Le poesie di Domenico Ferrante

Domenico Ferrante

 

La minorenne

La minorenne

Seduta

t’offre di sorpresa

le gambe lucide,

i ginocchi svelti,

le cosce

color noce

levigate e sode:

 

le vedi

l’un sull’altra,

appena abbozzate,

di scorcio,

ma con promessa,

con invito

a spiare,

frugare,

cercare,

indovinare

più in su,

sotto la minigonna

che sfugge.

 

S’espone

con pigra indolenza

e noia scomposta:

cambiando posa,

gravando

ora su un’anca,

ora sull’altra,

voluttuosamente

curvacea,

agitando il petto

aguzzo.

 

T’irride

lo sguardo felino

appeso

ad un faccino

di gatta sorniona

con insistenza.

 

Ti disarma

il macinare continuo

della bocca,

quasi con scherno.

 

Flettendo

la gamba sinuosa

improvvisa

il giuoco crudele

del piedino sottile

che sfila la scarpa,

la infila,

la perde,

la cerca

con moto lezioso,

irrigidendosi,

torcendosi,

scoprendosi

sotto la minigonna

che si sottrae.

 

Balza

sui fianchi

rotondi e precoci

con leggerezza

di fauno:

ruminando insolente

s’avvia flessuosa,

con maglino aderente

trafitto dai seni:

scoppiando

palloncini di gum

gonfi sulle labbra

con insolenza:

incollando

gli occhi viscidi

da per tutto:

elettrizzando

i sensi.