LA STANZA DI    RICCARDO CHISARI


Riccardo Chisari


TRIPOLI BEL SUOL D'AMORE
RACCONTI DI
RICCARDO CHISARI
EDIZIONI S.A.R.C. - LUINO

CAMBIANO I TEMPI

Con il graduale crescere, passata l’epoca delle Zarbutate, gradualmente iniziò quelle degli scontri, dapprima a mani libere, in seguito quelle a mani armate.

Kulla iaumi (1) che si rispettasse doveva, per forza di cose, o iniziare, oppure concludersi con qualche mega-azzuffata al volgere della sera.

Ricordo quanto fosse jamiilu (2) attendere quel momento, così all’improvviso, senza alcun segnale di preavviso. Potevi scontrarti andando alla madrasat (3) oppure quando rincasavi la sera, oppure ancora se uscivi dal cancello di casa per raccogliere per strada il pallone che era volato via, oppure infine perchè non sapevi che fare.   Ogni scontro scaturiva all’improvviso ed in un lampo tra lancio di sassi e polveroni si concludeva con qualche mano o piede ferito, oppure quando andava proprio quais (4) con una testa fasciata.

La regola all’aual (5) era ; afferrato il momento propizio che stava per scattare il putiferio, colpire per primo con durezza e precisione.  All’attnin (6) era quella di non dare l’impressione d’avere paura, nemmeno quando ti trovavi da solo contro una decina d’avversari.  All’attalatau’ (7) era quella di ripiegare alla fine della battaglia seppur malconcio e sanguinante con dignità senza emettere un lamento.

Erano assolutamente banditi i piagnistei e bisognava trattenere il più possibile le lacrime, che al limite potevano solo comparire con un luccichio nell’orbita degli occhi.

L’onore più grande era naturalmente cadere in un’imboscata tesa ad arte, sottostare ad una scarica di botte lì dove capitava, battersi con valore, colpire decisamente con violenza qualche avversario, beccarsi una sassata

al centro della zucca, riportare una ferita  sanguinante e rincasare malconcio senza emettere alcun lamento.

Naturalmente era assolutamente vietato nella maniera più rigorosa mettere al corrente gli adulti sull’identità di chi ti aveva colpito.  Al ghassru (8) dimostravo d’avere sempre un gran valore e quanto ne andavo fiero quando lo raccontavo ai miei amici compagni !!!  Ogni rione aveva la sua banda capeggiata da quel tipo o da quell’altro; erano gruppi che si formavano spontaneamente per un non so quale spirito naturale interno di conservazione.

Ogni tanto, come accade spesso nella vita, c’erano anche i casi di tradimento di qualche Giuda componente che barattava il proprio passaggio da una banda all’altra dietro il compenso d’un sacchetto di  Zuzzag (9) colorate.

Bisogna, per amor del vero, dichiarare che i Giuda erano comunque necessari, primo, perchè erano la linfa delle nostre battaglie, senza la presenza dei quali le nostre giornate sarebbero inevitabilmente divenute piatte, circoscritte dalle rigide regole che venivano impartite all’interno di ciascuna banda, e poi, perchè in secondo luogo, sarebbe inevitabilmente mancano il senso del collettivo disprezzo ch’era un elemento di vitale importanza.

Quante belle giornate ho trascorso facendomi fasciare la cuccuzza, e quante ferite potevo dimostrare!  Questa cicatrice sul ginocchio me l’ha fatta Giumah (10), questa sul polpaccio è una coltellata di Mohammed il figlio di Tahar il Macellaio, questa cucitura al dito me la son fatta quando ho parato con la mano la bottigliata di Alì Venturi (11) , quello alto, e così via.            

Chi più poteva, più ne collezionava.

Erano tutte decorazioni al valore subite su un interminabile campo di battaglia.

Tutto andava bene all’epoca fino a quando non giunsero nel quartiere Scinabu (12) e Ramadan (13), il primo Egiziano ed il secondo Turco.     

Giunsero all’improvviso e sconvolsero ed infransero irrimediabilmente tutte le regole del gioco.

Scinabu impose il dazio, tante biglie o l’equivalente in figurine per quella entrata, tante altre per l’uscita da questa o da quella parte.  

 Ogni banda si era regolamentata, e tutto oramai, data l’abbondanza del materiale che circolava era equamente, in base agli spostamenti, ripartito in tutti i rioni. L’organizzazione aveva preso irrimediabilmente piede in tutto il territorio, bastava preparare il dovuto e tutto filava via come l’oro, con il piacere dei genitori controbilanciato dal disappunto del Saidalliah (14) .

Il turco Ramadan aveva infine istituito un regolare Mahcamat (15) costituito da una terna di ogni banda per i rispettivi territori di competenza ed  invece delle immemorabili  bastonate che venivano impartite in precedenza ai colpevoli,  ora in caso di giustizia si era sottoposti legati ad un palo alla terribile S.C.G. – Sputacchiata Collettiva Gigante.    

I tiratori scelti naturalmente avevano un fondamentale requisito; precisione di lancio, muco particolarmente copioso ed adesivo e a tutti mancava un incisivo sulla parte della dentatura davanti.     

I denti, per poter essere nominati tiratori scelti, dovevano cadere per causa naturale o a causa di qualche battaglia.

Dal canto mio non ho mai avuto l’onore di far parte d’un plotone d’esecuzione e forse mai per il resto della mia vita mi capiterà più la possibilità di far regnare , con il consenso generale, il senso ed il gusto della grande Terrena Giustizia.

VOCABOLI CAMBIANO I TEMPI

1

Kulla iaumi

tutti i giorni

2

jamiilu

bello

3

madrasat

scuola

4

quais

bene

5

aual

la prima

6

attnin

la seconda

7

attalatau’

la terza

8

ghassru

epoca

9

Zuzzag

biglie di vetro

10

Giumah

nome di persona

11

Al’ Venturi

Alì l’Avventuriero in Itagliese

12

Scinabu

Baffoni

13

Ramadan

nome di persona = Natale

14

Saidalliah

farmacista

15

Mahcamat

tribunale

L’arco  di Marco Aurelio

 



giocoscuola.htm
Ernandes homepage il gioco e la suola il signor mossero Indice Chisari