Fratel Amedeo e nel senso di “cercate di copiarle”