Giuseppe Miraglia (nave appoggio idrovolanti)
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Giuseppe Miraglia | |
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Descrizione generale |
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Tipo |
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Cantiere |
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Impostazione |
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Varo |
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Entrata in servizio |
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Radiazione |
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Destino finale |
smantellata nel 1950 |
Caratteristiche generali |
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scarico: 4.507 t |
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Lunghezza |
121,22 m |
Larghezza |
14,99 m |
Pescaggio |
5,82 m |
Ponte di volo |
lunghezza 211,6
m per 25,2 m |
Propulsione |
8 caldaie Yarrow a tubi d'acqua, 2 gruppi di turbine a vapore con riduttore tipo Parsons, 2 eliche a tre pale, Potenza: 16.700 CV |
Velocità |
21 nodi |
Equipaggio |
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Equipaggiamento |
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Armamento |
artiglieria:
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Corazzatura |
70 mm
(verticale) |
Mezzi aerei |
La nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia venne costruita come nave trasporto per le Ferrovie dello Stato con il nome di Città di Messina, ma dopo essere stata varata il 20 dicembre 1923 venne invece deciso di incorporarla nella Regia Marina per fornire supporto logistico agli idrovolanti in dotazione alle navi da battaglia ed agli incrociatori. Il suo compito era quello di nave officina per l'assistenza e riparazione degli aerei e nel contempo per trasportarli nelle squadre navali.
I lavori di trasformazione iniziarono il 24 gennaio 1925. L'unità era dotata di due hangar, uno a poppa che poteva contenere sei idrovolanti Macchi M.18AR ad ali ripiegabili ed uno a prua che poteva ricevere cinque velivoli dello stesso tipo. Compresi quelli in coperta, la nave poteva trasportarne, a seconda dei modelli, circa venti aerei, per il cui lancio erano state installate due catapulte ed era anche in grado di posare in mare e recuperare gli idrovolanti. Per la posa in mare dei velivoli vi era installata, in corrispondenza della mezzeria di ogni apertura laterale, sotto il cielo dell’hangar, una rotaia, sostenuta da una gru a bandiera che si prolungava per nove metri fuoribordo, mentre per il recupero degli idrovolanti quando la nave era in navigazione veniva utilizzato un telone, che sarebbe stato rimosso nel 1937 in seguito all'entrata in servizio degli idrovolanti IMAM Ro.43. La nave venne usata anche per il trasporto di personale e per quello di materiali.
Dopo essere stata utilizzata durante la guerra d'Etiopia per il trasporto velivoli per l’Africa Orientale, venne successivamente impiegata durante la guerra civile spagnola.
Durante il secondo conflitto mondiale dopo essere uscita illesa dalla notte di Taranto venne impiegata nel Mediterraneo.
In seguito alle vicende armistiziali da Venezia si consegnò agli alleati con il resto della flotta a Malta, dove venne impiegata come base appoggio per i sommergibilisti italiani, per essere poi utilizzata, al termine del conflitto, per il rimpatrio dei prigionieri italiani ed ormeggiata a Taranto, dove sarebbe stata utilizzata, ancora come nave-caserma per gli equipaggi di motosiluranti e come nave-officina, prima di essere disarmata e definitivamente radiata il 15 luglio 1950.