LA STANZA  di Francesco Caronia
  




Francesco Caronia
   

LA MIA SICILIA


Santa raggiuni

Scrissi na littra  a lu Signuri, patri Piu:

Mi ficiru a statua in bronzu e la pusaru 

propriu all’apertu, ‘mezzu lu stratunu, 

a suli e sirenu.

D ‘invernu u ventu ciuscia a tutti banni,

acqua di  ‘ncoddu ni cari a mai finiri.

trona e lampi un si ponnu suppurtari,

chi mali fici?

Tutta l’estati un si supporta lu caluri,

cani e aceddi vennu a fari li  bisogni,

pruvulazzu, poi muschitti a  nuvulati,

com’a fari?

Si cani in chiesa u parrinu nun li voli,

comu si rici, picchì sporcanu l’altari,

iu sugnu Santu, mi putissiru ospitari,

pi favuri!


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Dopo la santificazione di padre Pio, per dimostrare la devozione dei fedeli nei confronti del Santo,  molto popolare nel meridione e non solo, si era diffusa l’iniziativa di piazzare una statua in bronzo del Santo nelle chiese, nei giardini pubblici, nelle piazze, nelle strade e persino nelle case private.  C’è chi trova ingiusto esporre la statua alle intemperie, come se fosse una persona, mentre potrebbe essere meglio custodita in un luogo di culto. La devozione infatti non si misura con la distanza, né con la presenza di una statua in ogni dove, sfiorando il fanatismo religioso.

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Santa raggiuni

Ha scritto una lettera al Signore padre Pio:

Mi hanno fatto una statua di bonzo e la posarono

proprio in mezzo alla strada, all’aperto,

al sole e al sereno.

D’inverno il vento soffia da tutte  le parti,

acqua di sopra ne cade a mai finire,

tuoni e lampi non si possono sopportare,

che male ho fatto?

Tutta l’estate non si sopporta il caldo,

cani e uccelli vengono a fare i loro comodi,

polvere, poi zanzare a nuvoloni,

come devo fare?

Se i cani in chiesa il prete non li vuole,

come si dice, perché sporcano l’altare,

io sono Santo, mi potrebbero ospitare,

per favore!

Francesco Caronia

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