Le poesie di Domenico Ferrante

Domenico Ferrante

Ricordi d'Africa

E' Settembre, ricordi d'Africa

sottofondo musicale: Helwa ya balady

E’ Settembre.

Il ghibli, vento del deserto,

soffia sul mare il suo afflato di fuoco.

E già il dattero biondo imbrunisce

laggiù, nell’oasi di Tagiura.

Or Tripoli soggiace inerte, affranta,

all’infernale calura.

Il mare non ha respiro,

non ha carezze all’arsura.

Si tace lungo le strade, dentro le case:

un silenzio attonito, grave, che suscita

ansie remote, paure d’infanzia.

Rari passanti strisciano lungo i muri,

indugiano smarriti sotto le arcate,

spiano il refrigerio dell’ombra

come fantasmi sorpresi dalla luce.

I beduini si nascondono a crocchi

dove l’ombra delle palme è più folta,

(le gambe incrociate, le barbe incolte)

Sorseggiando il tè aspro.

Nel porto, i facchini giacciono supini

sotto le carrettelle a mano,

cacciando pigramente le mosche,

imprecando il caldo, la vita.

Alla Hara, città vecchia, ragazzi

d’ogni razza ingozzano melone rosso

che a fette fa mostra di sé su tavolacce

sozze, carichi di bucce, semi, soldi, mani.

 

E’ Settembre.

Il ghibli soffoca uomini e cose;

ma l’oasi di Tagiura

è un tripudio di grappoli gialli

che pendono esausti dalle palme diritte.