Giuseppe Miraglia (nave appoggio idrovolanti)

 

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Giuseppe Miraglia


 

Descrizione generale

Tipo 

Nave appoggio idrovolanti

Classe 

 

Numero unità

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Costruttori 

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Cantiere 

Regio Arsenale della Spezia

Matricola 

 

Ordine 

 

Impostazione

5 marzo 1921

Varo 

20 dicembre 1923

Completamento 

 

Entrata in servizio 

1 novembre 1927

Proprietario 

 

Radiazione 

15 luglio 1950

Destino finale 

smantellata nel 1950

Caratteristiche generali

Dislocamento 

scarico: 4.507 t
Normale: 5.400 t
Pieno carico: 5.913 t

Stazza lorda 

t

Lunghezza 

121,22 m

Larghezza 

14,99 m

Altezza 

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Pescaggio 

5,82 m

Profondità operativa 

m

Ponte di volo 

lunghezza 211,6 m per 25,2 m
altezza sul mare: 23 metri

Propulsione 

8 caldaie Yarrow a tubi d'acqua, 2 gruppi di turbine a vapore con riduttore tipo Parsons, 2 eliche a tre pale, Potenza: 16.700 CV

Velocità 

21 nodi

Autonomia 

 

Capacità di carico 

 

Numero di cabine 

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Equipaggio 


 
  • 16 ufficiali

  • 40 sottufficiali

  • 240 sottocapi e comuni

Passeggeri 

 

Equipaggiamento

Sensori di bordo 

 

Sistemi difensivi 

 

Armamento 

artiglieria:
 

  • 4 pezzi da 102/35 mm.

  • 12 mitragliere da 13,2 mm.

  • 2 catapulte "Gagnotto" a prora e poppa

  • 2 aviorimesse per 6 e 5 aerei ad ali ripiegate (tot. 11 idrovolanti)

  • 2 depositi per 3 aerei smontati ciascuno

  • totale aerei: 17 idrovolanti Macchi M.18AR DEL 1930

Corazzatura 

70 mm (verticale)
80 mm (orizzontaleorr)

Mezzi aerei 

17 idrovolanti IMAM Ro.43

La nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia venne costruita come nave trasporto per le Ferrovie dello Stato con il nome di Città di Messina, ma dopo essere stata varata il 20 dicembre 1923 venne invece deciso di incorporarla nella Regia Marina per fornire supporto logistico agli idrovolanti in dotazione alle navi da battaglia ed agli incrociatori. Il suo compito era quello di nave officina per l'assistenza e riparazione degli aerei e nel contempo per trasportarli nelle squadre navali.

I lavori di trasformazione iniziarono il 24 gennaio 1925. L'unità era dotata di due hangar, uno a poppa che poteva contenere sei idrovolanti Macchi M.18AR ad ali ripiegabili ed uno a prua che poteva ricevere cinque velivoli dello stesso tipo. Compresi quelli in coperta, la nave poteva trasportarne, a seconda dei modelli, circa venti aerei, per il cui lancio erano state installate due catapulte ed era anche in grado di posare in mare e recuperare gli idrovolanti. Per la posa in mare dei velivoli vi era installata, in corrispondenza della mezzeria di ogni apertura laterale, sotto il cielo dell’hangar, una rotaia, sostenuta da una gru a bandiera che si prolungava per nove metri fuoribordo, mentre per il recupero degli idrovolanti quando la nave era in navigazione veniva utilizzato un telone, che sarebbe stato rimosso nel 1937 in seguito all'entrata in servizio degli idrovolanti IMAM Ro.43. La nave venne usata anche per il trasporto di personale e per quello di materiali.

Dopo essere stata utilizzata durante la guerra d'Etiopia per il trasporto velivoli per l’Africa Orientale, venne successivamente impiegata durante la guerra civile spagnola.

Durante il secondo conflitto mondiale dopo essere uscita illesa dalla notte di Taranto venne impiegata nel Mediterraneo.

In seguito alle vicende armistiziali da Venezia si consegnò agli alleati con il resto della flotta a Malta, dove venne impiegata come base appoggio per i sommergibilisti italiani, per essere poi utilizzata, al termine del conflitto, per il rimpatrio dei prigionieri italiani ed ormeggiata a Taranto, dove sarebbe stata utilizzata, ancora come nave-caserma per gli equipaggi di motosiluranti e come nave-officina, prima di essere disarmata e definitivamente radiata il 15 luglio 1950.